Connect with us

Published

on

Afghanistan, stop alle immagini degli esseri viventi sui media: un altro colpo alla libertà di stampa

Di peggio in peggio. Nell’Afghanistan dei talebani i media non potranno più pubblicare immagini di esseri viventi, compresi gli animali. Back to the future, potremmo dire, ovvero si ritorna al 1996 con una restrizione che proietta ulteriormente il Paese in un mondo cupo privo delle libertà più elementari.

Il nuovo provvedimento, che segue altri che hanno ristretto i diritti in primis delle donne ma che in generale stanno ripristinando una società basata su proibizioni e paura, è stato annunciato dal portavoce del Ministero per la Promozione delle Virtù e la Prevenzione del Vizio, Saiful Islam Khyber.

Secondo quanto detto, il divieto “si applica in tutto l’Afghanistan e verrà implementato gradualmente”. E dovranno essere le autorità talebane a “convincere i cittadini” che pubblicare immagini di esseri viventi è contrario all’Islam e dunque deve essere evitato. Il portavoce ha poi aggiunto che “non c’è posto per la coercizione nell’implementazione della legge”. Ma la precisazione rassicura poco.

Un’interpretazione particolarmente radicale della Sharia

Questo nuovo divieto si riallaccia a quello previsto durante il primo periodo in cui i talebani sono stati al potere nel Paese (1996-2001) – durante il quale si è arrivati a cancellare gli occhi dei pesci dai menù dei ristoranti. E affonda le radici in un principio islamico secondo cui è vietato rappresentare Dio e per estensione qualsiasi essere vivente, altrimenti si incorre nel peccato di idolatria. E trova giustificazione anche nel concetto secondo cui la raffigurazione degli esseri viventi sostituisce il potere creativo che spetta solo a Dio. Non a caso l’arte islamica raramente prevede delle immagini, ma va anche detto che nel Corano non c’è un divieto esplicito in tal senso, e soprattutto estendere la proibizione ai media è un’interpretazione particolarmente radicale della Sharia.

Questa visione ristretta ha già avuto applicazione. E’ impossibile non ricordare nel 2001 la distruzione delle due gigantesche statue del Buddha scolpite in una parete rocciosa della Valle di Bamiyan. Un fattaccio descritto dal fotografo Steve McCurry, come ripreso nel libro ‘Il mondo di Steve McCurry’ di Gianni Riotta, così: “La vallata era dominata da una sensazione di vuoto, di vertigine, scomparsa la magia che emanava dall’alto. I due Buddha che avevano protetto per secoli il panorama erano stati cancellati, guardavi le due vuote caverne con angoscia”.

Ma tornando all’oggi, le conseguenze non sono solo la distruzione del patrimonio culturale e il senso di vuoto e perdita.

Un altro laccio alla stampa

Il risultato di questo nuovo divieto sarà quello di rendere ancora più complicato per i giornalisti e i media raccontare l’Afghanistan, cosa che ovviamente ai talebani va benissimo. E questo nonostante abbiano assicurato che i giornalisti potranno continuare a fare il proprio lavoro, secondo quanto riporta Afp.

Il provvedimento, infatti, fa parte della nuova legge sui media che vieta alle emittenti anche di deridere o umiliare l’Islam o contraddire la Sharia. Prevede inoltre che le persone evitino di guardare immagini di esseri viventi sugli smartphone o su altri dispositivi, ma va notato amaramente che i funzionari talebani almeno al momento stanno continuando a pubblicare regolarmente foto di persone sui propri account social.

“Finora, per quanto riguarda gli articoli della legge relativi ai media, ci sono sforzi in corso in molte province per implementarla, ma non è iniziata ovunque”, ha sottolineato il portavoce del Minostero, spiegando che “i lavori sono iniziati” nella storica roccaforte del movimento, Kandahar, e nella vicina provincia di Helmand.

Diversi giornalisti di Kandahar hanno riferito di non aver ricevuto alcuna comunicazione né di essere stati fermati dalla ‘polizia morale’ per aver scattato foto e video. Domenica invece nella provincia centrale di Ghazni funzionari del Ministero per la Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio hanno convocato i giornalisti locali annunciando loro l’inizio dell’attuazione della legge in modo graduale, consigliando ai fotoreporter di scattare foto da più lontano e di filmare meno eventi “per prendere l’abitudine”.

