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Salire le scale? Meglio a tappe che d’un fiato, si consuma di più secondo la scienza

Stando a uno studio dell'università Statale di Milano, muoversi per poco aumenta il dispendio di energie. Anche una breve passeggiata fa bene alla salute

Un test

D'un fiato o a tappe? Anche il modo di salire le scale o fare una passeggiata può avere effetti diversi. Un gruppo di ricercatori dell'università Statale di Milano ha scoperto che fare pause mentre si cammina può aumentare notevolmente il dispendio energetico rispetto a farlo in modo continuo. L'esperimento, pubblicato sulla rivista 'Proceedings of the Royal Society', ha dimostrato che camminare o salire le scale in brevi sessioni di 10-30 secondi fa consumare energia dal 20 al 60% in più che percorrere la stessa distanza senza pause. Questo significa anche che alzarsi dalla sedia per fare qualche passo ogni tanto o scegliere di prendere le scale può innalzare notevolmente il nostro consumo energetico giornaliero.

Insomma: quando le persone camminano per 10 o 30 secondi, hanno bisogno di molta più energia chimica per percorrere ciascun metro rispetto a quanta ne serva se si cammina per durate maggiori. La scoperta è frutto di due esperimenti effettuati dal gruppo di ricercatori dall'ateneo milanese, di cui si dà conto nello studio appena pubblicato, il cui primo firmatario è Francesco Luciano, ricercatore presso il Dipartimento di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti che ha lavorato insieme a Luca Ruggiero, Alberto E. Minetti e Gaspare Pavei.

Nel primo esperimento, è stato chiesto a 10 persone di sedersi per 3 minuti e poi, al momento indicato dai ricercatori, iniziare a camminare su un tapis roulant progettato per simulare la salita delle scale. La durata del cammino poteva variare tra 10 secondi, 30 secondi, 60 secondi, 90 secondi o 4 minuti. Ciascun partecipante ha camminato in tutte e 5 le condizioni, in ordine casuale. Al termine di ciascun episodio, al partecipante veniva chiesto di rimanere seduto per 7 minuti. Nel secondo esperimento, 10 persone hanno ripetuto le sessioni di camminata, ma su un tapis roulant normale.

Durante gli esperimenti è stato utilizzato uno strumento chiamato metabolimetro, che consente di misurare il consumo di ossigeno e la produzione di anidride carbonica sia durante il riposo che durante il cammino. Si è così analizzato il volume totale di ossigeno consumato per ogni camminata.

"Quando si inizia a camminare dopo essere stati seduti, il consumo di ossigeno aumenta nel tempo, fino a raggiungere un valore stabile dopo alcuni minuti. Utilizzando il metabolimetro, abbiamo anche studiato quanto velocemente il consumo di ossigeno aumentava nei partecipanti, misurazione che ci ha permesso di calcolare quanta energia chimica è stata utilizzata da ognuno per ciascun metro percorso (analogamente a come, per le automobili, si calcola quanti litri di carburante vengono consumati per chilometro)", spiega Luciano. E' stato inoltre riscontrato che, durante questi brevi episodi di cammino, l'energia chimica è convertita in lavoro meccanico muscolare in modo meno efficiente. Questo vuol dire che, per generare lo stesso movimento, i muscoli richiedono più energia chimica.

"I risultati di questo studio hanno implicazioni anche nel campo della biologia animale, poiché aiutano a quantificare il consumo energetico di molte specie che si muovono in modo intermittente. In ogni caso, muoversi per poco può significare spendere molto", conclude Luciano.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Cronaca

Tre figli, i tatuaggi e i precedenti per furto: chi era...

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Il 37enne ucciso a Milano, dopo aver rubato dei Gratta e vinci da un bar in viale Giovanni da Cermenate

Tre figli, i tatuaggi e i precedenti per furto: chi era Eros Di Ronza

Lascia tre figli piccoli e una compagna, Eros Di Ronza, il 37enne ucciso all'alba di oggi in viale Giovanni da Cermenate, a Milano, dopo essere stato sorpreso a rubare dal locale dei Gratta e vinci. Un omicidio per cui sono stati arrestati il titolare 30enne del locale e suo zio di 49 anni. Al bar Di Ronza era arrivato, insieme a un complice, a bordo di uno scooter risultato rubato pochi giorni fa in via Brioschi a Milano.

Ultimo domicilio noto in via Millelire, in zona San Siro a Milano, Di Ronza viveva solo. La famiglia a qualche chilometro di distanza, in provincia di Monza e Brianza.

Diversi precedenti per reati contro il patrimonio, il 37enne - a quanto si apprende - a settembre era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ed era indagato per possesso di arma da taglio, per un episodio risalente ad appena due settimane fa, lo scorso 3 ottobre. Nel 2017 era stato condannato per una tentata rapina a un negozio di abbigliamento. "Una cosa minimale e aveva già scontato la pena", racconta all'Adnkronos il legale che lo aveva assistito, Gaetano Giamboi, sottolineando che "se aveva avuto degli scivoloni penali, era stato per fatti davvero marginali" e che Di Ronza "non era inserito in alcun contesto criminale, aveva anche lavorato in passato".

