“Libertà visiva – Un nuovo modo di vedere il mondo”
Un'alternativa alla classica chirurgia laser
Correggere miopie fino a -18 diottrie e ipermetropie fino a +8 diottrie è possibile anche senza la classica chirurgia laser. L'alternativa è offerta dalle lenti intraoculari Icl che rappresentano una soluzione avanzata per la correzione dei difetti visivi e offrono ai pazienti la possibilità di migliorare la propria vista in modo definitivo, senza dover ricorrere a occhiali o lenti a contatto.
"La qualità visiva che i pazienti ottengono con le Icl è senza paragoni, perché vedono meglio sia che con gli occhiali sia che con le lenti a contatto e spesso anche meglio che con la chirurgia laser. Sono di gran lunga, dal punto di vista qualitativo, la miglior soluzione con in più il vantaggio di essere reversibile e aggiornabile in futuro", spiega Andrea Russo, medico oculista del Gruppo refrattivo italiano, specializzato in chirurgia refrattiva, che aggiunge: "Se l'occhio nel corso dei decenni dovesse andare incontro a qualche piccolo fisiologico cambiamento, con le Icl potremmo facilmente aggiornare la correzione in base alle future necessità del paziente".
Le lenti intraoculari Icl vengono impiantate attraverso un intervento chirurgico totalmente indolore che si può eseguire in ambulatorio e che ha la durata di soli tre minuti per occhio. "Viene iniettata nell'occhio una piccola lente fatta di materiale gelatinoso, quasi liquido perché composta al 90% da acqua. Il paziente si alza che già vede a fuoco. Sarà presente un po' di bruciore e un po di lacrimazione nelle prime ore seguenti la correzione seguente di intervento, ma la mattina successiva il paziente potrà guidare la macchina e recarsi alle proprie attività quotidiane", prosegue Russo che per concludere sottolinea la sicurezza delle Icl: "Sono lenti che hanno un profilo di sicurezza veramente elevato e sono anche le uniche lenti intraoculari fachiche approvate dalla Fda. Si tratta di una tecnologia nuova, ma comunque ben collaudata. Da oltre vent'anni vengono ormai impiantate nel mondo con enorme successo e con un numero di casistica sempre crescente proprio grazie alla loro qualità".
Con un tasso di soddisfazione che raggiunge il 99,4%, le Icl si configurano come un'opzione ideale anche per coloro che presentano problematiche oculari specifiche che possono limitare le alternative chirurgiche.
L'efficacia delle lenti Icl è confermata anche dai pazienti, come spiega Riccardo Mazzocchi, paziente che conviveva con forti difetti visivi: "Il miglioramento è stato notevole. La mia vita quotidiana è cambiata, sono più libero di fare cose, come ad esempio lo sport, senza essere più vincolato da occhiali e lenti a contatto".
Cronaca
Militare disperso durante un addestramento al lago di...
In corso le ricerche del soldato dell'Esercito
Durante un addestramento in corso oggi nell’area del lago di Bolsena, un militare dell’Esercito è risultato disperso. Sono in corso le ricerche. Lo rende noto l'Esercito.
Cronaca
Federico Asta, chi era il ‘pasticcere dei vip’...
Trentaquattro anni, era noto grazie alle celebrità che avevano selto le sue torte per grandi eventi: dalla nazionale di calcio fino a Papa Francesco
Federico Asta, noto come 'il pasticcere dei vip', è morto in un incidente stradale in viale Gaetano Salvemini a Casteldebole (Bologna): è finito contro a un suv, mentre era in sella al suo scooter. Tantissimi i messaggi di cordoglio lasciati sui social dai cittadini, amici e semplici follower che nel corso degli anni hanno seguito il suo lavoro e gli incontri con le celebrità che hanno contribuito alla sua fama.
Le celebrità
Da Francesco Totti a Christian De Sica, da Alessandeo Del Piero a Checco Zalone, e poi Beppe Signori, Lazza, Bobo Vieri, Massimo Boldi, Luciana Littizzetto, Fiorello, Cristina D'Avena: è lunghissimo l'elenco dei grandi nomi dello sport e dello spettacolo che hanno scelto la pasticceria di Federico Asta per i loro dolci. Basta scorrere i social del pasticcere per vederlo immortalato in decine di foto insieme alle celebrità e ai loro ordini: talmente tante che Federico Asta era noto online proprio come 'il pasticcere dei vip'.