Quando gli studenti coranici hanno ripreso il controllo del Paese, l’Afghanistan contava 8.400 lavoratori nei media. Oggi sono solo 5.100, tra cui 560 donne (tra grosse limitazioni), molti giornali sono stati chiusi e l’Afghanistan è scivolato dal 122mo al 178mo posto su 180 Paesi nella classifica sulla libertà di stampa stilata da Reporter senza frontiere.

Donne invisibilizzate e ammutolite

E non è finita qua: la nuova legge sui media è composta, secondo quanto riportato da Associated Press che ha potuto visionarla, da 114 pagine e 35 articoli su molti e variegati aspetti della vita quotidiana come i trasporti pubblici, la musica e le celebrazioni.

Aspettiamoci dunque ulteriori proibizioni, che andranno a sommarsi a tutte le limitazioni imposte anche con la forza dai talebani da quando sono tornati al potere nell’agosto 2021.
Soggetti preferiti: le donne, alle quali negli ultimi tre anni è stato vietato di apparire in pubblico da sole, di viaggiare per più di 72 chilometri senza un accompagnatore maschio, di parlare, salutare, cantare in pubblico perché la loro voce è una cosa ‘intima’, di leggere testi sacri fuori dalla propria abitazione. Ancora: non possono andare dal parrucchiere o nei centri estetici, sopra i 12 anni non possono più studiare, e tanto meno è consentito loro lavorare. Nelle poche occasioni in cui, mute e accompagnate da un uomo di famiglia, possono ancora mettere piede fuori di casa devono coprirsi completamente con un burqa o un’abaya con niqāb, lasciando scoperti, sebbene velati, solo gli occhi. E se per caso riuscissero a commettere adulterio, i talebani per loro hanno ripristinano la lapidazione.

Una situazione che ha condotto la Corte di giustizia europea (Cgue) ad emettere nei giorni scorsi una sentenza secondo cui le donne afghane hanno diritto di asilo negli Stati membri dell’Unione europea senza bisogno di accertamenti o controlli, perché ai loro danni, nel Paese, si verificano veri e propri atti di persecuzione.

Nemmeno gli uomini ridono

Se le donne vivono una situazione drammatica, nemmeno gli uomini ridono: secondo i dati della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), dal 2021 al 2022 nel Paese sono stati frustati pubblicamente almeno 307 uomini, 80 donne e 4 bambini (da 30 a 100 colpi) e due persone sono state lapidate. Le loro colpe? Adulterio, fuga da casa, omosessualità, consumo di alcol, frode e traffico di droga.

Nel 2022 nella capitale Kabul molti uomini sono stati percossi per essersi tagliati troppo la barba, per non essere andati in moschea il venerdì o per aver ascoltato musica in automobile. Esiste infatti il divieto della riproduzione musicale.

Questa la situazione. Intanto, mentre i talebani pensano a cos’altro è vietato dalla legge coranica, il Paese sprofonda (anche) in una gravissima crisi umanitaria.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Gravidanza e bellezza: i rischi nascosti di smalti e trucco

Published

on

allattamento al seno

Attenzione all’uso di smalti per le unghie, trucco, se siete in gravidanza. Potreste aumentare l’esposizione a sostanze chimiche tossiche, con tutte le conseguenze per la salute vostra e del vostro bambino. Una ricerca della Brown University School of Public Health, la scuola di salute pubblica della Brown University, un’università di ricerca privata nel Rhode Island (USA), ha infatti trovato una correlazione tra l’uso di prodotti per la cura della persona (PCP) e le concentrazioni di PFAS nelle donne in gravidanza o in allattamento.

In sostanza, più prodotti per l’igiene personale si usano, più si rischia di accumulare alti livelli di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, PFAS appunto, nel plasma sanguigno e nel latte materno.

