Patient advocacy camp, Petrangolini (Altems): “Con Hta diventa partecipata”
‘al lavoro perché sia una realtà quotidiana’
“La sanità partecipata, anche attraverso strumenti come l’Health technology assessment (Hta)” può diventare “una realtà quotidiana. Stiamo lavorando per questo”. Così Teresa Petrangolini, direttore del Patient advocacy Lab di Altems, Università Cattolica del Sacro Cuore, in un articolo pubblicato nell’area dedicata ai pazienti del sito Novartis.it, spiega l’importanza che è stata riservata all’Hta al Patient advocacy camp che si è svolto recentemente a Treviso. L’iniziativa, che mette a confronto le associazioni dei pazienti con una serie di interlocutori politico-istituzionali per acquisire le competenze necessarie a interloquire con queste realtà, è parte del ‘Patient advocacy Lab’ di Altems, Università cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Al Summer camp hanno partecipato associazioni di pazienti attive in campo oncologico, reumatologico, delle malattie rare, del diabete. “Un gruppo di persone appassionate - racconta Petrangolini - e pronte a battersi per riuscire a sconfiggere anche tanti disagi che devono subire per le difficoltà di accesso al servizio”. All’Hta è stata dedicata “una vera e propria classe” di confronto per capire di che cosa si tratta, soprattutto alla luce del nuovo regolamento europeo, l’EuHta. “È una grande spinta che l'Europa dà a tutti i paesi membri, quindi anche all'Italia - illustra l’esperta - per cominciare a fare seriamente delle attività che riguardano la valutazione dei farmaci, delle tecnologie, quindi dei dispositivi, in modo tale da misurarne l'efficacia, la sicurezza, dal punto di vista dei pazienti. Questo è uno spazio che bisogna prendere, perché è previsto. Ma solo se si attiva anche il mondo delle associazioni, credo, diventerà reale”.
Con l’Hta si apre una forma di sanità partecipata perché prevede di “poter presentare i propri dati, le proprie evidenze, la propria esperienza, ogni qual volta si deve introdurre una grossa innovazione - sottolinea Petrangolini - Pensiamo al campo dei farmaci, ne sono in arrivo tantissimi e importantissimi: che voce in capitolo hanno i pazienti?. La stessa cosa, inoltre, riguarda i dispositivi, che sono tecnologie che permettono di cambiare ‘dalla A alla Z’ la vita di una persona che deve fare i conti tutti i giorni con la somministrazione di una terapia”.
Il percorso è in progress. “Non ci fermiamo qui - assicura l’esperta - Sono in agenda incontri con alcuni membri del Consiglio d'amministrazione dell’Agenzia del farmaco italiana (Aifa) per valutare la realizzazione di un tavolo per vedere in che modo attivare questi percorsi e questi processi. La stessa cosa vale per Agenas, per il ministero della Salute. Entro dicembre vorremmo chiudere questo ciclo formativo che abbiamo aperto in primavera, che ha avuto il suo centro nel ‘Camp’. Vorremmo produrre un documento, un ‘position paper’, una specie di linea guida sulla sanità partecipata nell'Hta, che sia l'espressione proprio di cosa intendono le associazioni per valutazione partecipata, per processi di valutazione all'interno delle varie fasi dell'Hta, con un elenco delle priorità, perché si può partecipare anche dando delle indicazioni sugli aspetti che vanno valutati e che riguardano la qualità della vita ed essere parte del processo decisionale”.
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Tumori, Pichetto: “Tutelare ambiente è investire su...
"Un ambiente più sano riduce fattori di rischio per popolazione, da qui battaglia del Governo per decarbonizzazione e agricoltura di qualità"
"Tutelare l'ambiente significa anche investire sulla salute facendo prevenzione globale, perché un ambiente più sano riduce i fattori di rischio per la popolazione. La nostra battaglia per la decarbonizzazione e per l'agricoltura di qualità, con filiere controllate, fa parte del medesimo impegno". Lo ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, in un messaggio inviato agli organizzatori del convegno nazionale Ail "Curare è prendersi cura - Impatto ambiente e rischio sanitario, benessere e stili di vita'.
"La nostra salute - ha detto Pichetto - è strettamente legata all'ambiente in cui viviamo, alla qualità dell'aria che respiriamo, all'acqua e al cibo che consumiamo". In questa sfida per un futuro migliore e più sano, ha concluso il ministro, "le istituzioni trovano in un'associazione come Ail un alleato importantissimo, un supporto essenziale per assicurare cura e sostegno adeguato ai pazienti. Per questo, ringraziamo tutte quelle figure del terzo settore che dedicano il loro lavoro alla lotta contro una malattia e al sostegno degli ammalati".
