Connect with us

Published

on

La violenza su donne in ‘Portami a casa’ di Fitzek: “Ascoltate la loro voce”

Il nuovo thriller psicologico dello scrittore tedesco in arrivo in Italia, l'autore: "Spesso si tende a sdrammatizzare le loro sofferenze creando frustrazione nelle vittime"

La violenza su donne in 'Portami a casa' di Fitzek:

Berlino, un sabato sera come tanti. Klara, una giovane donna, deve tornare a casa. E' sola, spaventata, si incammina. Si sente seguita da un uomo che l'ha già aggredita e che ha stabilito la data della sua morte. Ha bisogno di compagnia e la trova in un numero verde i cui operatori - rispondendo alle chiamate - accompagnano le donne che percorrono strade buie o luoghi poco frequentati. Un servizio gratuito, fondato sul volontariato, per il quale lavora anche Jules Tannberg, la voce amica che risponde alla richiesta d'aiuto formulata da Klara per errore. E' forse la sua unica ancora di salvezza. Jules, con un tono calmo ma fermo, cerca di sostenerla indagando i motivi della sua sofferenza e della sua paura. Inizia così 'Portami a casa', il nuovo thriller psicologico dello scrittore tedesco Sebastian Fitzek pubblicato in Italia da Fazi Editore in uscita il 22 ottobre.

"È una storia scura, tetra. Il problema di Klara - afferma Fitzek intervistato dall'AdnKronos - è che non ha paura del cammino che deve percorrere, della strada che deve fare per andare a casa, ma ha paura di arrivare a casa". Il romanzo è dominato da un filo conduttore tragicamente attuale, quello della violenza sulle donne. Un fenomeno che investe l'Italia - dove si registra un numero di vittime sempre più alto - ma anche la Germania, Paese in cui si contano "cifre sicuramente drammatiche", sostiene lo scrittore che lancia subito due appelli. Il primo, scandisce, è quello "di credere alle donne". Una richiesta che nasce dal fatto che "purtroppo, soprattutto gli uomini, ma anche le donne che non sono direttamente colpite dalla violenza, spesso e volentieri tendono a sdrammatizzarla, creando un senso di profonda frustrazione nei confronti di coloro che invece l'hanno subita".

"Il secondo appello - prosegue - è di non commettere il gravissimo errore di invertire la posizione del criminale rispetto a quello della sua vittima". Un'inversione che attribuisce la colpa "alla donna perché non ha abbandonato il suo 'carnefice'. Questo sottace l'enorme difficoltà che spesso le donne hanno nel lasciare una persona che hanno profondamente amato e con la quale, nell'arco di una vita, si vivono anche delle fasi che potremmo definire di 'luna di miele'. Periodi in cui improvvisamente si riaffaccia un riavvicinamento che ti lascia ben sperare nel cambiamento del comportamento di questi soggetti".

Lo scrittore, poi, non nasconde quello che potrebbe ben essere l'obiettivo più alto della sua ultima opera. "Il compito della cosiddetta letteratura di intrattenimento, come i romanzi che scrivo, è quello di sollevare delle domande non di trovare necessariamente delle risposte. Spero che questo romanzo spinga a chiedersi perché la violenza contro le donne sia diventato ormai un fenomeno di massa e soprattutto perché così poche persone ne parlino", sottolinea.

"Anche in Germania tutti i giorni c'è il tentativo da parte di un uomo di esercitare violenza o di uccidere la sua donna. Tentativo che, il secondo giorno, viene portato a termine con successo", nota Fitzek che argomenta: "Considero la violenza sulle donne un cosiddetto delitto di massa. E' una tematica che mi sta particolarmente a cuore e che ritengo rilevante. Purtroppo, negli ultimi anni, questo tema è stato considerato un grandissimo tabu. Le case editrici hanno ritenuto a lungo che il pubblico quasi prettamente femminile che legge romanzi gialli o thriller non amasse questi argomenti. E' un pregiudizio sbagliato. Io - dice il romanziere - posso solo scrivere di tematiche che ritengo rilevanti come quello della violenza sulle donne". Tornando al libro, Fitzek racconta: "In 'Portami a casa' non voglio semplicemente tematizzare la violenza sulle donne. Ma voglio cercare di capirne il perché. Ovvero che cosa porta un uomo a esercitarla, soprattutto contro le donne e che cosa lo induce a fare del male alla persona che maggiormente ama. Da uomo sono fermamente convinto - osserva - che un essere umano di sesso maschile non nasca programmato per compiere violenza sulle donne. Probabilmente nella propria infanzia ci deve essere stato un trauma che l'ha portato a quell'evoluzione. Un episodio che, abbinato a una carente autostima, ha condotto un personaggio a fare del male. La cosa che a me interessa indagare sono le origini che hanno portato a questi delitti efferati".