Cosa sono i PFAS, onnipresenti e dannosi per la salute

I PFAS sono sostanze chimiche sintetiche utilizzate fin dagli anni ’50 nei prodotti di consumo e in contesti industriali, grazie alla loro capacità di resistere a olio, acqua e calore. Il lato negativo è che sono stati associati a una tutta una serie di effetti negativi sulla salute, tra cui malattie epatiche, problemi cardiometabolici e cardiovascolari e vari tipi di cancro. Inoltre, possono contribuire a esiti avversi alla nascita, come il calo del peso alla nascita, il parto pretermine, alcuni disturbi dello sviluppo neurologico e una ridotta risposta ai vaccini nei bambini. Effetti in parte dovuti al trasferimento dei PFAS attraverso la placenta e il latte materno, che facilita l’esposizione durante la gestazione e l’infanzia.

I PFAS sono persistenti nell’ambiente, onnipresenti e, sottolinea lo studio, rilevabili in quasi il 100% dei canadesi – la ricerca ha riguardato il Paese nordamericano, ma certamente il problema ci riguarda tutti. Ognuno di noi entra in contatto con i PFAS ingerendo cibo contaminato, bevendo anche semplice acqua, o attraverso gli imballaggi alimentari, le pentole, i mobili e PCP come trucco, prodotti per capelli e smalto per unghie.

Occorre sottolineare che i PFAS continuano a essere prodotti a livelli elevati a livello globale, con volumi annuali superiori a 230mila tonnellate di fluoropolimeri e 46mila tonnellate di acidi perfluoroalchilici. “Sebbene i PFAS siano onnipresenti nell’ambiente, il nostro studio indica che i prodotti per la cura della persona sono una fonte modificabile di PFAS“, ha affermato l’autrice dello studio Amber Hall, ricercatrice associata post-dottorato in epidemiologia presso la Brown University School of Public Health. Per modificabile si intende che si può ridurre l’esposizione limitando l’uso dei prodotti a rischio.

L’uso di trucco, smalti e tinture aumenta i livelli di PFAS nel corpo

L’analisi della Brown University School of Public Health, recentemente pubblicata su Environment International, ha utilizzato i dati del Maternal-Infant Research on Environmental Chemicals Study, che ha esaminato solo quattro tipi di PFAS tra i migliaia utilizzati nell’industria e nel commercio, e che dunque probabilmente sottostima l’entità del problema. La ricerca ha coinvolto 2001 donne incinte in 10 città del Canada tra il 2008 e il 2011.

L’effetto dei prodotti per la cura delle persone sui livelli di PFAS è stato analizzato nel plasma prenatale (da sei a 13 settimane di gestazione) e nel latte materno (da due a 10 settimane dopo il parto). Le partecipanti dovevano riferire la frequenza di utilizzo di otto categorie di prodotti in tre momenti: durante il primo e il terzo trimestre di gravidanza, da uno a due giorni dopo il parto e da due a dieci settimane dopo il parto.

I risultati dimostrano che nelle donne incinte al primo trimestre, un uso maggiore di prodotti per la cura delle unghie, profumi, trucco, tinture per capelli e lacche o gel per capelli era associato a concentrazioni plasmatiche di PFAS, PFOA, PFOS e PFHxS più elevate. Risultati simili sono stati osservati per l’uso di prodotti per la cura personale nel terzo trimestre e per le concentrazioni di PFAS nel latte materno da due a 10 settimane dopo il parto.

Ancora, le partecipanti che si truccavano ogni giorno nel primo e nel terzo trimestre avevano concentrazioni di PFAS nel plasma e nel latte materno rispettivamente del 14% e del 17% più elevate rispetto alle persone che non lo facevano ogni giorno.

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che chi usava tinture colorate permanenti uno o due giorni dopo il parto aveva livelli di PFAS più elevati (16%-18%) rispetto a chi non le utilizzava mai nelle concentrazioni del latte materno. In generale, un maggiore utilizzo di PCP è stato associato a livelli più elevati di PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS nel post-partum.

Risultati allarmanti, che possono servire, si augurano i ricercatori, per stabilire una regolamentazione dei PFAS e, più nel piccolo, a guidare le scelte individuali in modo da ridurre l’esposizione a queste sostanze tossiche laddove possibile.

Continue Reading

Demografica

Eduscopio 2024, quali sono le migliori scuole in Italia?...

Published

on

eduscopio 2024 Aula Scuola

È stata pubblicata la nuova edizione di Eduscopio 2024, il rapporto della Fondazione Agnelli che fornisce una guida completa per orientare studenti e famiglie nella scelta delle scuole superiori. Questo strumento di analisi si basa su un database che raccoglie i dati di oltre 1,3 milioni di diplomati provenienti da più di 7.000 scuole in tutta Italia, offrendo una panoramica dettagliata delle istituzioni scolastiche che preparano meglio gli studenti per l’università e il mondo del lavoro.

