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Salute mentale, Levialdi Ghiron (Tor Vergata): “Ateneo per inclusione sociale”

'Università si apre sempre di più alla società per favorire l'integrazione non solo dal punto di vista didattico'

Salute mentale, Levialdi Ghiron (Tor Vergata):

"L'università è un luogo di creazione di cultura dal punto di vista didattico e scientifico, ma anche un luogo in cui ci si apre alla società in vari modi, favorendo l'inclusione sociale, realizzando iniziative congiunte con il territorio e con terreni non completamente esplorati. Sotto questo profilo, il nostro Ateneo ha intrapreso da diversi anni collaborazioni non solo con il Teatro Patologico, sui temi della salute mentale, ma anche una serie di iniziative attraverso un Prorettore delegato a questo specifico scopo. E' un Prorettore all'integrazione sociale". Lo ha detto Nathan Levialdi Ghiron, Rettore Università di Roma Tor Vergata durante lo spettacolo 'Pinocchio: una favola alla rovescia', a cura della Compagnia del Teatro Patologico, in scena questa sera al Parioli Costanzo di Roma. L’evento, nato da un’idea del senatore Antonio Guidi, è realizzato grazie al contributo non condizionato di Lundbeck Italia, con il patrocinio del Senato, del ministero della Salute, dell'Iss, del CNG-Consiglio Nazionale Giovani e di Tor Vergata

"Le iniziative future sono finalizzate a favorire ulteriormente l'inclusione, anche rispetto a ragazzi e ragazze provenienti dall'estero - ha poi concluso il Rettore- che spesso trovano molta difficoltà ad integrarsi nel nostro tessuto sociale, non soltanto a livello universitario. Sotto questo profilo facciamo dei corsi ad hoc per cercare di consentire un miglior ambientamento di queste persone all'interno del nostro ateneo".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Cronaca

Chiara Ferragni e pandoro gate, inchiesta per truffa...

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Sembra sia da escludere l'ipotesi che l'influencer possa farsi sentire dai titolari dell'indagine

Chiara Ferragni  - (Fotogramma/Ipa)

Una memoria per chiarire l'inconsistenza delle accuse. E' questa la strada intrapresa dalla difesa di Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata dalla procura di Milano per le presunte truffe legate alla vendita di pandori e uova di Pasqua.

I legali, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno incontrato stamane il procuratore aggiunto Eugenio Fusco: un incontro che rientra tra le iniziative previste dopo la notifica di chiusura delle indagini, avvenuta lo scorso 4 ottobre. Un dialogo tra procura e difensori che porterà i legali, nelle prossime settimane, a consegnare una memoria scritta e che sembra escludere, invece, l'ipotesi che l'influencer possa farsi sentire dai titolari dell'indagine.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Sanità, Siaarti: “Boom di chiamate al numero verde...

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Giarratano: "Non può più essere ignorato, con il numero verde diamo ai cittadini una risposta immediata e concreta"

Sanità, Siaarti:

La Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) celebra il successo del numero verde gratuito 800 624 244, lanciato ieri per supportare i pazienti affetti da dolore cronico. Nel solo primo giorno di attività - riferisce una nota - il servizio ha già registrato oltre 1.000 chiamate, confermando l'importanza di questa iniziativa per la cittadinanza, in una situazione in cui soffrono di dolore cronico 9,8 milioni di persone in Italia. Il numero verde, pensato non per fare diagnosi o terapia, ma per fornire ai pazienti un orientamento sui centri di terapia del dolore presenti in ciascun territorio, ha dimostrato fin da subito di rispondere a un bisogno reale e urgente. Le numerose richieste di assistenza arrivate confermano la necessità di migliorare l'accesso alla terapia del dolore e di sensibilizzare il pubblico sui diritti garantiti dalla Legge 38/2010.

Il lancio del servizio ha coinciso con l'evento 'Emergenza dolore: linea diretta con i pazienti', che si è tenuto in Senato. Nell'occasione, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha inviato un messaggio di sostegno, sottolineando l'importanza del nuovo servizio nel migliorare la qualità della vita di chi soffre di dolore cronico: "Con la Legge n. 38 del 2010, l'Italia è stata pioniera in Europa delineando un quadro organico per garantire un'assistenza qualificata e appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore per il malato e la sua famiglia - ha affermato il ministro - Il nostro costante impegno oggi è assicurare la piena applicazione di questa legge in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale".