Un dato, per Fitzek, è però certo: "Sono fortemente convinto che i giovani uomini siano più suscettibili a forme di violenza da cui si lasciano più facilmente conquistare. Ecco perché bisogna portare avanti un'azione di rieducazione dei giovani uomini". Il libro sarà presentato il 21 ottobre alle 19 a Roma, nella libreria 'Spazio Sette', l'autore dialogherà con la criminologa Roberta Bruzzone; il 22 ottobre alle 18.30 a Milano alla libreria Feltrinelli Piemonte di piazza Piemonte. Lo scrittore si confronterà con Stefano Nazzi. Entrambi gli appuntamenti sono in collaborazione con il Goethe-Institut.

(di Carlo Roma)

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

Addio a un gigante della neurologia: il professor Giancarlo...

Published

on

C’è un vuoto enorme, immenso e non si riesce proprio a descriverlo. E sapete una cosa? Cercare di trovare le parole giuste è dura, anzi, quasi impossibile. Come fai a spiegare una perdita così grande? Come? Il professor Giancarlo Comi – uno di quelli che non dimentichi, che ti rimangono dentro per sempre, una di quelle menti luminose che nascono una volta ogni tanto, una di quelle anime che metteva il cuore in tutto quello che faceva, soprattutto nella battaglia contro la sclerosi multipla – se n’è andato. Il 26 novembre 2024. Così, senza preavviso. Un colpo secco, che ci ha tolto il fiato. Nessuno se lo aspettava, nessuno era pronto. E adesso? Adesso siamo qui: giornalisti, colleghi, pazienti, amici, tutti col cuore in frantumi, pieni di domande che, chissà, forse non troveranno mai risposta.

Perché Comi non era solo un medico, no. Era molto di più. Era uno che ci credeva davvero, uno che aveva il fuoco dentro. Un pioniere, un visionario, uno che ci metteva tutto, anima e corpo, senza mai, mai tirarsi indietro. Uno di quelli che, quando tutto va a rotoli, ti prendono per mano e non ti mollano. Per chi vive ogni giorno con la sclerosi multipla, quella malattia che è come un’ombra che non ti lascia mai, Comi era una luce accesa in mezzo al buio. Era un punto fermo, qualcosa a cui aggrapparsi quando tutto sembra scivolare via. Qualcuno che, anche nei giorni più neri, riusciva a farti credere che c’era una speranza. E ora, senza di lui? Sì, tutto sembra più buio. Ma sapete una cosa? Il suo spirito è ancora qui. Rimane. Resta in ogni piccola battaglia quotidiana, nelle storie di chi non si arrende mai, nelle mani che non smettono di lottare. Perché quello che ci ha lasciato non è solo un ricordo: è una fiamma viva, che continuerà a bruciare. Dentro ognuno di noi che ha avuto la fortuna di conoscerlo, di vedere da vicino quanto era grande, quanto era straordinariamente umano.

Una vita al servizio della ricerca e dei pazienti

Comi non passava mai inosservato, mai. Era uno di quei nomi che, appena lo senti, ti fa fermare. Cioè, davvero, uno di quei nomi che ti fa dire: “Wow, questo qui fa la differenza“. Professore Onorario di Neurologia, Direttore Scientifico… certo, tutti quei titoli altisonanti, roba grossa, roba importante. Ma sapete cosa? Non erano i titoli a farlo chi era, per niente. Non erano quelle targhe lucide, quelle pergamene incorniciate. No. Comi era quello che ogni mattina si alzava, magari con il sonno ancora addosso, ma con un solo pensiero fisso in testa: come posso fare la differenza per chi oggi conta su di me? Come posso migliorare la vita di chi mi affida tutto? E ci metteva tutto. Non solo il cervello, ma il cuore, l’anima, ogni piccolo pezzo di se stesso. Ogni singolo giorno. E ce l’ha fatta. Alla grande. Non è facile dire questo, ma ce l’ha fatta davvero. Ha scritto più di mille articoli scientifici, roba che ti fa girare la testa solo a pensarci. Un h-index sopra il 100, numeri che sembrano quasi irreali. Ma alla fine, cosa contano quei numeri, veramente? Anche se non avete la minima idea di cosa sia un h-index, lasciate che vi dica una cosa: quei numeri parlano di uno che non si è mai fermato, che ha lasciato un segno indelebile. Uno che non si è mai girato dall’altra parte, mai, nemmeno una volta.