Le migliori scuole città per città: la classifica

Milano

  • Miglior Liceo Classico: Sacro Cuore
  • Miglior Liceo Scientifico: Alessandro Volta
  • Miglior Liceo Linguistico: Civico Manzoni
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Gino Zappa
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Galvani

Roma

  • Miglior Liceo Classico: Ennio Quirino Visconti
  • Miglior Liceo Scientifico: Augusto Righi
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Antonio Labriola
  • Miglior Liceo Linguistico: Edoardo Amaldi
  • Miglior Liceo Scienze Umane: Margherita di Savoia
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Cristoforo Colombo
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Boaga

Torino

  • Miglior Liceo Classico: Vincenzo Gioberti
  • Miglior Liceo Scientifico: Altiero Spinelli
  • Miglior Liceo Linguistico: Altiero Spinelli
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Bosso – Monti
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Santorre di Santarosa

Bologna

  • Miglior Liceo Classico: Luigi Galvani
  • Miglior Liceo Scientifico: Niccolò Copernico
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Enrico Fermi
  • Miglior Liceo Linguistico: Niccolò Copernico
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Crescenzi-Pacinotti-Sirani
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Arrigo Serpieri

Napoli

  • Miglior Liceo Classico: Convitto Vittorio Emanuele II
  • Miglior Liceo Scientifico: Convitto Vittorio Emanuele II
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Eleonora Pimentel Fonseca
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Francesco Saverio Nitti
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Della Porta-Porzio

Firenze

  • Miglior Liceo Classico: Galileo Galilei
  • Miglior Liceo Scientifico: Niccolò Machiavelli
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Russell – Newton
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Morante-Ginori Conti

Palermo

  • Miglior Liceo Classico: Umberto I
  • Miglior Liceo Scientifico: Galileo Galilei
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Giovanni Falcone
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Giovanni Verga

Catania

  • Miglior Liceo Classico: Marco Polo
  • Miglior Liceo Scientifico: Galilei
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Ferraris

Bari

  • Miglior Liceo Classico: Aristotele
  • Miglior Liceo Scientifico: Fermi
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: De Viti De Marco

Novità dell’edizione 2024

Quest’anno, per la prima volta, Eduscopio ha analizzato separatamente le prestazioni dei diplomati degli indirizzi scientifici sportivi. Questa scelta risponde all’aumento di popolarità di questi percorsi, che combinano l’approfondimento delle discipline scientifiche con la preparazione fisico-sportiva.

Dopo la scuola, tra università e lavoro

L’edizione 2024 riflette ancora le conseguenze della pandemia per i diplomati del 2020-2021. Secondo il rapporto, molti studenti hanno incontrato difficoltà nell’adattarsi alla didattica universitaria, con una lieve riduzione del numero di esami sostenuti e della media dei voti.

La buona notizia arriva dagli istituti tecnici e professionali: il tasso di occupazione per i diplomati di questi percorsi sta tornando ai livelli pre-pandemia. Questo dato conferma la crescente domanda di profili tecnici nel mercato del lavoro, soprattutto nei settori tecnologici e manifatturieri.

Come viene stilata la classifica Eduscopio

L’analisi di Eduscopio si basa su criteri rigorosi e oggettivi che tengono conto di due macro-aree:

  1. Prestazioni accademiche degli studenti universitari, valutate sulla base del numero di esami sostenuti e della media dei voti;
  2. Occupabilità dei diplomati negli istituti tecnici e professionali, calcolata in termini di percentuale di studenti occupati a due anni dal diploma.

Questo approccio permette di identificare le scuole non solo in base alla preparazione accademica ma anche in relazione alla capacità di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro.

Cosa significa Eduscopio per studenti e famiglie

Con l’avvicinarsi del periodo delle iscrizioni scolastiche, Eduscopio rappresenta una risorsa fondamentale per orientarsi tra le molteplici opzioni disponibili. Scegliere la scuola giusta non significa solo optare per il percorso formativo più adatto alle inclinazioni dello studente, ma anche garantire una preparazione che risponda alle esigenze future del mercato del lavoro.