Antonio Giarratano, presidente Siaarti 2022-2024, ha ribadito l'impegno della società scientifica nel dialogo con le istituzioni e nel promuovere un approccio multidisciplinare alla gestione del dolore. "Nell'ultimo triennio - ricorda - Siaarti ha cercato il confronto con le istituzioni, nella speranza di far recepire quanto contenuto nelle nostre linee guida e nelle buone pratiche cliniche, con l'obiettivo, che è quello proprio della società, di migliorare la salute pubblica e la qualità di vita dei pazienti. Come già dimostrato nel supporto al Manifesto sociale contro la sofferenza, stilato alla fine del 2021 da Siaarti in collaborazione con altre società scientifiche e con le associazioni dei cittadini, se da un lato siamo convinti che lo specialista di riferimento per la terapia del dolore sia l'anestesista-rianimatore-terapista del dolore, dall'altro è fuori dubbio che l'approccio al dolore dei nostri pazienti debba essere multidisciplinare e complessivo, a partire dai medici di medicina generale".

"La terapia del dolore - rimarca Giarratano - ha costi elevati nel trattamento delle forme più complesse, ma anche il costo sociale del dolore cronico è alto: se funzionasse, in tema di dolore, l'integrazione tra ospedale e territorio, infatti, si potrebbe risparmiare su altri capitoli nell'ambito di quei 61,9 miliardi di euro di costi sociali che il dolore cronico ha ogni anno".

"Con l'iniziativa di oggi e il lancio del numero verde sul dolore, Siaarti vuole dire ai cittadini-pazienti che siamo dalla stessa parte e, in particolare, noi anestesisti-rianimatori siamo gli specialisti di riferimento per la terapia del dolore. Vogliamo sfatare l'idea che purtroppo molti ancora hanno, per cui il dolore sia qualcosa di cui vergognarsi o una forma di debolezza - evidenzia Elena Bignami, futura presidente Siaarti 2025-2027 - Ci impegniamo a organizzare tra 3 anni una nuova iniziativa pubblica, in primo luogo per vedere i risultati raggiunti a livello sociale e umano ma anche per fare un sunto dei dati raccolti e sulle necessità che si manifestano maggiormente in alcune regioni, che ci aiuteranno nella creazione di una medicina sempre più personalizzata".

"Per il buon funzionamento di una rete di terapia del dolore, occorre garantire innanzitutto il buon funzionamento dei centri che rappresentano i suoi nodi. Il centro di terapia del dolore, collocato all'interno della rete, è una Unità operativa ospedaliera le cui prestazioni in regime di ricovero ordinario devono essere identificate dal codice di disciplina n. 96 - sottolinea Alessia Violini, responsabile Area culturale dolore Siaarti - Tale Unità operativa dovrebbe essere indipendente dai servizi di anestesia e rianimazione, sia dal punto di vista organizzativo che in termini di budget".

Anche Silvia Natoli, responsabile della Sezione Siaarti dolore cronico e prossima responsabile dell'Area culturale dolore 2025-2027, evidenzia la necessità di migliorare il riconoscimento della terapia del dolore nel Sistema sanitario nazionale: "Dal rapporto Censis-Grünenthal, secondo l'86,7% degli intervistati sarebbe importante che ci fosse uno specialista dedicato al dolore nel sistema sanitario nazionale: ma noi anestesisti-rianimatori ci siamo già - ricorda Natoli - Evidentemente i nostri pazienti non lo sanno. Sui 9,8 milioni di pazienti che soffrono di dolore cronico in Italia, solo 800.000 nei nostri centri di terapia del dolore. E gli altri chi li tratta? O perché non sono curati? Perché c'è questa dispersione?", si chiede. "La mancanza di identità e riconoscimento della nostra disciplina e di noi anestesisti-rianimatori è ciò che dobbiamo combattere", aggiunge.

La giornata è stata organizzata col supporto non condizionante di Grünenthal. "E' importante sottolineare il contributo dato proprio da aziende come Grünenthal, che senza condizionamenti supportano le campagne di sensibilizzazione nei confronti della politica e della società civile sul tema del dolore", è il commento di Giarratano. "Grünenthal è un'azienda impegnata in Italia da oltre 45 anni nell'area del dolore: abbiamo contribuito ad evolvere la gestione del dolore nel nostro Paese e continuiamo a farlo attraverso iniziative di sensibilizzazione per i cittadini e di informazione scientifica e formazione per i clinici - dichiara Laura Premoli, General Manager di Grünenthal Italia - Questo nostro impegno è orientato allo sviluppo di una cultura condivisa sul dolore; si basa su partnership costruttive e trasparenti con le società scientifiche e istituzioni concretizzandosi attraverso il supporto a iniziative per il paziente e la comunità scientifica quali il Manifesto contro il dolore, il rapporto Censis-Grünenthal e oggi con il supporto al numero verde Siaarti, utile e accessibile. Auspichiamo che assieme alle istituzioni, agli specialisti e a tutti gli stakeholder si possa agire tutti, sempre più uniti e determinati a raggiungere questi obiettivi".

