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Israele-Libano, missili Hezbollah su Tel Aviv. Blinken: “Porre fine a guerra a Gaza”

Idf: "Sono stati intercettati". Una raffica di 25 razzi è stata lanciata verso Haifa. L'ordine di evacuazione Tiro: "Stiamo per colpire". Il segretario di Stato Usa: "Israele eviti ulteriore escalation in rappresaglia contro Iran"

Antony Blinken - (Fotogramma)

Due razzi a lungo raggio, lanciati contro Israele dal Libano, sono stati intercettati con successo dalle difese aeree, afferma l'Idf. Durante l'attacco, le sirene hanno suonato a Tel Aviv e nelle città vicine, così come nell'area di Nazareth, nel nord si legge sul 'Times of Israel'. Non si hanno notizie di feriti o danni dovuti all'attacco.

Il lancio di razzi è stato rivendicato da Hezbollah, che afferma di aver preso di mira il quartier generale dell'Unità 8200 dell'intelligence israeliana a Glilot, a nord di Tel Aviv riporta Haaretz.

Una raffica di circa 25 razzi è stata lanciata dal Libano verso la zona di Haifa, riferisce inoltre l'Idf, aggiungendo che le sirene sono state attivate a Krayot e in altre città vicine, a nord-est di Haifa. Secondo l'esercito israeliano, la maggior parte dei razzi è stata intercettata dalle difese aeree.

Blinken: "Ora è il momento di mettere fine alla guerra a Gaza"

"Dal 7 ottobre di un anno fa, Israele ha raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi strategici per quanto riguarda Gaza... Ora è il momento di trasformare questi successi in un successo strategico a lungo termine". Così il segretario di Stato americano Antony Blinken, in partenza da Tel Aviv per l'Arabia Saudita, ha voluto sottolineare che è giunto il momento di mettere fine alla guerra a Gaza. Sugli aiuti Blinken ha parlato di "progressi", definendo la cosa positiva, ma - ha detto - "ne devono essere fatti di più".

Israele dovrebbe evitare un'ulteriore escalation nella sua risposta all'attacco missilistico iraniano del primo ottobre, ha detto ancora Blinken aggiungendo: "È anche molto importante che Israele risponda in modo da non creare una maggiore escalation".

Idf ordina evacuazione Tiro: "Stiamo per colpire"

Un avviso di evacuazione urgente ai residenti di Tiro, in Libano, da parte di Israele, in vista di attacchi aerei contro siti di Hezbollah. "L'attività di Hezbollah costringe l'Idf ad agire nell'area in cui vi trovate. L'Idf non vuole nuocervi", afferma Avichay Adraee, portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane , su X, accanto a una mappa delle aree che saranno prese di mira. "Dovete immediatamente allontanarvi dall'area segnata in rosso e dirigervi a nord verso il fiume Awali. Chiunque si trovi vicino a personale, strutture e armi di Hezbollah mette in pericolo la propria vita!".

Idf: nelle ultime 48 ore uccisi nei raid sul Libano 3 comandanti regionali di Hezbollah

Le Forze di difesa israeliane hanno inoltre dato notizia, dopo aver confermato di aver ucciso il successore di Nasrallah Safieddine, che tre comandanti di tre unità regionali di Hezbollah sono stati uccisi nel corso di raid aerei israeliani effettuati negli ultimi due giorni in Libano. Poi la precisazione che gli attacchi sferrati dai caccia nelle ultime 48 ore hanno preso di mira e ucciso i comandanti di Hezbollah per le aree di Jibchit, Jouaiyya e Qana, responsabili del lancio di razzi e missili sulle città israeliane dalle rispettive aree. A riferirne è il Times of Israel.