L’analisi evidenzia forti disparità regionali. Le scuole delle città settentrionali, in particolare quelle di Milano e Bologna, continuano a distinguersi per eccellenza accademica e occupazionale, mentre nel Sud Italia permangono difficoltà strutturali legate alla carenza di risorse e infrastrutture scolastiche. Tuttavia, alcune città meridionali, come Napoli e Bari, stanno emergendo con scuole in grado di competere con quelle del Centro-Nord, dimostrando come l’impegno di studenti e docenti possa fare la differenza. Il Politecnico del capoluogo pugliese, inoltre, è il primo in Italia per assunzioni entro un anno dalla laurea.

Consigli per sfruttare al meglio Eduscopio

Per le famiglie che devono scegliere la scuola superiore, è importante:

  • Considerare i propri obiettivi: se l’intenzione è proseguire con l’università, privilegiare scuole con buoni risultati accademici. Per chi vuole entrare nel mondo del lavoro subito dopo il diploma, preferire istituti tecnici e professionali con alti tassi di occupazione;
  • Confrontare le opzioni locali: Eduscopio consente di filtrare i risultati per area geografica, permettendo di scegliere scuole vicine e accessibili;
  • Valutare i trend futuri: il mercato del lavoro evolve rapidamente, ed è utile considerare percorsi che offrono competenze richieste in settori emergenti, come la tecnologia e la sostenibilità.
Continue Reading

Demografica

Femminicidio, uccise 96 donne nel 2023. Valditara: “Mai...

Published

on

Giuseppe Valditara

I femminicidi stimati in Italia sono pari a circa l’82% del totale delle donne uccise. È quanto emerso dal report Istat “Le vittime di omicidio anno 2023” che ha preso in considerazione, in base al framework delle Nazioni Unite al quale l’Italia ha aderito, la definizione di femminicidio come l’omicidio che riguarda l’uccisione di una donna in quanto donna.

Dalle informazioni al momento disponibili (relazione tra vittima e autore, movente, ambito dell’omicidio) è stata elaborata una stima del fenomeno che, per molti, smentirebbe le parole del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara.

All’inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera dei deputati, in un videomessaggio, il ministro aveva citato il fenomeno dell’immigrazione illegale tra le cause della violenza sessuale: “È legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Parole che hanno creato polemica in quanto, sempre secondo il report Istat, il 94,3% delle donne italiane uccide per motivi sentimentali è vittima di italiani. Scopriamo, quindi, la dimensione del fenomeno in Italia e come il ministro ha chiarito il fraintendimento che si è generato in seguito alle sue parole.

Femminicidi e omicidi in Italia

Secondo quanto emerso dal report, “sono 63 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 31 le donne uccise da un altro parente; due le donne uccise da un conoscente con movente passionale. In totale si tratta di 96 femminicidi presunti su 117 omicidi con una vittima donna. Nel 2019, erano 101 su 111, nel 2020 erano 106 su 116, nel 2021 104 su 119, nel 2022 105 femminicidi presunti su 126 omicidi”.

“Tra le restanti 21 vittime donne: quattro sono state uccise per rapine, una per follia, tre per interessi economici o debiti, sei per futili motivi, liti o rancori da conoscenti e sconosciuti, una per motivi legati agli stupefacenti ed una per regolamento di conti nell’ambito mafioso, mentre per cinque non è stato stabilito il movente e di queste tre non hanno un autore identificato – si osserva nel report dell’Istat – Di questi 21 casi, 15 omicidi sono stati perpetrati da uomini, uno da una donna conoscente e per quattro non si conosce il sesso dell’autore, in quanto si tratta di casi di omicidio non risolti”.

“Sono i partner a compiere omicidi”

Per le donne si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. Nel 2023 è pari allo 0,21 per 100mila donne il tasso delle donne uccise da un partner o un ex partner – sia esso un coniuge, un convivente o un fidanzato o un amante – del tutto simile a quello del 2022 (0,20). Mentre per gli uomini, lo stesso tasso è pari a 0,02 per 100mila uomini”.

