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Alimentazione vegetariana e maternità, tutto ciò che devi sapere

La gravidanza e il post-parto sono momenti cruciali nella vita di una donna, non solo per la trasformazione fisica, ma anche per le esigenze nutrizionali che cambiano per sostenere la crescita del bambino e il benessere della madre. Sempre più donne, oggi, scelgono di seguire una dieta vegetariana, anche durante queste fasi, suscitando spesso dubbi riguardo la possibilità di soddisfare tutte le necessità nutrizionali. Ma è davvero possibile affrontare una gravidanza vegetariana in modo sereno e bilanciato? La risposta è sì, con una corretta pianificazione e un occhio attento ai nutrienti chiave. Abbiamo parlato con la nutrizionista Marta Menelao, esperta nel supportare le mamme in questo percorso, per scoprire come vivere una gravidanza e un post-parto sani e in armonia con una dieta vegetariana.

“L’alimentazione durante la gravidanza e l’allattamento è fondamentale”, afferma la nutrizionista delle mamme. “Ogni donna deve fare in modo di soddisfare le proprie esigenze nutrizionali e quelle del bambino. Una dieta vegetariana ben pianificata può assolutamente fornire tutti i nutrienti necessari, ma ci sono alcune attenzioni particolari da tenere presenti”.

La gravidanza è una fase che richiede un aumento dell’apporto di vitamine, minerali, proteine e grassi sani per sostenere lo sviluppo del feto e mantenere la salute della madre. Nel post-parto, soprattutto durante l’allattamento, le esigenze nutrizionali rimangono elevate per produrre latte di alta qualità. Ma quali sono i nutrienti che richiedono maggiore attenzione per le mamme vegetariane e quali strategie possono essere adottate per garantire il loro corretto apporto?

Le principali sfide nutrizionali per le madri vegetariane

Seguire una dieta vegetariana non rappresenta un ostacolo insormontabile, ma ci sono alcune sfide da affrontare. “Le proteine sono un punto cruciale”, spiega la nutrizionista. “Durante la gravidanza, il fabbisogno proteico aumenta e le proteine sono fondamentali per lo sviluppo del tessuto fetale e il mantenimento della massa muscolare della madre. Per chi segue una dieta vegetariana, però, è importante combinare bene gli alimenti per ottenere tutti gli amminoacidi essenziali”.

Infatti, le proteine vegetali, a differenza di quelle animali, spesso non contengono tutti gli amminoacidi di cui il corpo ha bisogno, ma possono essere combinate tra loro per ottenere un profilo proteico completo. Esempi pratici includono piatti come riso e lenticchie, quinoa e fagioli, o tofu con cereali integrali. Queste combinazioni semplici sono fondamentali per garantire un apporto proteico adeguato.

Un’altra preoccupazione comune riguarda il ferro. Il ferro è essenziale per la produzione di emoglobina e il corretto trasporto dell’ossigeno nel sangue. “Nella dieta vegetariana, il ferro spesso è più difficile da assorbire perché meno biodisponibile rispetto a quello animale”, chiarisce Marta Menelao. “Tuttavia, ci sono modi per migliorarne l’assorbimento. L’abbinamento con la vitamina C, ad esempio, è una strategia semplice ma efficace”.

Un esempio pratico? Aggiungere succo di limone a un’insalata di spinaci, oppure consumare lenticchie insieme a peperoni o agrumi. È utile anche evitare tè e caffè durante i pasti principali, poiché riducono l’assorbimento del ferro. La pianificazione dei pasti diventa quindi uno strumento essenziale per massimizzare l’apporto di ferro, evitando il rischio di anemia.

“La vitamina B12 è una delle sfide più grandi per le madri vegetariane”, sottolinea la nutrizionista. Questa vitamina è fondamentale per la produzione di globuli rossi e per il corretto funzionamento del sistema nervoso, ma si trova quasi esclusivamente negli alimenti di origine animale. Per chi segue una dieta vegetariana, l’integrazione con alimenti fortificati come latte di soia, cereali o lievito nutrizionale. “E se la dieta è vegana, un integratore di B12 è praticamente obbligatorio” specifica la nutrizionista.