Asta era infatti specializzato nella realizzazione di dolci per eventi e si era occupato di concerti di artisti di fama nazionale e internazionale, della torta per la nazionale italiana di calcio e persino di quella per Papa Francesco quando nel 2017 aveva visitato la città di Bologna.
Bombolone e pizzette ai volontari
Spesso la sua pasticceria aveva regalato dolci e pizze in segno di ringraziamento, tributo o semplicemente come gesto cortese. In piena pandemia addolciva il lavoro di medici e infermieri, ora voleva omaggiare i volontari arrivati in città per l'alluvione. "Voglio regalare un po’ di bomboloni e pizze ai volontari che sono venuti qui a Bologna, come facciamo?", aveva chiesto alla presidente del Quartiere Borgo Panigale - Reno, Elena Gaggioli, come lei stessa racconta. "Oggi ti avrei richiamato per organizzarci", scrive la presidente. "Grazie di tutte le torte Federico, delle merende alle Feste del Quartiere dalla Birra a Santa Viola, dei bomboloni alla Notte Viola e di tutte le volte che ci sei stato sorridente e disponibile".
La vita privata
Federico Asta aveva 34 anni e da quando ne aveva compiuti 15 era entrato a lavorare nell'attività di famiglia in via Battindarno. "Questo locale per me è la mia casa - scriveva nel 2021 - è il luogo che più amo al mondo e continuerò ad amarlo per tutta la vita perché è proprio qua dentro che ho dato una svolta alla mia vita. A tutti quelli che non credevano in me ho dimostrato che il potere dei sogni è davvero infinito".
Asta lascia la moglie Giorgia e i figli Nicole e Alessandro, rispettivamente di nove e cinque anni.
Cronaca
Salute, Gardini (EpaC): “Per eradicare virus entro...
"Programma di screening scade 31 dicembre e il Governo ha appena rifiutato di approvare un emendamento a costo zero per proroga e ampliamento test"
Le epatiti virali rappresentano uno dei principali problemi di sanità pubblica. Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità, circa 80 milioni di persone nel mondo sono affette dal virus dell’epatite C (Hcv), pari all'1,1% della popolazione mondiale, e nel nostro Paese si stima siano circa 200.000 gli individui portatori inconsapevoli del virus. "Per eradicare l’epatite C entro il 2030, come ci chiede l’Oms, è necessario trasformare lo screening per l’Hcv da sperimentale in strutturale. Dunque, ci chiediamo per quale motivo ogni anno bisogna sudare sette camicie per avere una proroga, esattamente come è successo anche quest’anno". Così Ivan Gardini, presidente Associazione EpaC-Ets, in occasione dell'incontro 'Epatite C: Obiettivo eliminazione, il momento è adesso. Strategie e modelli organizzativi per riscrivere la storia delle epatiti virali', promosso oggi a Roma da Gilead Sciences.
"Lo screening scade il 31 dicembre 2024 e il Governo ha appena rifiutato di approvare un emendamento a costo zero, firmato in larga parte da esponenti della maggioranza, sull'ampliamento della popolazione e delle fasce di età più a rischio – lamenta Gardini – Dunque, che intenzioni ha il Governo? Questa è la domanda che ci poniamo, quando dall'altra parte si chiedono ai gruppi di lavoro di fare una strategia nazionale con Hcv, Hiv e malattie sessualmente trasmesse". Tra le azioni da mettere in campo, secondo Gardini "sicuramente convincere i parlamentari a continuare a presentare degli emendamenti. Qui ci vuole la volontà politica di inserire l'epatite C come priorità nazionale. Questa è la vera prevenzione".
Il presidente dell’Associazione dei pazienti con Epatite C alle Regioni chiede di fare la loro parte: "Che fine faranno i soldi che hanno in cassa? Chi verifica che quei test acquistati non siano nel frattempo scaduti? Sono tante le domande alle quali la politica deve rispondere". Quindi sulle infezioni scoperte, "siamo fermi a 13.000 ma probabilmente ce ne sono molte di più, soprattutto nella fascia di età sopra i 60 anni. Il vero problema è il sommerso, difficile da stimare – evidenzia Gardini - perché parliamo anche di persone detenute in carcere, di persone che si rivolgono ai Serd per dipendenze. Ma secondo me si può pensare di identificare altre 100.000 infezioni". Tra le Regioni 'più virtuose' in fatto di screening per l’Hcv "sicuramente troviamo Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto", conclude.