Da collo e volto tatuati - come si vede dalle foto pubblicate sui social network - s'intravede una passione per la cultura giapponese: sulla guancia dominava il ritratto di una geisha, mentre un fiore di loto decorava la spalla. Sulla fronte, invece, campeggiava la scritta 'Odio'.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Maltempo, forti piogge in Liguria. Allerta arancione a...

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A Venezia attivato il Mose. Disagi a Firenze

Maltempo a Milano - Fotogramma

Ancora maltempo oggi sull'Italia. La perturbazione atlantica continua a stazionare nella zona del Mediterraneo, creando allagamenti e disagi soprattutto nel nord e in alcune delle regioni centrali del Paese. Nelle scorse ore la Protezione Civile ha emanato un'allerta meteo su Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana. Forti temporali, grandinate e forti raffiche di vento in queste ore continuano ad abbattersi in particolare sulla Liguria, dove l'allerta è arancione salvo per la zona di Imperia, dove resta gialla. Allerta arancione anche per Emilia-Romagna e la parte occidentale della Toscana. A Venezia è attivo il Mose, mentre a Milano è stata emanata un'allerta arancione, che si aggiunge al forte rischio esondazione dei fiumi Lambro e Seveso.

Forti piogge sulla Liguria

In 18 ore, stando ai dati della Protezione Civile, sulla Liguria sono caduti 200 mm di piogge in 18 ore. Oggi scuole e Università sono rimaste chiuse a Genova, Savona e La Spezia, dove lo saranno. Tre famiglie sono state evacuate in via precauzionale nella zona di Finale Ligure, a ridosso dell'Aurelia. Proprio l'Aurelia è stata chiusa tra Albissola Marina e Celle Ligure. Il maltempo non accenna a diminuire nemmeno in queste ore, tanto che rimane in vigore l'allerta arancione dalle 13 di oggi fino alle 7 di domani 18 ottobre.

Mose attivo a Venezia, disagi a Firenze

A Venezia è stato attivato questa mattina il Mose, ovvero il meccanismo di innalzamento delle barriere contro l'alta marea. Il centro maree ha infatti previsto, intorno alle 11, una massima di 105-110 centimetri. La Protezione Civile ha dichiarato dalle 21 di stasera per il Veneto lo stato di preallarme, ossia l’allerta arancione, per criticità idrogeologica e idraulica nel bacino dell’Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone e per criticità idrogeologica nei bacini del Piave Pedemontano e per il bacino del Muson dei Sassi. Nelle zone in allerta idraulica, è previsto un significativo innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua principali afferenti alla fascia pedemontana con probabile superamento del secondo livello di guardia con inondazione delle aree limitrofe e golenali nelle zone dichiarate in allerta arancione.

A Firenze invece, la scorsa notte, il maltempo ha causato un guasto a uno scambio della tramvia nella fermata Stazione, con ripercussioni alle linee T1 e T2, che sono state 'congelate' e poi rimpiazzate da autobus sostitutivi. Durante la mattinata la linea T1 è stata riaperta, mentre la T2 limitata.

Protesta a Bologna, allerta arancione a Milano

Anche in Emilia-Romagna l'allerta rimane di tipo arancione, secondo la Protezione Civile. A Bologna questa mattina si sono riunite alcune centinaia di persone, munite di trattori, nel parcheggio davanti al palazzo della Regione, per manifestare a favore dei concittadini colpiti dalle alluvioni del maggio 2023 e settembre 2024. Nel frattempo è stata prorogata l'allerta gialla, per forti temporali, nella zona di Ravenna.

Il Comune di Milano ha emesso un'allerta arancione per "rischio idrogeologico e idrico a partire dalle ore 21 di oggi, giovedì 17 ottobre. Si segnala infatti", continua la nota, "un progressivo intensificarsi delle piogge fin dal tardo pomeriggio di oggi e in particolare dalla tarda serata e prima mattinata di domani, venerdì 18 ottobre, che va a insistere su aree già sature di acqua". La situazione sembra quindi aggravarsi dopo che era stata emessa già un'allerta gialla per oggi, a cui si aggiungeva il rischio, non ancora scongiurato, di esondazioni per i fiumi Lambro e Seveso.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Fiocco rosa o azzurro? Perché alcune coppie fanno solo...

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Scienziati Usa identificano mutazione che aumenta del 10% possibilità di avere una bimba

Neonati (Fotogramma)

Fiocco rosa o azzurro? E' la domanda di rito a cui una famiglia in attesa di un bebè difficilmente riesce a sottrarsi. In realtà, a livello statistico generale, nel mondo ogni anno nascono più o meno lo stesso numero di maschi e di femmine, premettono gli esperti. Ma nella lotteria dei sessi ci sono coppie che vivono ripetuti 'déjà vu', come se tirando i dadi ottenessero sempre lo stesso risultato. Risultato: c'è chi arriva ad avere 4 o più figlie femmine e nessun maschio, e altri che invece 'collezionano' solo figli maschi e niente femmine.

