Imprese, Mutti (Centromarca): “Marca è modo con cui l’italianità può andare nel mondo”
"Quando si parla di qualcosa di eccellente, automaticamente ciò che affiora alla mente è un nome, un brand o l'autore di quella realizzazione e la marca ne è la sintesi. La marca è il modo con cui l'italianità può andare nel mondo. Noi non vendiamo un prodotto all'estero, come sistema Paese, ma uno o tanti marchi, per questo siamo diventati importanti e stiamo continuando a crescere. Ciò, infatti, contribuisce in modo attivo e proattivo alla ricchezza anche della nostra bilancia commerciale".
Con queste dichiarazioni, Francesco Mutti, presidente di Centromarca, a margine dell’evento di presentazione delle evidenze della ricerca ‘La Marca crea valore per l’Italia’, promossa da Centromarca e condotta da Althesys sul valore condiviso dell’industria di marca sul sistema Paese.
"Stiamo parlando, infatti, di oltre 87 miliardi di euro di Valore Condiviso. Questi sono i dati che la ricerca di Althesys ci ha appena comunicato. Si tratta di un valore di filiera, quindi con ricadute sia sulle aziende, ma anche sul mondo agricolo, sul mondo della logistica, della trasformazione, della distribuzione e sulle persone che lavorano all'interno del sistema del mondo Marca - spiega - in quanto lo studio di Althesys illustra che l'analisi sulla crescita dei salari dal 2019 al 2023, seppur in un momento in cui il Paese ha sofferto di un incremento di inflazione importante, è stata, però, fortemente più che controbilanciata da una crescita di oltre il 17% e questo rappresenta un modello positivo di sviluppo”.
Il presidente Mutti, prosegue poi, illustrando la visione di Centromarca sulla tassazione sui consumi: “Noi vediamo la tassa sui consumi come un ostacolo. Pertanto, è necessario vivere questa filiera come una generatrice di valore e di risorse, stando attenti, al contempo, alle tasse sui consumi. Essi, infatti, ricadono sul carrello della spesa dei nostri consumatori, riducendo la loro capacità di acquisto - sottolinea - Di conseguenza, a nostro avviso si tratta di una tassazione sbagliata e verso la quale cerchiamo di opporci strenuamente. Non dev'essere, infatti, attraverso le tasse che si cambiano le abitudini di consumo dei nostri consumatori”.
“Con il passare del tempo emerge sempre di più come la dimensione media delle nostre aziende sia incompatibile con un mercato che si sta allargando. Quando, ad esempio, facciamo un focus nel mondo dell'alimentare, ci rendiamo conto che oltre il 50% delle esportazioni sono fatte dallo 0,2% delle aziende italiane. Ciò significa che abbiamo un bacino di aziende che, purtroppo, dimensionalmente sono troppo piccole per riuscire a competere sul mercato domestico e non solo, soprattutto quando affrontiamo in modo sistemico e sistematico i mercati internazionali - continua Mutti - Pensiamo anche a tutti i cicli di innovazione ai quali saremo esposti: quando parliamo di intelligenza artificiale, un conto è andare ad applicarla su un’azienda di dimensioni medio grandi, ma stiamo parlando di aziende relativamente piccole, non di grandi multinazionali. Quando l'azienda è troppo piccola, queste innovazioni rischiano solamente di indebolirla. Noi oggi dobbiamo fare una riflessione profonda affinché questo tessuto industriale importantissimo non vada sprecato, ma ci siano sistemi per migliorare e agevolare l'aggregazione e la capacità di creare dei campioni a livello nazionale, che possano sostenere tutta la singola filiera”.
“L'ecosistema nel quale si sviluppano le aziende è la capacità di creare l'habitat ideale affinché le singole aziende possano prosperare, generando ricchezza per i lavoratori e posti di lavoro, non solo come unità, ma come qualità, in termini retributivi e di valore di lavoro svolto. Quindi, è necessario che i singoli governi creino opere condivise affinché, una volta determinata in modo chiaro una direzione, si possa continuare. Una tra le caratteristiche più importanti delle imprese è poter godere di una tranquillità temporale - illustra - Quindi, è necessario prendere alcune direzioni che possano essere mantenute. Oggi, quando si parla di capacità competitiva del sistema Paese, la prima parola che viene in mente è energia. Tuttavia l'Italia, oggi, dal punto di vista energetico, ha dei costi non sostenibili e la capacità di migliorare da questo punto di vista sarebbe un grande successo da parte del governo”.
