Transizione, l’urgenza di rinnovare la rete elettrica. Il punto di Armani (Enel)
Entro il 2050 l’elettricità passerà dal coprire il 20% al 70% del fabbisogno energetico finale. Questo richiederà investimenti e innovazione per ristrutturare una rete non concepita per o scopo, spiega il dirigente
Con la transizione in corso la distribuzione di energia deve diventare un servizio sempre attivo. Questo richiede una qualità di servizio “ancora inedita”, avverte Gianni Armani, Head of Enel Grids and Innovability, dal palco conferenze della fiera Enlit Europe. La rete è stata concepita in un periodo in cui l’elettricità non era essenziale, continua, ma in un mondo sempre più elettrificato il paradigma è cambiato.
“Oggi il 20-25% di tutto il fabbisogno energetico italiano arriva attraverso la rete elettrica, ma nel 2050 sarà quasi il 70%”, continua Armani, evidenziando che una serie crescente di imprese e attività essenziali, come mobilità e dati, dipenderanno dalla disponibilità di energia elettrica. Il problema è che la rete è stata concepita in un periodo in cui l’elettricità non era un servizio essenziale, rimarca il dirigente Enel.
La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, anche includendo le strutture di stoccaggio per modulare la distribuzione, oggi è “più competitiva di qualsiasi altra fonte energetica”. Ma l’aggiunta massiccia di nuovi distributori (tra cui privati con pannelli solari) ha generato flussi molto più variabili in ambo le direzioni. La rete affronta dunque “squilibri e difficoltà non pianificate che richiedono nuove soluzioni, migliore visibilità, un modo diverso di lavorare”, spiega Armani.
Per rendere l’infrastruttura all’altezza della sfida servono le autorizzazioni, continua, ricordando che la burocrazia in Unione europea “non è certo il nostro principale vantaggio competitivo”. Nello sviluppo occorre anche tener conto del riscaldamento globale, che “probabilmente non riusciremo a bloccare” e che impatterà le reti energetiche. “Dobbiamo anticipare guasti e intervenire in caso di emergenza: questo richiede conoscenza, sensori e digitalizzazione in una rete che era fondamentalmente ‘muta’”.
Per rispondere alle sfide c’è un “enorme bisogno di innovazione” e la necessità di strutturare “ampie collaborazioni” con i produttori e i distributori di tecnologia. Obiettivo: definire standard che consentano alle realtà europee di essere competitive. “Vogliamo sviluppare la catena di valore della transizione in Europa e non all'estero, quindi abbiamo bisogno di una regolamentazione che favorisca gli investimenti”, conclude Armani.
Economia
La Sardegna come laboratorio per il futuro del trasporto...
Come migliorare l'offerta del trasporto pubblico locale e attrarre nuova domanda, attraverso soluzioni innovative e sostenibili. Questi i temi della conferenza internazionale tenutasi al T Hotel di Cagliari e organizzata da "Asstra imprese in movimento". Tanti gli ospiti e ancora di più gli spunti nati durante la conferenza che ha visto intervenire, tra gli altri, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. La grande sfida in Sardegna è quella di rendere il trasporto omogeneo in un territorio che, dal punto di vista demografico, non lo è. "Passiamo da zone in cui ci sono più di mille persone per chilometro quadrato, fino a zone che ne contano 50", spiega Paolo Depperu, presidente Asstra Sardegna. "Servono investimenti per connettere i diversi trasporti già presenti nell'Isola, e ideare nuove soluzioni". Il sindaco, durante la conferenza, ha spiegato che il trasporto pubblico può rispondere ad altre problematiche trasversali: "Vorremmo lanciare una sfida: più interventi sul trasporto pubblico e sulle infrastrutture, (corsie preferenziali, accessibilità e tanto altro), per ridurre i costi del primo soccorso e del primo intervento sulle strade regionali". Da non sottovalutare le infrastrutture digitali nel futuro della mobilità: "Il trasporto pubblico come lo conosciamo potrà evolvere anche con il sistema a chiamata. Questo si può fare con i sistemi digitali", ha dichiarato il presidente Asstra, Andrea Gibelli. "In questo e molto altro la Sardegna può essere un laboratorio, dove provare e testare nuove soluzioni da esportare".