La variante genetica

Proprio pensando a questi casi, un team di scienziati si è chiesto: questo rapporto distorto tra i sessi può essere il risultato dei geni dei genitori? La riposta potrebbe essere sì. In uno studio pubblicato sulla rivista 'Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences', l'esperto di genetica evoluzionistica dell'Università del Michigan Jianzhi Zhang e lo studente di dottorato Siliang Song spiegano di aver rilevato una variante genetica umana che potrebbe avere proprio questo effetto, cioè influenzare il rapporto tra i sessi dei bebè. In particolare in una direzione: chi ne è portatore avrebbe chance aumentate di far venire al mondo una bimba.

Gli autori della ricerca hanno scoperto anche che nelle popolazioni umane potrebbero esistere molte varianti genetiche nascoste che in qualche modo incidono su questo aspetto del rapporto tra i sessi dei neonati. Per condurre lo studio Zhang e Song hanno consultato la Uk Biobank, maxi database biomedico che contiene informazioni genetiche e fenotipiche di circa 500mila britannici. Gli esperti si sono infatti resi conto che, per rilevare l'influenza genetica sul rapporto tra i sessi, avrebbero avuto bisogno di un campione molto più ampio rispetto a tutti gli studi precedenti. Analizzando i dati, hanno identificato un singolo cambiamento di nucleotide, denominato rs144724107, che è associato a un aumento del 10% della probabilità di dare alla luce una bambina rispetto a un bambino.

Ma è una variante molto rara: solo lo 0,5% circa, tra i partecipanti alla Uk Biobank, ne è portatore. Questo cambiamento di nucleotide è localizzato vicino a un gene che si chiama Adamts14 e fa parte della famiglia di geni Adamts, nota per essere coinvolta nella spermatogenesi e nella fecondazione. I ricercatori precisano però che la loro scoperta non è stata ancora confermata in altri campioni. "Si studia da decenni la base genetica del rapporto tra i sessi", evidenzia Zhang, professore di ecologia e biologia evolutiva, "ma non è stata trovata alcuna prova inequivocabile di una variazione che alteri questo rapporto nell'uomo", scostandolo "da un rapporto di circa 50:50". Proprio per l'assenza di prove, alcuni scienziati hanno prospettato che il rapporto tra i sessi negli esseri umani non sia soggetto a mutazioni.

"Ma questo scenario sembra improbabile - ragiona Zhang - perché quasi tutte le caratteristiche umane sono soggette a mutazione e variazione genetica. Noi pensiamo invece che la variazione genetica del rapporto tra i sessi sia troppo difficile da rilevare" semplicemente "perché il rapporto tra i sessi non viene misurato con precisione". Ogni persona ha in genere un numero molto piccolo di figli, il che può portare a grandi errori nella stima del vero rapporto tra i sessi dei figli di una persona. Ad esempio, se una coppia ha un solo figlio, il rapporto tra i sessi stimato sarebbe zero (se è una femmina) o 1 (se è un maschio), anche se il vero rapporto tra i sessi è 0,5.

Nel loro lavoro di indagine, i ricercatori hanno anche identificato 2 geni, denominati Rlf e Kif20b, che potrebbero influenzare il rapporto tra i sessi. I risultati dello studio sono in linea con una teoria della biologia evolutiva chiamata 'principio di Fisher', secondo cui la selezione naturale favorisce la variante genetica che aumenta le nascite del sesso raro. Dunque se in una popolazione nascono meno maschi, la selezione naturale favorisce le varianti genetiche che aumentano il numero di maschi, e viceversa. Così si produce un rapporto più o meno uniforme nella popolazione. "Perché questo principio funzioni, devono esserci mutazioni che influenzano il rapporto tra i sessi", osserva Zhang. "Il nostro studio dimostra che, in effetti, i dati umani sono coerenti con il principio di Fisher".

Zhang e Song affermano che, nonostante si siano concentrati sul rapporto tra i sessi negli esseri umani, le loro scoperte trovano applicazioni pratiche anche nell'allevamento di animali, campo in cui un sesso, per lo più femminile, ha spesso valori economici sostanzialmente maggiori dell'altro (le galline per la produzione di uova, le mucche per la produzione di latte). "Trovare varianti genetiche negli animali da fattoria con effetti tanto grandi quanto quelli calcolati per la variante umana rs144724107 porterebbe probabilmente enormi profitti e contribuirebbe al benessere degli animali", prospetta Zhang.

La ricerca è stata sponsorizzata dagli statunitensi National Institutes of Health (Nih). Ora gli autori sperano di verificare le loro scoperte in altri campioni. Un compito non facile, chiosa Zhang, per via delle grandi dimensioni del campione richiesto e della rarità della variante genetica identificata.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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