La salute delle ossa, sia della madre che del bambino, dipende in gran parte dall’apporto di calcio e vitamina D. “Il calcio è facile da ottenere attraverso alimenti vegetali come il latte di mandorla fortificato e il tofu”, afferma Marta Menelao. Tuttavia, la vitamina D, necessaria per l’assorbimento del calcio, può essere più problematica, soprattutto durante i mesi invernali o per chi vive in aree con poca esposizione solare.

“La vitamina D può essere ottenuta con l’esposizione al sole, ma nei mesi invernali o per chi non può trascorrere molto tempo all’aperto, un integratore può essere la soluzione migliore”, aggiunge l’esperta.

Gli acidi grassi omega-3 sono cruciali per lo sviluppo del cervello e degli occhi del bambino. “Nella dieta vegetariana, questi grassi sani si trovano nei semi di lino, nei semi di chia e nelle noci, ma può essere utile considerare anche integratori a base di alghe, che forniscono direttamente DHA ed EPA, garantendo un apporto ottimale per la salute della madre e del bambino”, spiega la nutrizionista.

Oltre alla corretta combinazione degli alimenti, ci sono soluzioni pratiche che le mamme vegetariane possono adottare per affrontare le sfide nutrizionali. “Un piatto di hummus con pane integrale, o un’insalata con tofu alla griglia, rappresentano combinazioni semplici e veloci che garantiscono un apporto proteico completo”, suggerisce Menelao.

La chiave per una gravidanza serena

Il messaggio centrale è chiaro: una dieta vegetariana può essere compatibile con una gravidanza sana, ma è fondamentale una buona pianificazione. “Durante la gravidanza e il post-parto, è importante monitorare regolarmente i livelli di ferro, vitamina B12 e vitamina D, e assicurarsi che l’apporto nutrizionale sia adeguato. Lavorare con un nutrizionista o un medico può fare la differenza”, afferma Marta Menelao.

Una pianificazione alimentare consapevole, accompagnata da un monitoraggio regolare, può garantire che la madre e il bambino ricevano tutti i nutrienti necessari senza compromettere le scelte etiche della donna. “Con il giusto supporto e la giusta attenzione ai dettagli, non c’è motivo per cui una madre vegetariana non possa vivere una gravidanza e un post-parto sereni”, rassicura la nutrizionista delle mamme. “L’importante è essere consapevoli delle esigenze del proprio corpo e fare scelte alimentari informate”.

La chiave per una gravidanza vegetariana di successo? Pianificazione, integrazione quando necessario e il supporto di professionisti. Con queste premesse, una dieta vegetariana può essere vissuta con serenità, sapendo di fare il meglio per sé stesse e per il proprio bambino.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Spermatozoi danneggiati raddoppiano il rischio di...

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Un recente studio condotto presso l’Università di Lund in Svezia ha portato alla luce importanti implicazioni riguardanti la salute riproduttiva maschile e femminile. I risultati, pubblicati nella rivista Fertility and Sterility, indicano che spermatozoi con un indice elevato di danno al Dna possono raddoppiare il rischio di sviluppare preeclampsia, una complicazione grave durante la gravidanza, con un’incidenza del 10,9% nei casi di spermatozoi compromessi, rispetto al 5,3% per quelli di qualità superiore.

Sperma e gravidanza

Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato un campione di 850 coppie che hanno intrapreso trattamenti di fecondazione in vitro (Fivet) presso il Centro di Medicina Riproduttiva dell’Università di Lund. La metodologia si è articolata nelle seguenti fasi:

Selezione dei partecipanti: Sono state incluse coppie che soddisfacevano criteri specifici, come l’assenza di gravidanze precedenti, una concentrazione di spermatozoi superiore a 1 milione/millilitro e un’età delle donne inferiore ai 40 anni.
Raccolta dei campioni di spermatozoi: I campioni di spermatozoi sono stati raccolti tramite masturbazione nel giorno in cui sono stati eseguiti i trattamenti in vitro. Una porzione dei campioni è stata conservata per l’analisi del danno al Dna.
Analisi del danno: Il test per la frammentazione del Dna dello sperma è stato condotto utilizzando la “struttura della cromatina dello sperma”, un metodo che misura l’integrità del Dna all’interno degli spermatozoi. Gli spermatozoi con un indice di frammentazione superiore al 20% sono stati considerati a rischio elevato.
Monitoraggio delle gravidezze: Le gravidanze sono state monitorate e registrate, con particolare attenzione all’insorgenza di preeclampsia e di altre complicazioni. Le diagnosi di preeclampsia, caratterizzata da ipertensione, sono state confermate utilizzando codici della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD).
Analisi: I dati sono stati analizzati statisticamente per determinare l’associazione tra i livelli di danno al Dna dello sperma e le complicazioni della gravidanza, inclusa la preeclampsia. Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica per calcolare il rischio relativo di sviluppare complicazioni in base ai diversi livelli di danno.