Idf: decine di sospetti terroristi arrestati nel nord della Striscia di Gaza

Inoltre decine di sospetti terroristi sono stati arrestati dalle truppe israeliane durante un'operazione a Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza. L'esercito ha ordinato ai civili palestinesi di evacuare l'area, dove sono in corso pesanti combattimenti. Dall'inizio dell'operazione, all'inizio del mese, decine di migliaia di civili palestinesi hanno evacuato Jabaliya attraverso i corridoi umanitari designati da Israele, riporta il Times of Israel, che cita l'Idf. Negli ultimi giorni, le truppe dell'IDF hanno ucciso numerosi uomini armati e sequestrato armi nel quadro dell'operazione a Jabaliya.

Wafa: 7 morti in attacco israeliano a rifugio sfollati Beit Lahiya, 3 nel nord di Gaza City

Fonti locali consultate dall'agenzia palestinese Wafa fanno saoere di almeno 7 morti in un attacco israeliano contro la scuola Zaid bin Harita, diventata un rifugio per sfollati, nella città di Beit Lahiya, nella Striscia di Gaza. La stessa fonte riferisce dell'uccisione di due bambini e della loro madre e del ferimento di altre 6 persone in un attacco sferrato all'alba di oggi contro un'abitazione situata nella parte nord della Città di Gaza.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Esteri

Ilaria Salis: “In Ungheria non ci sono le condizioni...

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L'eurodeputata: "In Ungheria tortura bianca contro di me. Spero che il Parlamento europeo non si pieghi alla democrazia illiberale di Orban"

Ilaria Salis (Fotogramma)

In Ungheria "non ci sono le condizioni minime per un processo equo". Lo sottolinea l'eurodeputata di Avs (The Left) Ilaria Salis, in conferenza stampa a Strasburgo. L'Ungheria ha chiesto al Parlamento europeo di rimuovere l'immunità parlamentare di Salis.

"Mi auguro vivamente che il Parlamento Europeo decida di difendere lo Stato di diritto, decida di difendere i diritti umani e di non piegarsi alle prepotenze della democrazia illiberale di Viktor Orban", dice Salis, che aggiunge di non saper "dire" se ci sia effettivamente il rischio che il Parlamento europeo le revochi l'immunità parlamentare, rimandandola ad essere processata in un Paese che l'ha condotta in Aula ammanettata e al guinzaglio, ma "sta di fatto che comunque la richiesta da Budapest è arrivata. Dovrà essere trattata all'interno del Parlamento, seguendo tutte le procedure standard che si seguono in questi casi". La richiesta dell'Ungheria verrà esaminata dalla commissione Juri, seguendo un iter che prenderà "qualche mese".

I mesi in carcere

Nella prima parte degli oltre "15 mesi" trascorsi in custodia cautelare nelle carceri ungheresi, Ilaria Salis è stata sottoposta alla "tortura bianca", una tecnica di tortura psicologica che mira alla completa deprivazione sensoriale e all'isolamento del detenuto, particolarmente in voga in Iran, denuncia la stessa eurodeputata. "Io sono stata arrestata l'11 febbraio 2023 a Budapest - ricostruisce Salis - durante una retata della polizia, in occasione delle manifestazioni antifasciste contro la Giornata dell'onore. La Giornata dell'onore è una vergognosa commemorazione, dove ogni anno si radunano migliaia di neonazisti provenienti da tutta Europa". Il governo ungherese, continua Salis, "non solo non impedisce un evento del genere, ma anzi contribuisce a sostenerlo, a finanziarlo con soldi pubblici. Io sono stata tirata giù da un taxi, ammanettata, senza nessuna reazione, e poi sono stata accusata in modo arbitrario di fatti avvenuti nei giorni precedenti, rispetto ai quali io sono innocente, come ho sempre dichiarato. Non ci sono prove contro di me. Non sono stata riconosciuta tra gli aggressori né dalle vittime, né dai testimoni. Tuttavia, sono stata detenuta in custodia cautelare in carcere in Ungheria per oltre 15 mesi, in condizioni detentive disumane e degradanti, che sono state anche oggetto di interrogazioni parlamentari, sia qui presso il Parlamento europeo che presso il Parlamento italiano".

