Usa, il paradosso del voto arabo-americano: la possibile carta vincente di Trump
I sondaggi indicano che il repubblicano è più avanti di Harris tra questi elettori, dato cruciale in Michigan
Per punire l'amministrazione Biden-Harris per il sostegno a Israele nella guerra a Gaza, e ora in Libano, molti arabo americani vogliono votare Donald Trump, che rivendica di essere il presidente più filoisraeliano della storia e che nel primo giorno del suo primo mandato varò il 'muslim ban', il controverso divieto di ingresso negli Usa per i cittadini di una lista di Paesi arabi e musulmani. E' questo il paradosso indicato dai sondaggi, come quello di Arab New/You Gov, che registrano come l'ex presidente sia avanti di due punti rispetto alla candidata democratica, tra gli elettori arabo-americani.
E un sondaggio dell'inizio del mese, dell'Arab American Institute, indicava un vantaggio addirittura di quattro punti, il 46% contro il 42%. Non solo, secondo il sondaggio più recente, il repubblicano viene considerato significativamente più in grado di mettere fine al conflitto in Medio Oriente, il 39% contro il 33%. Anche se, a conferma del paradosso, Trump viene considerato, con un margine di sei punti, molto più a sostegno dell'attuale governo israeliano di quanto lo sia Harris.
Il dato preoccupante per i dem è quindi che, a due settimane dal voto, Harris ha 18 punti in meno di quelli che aveva Joe Biden nel 2020 tra gli elettori arabo americani, che quindi potrebbero risultare la carta vincente a sorpresa di Trump. Soprattutto in uno stato chiave come il Michigan dove si trova la principale comunità arabo americana del Paese, oltre 200mila persone. E dove le ultime due elezioni sono state vinte per un pugno di voti: 150mila da Biden nel 2020 e addirittura 11mila da Trump nel 2016.
Non a caso, proprio ieri, Trump ha rivolto un appello agli elettori arabo americani su Truth Social: "Se Kamala ottiene altri quattro anni, il Medio Oriente trascorrerà i prossimi quattro decenni in fiamme, i vostri figli andranno in guerra, forse persino una Terza Guerra Mondiale, una cosa che non succederà mai con il presidente Trump in carica". "Per il bene del vostro Paese e dei vostri figli votate Trump per la pace".
Ma le simpatie verso Trump all'interno della comunità arabo-americana non vanno ricercate solo, o non tanto, tra il 29% degli intervistati che ritiene il conflitto israelo-palestinese come il principale problema, ma anche, e forse soprattutto, tra il 21% che considera la questione più urgente l'economia, su cui, è noto, il tycoon ha un netto vantaggio, tra tutti i gruppi elettorali, su Harris.
Basti pensare che alla fine di settembre Amer Ghalib, il sindaco democratico di Hamtramck, cittadina del Michigan dove tutti i funzionari eletti sono musulmani, ha dato il suo sostegno al repubblicano.". "Il presidente Trump ed io possiamo non essere d'accordo su tutto, ma lui è un uomo di principi", dichiarò allora Ghalib, arrivato come rifugiato dallo Yemen a 17 anni, che guida la cittadina di 28mila persone, spiegando che votare l'ex presidente sia "la scelta giusta in questo momento cruciale
La scorsa settimana Trump si è recato a fare campagna elettorale a Hamtramck e per Ghalib è stata l'occasione di spiegare perché ha voltato le spalle al suo partito per sostenere il repubblicano: "E' stata l'unione di due cose, delusione e speranza - ha detto intervistato da Sky News - delusione per il modo in cui l'attuale amministrazione sta gestendo le cose a livello locale e internazionale e speranza che la nuova amministrazione, guidata da Trump, lo faccia in modo diverso".
Ad avvicinare poi la comunità arabo americana a Trump e ai conservatori c'e' poi anche la questione dei valori considerati troppo liberal, in particolare in materia Lgbt, dei democratici ."C'è troppa aggressione e tentativi in imporre certi valori sulla maggioranza di questa comunità nelle scuole, sul suolo pubblico", ha detto il sindaco che nei mesi scorsi ha bloccato il tentativo di issare una bandiera del pride su edifici cittadini.
Esteri
Migranti, Musumeci: “C’è bisogno di nuovi...