Ma, sapete, quello che lo rendeva davvero speciale non erano i numeri, non erano i titoli. Era la sua dedizione, così semplice, così pura. Era l’umanità che ci metteva, il modo in cui riusciva a farti sentire ascoltato, capito, come se fossi l’unico al mondo. Ogni paziente, ogni collega che gli è stato vicino, tutti hanno visto oltre lo scienziato. Hanno visto l’uomo. Quello vero. Quello che non si fermava alla malattia ma vedeva la persona dietro. E forse è proprio questo il più grande regalo che ci ha lasciato: far sentire ognuno di noi importante, nonostante tutto.

Riconoscimenti che raccontano una storia

Comi, nel corso della sua carriera, ha raccolto premi e onorificenze come pochi altri. E non parliamo di premi qualunque. C’era l’Ambrogino d’Oro che ha ricevuto dal Comune di Milano nel 2016 e poi il titolo di Ufficiale della Repubblica Italiana nel 2018, per i suoi meriti scientifici. Ma non è tanto per vantarsi. Non è di quei riconoscimenti che si mettono in vetrina per far bella figura. Sono la prova di quanto fosse grande il suo lavoro. Di quanto fosse cruciale. Perché Comi è stato davvero un leader. Uno di quelli che, quando ci sono, senti che tutto è possibile. Una guida vera, una luce che brillava per tutta la comunità scientifica. Non è un’esagerazione dire che quello che ha fatto lui ha cambiato tutto. Ha segnato un’epoca. Ha aperto strade nuove. E questo, alla fine, è quello che conta di più.

Il vuoto e l’eredità di un grande uomo

Con la sua scomparsa, la comunità scientifica ha perso un un punto di riferimento che ora non c’è più e fa male. Il Centro Studi Sclerosi Multipla di Gallarate, che ha avuto l’onore di averlo come guida, ha espresso tutto il suo dolore, ricordando quanto lui fosse una fonte di ispirazione inesauribile. Non solo per i medici ma per tutti, pazienti compresi. Accettare che una persona così fondamentale se ne sia andata non è per niente facile. Però c’è una cosa che possiamo dirci per consolarci un po’: il suo lavoro, la sua eredità, continueranno a vivere. Nei suoi studi, certo, ma anche nelle vite di tutte quelle persone che ha toccato, nei ricercatori che seguiranno le sue orme.

La lotta contro la sclerosi multipla e altre malattie neurodegenerative non finisce qui. Non può fermarsi qui. Le prossime generazioni raccoglieranno il testimone. L’impegno di Comi, la sua passione, quella forza indomabile… tutto questo resterà vivo. E così, il professor Comi sarà per sempre parte di questa battaglia, un esempio da seguire, una presenza che, anche se invisibile, continuerà a fare la differenza. Non è facile dire addio ma è confortante sapere che, grazie a persone come Giancarlo Comi, il mondo è un po’ migliore. Grazie, professore.

Continue Reading

Cultura

Osho: “A Report su di me molta ‘fuffa’...

Published

on

Sul mio ruolo alla mostra sul Futurismo equivoco creato col taglia e cuci delle mail, il giorno dopo ero quello che faceva consulenze pagate al ministero'

Federico Palmaroli in arte 'Osho' - Agenzia Fotogramma

"Colgo l'occasione per spiegare il mio ruolo alla mostra sul futurismo, dato che quello che ha mandato in onda 'Report' è un equivoco creato ad arte". Federico Palmaroli in arte 'Osho' sceglie la vetrina prestigiosa della sua presentazione romana di 'Nun fate caso ar disordine', la sua ultima opera edita da Rizzoli in cui racchiude un anno di satira senza sconti, per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. E comincia con 'Report', che recentemente l'ha tirato in ballo sul suo ruolo nella mostra sul futurismo che inaugura il prossimo 3 dicembre, mostrando una serie di messaggi e mail in cui il vignettista scambia qualche considerazione con vari interlocutori. "Tutta fuffa, se non fosse che il giorno dopo, sui social che io frequento molto per lavoro, io ero quello che faceva le consulenze al ministero", affonda Palmaroli.