"Nei primi mesi - continua Salis - sono stata confinata, in condizioni igieniche raccapriccianti, in isolamento prolungato. Non ho avuto la possibilità di comunicare, neanche con la mia famiglia, per più di sei mesi. Sono stata sottoposta a ripetuti interrogatori, che miravano a fabbricare una confessione. Per tutto il periodo l'alimentazione, i prodotti igienici sono sempre stati carenti. Sono stata chiusa in cella per 23 ore al giorno. Ero in una condizione che si configura come tortura bianca. Il periodo di carcerazione cautelare è stato molto lungo e molto pesante per me. Tuttora sono esposta a un rischio enorme: rischio una pena enorme, fino a 24 anni di carcere duro".

Accordo Italia-Albania

Nella plenaria a Strasburgo, Salis parla dell'accordo Italia-Albania sui migranti. "Con la vergognosa operazione in Albania, di coloniale memoria, il governo italiano si è fatto avanguardia di un attacco europeo contro le migrazioni e il diritto - scandisce - Il tentativo, per ora fallito, di esternalizzare la detenzione in un campo di concentramento sul territorio straniero e di accelerare le procedure di valutazione e rimpatrio dei migranti rappresenta una crudele sofferenza e una umiliazione per le persone deportate in alto mare, trattate come umanità sacrificabile".

Per Salis, si tratta di "una prova di assoluta incompetenza, dato che l'illegittimità dell'operazione era evidente fin dall'inizio. E' una inquietante forzatura da destra del diritto internazionale, che tutela i diritti delle persone in movimento. Normalmente un governo che ha esposto il proprio Paese ad una simile figuraccia internazionale dovrebbe dimettersi, per manifesta incapacità e mancanza di etica. Il Parlamento Europeo dovrebbe prendere le distanze e condannare. L'operazione Albania dovrebbe essere immediatamente interrotta, mentre dobbiamo impegnarci per creare canali sicuri per la migrazione", conclude. Come aveva già fatto in un'altra occasione, Salis ha rifiutato le 'blue card', le domande che le volevano rivolgere altri eurodeputati, tra cui Susanna Ceccardi della Lega.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Ilaria Salis: “In Ungheria non ci sono condizioni per...

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L'eurodeputata: "In Ungheria tortura bianca contro di me. Spero che il Parlamento europeo non si pieghi alla democrazia illiberale di Orban"

Ilaria Salis (Fotogramma)

In Ungheria "non ci sono le condizioni minime per un processo equo". Lo sottolinea l'eurodeputata di Avs (The Left) Ilaria Salis, in conferenza stampa a Strasburgo. L'Ungheria ha chiesto al Parlamento europeo di rimuovere l'immunità parlamentare di Salis.

"Mi auguro vivamente che il Parlamento Europeo decida di difendere lo Stato di diritto, decida di difendere i diritti umani e di non piegarsi alle prepotenze della democrazia illiberale di Viktor Orban", dice Salis, che aggiunge di non saper "dire" se ci sia effettivamente il rischio che il Parlamento europeo le revochi l'immunità parlamentare, rimandandola ad essere processata in un Paese che l'ha condotta in Aula ammanettata e al guinzaglio, ma "sta di fatto che comunque la richiesta da Budapest è arrivata. Dovrà essere trattata all'interno del Parlamento, seguendo tutte le procedure standard che si seguono in questi casi". La richiesta dell'Ungheria verrà esaminata dalla commissione Juri, seguendo un iter che prenderà "qualche mese".