Così il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, parlando durante il panel 'Mediterraneo, una centralità da ritrovare', nel corso della conferenza organizzata da Adnkronos/Eurofocus 'La nuova Commissione Ue: un accento su Difesa, Mediterraneo e Housing'
"La mia posizione sul tema delle migrazioni è quella del governo. L'Italia, a causa del calo demografico, ha bisogno di nuove braccia. L'apporto del migrante è un'esigenza condivisa. Ma questa risorsa umana - come, dove, quanta ne deve entrare in Italia - non può essere decisa dalla mafia. Abbiamo cercato una collaborazione alla partenza, che non sempre è arrivata, ma adesso sembra che quello con la Tunisia sia un patto che regge". Lo ha detto Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, parlando durante il panel 'Mediterraneo, una centralità da ritrovare', nel corso della conferenza organizzata da Adnkronos/Eurofocus 'La nuova Commissione Ue: un accento su Difesa, Mediterraneo e Housing'.
Il tema dei migranti, prosegue Musumeci, "grazie al presidente del Consiglio, siamo riusciti a inserirlo nell'agenda politica dell'Europa, quando gli altri Stati, prima, si giravano dall'altra parte. Si deve andare all'origine, nessun giovane ha interesse a lasciare il proprio Paese, la propria cultura. I migranti devono entrare in Italia regolarmente e, attraverso un processo di formazione, essere introdotti nel nostro ciclo produttivo. Per noi il Mediterraneo, l'Africa e il Piano Mattei non sono parole vuote e L'italia conta nel mondo se conta nel Mediterraneo e se si ritaglia un ruolo nell'economia del mare".
"Oggi abbiamo una struttura ministeriale del mare - continua il ministro - e crediamo nelle politiche di cooperazione con l'Africa e con il Medio Oriente. Fino al 2020, l'Europa non guardava e ha perso l'occasione di guardare al Mediterraneo. Era rivolta piuttosto al Baltico. E così l'Africa si è aperta alla Cina e alla Russia. E' invece importante avviare un piano di collaborazione con l'Africa, loro hanno le materie prime mentre noi il know how tecnologico. Il mare è una risorsa strategica anche per la sicurezza dei confini. Se fossi commissario per il Mediterraneo, costruirei un grande strumento di cooperazione con Africa e il Medio Oriente, per individuare le risorse del mare, sia in superficie che subacquee. Dovremmo porre rimedio a tanti anni di colpevole distrazione, ma siamo ancora in tempo per recuperare".
Esteri
Ue: difesa comune, sviluppo area mediterraneo, emergenza...
I tre nuovi dossier individuati dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per il suo secondo mandato
Difesa, Mediterraneo e Housing: sono i tre nuovi dossier individuati dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per il suo secondo mandato e dei quali si è parlato oggi in un incontro pubblico negli spazi Esperienza Europa David Sassoli di Piazza Venezia a Roma, organizzato dalle rappresentanze in Italia della Commissione e del Parlamento europeo, insieme a Eurofocus Adnkronos.
“Il lavoro della Commissione europea per i prossimi cinque anni ruoterà attorno a tre priorità: prosperità, sicurezza e democrazia – ha dichiarato Elena Grech, capo facente funzioni della rappresentanza in Italia della Commissione Europea - L’architettura pensata per il prossimo mandato della Commissione riflette la complessità di questi temi, strettamente interconnessi: tutti i membri della nuova Commissione lavoreranno insieme per questi obiettivi e per migliorare la competitività dell’Europa, in un quadro internazionale sempre più complesso e instabile”.
In apertura, il tema della difesa, con gli interventi di Alessandro Politi, direttore della Nato Defense College Foundation, e di Roberta Pinotti, ex ministro della Difesa italiano. Un focus sulla possibilità concreta di creare una politica di difesa comune tra gli stati membri e sul rafforzamento dell’autonomia strategica europea. Il candidato designato, il lituano Andrius Kubilius, sarà chiamato a sviluppare l’Unione europea della difesa e ad accrescere gli investimenti, la capacità industriale, l’innovazione e il mercato unico. È stata annunciata, inoltre, la diffusione di un Libro bianco sul futuro della Difesa europea nei primi 100 giorni di mandato e il rafforzamento del Fondo europeo della difesa, da utilizzare in aree strategiche, oltre che nello spazio e nella dimensione cyber.
