Malattie mentali, Vaccaro (Censis): “Su giovani pesano incertezza futuro e paura”
'Li abbiamo condannati ad una precarietà esistenziale e a confrontarsi con modelli difficili da raggiungere'
"Siamo tutti un po' sommersi dai temi dell'ansia, del disagio anche legati sicuramente a un'esperienza totalmente fuori dal comune come quella della pandemia però ancora oggi tutti noi ci sentiamo minacciati da cose che non comprendiamo: la guerra, il cambiamento climatico e i nostri destini individuali. Questo naturalmente pesa molto di più sui giovani, la cui condizione è caratterizzata soprattutto da un'incertezza per il futuro. Li abbiamo in qualche modo condannati ad una precarietà esistenziale che è una cosa che le generazioni precedenti non hanno conosciuto, perché tutti noi avevamo la certezza di poter migliorare la nostra condizione rispetto a quella dei nostri genitori. Adesso non è più così e per di più viviamo in questo clima di minacce poco conosciute dietro l'angolo che possono cambiare la nostra situazione in un modo che non ci aspettavamo". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Ketty Vaccaro, direttore area welfare e salute Censis, in occasione dello spettacolo 'Pinocchio: una favola alla rovescia', a cura della Compagnia stabile del Teatro Patologico, fondata e diretta da Dario D’Ambrosi e composta da attori con disabilità fisiche e psichiche, in programma oggi e domani al Teatro Parioli per promuovere il dialogo sul diritto alla salute e ad una socialità inclusiva.
L’evento, nato da un’idea del senatore Antonio Guidi, neuropsichiatra, membro della commissione Affari sociali-Sanità, è realizzato grazie al contributo non condizionato di Lundbeck Italia e ha il patrocinio di Senato, ministero della Salute, Iss, del Consiglio Nazionale Giovani e di Tor Vergata. "Tra figli e genitori rispetto al passato c'è uno scambio di beni materiali a cui corrisponde però una sorta di disattenzione sostanziale - fa notare Vaccaro - È come se dessimo tutto ai nostri figli, ai nostri ragazzi. Siamo apparentemente molto attenti alle loro esigenze ma li conosciamo poco. È come se non volessimo essere disturbati e siamo tutti immersi in una socialità apparente, con una quotidianità resa più complessa dal rapporto con internet e con i social network".
"Dobbiamo confrontarci con un modello difficile da raggiungere, questo vale soprattutto per i più giovani, sempre sottoposti all'onere della prova, nel mondo social il nostro valore si misura con un like o un pollice alzato. E' una condizione - conclude Vaccaro - che accomuna giovani e adulti e che crea una situazione di incertezza e danni maggiori su chi ancora l'identità se la deve costruire, su chi strutturalmente è più fragile".
Salute e Benessere
Farmaci, Villani (Bambino Gesù): “Con monoclonale...
L'esperto sui risultati studio su clesrovimab, 'dato importante per impatto bronchiolite su famiglie ospedali e Ssn'
"E' estremamente importante poter disporre di uno strumento sicuro, efficace, salvavita, che riduce drasticamente, del 90%, i ricoveri ospedalieri per la malattia da virus respiratorio sinciziale (Rsv)". Così Alberto Villani, coordinatore Area Pediatria universitaria ospedaliera dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, commenta all'Adnkronos Salute i risultati dello studio (MK-1654-004) di fase 2b/3 su clesrovimab diffusi da Msd. "L'anticorpo monoclonale" preventivo sperimentale contro l'Rsv "è veramente uno strumento meraviglioso perché riesce, senza effetti collaterali, a proteggere in modo specifico, sicuro e per una lunga durata di tempo da una malattia particolarmente grave dei primi mesi di vita, la brochiolite, che può richiedere ospedalizzazione e anche la necessità di cure intensive per vari giorni, oltre a causare, in rari casi, anche la morte".
La patologia, infatti, "comporta un impatto significativo sulla famiglia, ma anche per le attività ospedaliere e per tutto il Servizio sanitario nazionale. Quando il pronto soccorso è affollato - illustra Villani - come del resto i reparti, perché ci sono moltissimi bambini con bronchiolite, si ha difficoltà nell'accogliere i piccoli che hanno altre patologie, magari anche importanti, perché i posti in terapia intensiva sono occupati da quelli con bronchiolite"". Inoltre "avere una malattia che colpisce in maniera così importante l'apparato respiratorio, che è ancora in formazione - lo sviluppo completo del polmone avviene addirittura in età adolescenziale - ha ripercussioni nell'acuto, nel medio e nel lungo termine. Nel caso della bronchiolite è dimostrato che i bambini affetti da forme gravi hanno poi una maggiore incidenza di patologie respiratorie durante l'infanzia, di asma" e, come è ormai assodato, "nell'adulto e nell'anziano di broncopreopatia cronico-ostruttiva (Bpco)".