“Rischi in gravidanza”

La dottoressa Amelie Stenqvist, principale autrice dello studio, ha dichiarato: “Questi risultati evidenziano l’importanza della qualità dello sperma non solo per la fertilità, ma anche per la salute della madre e del neonato. La comprensione dei meccanismi sottostanti è cruciale per sviluppare strategie preventive adeguate.”

Il professor Aleksander Giwercman, esperto di medicina riproduttiva, ha aggiunto: “L’identificazione di rischi legati al danno al Dna negli spermatozoi è fondamentale per migliorare gli esiti delle gravidanze, nella fecondazione in vitro”.

Implicazioni per la salute materna e neonatale

I risultati suggeriscono che un elevato livello di danno al Dna negli spermatozoi non solo è associato a preeclampsia, ma potrebbe anche contribuire a un incremento del rischio di parto prematuro. Questi risultati evidenziano la necessità di una maggiore attenzione alla salute riproduttiva maschile nella pianificazione familiare.

In sintesi, questo studio rappresenta un passo significativo nella comprensione della salute riproduttiva e delle sue implicazioni. “È auspicabile che ulteriori ricerche confermino questi risultati e promuovano pratiche di screening più efficaci, con l’obiettivo di migliorare la salute materna e neonatale”, hanno concluso i ricercatori.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Porno e Spid per i minori, Agcom: “Facciamo chiarezza”

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È di pochi giorni fa la notizia dell’introduzione di limiti all’uso di alcuni siti online, come quelli pornografici, imposti ai minori. A sollevare la questione è il disegno di un provvedimento da parte dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha fissato i requisiti per l’introduzione dell’age verification, una modalità di verifica dell’età dell’utente per piattaforme che potrebbero compromettere la sicurezza dei minori.

Una delle possibilità prefigurate per assicurare che l’utente abbia la maggiore età, tra le altre, è stata quella di usare lo Spid, il Servizio pubblico di identità digitale che milioni di italiani usano ogni giorno per accedere ai servizi della pubblica amministrazione. L’ipotesi ha sollevato perplessità e polemiche sulla privacy di chi accede a tali siti. Ma non è come sembra.

A fare chiarezza sul tema ci ha pensato il commissario dell’Agcom Massimiliano Capitanio: “Ammettiamolo, l’idea di accedere a siti per adulti con Spid fa sorridere e disperare al tempo stesso – scrive in un post su LinkedIn -. Eppure, al di là dello spaesamento iniziale, delle facili battute e delle più surreali ipotesi, ciò che è emerso più di ogni altra cosa è che il tema richiede di essere chiarito e anche con una certa urgenza, quantomeno per tutelare adeguatamente l’operato di tutte le amministrazioni coinvolte e, non secondario, gli utenti e le piattaforme che legittimamente fanno il loro business”.

Vediamo nel dettaglio cosa prevede il provvedimento e cosa ha rivelato Capitanio.

Agcom, cosa prevede il provvedimento tra Porno e Spid

Il Decreto-Legge 15 settembre 2023, n. 123 convertito con modificazioni dalla Legge 13 novembre 2023, n. 159, noto ai più come “Decreto legge Caivano”, è stato adottato in risposta ai “gravissimi fatti di cronaca che si sono verificati ai danni di due minorenni, vittime di abusi”, ha spiegato Capitanio.

L’articolo 13-bis prevede espressamente che l’Agcom, sentito il Garante Privacy, emani un provvedimento che indichi “le modalità tecniche e di processo” che i fornitori delle piattaforme di condivisione video a carattere pornografico sono tenuti a adottare per l’accertamento della maggiore età degli utenti”. Misure, queste, valide per tutte le piattaforme di contenuti per adulti operanti in Italia.