Il numero verde 800 624 244 continuerà a essere a disposizione dei pazienti in tutta Italia - conclude la nota - offrendo un canale diretto e gratuito per ottenere informazioni sui propri diritti e orientamento.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Cronaca

Dalla Milano da bere ad Aldo Giovanni e Giacomo, così dal...

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Il racconto di Saverio, da 37 anni alla guida del tram

Dalla Milano da bere ad Aldo Giovanni e Giacomo, così dal mio tram ho visto la città cambiare

Immaginate di incontrare Giovanni Storti alla fermata, salire su un tram di Milano e fingersi controllore dicendo 'biglietti, biglietti'. È il famoso sketch del trio Aldo, Giovanni e Giacomo: "Un classico, mi prendeva sempre in giro così quando saliva a bordo, e tutti a ridere" racconta con il sorriso all'Adnkronos Saverio Rizzitello, tranviere milanese: "Sono 37 anni che faccio questo mestiere, ho visto Milano cambiare dai finestrini dei tram". Ricordi tanti, nemmeno un rimpianto: Saverio ha sempre preferito stare alla guida, piuttosto che avanzare di carriera magari diventando istruttore. "Questo lavoro - dice con una punta di orgoglio - mi ha permesso di crescere una famiglia". Grazie ai turni flessibili, per 15 anni ha fatto anche il dirigente calcistico: "Per la squadra del mio quartiere, l'Afforese: ci giocava mio figlio".

L'avventura inizia nel 1987, mitico Tram Carrelli: dal 1928 simbolo della città. "Ancora oggi - dice Saverio - circolano in 125 esemplari: ha un fascino senza tempo". La storia della sua famiglia, simbolo dell'Italia del riscatto: suo padre, dopo il servizio militare a Baggio, trova lavoro in fonderia grazie a una suora. Conosce la madre di Saverio, cameriera presso un avvocato, che gli segnala un concorso all’Atm. Lo vince, iniziando come bigliettaio e concludendo la carriera come capo guardia al deposito Messina, lo stesso dove lavorava anche Saverio. "Per un breve periodo ci incrociavamo al deposito", racconta con orgoglio, testimone di una tradizione familiare legata alla città, all'azienda, alle rotaie.

Quando arriva a Milano, racconta Saverio, la città è tutta a nozze di aperitivi, sorrisi e belle auto: ideologia yuppies e finanza rampante. È la Milano da bere: "Proprio quella lì, dell'Alemagna e la Motta", dice Saverio che ricorda anche l'altra Milano, quella popolare: "La gente saliva sul tram e ti salutava. C'era la vecchietta che ti dava l'allesso, il signore che ti chiedeva come andava la giornata. Un mondo più lento, più a misura d'uomo". Il tram, spiega, era una specie di piazza: calcio, politica, si discuteva di tutto. Ogni fermata, racconta, un nuovo capitolo di chiacchiere: ogni discesa, un'altra pagina di battute. "Non trovi più lo juventino che ti sfotte perché sei interista". A essere cambiati, dice, non sono solo i rapporti di forza in campionato: "Sono tutti presi dai loro cellulari, tutti a correre". Il tempo è declinato al futuro, il suono è il silenzio: lo spazio, dice Saverio, "è ormai pura velocità".

E non è solo una questione filosofica. Per i guidatori di tram, dice, la vita oggi è diventata più difficile. Il traffico si è moltiplicato, e con lui anche i rischi. "Ci sono biciclette, monopattini che saltano su e giù dai marciapiedi. Noi dobbiamo stare attentissimi, perché la distrazione è ovunque". E poi i pedoni, con gli occhi incollati allo schermo: "Devi badare tu a loro", racconta. I milanesi corrono, ma i tram, giura Saverio, devono continuare a sferragliare più forte: "Noi guidavamo 30 anni fa e guidiamo ancora oggi. Certo, i rapporti con le persone sono cambiati, ma è una professione che regge la città, ed è una cosa che va mantenuta bella, allegra: sono orgoglioso di fare questo mestiere". E con una battuta di Giovanni Storti, forse, qualche risata in più sul tram si può ancora fare. (Ape).

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