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Covid, con la variante Xec cambiano i sintomi: forte tosse,...
A spiegarlo è il direttore della Società italiana malattie infettive Massimo Andreoni che raccomanda: "Se ci sono i sintomi e il test è positivo, indossare sempre la mascherina"
Cambiano ancora i sintomi del Covid con la variante Xec, l'ultima mutazione predominante del Sars-CoV-2. "Oggi non vediamo più positivi che hanno perso l'olfatto o i sapori come accadeva nel 2020-2021, ma fortunatamente anche la polmonite si vede molto di meno. L'ultima variante Xec - anche se è molto difficile distinguere un quadro uniforme nei singoli casi - ha come sintomi una forte tosse e la congestione nasale, perché sembra colpire maggiormente le alte vie respiratorie. Alcuni positivi testimoniano la perdita di appetito e grande stanchezza. E' un quadro che potremmo avere nei prossimi mesi, quindi il consiglio è - se ci sono i sintomi e il tampone è positivo - di indossare la mascherina". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali e professore ordinario all'università Tor Vergata di Roma.
Nell'ultimo monitoraggio Iss-ministero Salute su Covid in Italia, con i dati preliminari relativi al mese di settembre, in Italia cresce la proporzione di sequenziamenti attribuibili al lignaggio ricombinante Xec.
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Ail: “Nel mondo un decesso su sei è a causa del...
Al convegno nazionale 'Curare è prendersi cura' promosso dall'Associazione a Roma con i maggiori esperti, sotto accusa l'impatto ambientale
Nel mondo il cancro è responsabile di un decesso su sei. Nel 2022 sono stati stimati 20 milioni di nuovi casi e 9,7 milioni di decessi. Si prevede che nel 2050 le nuove diagnosi saranno oltre 35 milioni, con un aumento del 77% rispetto al 2022. Il rapido aumento del carico oncologico globale riflette sia l'invecchiamento della popolazione, sia i cambiamenti nell'esposizione delle persone ai fattori di rischio, molti dei quali sono associati allo sviluppo socioeconomico. L'inquinamento atmosferico rimane un fattore di rischio ambientale di primaria importanza. L’aumento dell’incidenza tumorale coincide con l’inevitabile innalzamento dei costi pubblici che gravano sulla spesa sociale delle famiglie, rafforzando le disparità sociali e territoriali e gravando, inoltre, sul Sistema sanitario nazionale.
E' quanto emerso dal convegno nazionale organizzato dall’Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma dal titolo (Ail) 'Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario, benessere e stili di vita', con il patrocinio di ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Regione Lazio, Roma Capitale, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Aieop, Fil, Gitmo, Sie e Sies.
Obiettivo di Ail mettere in evidenza che curare e prendersi cura dei cittadini vuol dire anche ridurre il rischio sanitario dovuto all’inquinamento, facendo propria la considerazione dell’Oms che richiama l’attenzione sul fatto che "circa il 22% delle malattie globali sia dovuto all’esposizione a fattori ambientali modificabili; questa percentuale sale tra il 23 e il 26% nei bambini. Gran parte di questi rischi, però, potrebbero essere evitati attraverso la riduzione del rischio ambientale".
"Questo convegno nasce dalla consapevolezza che è possibile intervenire su alcuni fattori ambientali e comportamentali per ridurre il rischio sanitario - ha detto Giuseppe Toro, presidente nazionale di Ail - Ail intende contribuire alla riduzione del rischio sanitario, scavando nei fattori sociali e ambientali che aumentano questo pericolo. La prevenzione non potrà continuare ad essere la 'cenerentola' degli interventi sulla salute".
Toro ha poi ricordato che in Italia, "nel periodo 2007-2019, sono state evitate 268.471 morti di cancro, registrando una riduzione del 20,4% delle morti oncologiche. Nel 2020 3,5 milioni di italiani - ha poi aggiunto - hanno superato la diagnosi di tumore e che hanno potuto riprendere a vivere una vita piena e libera dai tumori. Questa riduzione della mortalità è rappresentativa di una maggiore capacità di curare e fronteggiare l'insorgenza dei tumori da parte del Ssn. Quindi un risultato raggiunto nel nostro Paese, anche grazie agli importanti progressi. Tuttavia, è importante ricordare che le nuove cure sono sempre più costose per le famiglie, per il sistema sociale e per il Ssn".
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