Sul versante europeo, il 19 ottobre 2022 è stato adottato il Regolamento (Ue) 2022/2065, conosciuto come Digital Services Act (Dsa). “Per quanto riguarda specificamente la tutela dei minori all’art. 28 viene richiesto a tutti i fornitori di piattaforme on-line accessibili a quest’ultimi di adottare misure adeguate e proporzionate per garantire un elevato livello di tutela della vita privata – ha continuato Capitanio sui social -, di sicurezza e di protezione dei minori, anzitutto mediante l’attivazione dei meccanismi di verifica dell’età. Il Dsa prevede per le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi l’obbligo di adottare misure di attenuazione dei rischi sistemici, tra cui anche gli strumenti di verifica dell’età e di controllo parentale”.

La stragrande maggioranza delle piattaforme per adulti, ad oggi, non realizza alcun tipo di verifica dell’età, limitandosi piuttosto a ricordare all’utente che entrando sul sito dichiara automaticamente di avere almeno 18 anni.

Quindi? “Anzitutto in nessun caso si è imposto a piattaforme e utenti di accedere tramite Spid o Cie (Carta d’identità elettronica, ndr) – chiarisce il commissario Agcom-. Si sono piuttosto fissate alcune caratteristiche che i sistemi di age verification devono soddisfare per essere realmente efficaci e salvaguardare la privacy degli utenti. I sistemi di verifica dell’età devono utilizzare il modello del “doppio anonimato”, al fine di garantire il requisito della riservatezza “rafforzata”. Lo schema adottato da Agcom, trattandosi di una regola tecnica, è stato notificato alla Commissione europea che ha 90 giorni per eventuali rilievi. A quel punto Agcom avvierà un Tavolo tecnico di monitoraggio e analisi delle evoluzioni tecniche, normative e regolamentari”.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Portogallo, agevolazioni fiscali per dieci anni contro la...

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Il Portogallo ha deciso di cambiare strategia per affrontare una delle sue problematiche più complesse: la fuga dei cervelli.

Dopo essere stato un paradiso fiscale per i pensionati grazie a politiche fiscali agevolate, ora il governo guidato da Luís Montenegro vuole concentrare gli sforzi sui giovani. L’esecutivo di centrodestra ha inserito nella Legge di bilancio un piano di agevolazioni fiscali per i lavoratori sotto i 35 anni, con l’obiettivo di trattenere i talenti in patria, dopo che 361mila giovani hanno lasciato il Paese tra il 2008 e il 2023.

Agevolazioni per i giovani in Portogallo

Una premessa è d’obbligo prima di approfondire le misure proposte dal premier Montenegro: l’approvazione della finanziaria portoghese non è scontata così come i singoli provvedimenti.

Una valutazione attenta, però, rileva come i minori ricavi attesi (tassazione agevolata) possono dare luogo a un’economia più solida nei prossimi anni. Anche subito, secondo le stime del governo di Lisbona, che, in caso di approvazione delle misure, prevede una crescita del Pil del 2% nel 2024 e nel 2025.

Il piano anti fuga dei cervelli prevede ingenti agevolazioni fiscali per dieci anni:

Primo anno: esenzione totale dalle tasse per il primo anno di lavoro dei giovani sotto i 35 anni;
Dal secondo al quarto anno: esonero del 75% delle imposte sui redditi da lavoro;
Dal quinto al settimo anno: esonero del 50% delle imposte;
Dall’ottavo al decimo anno: l’esenzione scende al 25% delle imposte dovute.

Un Paese “amico dei giovani”

Il premier Montenegro, al governo da aprile, ha detto che vuole rendere il Portogallo ‘più amico dei giovani’ evitando che lascino il Paese.

Le cause della fuga dei cervelli sono simili a quelle dell’Italia: salari bassi e prezzi degli affitti alti. Nel contesto portoghese, questa situazione è aggravata dall’arrivo dell’arrivo dei ricchi pensionati, attratti dalle precedenti politiche fiscali vantaggiose.

Il contesto che ha portato a questa inversione di rotta è legato al caro affitti, in gran parte causato dall’afflusso di pensionati stranieri. L’aumento del costo degli alloggi ha spinto molti giovani a emigrare, in particolare verso Francia e Germania. Le nuove misure fiscali mirano a invertire questa tendenza, cercando di trattenere i laureati e i lavoratori qualificati in Portogallo.

