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Si contenderanno i 4 posti della categoria 'Nuove Proposte' del Festival. La sfida parte il 12 novembre

Dal sito ufficiale del Festival di Sanremo

Scelti i 24 artisti di Sanremo Giovani 2024. La sfida parte da martedì 12 novembre: cinque appuntamenti settimanali con Alessandro Cattelan in seconda serata su Rai 2 (ma anche su Radio2 e RaiPlay), per scoprire i finalisti che il 18 dicembre, su Rai 1, si contenderanno 4 posti per il Festival di Sanremo, categoria 'Nuove Proposte'. I giovani artisti dovranno sfoderare le migliori armi per convincere la Commissione Musicale composta da Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia (insieme a Carlo Conti e Claudio Fasulo, giurati fuori onda), per conquistare poi in 12 la 'semifinale' del 10 dicembre, sempre condotta da Cattelan su Rai 2 (e in simulcast su Rai Radio2, con il commento di Giulia Nannini, Julian Borghesan e Giorgiana Cristalli).

Infine, i 6 più votati (più 2 artisti provenienti da 'Area Sanremo') approderanno al Teatro del Casinò di Sanremo per la finalissima del 18 dicembre e da lì il Teatro Ariston e il Festival di Sanremo 2025. Dopo le audizioni dal vivo, che hanno visto ieri, mercoledì 23 ottobre, sfilare sul palco della Sala A di via Asiago a Roma i 46 selezionati tra i 564 iscritti a Sanremo Giovani, la Commissione musicale - presieduta dal Direttore artistico Carlo Conti ha svelato i nomi dei 24 semifinalisti.

"Il nuovo panorama musicale proposto a Sanremo Giovani è molto vario, si spazia dalla musica d'autore al pop, dal rap alle nuove sonorità”, dichiara Carlo Conti. “Abbiamo ascoltato tante canzoni, tanta bella musica e testi mai banali, in molti casi anche su temi significativi. In ogni concorrente abbiamo scoperto storie interessanti, sogni, speranze, e soprattutto tanta energia; alcuni stupiranno il pubblico sia per la musica che per i contenuti. Da ragazzi giovanissimi non ti aspetti una tale maturità artistica - prosegue Conti - invece sono già pronti e consapevoli della propria forza, sapendo tenere molto bene il palco. La Commissione ha privilegiato soprattutto gli artisti, non solo la canzone presentata in gara. L'augurio è che i ventiquattro selezionati facciano davvero un lungo ed esaltante percorso artistico, così come anche i tantissimi che hanno partecipato sin qui alle selezioni abbiano presto l’occasione di dimostrare con successo ciò che valgono”.

Chi sono

Gli artisti selezionato sono: Alex Wyse con il brano 'Rockstar', Angelica Bove con 'La nostra malinconia'; Angie con 'Scorpione'; Arianna Rozzo con 'J'adore'; Bosnia con 'Vengo dal Sud'; Ciao Sono Vale con 'Una nuvola mi copre'; Cosmonauti Borghesi con 'Aurora Tropicale'; Dea Culpa con 'Nuda'; Giin con 'Tornare al mare'; Grelmos con 'Flashback'; Mazzarriello con 'Amarsi per lavoro' e Mew con 'Oh my god'. E ancora: Mosca Drunkard con 'Trinacria'; Nicol con 'Come mare'; Orion con 'Diamanti nel fango'; Questo e Quello con 'Bella balla'; Rea con 'Cielo aperto'; Sea John con 'Se fossi felice'; Selmi con 'Forse per sempre'; Settembre con 'Vertebre'; Sidy con 'Tutte le volte'; Sinergy con 'Fiamma'; Tancredi con 'Standing Ovation' e Vale Lp e Lil Jolie con 'Dimmi tu quando sei pronto per fare l'amore".

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Spettacolo

La Rappresentante di Lista: “In ‘Giorni...

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Esce il 25 ottobre il nuovo lavoro di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, il loro quinto lavoro in studio. E su Sanremo non hanno dubbi: "Abbiamo dato"

La Rappresentante di Lista, al secolo Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (foto Simone Biavati)

"Vogliamo comunicare la voglia di disobbedire e dire no a questi finti giorni felici, a questo assopimento del mondo". Dritti al punto, come sempre. Così come il nuovo album di La Rappresentante di Lista, ‘Giorni Felici’ in uscita venerdì 25 ottobre, che ha come fil rouge l’emotività umana in rapporto col mondo e il disagio sociale e culturale che ne deriva. Ma non solo. Il titolo del disco del duo siciliano Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina è anche un richiamo a 'Happy Days', dramma di Samuel Beckett del 1961, nel quale lo scrittore irlandese manda in scena la misera condizione umana, estrema e disperata.