Infine, Mutti riassume dove indirizzare gli investimenti volti alla crescita delle aziende: “Come Centromarca oggi abbiamo portato una serie di proposte a costo zero. Uno tra gli elementi su cui continuiamo costantemente a batterci è quello della legalità: le aziende che non rispettano la legalità sono aziende che svolgono una competizione scorretta, che non si basa sulla capacità del saper fare, ma si basa viceversa sul non rispetto delle norme e delle leggi e quindi una competizione sleale. Dal punto di vista degli investimenti, siamo contro le tassazioni sui consumi e siamo, invece, molto favorevoli a politiche fiscali di incentivazione, affinché la taglia media della dimensione italiana delle aziende possa crescere e creare dei campioni nazionali, che possano aprire a tutta la filiera dei mercati internazionali e portare l'eccellenza, che è rappresentata dal marchio del Made in Italy, nel mondo”, conclude.
Economia
G7, Leonardo Maria Del Vecchio: “Per noi fattore...
"Per noi il fattore critico di successo è stabilire partnership con i governi, le istituzioni internazionali e locali, le Ong e le associazioni. Quando lavoriamo con i governi e con i partner giusti, possiamo avere un impatto che cambia la vita di molte persone e dell'economia. Un esempio è la collaborazione con l’Unhcr, nell’ambito della quale ci siamo assunti l’impegno di assistere 100.000 rifugiati garantendogli l’opportunità di entrare a far parte del nostro gruppo, coinvolgendoli nei processi di assunzione del personale di EssilorLuxottica, in linea con uno dei valori più importanti del nostro gruppo, l'inclusione". Ad affermarlo è Leonardo Maria Del Vecchio, il presidente della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia che oggi ha partecipato alla Riunione del G7 sullo sviluppo a Pescara alla quale hanno partecipato i ministri dello sviluppo dei paesi G7, la commissaria europea per i partenariati internazionali, i ministri dei paesi partner invitati, capi di organizzazioni internazionali e personalità del mondo imprenditoriale.
Obiettivo principale della riunione era consolidare il nuovo approccio strategico verso l’Africa promosso dall’Italia e fondato su partenariati paritari e crescita condivisa. Si è discusso di istruzione, sanità, disuguaglianze nell’accesso e distribuzione di strumenti di prevenzione, terapeutici e diagnostici. Con i rappresentanti del settore privato si sono approfondite strategie comuni per salvaguardare la salute delle popolazioni locali e la sicurezza sanitaria globale.
Del Vecchio in occasione della riunione ha sottolineato come nel mondo vi siano 2,7 miliardi di persone che vivono con problemi di vista non corretti i quali influiscono sul modo in cui questi individui imparano, lavorano e interagiscono col mondo esterno. A loro è dedicato l’operato della Onesigth EssilorLuxottica Foundation che nel mondo ad oggi ha dato accesso a cure oculistiche a quasi un miliardo di persone e donato circa 100 milioni di occhiali da vista.
Economia
Elettricità Futura, come è arrivata la svolta per la...
La ricostruzione dei passaggi che hanno portato all'avvio del processo per il cambio di governance
A questo punto, c'è anche l'ufficialità. Elettricità Futura, l’associazione che riunisce la filiera industriale nazionale elettrica, va verso un cambio di governance. In un comunicato stampa diffuso oggi, il presidente uscente Agostino Re Rebaudengo ha confermato che è stata avviata la procedura con cui sarà individuato il suo successore. L'Adnkronos può ricostruire il percorso che ha portato alla decisione formalizzata ieri.