Palmaroli spiega: "Mi è stato chiesto, essendo io un conoscitore e un appassionato del futurismo, qualche suggerimento per dare un taglio innovativo. Nulla di particolare se non qualche guizzo che vivacizzasse la mostra. Ciò che è stato mostrato è stato costruito ad arte, ma questo è giornalismo d'accatto. Peraltro non ho preso un euro, per adesso investito solo fatica, non ho nessun incarico e a muovermi è veramente solo la passione". Alla Mondadori della Galleria Alberto Sordi, davanti ad una platea gremita (presenti tra gli altri la deputata Maria Elena Boschi, la ministra Eugenia Roccella, il sottosegretario Wanda Ferro, Luciano Nobili, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, la giornalista Greta Mauro e altri), in dialogo con il direttore del 'Tempo' Tommaso Cerno e la giornalista Sara Manfuso, 'Osho' ha divertito con alcune delle vignette più iconiche.

Spiegando cosa significhi fare satira essendo 'di destra': "Ammetto candidamente che c’è sempre un condizionamento, anche nell’opera satirica - dice - . Ma vale per tutti, da Vauro a Makkox a Natangelo, il fatto di essere di area può condizionare. Il problema è che la satira per diritto divino è di sinistra. Quando la destra stava all’opposizione era tollerata, poi ha cominciato a essere un problema da quando è al governo. A me si richiede di essere super partes, ai vignettisti di sinistra no". Un esempio? "Quando è accaduta la vicenda dell'ex ministro Sangiuliano, alcuni colleghi sui social facevano battute e vignette su di me sul fatto che io non facessi battute su Sangiuliano. Si è mai visto un comico che fa battute su un altro comico?", ironizza. Del resto "anche a cercare sul web non ho trovato satira a sinistra su Schlein, e nemmeno su Sumahoro. Come si fa a non fare satira su quello?".

E giù una pioggia di battute a far sorridere la platea, dalla politica italiana a quella internazionale, dallo sport al Vaticano. C'è Sinner invitato da Amadeus a Sanremo, e Djokovic, appena battuto dall'altoatesino, gli chiede: "Lo sai sì che mo' te tocca annà a Sanremo?". "A saperlo te facevo vince", risponde Sinner. Sergio Mattarella incontra il velocista Marc Jacobs: "Come va?". "Eh, sempre tutto di corsa...". Immancabile il Papa, a cui è dedicata anche la copertina del libro, che "apre ai gay e ai trans". Francesco, davanti alla Porta Santa, chiede: "Chi è?". "I trans", rispondono da dietro la porta.

A sintetizzare la figura di Osho ci pensa - a modo suo- il direttore del Tempo, Tommaso Cerno: "Osho è un intellettuale e un grande satirico che sfortunatamente per loro non è di sinistra quindi per loro non esiste o va contestato - dice - Oggi Palmaroli è il brutto, cattivo e fascista. Invece la satira oggi è libera proprio perché c’è Osho che si è permesso di dire che in Italia non c’è solo la sinistra".

Continue Reading

Cultura

Andrea Pau racconta Enrico Fermi: “Esempio di...

Published

on

In occasione dei settant'anni dalla morte dello scienziato, Gallucci manda sugli scaffali 'Enrico Fermi, il genio atomico'

Andrea Pau racconta Enrico Fermi:

Enrico Fermi raccontato ai ragazzi del nostro tempo attraverso gli occhi di quattro personaggi di fantasia che lo hanno visto da vicino. Un modo per presentare un gigante della scienza ai giovani in un volume che può insegnare tanto anche ai lettori più maturi. Il padre del primo reattore nucleare, protagonista del progetto Manhattan, il programma di ricerca che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche, rivive nelle pagine di 'Enrico Fermi. Il genio atomico'. Il libro scritto da Andrea Pau - con la consulenza scientifica di Vincenzo Barone, docente di Fisica teoretica all'Università del Piemonte Occidentale - viene pubblicato da Gallucci Editore in occasione dei settant'anni dalla morte del premio Nobel avvenuta il 28 novembre 1954.