Proprio per "i risultati così incoraggianti dello studio - sottolinea Villani - ci auguriamo che il farmaco sia disponibile, nella prossima stagione, nel 2025, ma molto più verosimilmente, dovremmo aspettare forse un anno in più". In ogni caso, "i candidati al trattamento sono tutti i bimbi che nascono tra metà settembre-ottobre e febbraio-marzo, cioè durante la stagionalità, quando circola l'Rsv. In passato, a causa dei costi elevati del primo monoclonale si somministrava solo sui bambini a maggiore rischio per la presenza di patologie molto gravi, ma in realtà questa infezione colpisce prevalentemente bambini sani: oltre all'80% di quelli che finiscono in rianimazione sono bimbi senza particolari fattori di rischio".
Come dimostrano "studi su larga scala - precisa lo specialista - è importante proteggere dall'Rsv non solo i bambini sotto i 8 mesi, in cui la malattia è potenzialmente mortale o richiede la terapia intensiva, ma anche quelli sopra i 6 mesi: evitando la malattia, in prospettiva, si riduce il rischio che possano sviluppare negli anni patologie come l'asma".
"Inoltre, se come dimostra lo studio si possono evitare il 90% dei ricoveri, nel tempo il valore può diventare 100% perché, se limitiamo la circolazione del virus, saranno veramente pochissimi i bambini a contrarlo e ancor di meno a trasmetterlo: è veramente un qualcosa di straordinariamente positivo. Soprattutto se si considerano anche i costi diretti e indiretti. Uno studio che abbiamo fatto - conclude Villani - stima, solo per la regione Lazio, risparmi per oltre 1 milione di euro l'anno".
Salute e Benessere
Ora solare, medico del sonno: “Fino a 10% italiani...
Irritabilità e malumore per un paio di giorni. E' l'effetto 'mini jet-lag' che sperimenteranno con il ritorno dell'ora solare, previsto nella notte tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, quelli che - nel popolo di mattinieri - sono più sensibili ai cambiamenti. Nonostante si potrà dormire di più, "fino al 10% degli italiani potrebbe risentire" della marcia indietro delle lancette di un'ora, stima Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di neurologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno dell'ospedale San Raffaele. E se ad avvantaggiarsi di questo cambio d'orario sono i 'gufi', gli amanti delle ore piccole, che riusciranno ad allinearsi al proprio ritmo ideale, a farne le spese saranno invece "le cosiddette 'allodole', abituate a svegliarsi presto", spiega all'Adnkronos Salute.
Sarà come un breve viaggio, "come se si dovesse cambiare un po' il fuso orario, anche se si tratta soltanto di un'ora", osserva l'esperto. Il che potrebbe portare a un lieve scombussolamento generale, una condizione che "rende più irritabili e può portare una maggiore instabilità d'umore". Ma questo lieve malessere "rientrerà nel giro di poco", rassicura Ferini Strambi, precisando anche che "è certamente più problematico per il fisico il cambiamento 'primaverile', per il passaggio all'ora legale, "che non lo 'switch' autunnale. Questo perché, quando arriva l'ora legale, ci troviamo in una condizione di privazione di sonno, dormendo un po' di meno", con le lancette che si spostano in avanti 'mangiandosi' un'ora, "cosa che può comportare dei problemi, soprattutto a livello cardiocircolatorio, come hanno dimostrato alcuni lavori scientifici al riguardo".
"Il ritorno all'ora solare, che vuol dire tutto sommato dormire un'ora in più, non crea problemi per quanto riguarda la privazione di sonno, ma il grosso problema che rimane - puntualizza Ferini Strambi - è", per alcune persone più sensibili, "quello del cambiamento. L'impatto più negativo sarà in particolare per i 'super mattinieri'", le prime linee delle allodole, esposti alle "maggiori ripercussioni con l'ora solare, potremmo dire un 5-10% della popolazione generale, 5% se teniamo conto di chi ha proprio un'alterazione del ritmo" sonno-veglia.
"Ma va detto - puntualizza Ferini Strambi - che teoricamente noi sappiamo che i super mattinieri sono molti di meno rispetto ai gufi o ai tendenzialmente gufi". Quindi la popolazione esposta teoricamente al mini jet-lag di questi giorni è più ridotta.
"In genere sono bambini ed anziani ad avere più problemi" con il ritorno dell'ora solare, "poiché sono più legati agli orari molto mattinieri" e sono anche più legati ai cosiddetti 'marcatempo' - l'ora di andare a letto, l'ora del pasto e così via - quindi soffrono di più il cambiamento rispetto agli adulti della fascia di mezzo. "Per loro riadattarsi è un po' più difficile, ma possibile nel giro di pochi giorni", esattamente come accade per un mini jet-lag, contro il quale le contromisure sono semplici: oltre a idratarsi ed evitare alcolici e fonti di stress, adottare una strategia di 2 o 3 giorni che permetta di "riallineare gli orari del sonno e della cena in maniera graduale", per un cambiamento soft.
Salute e Benessere
Intelligenza artificiale e oftalmologia: tutte le novità e...
Quali opportunità e prospettive offre l'intelligenza artificiale, per la cura delle patologie dell'occhio? Il primo episodio della nuova stagione del podcast "Ascolta e vedrai" è dedicato proprio all'intelligenza artificiale, una rivoluzione tecnologica e sociale in grado di rendere possibile ciò che fino a poco tempo fa potevamo solo immaginare. E capace di trovare rimedi efficaci a tanti problemi di salute, anche in campo oculistico.