Controllo degli armamenti nucleari, Russia dice no a Biden: “Disonesto”
Per Lavrov, la proposta del presidente degli Stati Uniti a colloqui sul controllo degli armamenti nucleari senza precondizioni "non è altro che un inganno"
La proposta del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a colloqui sul controllo degli armamenti nucleari senza precondizioni "non è altro che un inganno". Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un'intervista ad aif.ru, aggiungendo che "l'appello a discutere di stabilità strategica e controllo degli armamenti nucleari senza prerequisiti è disonesto. Cosa significa "senza prerequisiti"? Implica che gli americani mantengano il diritto di designarci come avversari nei loro documenti dottrinali e di dichiarare ufficialmente il loro obiettivo come quello di infliggere una sconfitta strategica alla Russia sul campo di battaglia", ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, sulla base di quanto affermato da Biden, la Russia dovrebbe accettare queste condizioni e concordare con gli Stati Uniti la riduzione degli armamenti, senza pretendere di respingere l'attuale politica statunitense. "I negoziati sul controllo degli armamenti devono basarsi sul rispetto reciproco e sul riconoscimento reciproco che la guerra dovrebbe essere evitata. Proporre di 'cominciare i negoziati senza alcuna condizione, ma il mio obiettivo rimane la vostra distruzione sul campo di battaglia', è un approccio prudente? Penso di no", ha sottolineato il ministro.
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Esteri: si apre la seconda settimana del Festival della...
Inizia la seconda settimana del Festival della Diplomazia. Nei restanti quattro giorni, dal 22 al 25 ottobre, continuerà un confronto unico al mondo che complessivamente conta oltre 100 incontri, tavole rotonde, seminari e convegni con il coinvolgimento di oltre 400 relatori da tutto il mondo, 80 ambasciate e 8 facoltà universitarie.
Al centro del dibattito ci sono i temi legati alle molteplici attività svolte dagli Stati attraverso le loro rappresentanze diplomatiche, nonché le negoziazioni a livello bilaterale e multilaterale, per la soluzione dei drammatici conflitti in corso, in tanti campi della politica e del commercio internazionale, si legge in un comunicato. Tra tutti gli eventi spicca un incontro con l’ambasciatore iraniano Mohammad Reza Sab-ouri, in agenda per venerdì 25 ottobre.
“La storia ci insegna che i rapporti di potere e di forza cambiano velocemente e considerare le dinamiche nelle relazioni diplomatiche è essenziale per trovare nuovi equilibri”, commenta Giorgio Bartolomucci, fondatore e segretario generale. “Questo Festival ha l’ambizioso obiettivo di mettere a confronto esponenti di aree e posizioni diverse, per identificare nuove politiche capaci di superare i conflitti in atto e comprendere quali siano i tanti modi in cui gli Stati esercitano il loro potere, che non sempre è di natura militare o finanziaria, ma può trovare origine nell’innovazione tecnologica, nella ricerca scientifica, nella cultura e nell’utilizzo del proprio soft power. Il coinvolgimento degli studenti dei licei e delle università è un investimento per il futuro della diplomazia, come delle relazioni interpersonali”.
Nato nel 2010 e giunto alla sua quindicesima edizione – il titolo di quest’anno è “Looking for Cratos: Le tante facce del Potere” –, il Festival è stato riconosciuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la nona volta con il conferimento della sua Medaglia d’Oro.
L’impulso per la nascita dell’evento è stata la volontà di riaffermare l’identità e la vocazione internazionale di Roma, vista la presenza di oltre 340 ambasciate accreditate presso il Quirinale, la Città del Vaticano e il Polo delle Nazioni Unite, ma anche di 46 Istituti e Accademie Culturali, decine di Ong e Università straniere.
Il Festival si è dunque imposto nello scenario nazionale come appuntamento fisso per discutere e divulgare temi di politica, economia e relazioni internazionali. È sostenuto anche dal Ministero degli Esteri, dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Ue e del Parlamento europeo, nonché numerose ambasciate, università e partner scientifici.
La storia del Festival conta anche incontri che hanno poi assunto importanza storica. Durante un incontro, ricorda il comunicato, il Ministero degli Esteri, il Ministero della Marina e Aimo hanno preso la decisione di far salire i militari sulle navi commerciali italiane per proteggerle.
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La battaglia di Mariupol, dopo 30 mesi liberati 34 uomini...
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Migranti, Ue lavora su lista comune di Paesi terzi sicuri
Ma il portavoce Mamer frena: "E' un processo in corso, quindi è un po' presto per iniziare a pensare alla tempistica"
La Commissione Europea sta "guardando" alla possibilità di stilare una lista Ue dei Paesi terzi considerati sicuri, che attualmente non esiste (ogni Paese stila la propria). Una mano tesa verso il governo italiano e un passo che potrebbe risolvere, dal punto di vista legislativo, la questione del trasferimento di migranti sul 'modello Albania'.
L'accordo Italia-Albania sta infatti incontrando difficoltà proprio a causa del concetto di Paese terzo sicuro, così come delineato da una recente sentenza della Corte di Giustizia Ue.
Ma "è presto" per parlare di tempi per arrivare ad una decisione, fanno sapere i portavoce della Commissione, a Bruxelles durante il briefing con la stampa.
"A livello Ue - spiega Anitta Hipper, portavoce per le migrazioni - non abbiamo una lista comune, ma è una cosa che è prevista anche nel patto per le migrazioni e l'asilo, per assicurare di avere criteri comuni. E' una cosa cui stiamo guardando". Tuttavia, aggiunge il portavoce capo Eric Mamer, "prima dobbiamo avere un collegio dei commissari in carica. E' un processo in corso, quindi è un po' presto per iniziare a pensare alla tempistica" di una decisione simile.
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