Chi era Enrico Fermi e come raccontarlo ai giovani che si accostano alla sua figura? "E' stato uno scienziato e una persona coerente - dice Pau all'Adnkronos -. La sua figura ci insegna che nessuno di noi, anche una persona dotata di un intelletto più alto come lui, è destinato a non commettere errori. Tutti abbiamo la possibilità di commetterli. Dobbiamo essere guidati, però, da una certa rettitudine etica e da un modo di intendere il nostro ruolo nel mondo. In questo, Fermi può essere un esempio: ha cercato di comportarsi nel miglior modo possibile. Sapeva che siamo solo degli uomini e spesso diamo vita a degli atti più grandi di noi, senza che possiamo farci granché. Ma l'importante è farci guidare da un'etica profonda. F ermi è stato profondamente etico".

Quella dello scienziato è stata una figura complessa e sfaccettata che va considerata nella sua interezza studiandola a fondo. "E' vero - riflette Pau, scrittore per ragazzi fin dal 2010 - che, per descrivere Fermi, non si può prescindere dal momento in cui viene testata la bomba atomica che sarà lanciata in Giappone. Questo è una delle fasi più forti della sua biografia. In realtà, però, c'è tantissimo altro: c'è una persona che a volte ha cambiato idea, ma è stata sempre coerente nella ricerca di una spiegazione alle domande più profonde in cui si imbatteva".

Premio Nobel per la Fisica nel 1938, Fermi è stato uno degli scienziati più significativi del suo tempo. Un 'gigante' che, dopo aver guidato il gruppo dei 'ragazzi di via Panisperna', si trasferì negli Stati Uniti dove proseguì il suo lavoro. Raccontare a una platea di giovani lettori uno dei più importanti ricercatori della storia moderna "non è così banale: ci sono tantissime biografie destinate alle persone più mature. Alcune bellissime, come il libro della moglie di Fermi, Laura Capon, sono da tempo fuori catalogo. E' veramente un romanzo pieno di informazioni utilissime e tra l'altro scritto benissimo. Nella mia narrazione ho cercato di amalgamare le vicende storiche di Fermi con una parte di fiction. Per questo la sua vita viene narrata da quattro personaggi immaginari, ma credibili. Volevo che ci fosse uno sguardo esterno - che mi ha permesso di avvicinarmi ai lettori - e non solo quello dello scienziato. Fermi ha vinto il Nobel nel 1938", ribadisce Pau ricordando che "lo ottenero almeno una decina di suoi allievi. E' stata una figura preminente anche nel campo dell'insegnamento. Aveva un grandissimo talento nel trasmettere la sua conoscenza. Non aveva alcuna gelosia nel trasmettere ciò che aveva scoperto negli anni dei suoi esperimenti, e in quelli in cui cercava di affiancare alla fisica sperimentale quella teorica".

Ricordando anche Guglielmo Marconi, di cui quest'anno si celebrano i 150 anni dalla nascita, lo scrittore sottolinea infine che "c'è stato un momento in cui la scienza italiana ha avuto la preeminenza. I nostri scienziati, grazie al miglioramento dei finanziamenti, hanno avuto una crescita esponenziale. Tutto si è interrotto nel momento in cui l'Italia fascista si è avviata verso la disgrazia della guerra. I fisici tedeschi avevano avuto delle 'perdite' a causa del nazismo: moltissimi di loro, che erano ebrei, se ne andarono. La stessa cosa successe in Italia. Fermi non era ebreo, ma lo era sua moglie. All'indomani delle leggi razziali, proprio quando vinse il Nobel, decise di lasciare l'Italia stabilendosi negli Stati Uniti d'America. Questo ci insegna che è molto probabile che, nel momento in cui la libertà dello scienziato viene legata ai destini di un regime, viene boicottata, tagliata e bruciata la sua voglia di dedicare alla scienza la vita. Cosa che, invece, ha fatto sempre Fermi. C'è un stretto legame tra libertà e capacità di avanzare negli studi", conclude Pau.