“In particolare – continua il report Istat – sono i partner con cui la donna ha una relazione al momento della morte (coniugi, conviventi, fidanzati) a compiere il maggior numero degli omicidi nella coppia (il 41%), mentre sono il 12,8% gli ex partner (ex coniugi, ex conviventi, ex fidanzati). Il rischio di essere uccise da un partner non si differenzia a seconda delle età (a partire dai 18 anni)”. “Sessantuno sono i partner maschi (96,8%) delle 63 donne uccise nell’ambito della coppia, mentre i sei uomini vittime di partner sono stati uccisi tutti da donne”, continua il report.

“Le donne italiane vengono uccise dai partner, attuali o precedenti, nel 51,5% dei casi, le straniere nel 68,7% – prosegue – Risulta lievemente in diminuzione il tasso delle donne uccise da parenti (0,10 nel 2023; 0,14 nel 2022). Le donne uccise da altri familiari (31) sono state uccise da uomini nell’83,8% (26 casi) e da donne in cinque casi. Sono 40 gli uomini uccisi dai parenti, 37 dei quali sono stati assassinati da altri uomini”.

La polemica

I dati Istat riportano anche la nazionalità d’origine degli assassini e arrivano in seguito alle polemiche nate dalle parole del ministro Valditara che – nel videomessaggio – ha dichiarato che tra le cause della violenza contro le donne ci sarebbe anche l’immigrazione illegale. Un’affermazione, questa, che ha destato qualche perplessità nell’opinione pubblica, anche alla luce di quel “94,3% delle donne italiane è vittima di italiani” riportato dall’Istituto di ricerca.

Il messaggio è stato espresso nel giorno dell’anniversario della morte di Giulia Cecchettin, studentessa 22enne uccisa dal fidanzato, alla presentazione da parte del padre Gino della fondazione inaugurata negli scorsi giorni e che si propone l’obiettivo di sensibilizzare e tutelare le donne vittime di violenza.

La ragazza, un anno fa, è stata assassinata dal compagno “bianco perbene”, come lo ha definito la sorella, secondo la quale, come Giulia, sono tante le donne uccise da partner o ex partner e non di nazionalità straniera. Inoltre, lo stesso padre della giovane vittima ha ribadito che la violenza è violenza indipendentemente dalla provenienza dell’assassino.

A creare la polemica che divampa sui social, però, sono stati due principali fattori:

  1. Il fatto che il ministro abbia detto che il concetto di “patriarcato” si è ormai estinto nonostante persistano fenomeni di maschilismo. Nel suo intervento, Valditara aveva dichiarato che “la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza”. Per alcuni “Cassare a ideologico il femminismo vs il patriarcato è stato un atto sminuente (si legge sui social)” che affievolirebbe le cause culturali che persistono dietro la violenza di genere.
  2. Il fatto che il ministro, dicendo che tra le cause della violenza contro le donne c’è anche l’immigrazione illegale, avrebbe spostato il focus dell’attenzione su uno dei temi maggiormente trattati in campagna elettorale dell’attuale governo: le politiche migratorie. Per molti, si è trattato di un atto di “propaganda politica non supportato dai dati”.

La risposta di Valditara

Il ministro si è difeso dalle accuse, oggi al Salone dello studente a Roma, sostenendo di non aver mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati: “Non ho mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati, ma che in Italia c’è un aumento preoccupante delle violenze sessuali a cui contribuisce anche, ed è importante l’anche, la marginalità e la devianza conseguenti a un’immigrazione irregolare”.

“Le violenze sessuali sono un altro fenomeno molto triste – ha aggiunto Valditara -. I dati Istat e del ministero dell’Interno sono purtroppo inequivocabili e mi dispiace che qualcuno li abbia alterati o non li abbia conosciuti. Non ho detto che l’immigrato è causa di questo”.

Continue Reading

Ultime notizie

Cronaca4 ore ago

Turetta, oggi parla il pm: chiederà ergastolo per omicidio...

Accusato di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere Filippo Turetta ha pianificato l'omicidio Giulia Cecchettin: si...

Esteri4 ore ago

Ucraina studia il super missile di Putin. Zelensky:...

Kiev mostra i rottami del missile che ha colpito Dnipro. Medvedev: "Europa non può fare niente" L'Ucraina mostra l'ultimo super...

Esteri4 ore ago

Israele, l’annuncio in tv: “C’è...