Economia
Coldiretti: esportazione agroalimentare +8% nel 2024
“Le esportazioni agroalimentari crescono dell’8% nel 2024 in controtendenza rispetto al dato generale, che vede una sostanziale stagnazione dei movimenti (-0,6%), nonostante le tensioni internazionali e il rischio di nuovi blocchi”. È quanto emerge da un'analisi Coldiretti sui nuovi dati Istat relativi al commercio estero nei primi otto mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023.
Economia
Stellantis, Landini: “Il tavolo va fatto a Palazzo...
Il leader della Cgil all'Adnkronos: "Urso è impegnato a discutere con Orsini della legge di bilancio, i sindacati non li convoca. La premier si occupa più dell'Albania che dei problemi del Paese"
"Leggo sui giornali che Urso è particolarmente impegnato a discutere con Confindustria e con Orsini della legge di bilancio, ma le organizzazioni sindacali non le convoca". Lo dice all’Adnkronos il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, a margine del convegno ‘Un referendum per l’Italia - quale idea di Paese?’ promosso dalle Acli. Sulla convocazione del tavolo su Stellantis, preannunciata ieri dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, però, Landini sottolinea che "lo sciopero dei metalmeccanici ha chiesto una cosa diversa: ha chiesto che la presidente del consiglio convochi un tavolo di trattativa con tutti i sindacati, le aziende della componentistica e Stellantis. Questo abbiamo chiesto e ad oggi a queste rivendicazioni non abbiamo avuto risposta".
"Dalla presidente del consiglio - sottolinea Landini - non abbiamo avuto risposte: vedo che si stanno occupando molto dell’Albania e non si stanno occupando dei problemi del nostro paese". E il tavolo al ministero? "È da un anno che c’è quel tavolo lì e ad oggi non ha prodotto assolutamente nulla. È inutile che il ministro Urso faccia finta di convocare tavoli perché ad oggi quello che doveva realizzarsi, un accordo per fare un milione di auto nel nostro paese e far ripartire la produzione, non è successo. E anche gli incentivi messi a disposizione hanno semplicemente aumentato la cassa integrazione perché se tu non hai nuovi prodotti e non c’è un progetto industriale serio, allora stiamo facendo delle chiacchiere e da questo punto di vista quello che abbiamo chiesto e che stiamo chiedendo da un anno e mezzo ancora non è stato realizzato".
Il tavolo su Stellantis va dunque spostato a Palazzo Chigi perché, dice Landini, "è un problema del governo. Servono scelte di politica industriale di tutto il governo, non pacche sulle spalle. E serve che Stellantis e tutta la componentistica discutano e definiscano un piano industriale serio e di rilancio delle produzioni dell’automotive. Stiamo parlando di un settore che in tutto il mondo si sta riorganizzando e noi , come è noto, stiamo vivendo i ritardi legati agli investimenti non fatti e alle scelte sbagliate fatte negli anni passati, sia da Stellantis sia dai governi che hanno sostenuto le scelte sbagliate di quel gruppo".
Automotive, Landini in piazza il 25 ottobre con i lavoratori del chimico
Intanto "venerdì prossimo, il 25 ottobre, ci sarà una grande manifestazione del settore chimico perché quando parliamo di automotive non è solo metalmeccanico, ma riguarda filiere produttive. Quindi ci sarà un grande e importante sciopero di tutte le aziende della componentistica non metalmeccanica che chiedono esplicitamente un cambiamento dal governo", dice Landini che sarà con i lavoratori della chimica in sciopero il 25 ottobre, al presidio a piazza Santi Apostoli a Roma. La manifestazione, in programma dalle ore 10.30, è stata proclamata unitariamente da Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.