(di Carlo Roma)

Continue Reading

Ultime notizie

Sport26 minuti ago

Europa League, Hummels al 91′ salva Roma da ko: 2-2...

Padroni di casa due volte in vantaggio, ma raggiunti, prima da Ndicka al 20' e poi da Hummels al 91'...

Esteri1 ora ago

Libano, Netanyahu: “Guerra massiccia se cessate fuoco...

Il primo ministro israeliano avverte: "Se non rispettate la tregua agiremo con forza". Sulle armi: "Trump ci ha garantito che...

Tecnologia2 ore ago

Come Utilizzare gli Smartwatch Huawei per il Monitoraggio...

Monitorare regolarmente la pressione sanguigna è cruciale per mantenere una salute ottimale. Gli smartwatch Huawei, dotati di tecnologia avanzata, offrono...

Cronaca2 ore ago

SuperEnalotto, numeri combinazione vincente 28 novembre 2024

Quattro '5' vincono 42.142 euro ciascuno Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi. Realizzati invece quattro '5'...

Sport3 ore ago

Europa League, la traversa frena la Lazio e finisce 0-0 con...

I biancocelesti non vanno oltre ad un pareggio in casa con i bulgari Dopo 4 vittorie nelle prime 4 giornate...

Politica4 ore ago

Fitto pronto per Bruxelles, l’addio domani in Cdm....

Il pranzo di mercoledì al Quirinale della premier con Mattarella, rivelano fonti di Palazzo Chigi, non è stato sulle "fibrillazioni...

Esteri4 ore ago

Arresto Netanyahu in Italia, ecco cosa ne pensano gli...

Interviste a Cannizzaro (La Sapienza), Tarfusser (ex Cpi) e Donat Cattin (New York University) Quello dell'immunità di cui godrebbe Benjamin...

Esteri4 ore ago

Kennedy Jr: “Vaccinazioni bambini come abusi Chiesa...

Nbc News rispolvera dichiarazioni del 2019 e del 2013 I vaccini ai bambini sono come gli abusi della chiesa cattolica....

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio Flash delle 19:50 del 28 novembre

GR Audio (Giornali Radio)4 ore ago

GrAudio edizione delle 19:30 del 28 novembre

Demografica4 ore ago

Giulia Cecchettin, la lista dei motivi per lasciare...

Una lista dei comportamenti controllanti e ossessivi che il suo fidanzato Filippo Turetta metteva in atto nei suoi confronti, ovvero...

Economia5 ore ago

Nucleare, Descalzi: “Per fusione primo test nel...

L'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, parla dei tempi per la fine della costruzione dell'impianto e Sul nucleare "prevediamo di...

Ultima ora5 ore ago

Basciano, Codegoni conferma: “Mi ha minacciato, non...

L'influencer ascoltata per 5 ore in procura a Milano Sophie Codegoni non indietreggia e conferma insulti e minacce subite dall'ex...

Cronaca5 ore ago

Test medicina, Bernini ai Rettori: “Gestiamo gli...

Il ministro da Trieste, "con riforma addio a inaccettabile lancio della monetina su domande come 'chi era Sandra Milo?'" "Chiedo...

Lavoro5 ore ago

‘Nutritevi di Valori’, Mastrototaro Food e...

Amore, sole, bellezza, paesaggio, tradizione, felicità e radice: sono le parole chiave che accompagnano i nuovi prodotti per la tavola...

Lavoro5 ore ago

50 Top Pizza 2024: ‘Grosso Napoletano’ è...

Presentata a Londra la classifica '50 Top World Artisan Pizza Chains 2024' 'Grosso Napoletano' si conferma per il secondo anno...

GR Audio (Giornali Radio)5 ore ago

GrAudio Flash delle 18:50 del 28 novembre

Economia5 ore ago

Vola la cosmetica, fatturato globale a 648 miliardi. Italia...

Il fatturato del mercato cosmetico continuerà a crescere. A fine 2024 il settore raggiungerà i 648,6 miliardi di dollari, con...

Economia5 ore ago

Dall’IRPEF alla cedolare secca, quando si paga il secondo...

Doppia scadenza per il secondo acconto delle imposte 2024: dall’IRPEF alla cedolare secca, i termini da rispettare per partite IVA,...

GR Audio (Giornali Radio)5 ore ago

GrAudio edizione delle 18:30 del 28 novembre