"L'opera di Beckett parla di quanto a volte gli esseri umani pensano di stare vivendo giorni felici e in realtà sono intrappolati dentro una realtà sempre uguale a sé stessa - spiega Dario all'AdnKronos - Willie e Winnie, i protagonisti della pièce, nella loro quotidianità sono in trappola ma non lo sanno". 'Giorni Felici' è il quinto album in studio del duo, ed è stato anticipato dai singoli ‘Paradiso’ e ‘La città addosso’. Sulla copertina è raffigurata una casa colorata in stile acquerello: "Appare rassicurante di primo impatto ma poi il palloncino in primo piano ha questo sorriso che rivela del disagio - spiega Veronica -. Invece di guardare al mondo esterno, alle volte i luoghi che consideriamo sicuri sono quelli che possono inghiottirci, che possono scatenare le brutalità più potenti e la violenza più grande. E' quello che raccontiamo, ad esempio, ne ‘La città addosso', dove la tv dice che è tutto a posto ma poi ci si rende conto che non si è scelto per sé qualcosa di giusto e che si deve sottostare a regole imposte da qualcun altro".

Quanto alla genesi dell’album, racconta Dario, "le canzoni nascono sempre in momenti insospettabili, quasi da sole, ed emergono dalla vita, permettendo di raccontare quello che stai vivendo in maniera poetica, sublimando il dolore. Sono due anni che scriviamo canzoni e alcuni passaggi sono coetanei di ‘Ciao ciao’ (la hit portata a Sanremo nel 2023, ndr)”. Con contenuto, stile, sperimentazione e influenze musicali alternative per questo disco, che vanno dai Liquido ai Cardigan, dai Radiohead ai Talking Heads, fino a Verdena e Pj Harvey, il duo vanta un background di tutto rispetto. Veronica e Dario si sono conosciuti a teatro, durante le proteste di un gruppo di artisti che avevano riaperto il Teatro Garibaldi e oggi hanno all’attivo quattro album in studio, due album live, e nei loro 13 anni assieme hanno calcato i palchi di tutta Italia e non solo.

Impossibile nascondere un certo disappunto sullo stato attuale della cultura in Italia. "Sicuramente non sta andando come ci piacerebbe in alcuni ambiti - dicono i due artisti - con un ministro della Cultura così…ci sono persone che fanno un bellissimo lavoro di comunicazione, però se parliamo della musica italiana non solo c’è assopimento ma si spegne il cervello e via di cassa dritta". Come la trap. "Ha dato dei bellissimi colpi alla scena musicale italiana ma anche nel pop ci sono canzoni che non dicono niente" sostengono Dario e Veronica.

Tra una manciata di settimane i due con torneranno sui palchi dei super club italiani, con LRDL 2024 tour, insieme ai musicisti che negli anni li hanno accompagnati dal vivo e che -avvicinando l’attività in studio e quella live- sono stati coinvolti anche nelle registrazioni del nuovo materiale discografico. "Stiamo facendo le prove musicali, possiamo solo dire che ci sarà una super band di cui siamo molto contenti e che sarà uno spettacolo a 360 gradi. Questo concerto è costruito per il club, non c'entra niente il teatro". A proposito di teatri, su un possibile ritorno all'Ariston i due rispondono decisi: "Sono cinque anni che andiamo, in gara o come ospiti, quindi abbiamo dato".

(di Federica Mochi)

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Spettacolo

Claudia Pandolfi è la mamma di Andrea Spezzacatena al...

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Il giovane si tolse la vita dopo aver subito atti di bullismo: il film 'Il ragazzo dai pantaloni rosa' presentato alla Festa del cinema di Roma racconta la sua storia

Claudia Pandolfi ad Alice nella città - Fotogramma / Ipa

"Come dice Teresa Manes, è stato il silenzio ad uccidere Andrea. Serve educazione alla fragilità". Così all’Adnkronos Claudia Pandolfi che torna al cinema nei panni di Teresa, la mamma di Andrea Spezzacatena, che nel 2012 si è tolto la vita dopo aver subito atti di bullismo e cyberbullismo. La sua storia prende vita sul grande schermo ne ‘Il ragazzo dai pantaloni rosa’ - come il nome della pagina Facebook attraverso cui i bulli scrivevano insulti omofobi e minacce contro Andrea - presentato oggi ad Alice nella Città (sezione autonoma e parallela alla Festa del Cinema) e dal 7 novembre nelle sale con Eagle Pictures.