Il Mediterraneo come snodo fondamentale di scambi commerciali, investimenti e partenariati è stato il secondo argomento di discussione affrontato, con gli interventi di Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, e Marco Ricceri, segretario generale di Eurispes. Temi intrecciati alla sicurezza e alla gestione dei flussi migratori, imprescindibili per garantire stabilità e crescita economica di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Il lavoro della Commissione si svolgerà, dunque, con un approccio integrato, che tenga conto della dimensione economica, umanitaria e di sicurezza. Un nuovo Patto europeo per il Mediterraneo che presuppone il miglioramento delle partnership esistenti e la creazione di nuove, con mutue responsabilità e interessi.
Il terzo dossier, Housing e crisi abitativa, è stato analizzato e approfondito da Lucia Albano, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze con delega alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, e Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE). Albano sarà alla guida della Cabina di Regia per la valorizzazione degli immobili pubblici, istituita presso il Mef e che prenderà servizio a inizio novembre. Il patrimonio non utilizzato vale circa 60 miliardi, "ma uno dei primi passi sarà proprio partire dall’aggiornamento dei dati, per quantificare con precisione l’entità del nostro patrimonio". A questo scopo è stata approvata nel Decreto Omnibus una norma sull’interoperabilità delle banche dati pubbliche.
Secondo Brancaccio, “ANCE accoglie con favore la creazione, per la prima volta, di un Commissario per gli alloggi, (il commissario designato è il danese Jørgensen) che dovrà occuparsi del primo Piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili: è un'opportunità senza precedenti di affrontare queste sfide in modo coerente e politico. Anche il vicepresidente esecutivo designato, l’italiano Fitto, avrà competenze in materia di alloggi, che seguiremo da vicino: dovrà contribuire al Piano iniettando liquidità e permettendo agli Stati membri di raddoppiare gli investimenti della politica di coesione in alloggi a prezzi accessibili”.
Il Commissario designato Dan Jørgensen affronterà insieme il tema dell’energia e dell’abitare sostenibile, lavorando al primo Piano europeo di housing sostenibile che promuoverà politiche di accesso equo alla casa, combattendo la povertà abitativa e sostenendo le comunità più vulnerabili. Un Piano che diffonda anche best practices nel campo dell’edilizia sostenibile, dell’inclusione sociale e della rigenerazione urbana.
“C’è molto da fare per la nuova Commissione -dichiara Elena Grech- in primis sostenere il vaglio del Parlamento nelle prossime settimane, per poi iniziare senza indugi a lavorare per rispondere alla sfida più importante dei prossimi anni: rendere l’Unione Europea più competitiva, solidale e inclusiva”.
Esteri
7 ottobre, Sharon Nizza: “Israele si è illuso che...
La politologa presenta il suo libro '7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo' presso lo Spazio Mastai al palazzo dell’Informazione
''La grande illusione e tracotanza israeliana'' alla vigilia del 7 ottobre è stata ''aver sottovalutato le intenzioni del nemico con cui trattava sottobanco con la mediazione del Qatar, dell'Onu, degli Stati Uniti, dell'Egitto''. Perché ''l'assunto base degli israeliani è che Hamas fosse un attore razionale che era interessato al benessere della popolazione, senza capire che invece l'ideologia di Hamas non prevede la presenza ebraica nemmeno nella zona della linea verde''. Lo ha spiegato all'Adnkronos la politologa Sharon Nizza che presenterà il suo libro '7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo' edito da La Repubblica, alle 18 e 30 presso lo Spazio Mastai al palazzo dell’Informazione.
"Accordi di Abramo reggono, da Paesi arabi critiche di facciata"
Secondo Nizza, ''gli Accordi di Abramo, che altro non sono che un modo per testare la disponibilità saudita a fare un accordo con Israele, stanno reggendo'' nonostante la guerra nella Striscia di Gaza. E ''le critiche che provengono dai Paesi arabi moderati non sono altro che critiche di facciata'' perché ''il Medioriente è un luogo dove le cose avvengono sempre sottobanco''.
"Antisemitismo difficile da combattere, social cassa di risonanza"
''I social media si sono fatti cassa di risonanza'' di un ''antisemitismo che è un fenomeno in crescita'' e che viene ''veicolato in maniera più forte e veloce in un'epoca dove tutto è binario e manicheo e c'è la difficoltà a entrare in profondità'', le parole di Nizza.
La politologa, che da dieci anni vive in Israele e che ricorda di aver vissuto sulla sua pelle ''le accuse e le argomentazioni durante la seconda intifada quando vivevo a Milano'', afferma che ''è molto difficile combattere questo fenomeno e manca l'attenzione per farlo''.