I mesi in carcere

Nella prima parte degli oltre "15 mesi" trascorsi in custodia cautelare nelle carceri ungheresi, Ilaria Salis è stata sottoposta alla "tortura bianca", una tecnica di tortura psicologica che mira alla completa deprivazione sensoriale e all'isolamento del detenuto, particolarmente in voga in Iran, denuncia la stessa eurodeputata. "Io sono stata arrestata l'11 febbraio 2023 a Budapest - ricostruisce Salis - durante una retata della polizia, in occasione delle manifestazioni antifasciste contro la Giornata dell'onore. La Giornata dell'onore è una vergognosa commemorazione, dove ogni anno si radunano migliaia di neonazisti provenienti da tutta Europa". Il governo ungherese, continua Salis, "non solo non impedisce un evento del genere, ma anzi contribuisce a sostenerlo, a finanziarlo con soldi pubblici. Io sono stata tirata giù da un taxi, ammanettata, senza nessuna reazione, e poi sono stata accusata in modo arbitrario di fatti avvenuti nei giorni precedenti, rispetto ai quali io sono innocente, come ho sempre dichiarato. Non ci sono prove contro di me. Non sono stata riconosciuta tra gli aggressori né dalle vittime, né dai testimoni. Tuttavia, sono stata detenuta in custodia cautelare in carcere in Ungheria per oltre 15 mesi, in condizioni detentive disumane e degradanti, che sono state anche oggetto di interrogazioni parlamentari, sia qui presso il Parlamento europeo che presso il Parlamento italiano".

"Nei primi mesi - continua Salis - sono stata confinata, in condizioni igieniche raccapriccianti, in isolamento prolungato. Non ho avuto la possibilità di comunicare, neanche con la mia famiglia, per più di sei mesi. Sono stata sottoposta a ripetuti interrogatori, che miravano a fabbricare una confessione. Per tutto il periodo l'alimentazione, i prodotti igienici sono sempre stati carenti. Sono stata chiusa in cella per 23 ore al giorno. Ero in una condizione che si configura come tortura bianca. Il periodo di carcerazione cautelare è stato molto lungo e molto pesante per me. Tuttora sono esposta a un rischio enorme: rischio una pena enorme, fino a 24 anni di carcere duro".

Si tratta, osserva Salis, di "una pena assolutamente sproporzionata rispetto ai presunti reati, in un Paese dove non ci sono le condizioni minime per un processo equo. Io sono stata condotta con mani e piedi incatenati, tenuta al guinzaglio, di fronte al giudice all'udienza del processo. Un trattamento del genere, oltre ad essere umiliante, rischia anche di influenzare negativamente il giudice. Quelle immagini, per fortuna, hanno suscitato un'ondata di indignazione quasi senza precedenti nel mio Paese. Anche la Commissione Europea, in una risposta scritta a un'interrogazione parlamentare sul mio caso, ha ribadito l'importanza del principio di presunzione di innocenza".

La Commissione, continua l'eurodeputata, "ha fatto riferimento a una direttiva europea, che vieta di presentare gli imputati come colpevoli in Tribunale attraverso l'utilizzo di strumenti di coercizione come le catene. Ricordo che l'Ungheria è stata ripetutamente richiamata e sanzionata dalle autorità europee per violazioni dello Stato di diritto, riguardanti, tra le altre cose, anche l'indipendenza della magistratura e i diritti umani. Dal 2018 l'Ungheria è sottoposta ad una procedura, ancora in corso, ex articolo 7 del Teu, per il rischio di violazione dei valori fondamentali dell'Unione".

"Vorrei porre al signor Viktor Orban, e al suo portavoce signor Zoltan Kovacs - prosegue Salis - una semplicissima domanda: ma davvero in Ungheria è normale affermare che una persona è un criminale, un delinquente, che ha commesso un reato, prima che sia stata emessa la sentenza da parte di un giudice? Non è ancora terminato nemmeno il primo grado di giudizio, eppure io sono già stata condannata dal signor Orban e dal signor Kovacs, come da moltissimi membri di Fidesz e anche dai Patrioti di altri Paesi, in quella che, per bocca dello stesso primo ministro, è stata definita una democrazia illiberale. Come possono i giudici esaminare con la necessaria obiettività e con la necessaria serenità un imputato che è dipinto come un delinquente, come un nemico pubblico, come un terrorista, perfino da un potere politico che cerca di ottenere una condanna a una pena esemplare? Com'è possibile - conclude - che in queste condizioni si svolga un processo?".