"Da donna, da mamma e da essere umano mettermi nei panni di Teresa Manes è stato impossibile dal punto di vista emotivo", racconta Pandolfi, che quando ha "incontrato Teresa pensavo di trovarmi davanti una donna in crisi. E invece no. È diventata una specie di monolite con un'elaborazione profondissima del suo dolore e dei suoi sensi di colpa. Si è chiesta mille volte 'cosa non ho colto?'. Ma io - prosegue - la capisco perché aveva deciso di rispettare la privacy di un adolescente che torna in casa e non ha voglia di raccontarti la giornata. Ci sta". Andrea, dal canto suo, "ha pensato di poter gestire quel suo disagio". La vita dei ragazzi di oggi, secondo l'attrice, "è performante. Sui social vieni costantemente giudicato da una massa difficile da contenere".

In passato, lontano dai social media, "ci voleva coraggio ad andare a picchiare qualcuno. Oggi non ci vuole coraggio a insultare qualcuno dietro una tastiera. Ma quel commento fa più male di un cazzotto in faccia perché aderiscono molte persone". Serve "educazione digitale ma anche emotiva. La situazione - dice Pandolfi - è sfuggita di mano" e "gli adulti sono distratti da loro stessi. Con i social hanno dato alla vanità una priorità importante nella vita". Da mamma "ho una certa attenzione nei confronti dei miei figli, cerco di non farli aderire al male", conclude. (di Lucrezia Leombruni)

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Spettacolo

L’uomo dietro il campione. Sinner si racconta in...

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 - AFP

Un bilancio sulla stagione in chiusura, per mettere a fuoco gli obiettivi futuri tra racconti di sport e di vita, alla scoperta dell’uomo oltre che del tennista, anche da un’inconsueta prospettiva vista da uno Jannik fuori dal campo. Arriva il 25 ottobre il nuovo episodio della serie di interviste al numero uno del ranking mondiale Atp, Jannik Sinner, realizzate da Sky Sport. Sinner si racconta a 360°: i suoi sogni, i traguardi da raggiungere e le difficoltà che ha dovuto affrontare in questa stagione, a partire dal caso Clostebol.

“Jannik – Oltre il tennis” si pone l’obiettivo di raccontare un ragazzo attraverso un tempo che nelle interviste classiche non c’è. “È lenta, riflessiva e si apprezza Jannik perché ha tanto da dire” dice all’Adnkronos Federico Ferri, direttore di Sky Sport. Spesso si è raccontato Sinner come un campione di poche parole o che parla male, mentre “parla il giusto e parla benissimo” e, soprattutto, “sa leggersi dentro”. Un tratto che accomuna i grandi campioni di questa generazione che secondo Ferri “hanno una grande capacità di analizzarsi e parlare di sé in terza persona quasi come se riuscissero a vedersi dentro e trovassero un senso di responsabilità nei confronti degli altri nel condividere”.

Il campione muta negli anni, da essere 11° nel ranking Atp a diventare il numero uno assoluto a soli 23 anni, ma dal punto di vista umano è sempre lo stesso, “non ha cambiato il suo atteggiamento nei confronti del tennis”. Dove è cambiato, secondo Ferri, “è nella crescita continua che dimostra”, a maggior ragione in una stagione dove ha dovuto affrontare grandi difficoltà, come l’accusa di doping da Clostebol per la quale è stato poi scagionato da un'indagine indipendente dell'Itia - l'International Tennis Integrity Agency – che parlava di “assunzione inconsapevole”. Secondo il direttore di Sky Sport “è come se lo Jannik Sinner di quest’anno fosse più consapevole. Un tratto ricorrente è ‘quest’anno ho imparato che’, ‘quest’anno ho capito tante cose’. Lo dice spesso e in questa intervista ha condiviso tanto”.

Per Sinner questo “è un modo per restituire” aggiunge Ferri. Restituire a tutti i fan e tifosi qualcosa, un’emozione, un piccolo stralcio sulla sua quotidianità, mostrare che non è solo un campione, ma anche un essere umano. Un atteggiamento rispettoso del proprio sport, della persona e di chi ti segue.

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