Secondo quanto riferito dall'emittente pubblica Kan 11 Benjamin Netanyahu sta ora studiando come spiegarlo all'opinione pubblica Accordo "chiuso" tra Israele...

Sport5 ore ago

Lazio-Bologna 3-0, a segno Gigot, Zaccagni e Dele-Bashiru

I biancocelesti agganciano al secondo posto Inter, Atalanta e Fiorentina a 28 punti La Lazio supera 3-0 il Bologna all'Olimpico...

Cultura7 ore ago

‘The B Project’ nella Casa dell’Atrio a...

L'artista marchigiano: "Chiudiamo in Messico una stagione fantastica per la mia crescita artistica. La soddisfazione è enorme" 'The B Project'...

Sport7 ore ago

“Italia regina di Davis”, gli azzurri di ieri...

Da Paolo Bertolucci a Tonino Zugarelli, da Diego Nargiso a Gianni Ocleppo: coro di elogi dopo il trionfo "Abbiamo la...

Sport8 ore ago

Italia vince la Coppa Davis, le lacrime di Berrettini:...

L'abbraccio con Sinner e la commozione del romano L'Italia vince la Coppa Davis, Matteo Berrettini abbraccia Jannik Sinner e non...

Attualità9 ore ago

Eros e Michelle: Ritorni, emozioni e il fascino di una...

C’è qualcosa nelle storie d’amore che finisce, ma non davvero, che ci tocca nel profondo. Perché sono proprio quei racconti...

Spettacolo10 ore ago

Roberto Chevalier: La voce che ha fatto storia, onorata con...

Roberto Chevalier, un altro riconoscimento. Forse per molti questo nome non ha bisogno di presentazioni: parliamo di un’icona del doppiaggio...

Sport10 ore ago

Finale Coppa Davis, Italia-Olanda 1-0: Berrettini batte Van...

Gli azzurri centrano uno storico bis a Malaga L'Italia vince la Coppa Davis 2024. Gli azzurri hanno trionfato a Malaga...

Sport11 ore ago

Torino-Monza 1-1, Djuric risponde a Masina

Pareggio tra Vanoli e Nesta nella 13esima giornata di Serie A Si è chiusa in parità 1-1 la sfida valida...

Sport11 ore ago

Como-Fiorentina 0-2, Adli e Kean regalano il primo posto ai...

Palladino batte Fabregas nella 13esima giornata di Serie A Vince ancora la Fiorentina. Nella 13esima giornata di Serie A i...

Esteri11 ore ago

Putin e il missile Oreshnik, Ucraina non ci crede:...

La Russia spaventa l'Europa con la nuova arma. L'Ucraina: "Non esiste nessun nuovo missile" Un'arma letale o un bluff? La...

Cronaca12 ore ago

La storia di Diego il clochard, ‘cacciato di casa per...

"Sto in strada da sei mesi. I miei mi hanno cacciato di casa perché mi drogavo". Lui è Diego, ha...

Sport13 ore ago

Genoa-Cagliari 2-2: il rigore di Piccoli nel finale rovina...

Soltanto un pari nel lunch match della 13esima giornata di Serie A Inizio dolceamaro per Patrick Vieira sulla panchina del...

Spettacolo14 ore ago

Siae Music Awards, da Mengoni a Dardust: tutti i premiati

La serata di premiazione al Superstudio di Milano è stata condotta da Amadeus: "Siae tutela fabbrica della creatività" Quali sono...

Sport14 ore ago

Milan-Juve, fischiano anche i social: “Partita più...

Tante reazioni negative dopo il big match di San Siro A San Siro, tra Milan e Juventus, ha vinto la...

Ultima ora15 ore ago

Manovra, vertice nel pomeriggio a Palazzo Chigi: ecco i...

Attesa per l'incontro dei leader del centrodestra nel tardo pomeriggio. Dal taglio Irpef allo stop alla web tax, cosa chiedono...

Cronaca15 ore ago

Violenza su donne, il presidente del Tribunale di Milano:...

Roia: "L'intermittenza o il giustificazionismo non fa bene, non fa bene un linguaggio improprio, non fanno bene interventi scomposti o...

GR Audio (Giornali Radio)15 ore ago

GrAudio edizione delle 12:30 del 24 novembre