A portare all’uscita di Re Rebaudengo è stato un percorso avviato da 8 aziende, che, forti del proprio peso associativo e di rappresentanza, hanno richiesto la convocazione di un’assemblea straordinaria in cui votare una mozione per la revoca del suo mandato. Questo, perché l’azione del Presidente uscente è stata ritenuta poco incisiva ed efficace rispetto alle sfide del settore. Nel comunicato di oggi, emesso a nome dall’associazione, Re Rebaudengo sembra voler smentire le voci sul malcontento generato dalla sua gestione nel settore, suggerendo che solo poche società si sarebbero espresse contro di lui: "Tutti gli Associati intervenuti nel dibattito hanno ringraziato il Presidente e manifestato grande apprezzamento per il suo lavoro, il suo impegno e i risultati raggiunti nei quattro anni. L’Assemblea - si legge ancora nella nota - ha riconosciuto al Presidente Re Rebaudengo la sensibilità di aver saputo interpretare il confronto interno sollecitato recentemente da 8 aziende tra le oltre 500 associate – e non dall’80% degli Associati come erroneamente riportato in numerosi articoli stampa".
Una ricostruzione che può essere però considerata come una ricostruzione personale. A sostenere la tesi di un profondo e ampio dissenso maturato nel tempo ci sono infatti proprio i numeri che emergono con chiarezza andando un po' più in profondità. Le 8 società, che sarebbero gli Associati più grandi, avrebbero raccolto ulteriori adesioni da parte di numerose aziende iscritte e convinte dell’opportunità di un cambio di governance, al punto che in prossimità dell’assemblea straordinaria, convocata per il 14 ottobre, tra gli iscritti a partecipare si potevano contare voti pronti a favore della revoca per quasi l’80%. E la percentuale fornisce quindi un chiaro orientamento dell’associazione.
Perché, allora, non si è arrivati al voto sulla revoca? Una riunione del Consiglio Generale, che si è tenuta per favorire l’armonia associativa, ha portato alla decisione condivisa di superare la situazione senza una votazione. In questo modo si è voluto evitare di mettere alla porta il Presidente uscente, in modo che fosse lui stesso a traghettare Elettricità Futura verso il cambio. Il percorso di rinnovo prevede ora la nomina dei saggi che comporranno la commissione di designazione e si occuperanno di effettuare le consultazioni per il vaglio delle candidature al ruolo di Presidente.
Economia
Agricoltura: a Bari buyer esteri alla scoperta...
A Bari “Table Grape Business Tour”, un’iniziativa promossa dal Masaf e realizzata in collaborazione con Ismea
In occasione della prima edizione di “Luv”, la fiera europea interamente dedicata alla filiera dell’uva da tavola, si è svolta a Bari un’attività di incoming per buyer e importatori esteri, organizzata dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, in collaborazione con Ismea.
L’iniziativa, denominata “Table Grape Business Tour”, segue di qualche settimana un’analoga attività organizzata in Trentino Alto Adige a favore, in questo caso, della filiera melicola. Al pari delle mele, l’uva da tavola rappresenta uno dei prodotti ortofrutticoli italiani a maggior vocazione all’export, con un valore delle esportazioni che nel 2023 ha superato gli 820 milioni di euro (+13% sul 2022), e una crescita ancora più marcata nei primi 7 mesi di quest’anno (+36%). L’Italia è il primo produttore europeo di uva da tavola e il terzo esportatore mondiale dietro il Perù e i Paesi Bassi, con una quota del 10% degli scambi globali del settore. Un posizionamento ottenuto grazie alla riconosciuta qualità delle sue varietà storiche alle quali, nel tempo, è stato affiancato un numero crescente di nuovi impianti di varietà seedless, oggi maggiormente richieste dai mercati.
Il Table Grape Tour ha visto la partecipazione di buyer e importatori provenienti da Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Polonia, Vietnam e Canada individuati dal Masaf e dall’Ismea con il supporto di Ice e il coinvolgimento operativo della Cut, Commissione Italiana Uva da Tavola. Dal 22 al 24 ottobre la delegazione estera è stata coinvolta in una serie di attività e incontri per rafforzare le relazioni commerciali internazionali del comparto, tra cui visite in importanti realtà produttive e di confezionamento pugliesi, incontri B2B presso la Fiera Luv con le principali organizzazioni di produttori nazionali e momenti dedicati alla scoperta del territorio, delle sue tradizioni enogastronomiche e culturali.