Incentivi per alcuni settori

Oltre alle agevolazioni fiscali per i giovani, la legge finanziaria del governo prevede anche altri interventi per stimolare l’economia. Tra questi, l’aumento degli stipendi per insegnanti, lavoratori della sanità e della polizia, nonché un investimento pubblico considerevole.

Un altro intervento previsto riguarda la riduzione dell’aliquota dell’imposta sulle società, una misura che ha sollevato dibattiti accesi in Parlamento, soprattutto tra il governo di minoranza conservatore e i socialisti, i cui voti saranno necessari per l’approvazione definitiva del piano.

Incentivi per il rientro dei cervelli: come sono cambiati in Italia dal 2024

Anche l’Italia sta provando a fronteggiare la fuga dei cervelli, che da anni appesantisce il già cupo quadro demografico del Paese. Ci sono sempre meno nascite (e anche gli immigrati fanno meno figli), e di quelli che lasciano l’Italia, solo un giovane su tre ritorna nel Belpaese.
Salari bassi, assenza di prospettiva e scarso riconoscimento del merito sono le cause principali che spingono i giovani italiani a cercare lavoro fuori dai confini nazionali.

Il regime fiscale del rientro dei cervelli è stato introdotto nel 2019 ed è stato ampiamente revisionato con la scorsa Legge di Bilancio. Le misure sono molto meno impattanti di quelle proposte da Lisbona.

Il nuovo regime del rientro dei cervelli prevede una detassazione del 50% del reddito complessivo prodotto in Italia, in presenza di determinati requisiti. Se il lavoratore si trasferisce in Italia con un figlio minore o in caso di nascita (o adozione) di un minore durante il periodo di agevolazione, la detassazione sale al 60%. Da quest’anno, però, è stato introdotto un limite massimo annuo di reddito agevolabile, ovvero 600.000 euro.

Fino al 2023 l’agevolazione consisteva nella detassazione del 70% del reddito complessivo, aumentato al 90% per i lavoratori che si trasferivano nelle Regioni del Sud; non esisteva un tetto massimo di reddito agevolabile ed erano agevolati anche i redditi d’impresa, in forma individuale.

L’agevolazione fiscale 2024 si applica ai redditi di lavoro dipendente e assimilati e ai redditi di lavoro autonomo per i contribuenti che:

non sono stati fiscalmente residenti in Italia nei 3 anni precedenti al rientro (fino al 2023 bastava essere stati fiscalmente residenti all’estero nei 2 anni precedenti);
mantengano la residenza fiscale per almeno 4 anni. In caso contrario, il lavoratore decade dall’agevolazione e l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero delle imposte non versate e dei relativi interessi;
svolgano l’attività lavorativa prevalentemente in Italia, quindi per almeno 183 giorni all’anno.

Se il lavoratore che rientra in Italia prosegue l’attività lavorativa alle dipendenze dello stesso datore di lavoro (o di uno appartenente allo stesso gruppo), la permanenza all’estero deve essere di: 6 anni, se il lavoratore non ha lavorato in Italia a favore dello stesso datore di lavoro; 7 anni, se il lavoratore, prima del suo trasferimento all’estero, ha lavorato alle dipendenze dello stesso datore di lavoro.

Qualifica e durata dell’agevolazione

Le nuove regole del rientro dei cervelli restringono le tipologie di lavoratori a cui spetta l’incentivo. Dal 2024 accedono all’agevolazione solo i lavoratori con requisiti di elevata qualificazione o specializzazione, mentre fino all’anno scorso non c’era alcuna distinzione per tipologia di attività svolta né per qualifica o specializzazione.

La durata dell’agevolazione fiscale è rimasta invariata a 5 anni dal trasferimento della residenza fiscale in Italia. In via eccezionale, il lavoratore che ha trasferito la residenza anagrafica nel corso di quest’anno, gode di un beneficio fiscale si applica per ulteriori tre periodi d’imposta, a condizione che abbia acquistato, entro il 31 dicembre 2023 e, in ogni caso nei 12 mesi precedenti il trasferimento, un immobile destinato alla sua residenza abituale in Italia.
Fino al 2023 la durata dell’agevolazione poteva essere prorogata per ulteriori 5 anni in caso di acquisto di un immobile di tipo residenziale o in presenza di figli minori o a carico, al rientro in Italia e non prima che questo avvenisse.

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