Accordo Italia-Albania

Nella plenaria a Strasburgo, Salis parla dell'accordo Italia-Albania sui migranti. "Con la vergognosa operazione in Albania, di coloniale memoria, il governo italiano si è fatto avanguardia di un attacco europeo contro le migrazioni e il diritto - scandisce - Il tentativo, per ora fallito, di esternalizzare la detenzione in un campo di concentramento sul territorio straniero e di accelerare le procedure di valutazione e rimpatrio dei migranti rappresenta una crudele sofferenza e una umiliazione per le persone deportate in alto mare, trattate come umanità sacrificabile".

Per Salis, si tratta di "una prova di assoluta incompetenza, dato che l'illegittimità dell'operazione era evidente fin dall'inizio. E' una inquietante forzatura da destra del diritto internazionale, che tutela i diritti delle persone in movimento. Normalmente un governo che ha esposto il proprio Paese ad una simile figuraccia internazionale dovrebbe dimettersi, per manifesta incapacità e mancanza di etica. Il Parlamento Europeo dovrebbe prendere le distanze e condannare. L'operazione Albania dovrebbe essere immediatamente interrotta, mentre dobbiamo impegnarci per creare canali sicuri per la migrazione", conclude. Come aveva già fatto in un'altra occasione, Salis ha rifiutato le 'blue card', le domande che le volevano rivolgere altri eurodeputati, tra cui Susanna Ceccardi della Lega.

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Ucraina, Kiev accusa: “Mosca aiuta Pyongyang sul...

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Kiev accusa: "Mosca aiuta Pyongyang sul nucleare". Attacchi russi uccidono 5 persone e ne feriscono 14

Guerra in Ucraina - (Afp)

La Corea del Nord ha inviato altre 1.500 truppe in Russia. A ritenerlo è l'intelligence sudcoreana. Come riporta l'agenzia sudcoreana Yonhap, si ritiene siano circa 3.000 i soldati nordcoreani trasferiti in Russia per sostenere la campagna militare russa in Ucraina e si prevede che entro dicembre saranno circa 10.000 le unità dispiegate. Si tratta di informazioni che sono state condivise dall'intelligence sudcoreana con i deputati durante un incontro a porte chiuse della Comitato parlamentare per la sicurezza.

Kiev accusa: "Mosca aiuta Pyongyang sul nucleare"

La Russia sta aiutando Pyongyang a eludere le sanzioni e a sviluppare le sue capacità nucleari in cambio di truppe e missili nordcoreani. Lo ha dichiarato il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov al quotidiano The Economist. Budanov aveva precedentemente rivelato che circa 11.000 soldati nordcoreani si trovano già in Russia e saranno pronti a combattere entro il 1° novembre, decisione che segnerebbe un rafforzamento della cooperazione militare tra Mosca e Pyongyang, con la Corea del Nord che fornisce già alla Russia proiettili di artiglieria e missili balistici per la guerra contro l'Ucraina.

Il sostegno della Russia alle capacità nucleari include la fornitura di tecnologie per armi nucleari tattiche più piccole e sistemi di lancio di missili sottomarini, ha affermato Budanov. L'evasione delle sanzioni può anche essere vitale per la Corea del Nord, che affronta pesanti restrizioni economiche al suo programma nucleare. La Russia ha bloccato il rinnovo di un programma di monitoraggio delle Nazioni Unite che supervisiona lo sviluppo di missili balistici e nucleari di Pyongyang.

Attacchi russi uccidono 5 persone

Gli attacchi russi in Ucraina hanno causato la morte di almeno cinque persone e il ferimento di almeno 14 nell'ultimo giorno. Lo hanno riferito le autorità regionali ucraine, aggiungendo che le difese aeree di Kiev hanno abbattuto 57 degli 81 droni Shahed lanciati durante la notte. La Russia avrebbe anche attaccato Odessa con un missile Kh-31P. Al momento non sono stati segnalati danni o vittime.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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