In Australia questa influenza è stata particolarmente severa
La prossima stagione influenzale si preannuncia intensa, con circa 14 milioni e mezzo di casi attesi tra influenza, infezioni respiratorie e Covid-19. In Australia questa influenza è stata particolarmente severa, con numerose ospedalizzazioni.
Cronaca
Effetti ora solare, affrontarli a tavola per salvare sonno...
L'immunologo Minelli: "Può avere effetti sulla salute e sul benessere, specialmente per quanto riguarda il ritmo circadiano"
Il cambio dell'ora si avvicina rapidamente e "può avere effetti sulla salute e sul benessere, specialmente per quanto riguarda il ritmo circadiano, ovvero l'orologio interno che regola il ciclo sonno-veglia. In autunno si guadagna un'ora di sonno, il che generalmente è meno problematico, ma può comunque alterare i ritmi circadiani per le persone più predisposte". Lo spiega all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, docente di elementi di nutrizione umana e nutraceutica alla Lum, Libera Università Mediterranea 'G. Degennaro'.
Cosa possiamo fare per minimizzare gli effetti del cambio d'orario? "È opportuno regolare l'orario del sonno gradualmente, andando a dormire 15-30 minuti prima nei giorni precedenti il cambio dell'ora e passare più tempo all'aperto durante le ore di luce del giorno per aiutare il corpo a ricalibrare i suoi ritmi - risponde Minelli - Utile può risultare, nei giorni a venire, l’impegno di mantenere abitudini costanti, come l'ora di andare a dormire e di svegliarsi, come anche l’uso oramai dilagante di trastullarsi con dispositivi elettronici prima del sonno. Va ricordato che l’attività fisica regolare può aiutare a mitigare gli effetti ormonali legati al cambio d'ora, soprattutto se praticata al mattino o nel pomeriggio. È sconsigliato allenarsi intensamente la sera, poiché l'aumento dei livelli di adrenalina potrebbe interferire con il sonno. Invece, è preferibile optare per attività rilassanti come lo yoga o lo stretching che, praticate nelle ore serali, favoriscono un riposo rigenerante".
"L'alimentazione può svolgere un ruolo importante nell'aiutare il corpo ad adattarsi meglio al cambio dell'ora, influenzando sia il ritmo circadiano che il benessere generale", evidenzia l'immunologo.
Ecco alcuni consigli alimentari per affrontare al meglio il cambio d'orario: 1) Alimenti ricchi di triptofano. Il triptofano è un amminoacido che favorisce la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che regola il sonno e l'umore. Mangiare cibi ricchi di triptofano, come tacchino, pollo, uova, latticini, semi, noci e banane, può facilitare un sonno di qualità, aiutando il corpo ad adattarsi al cambiamento dell'ora;
2) Cibi ricchi di magnesio e potassio. Magnesio e potassio aiutano a rilassare i muscoli e migliorano la qualità del sonno. Alimenti - continua - come spinaci, avocado, mandorle e semi di zucca sono ottime fonti di questi minerali e possono essere utili per contrastare l'insonnia o la stanchezza legata al cambio dell'ora;
3) Carboidrati complessi. I carboidrati complessi, presenti in alimenti come cereali integrali, legumi e verdure a radice (come le patate), possono favorire la produzione di serotonina e migliorare la qualità del sonno. Consumare una cena leggera a base di carboidrati complessi può rendere più facile l'adattamento ai nuovi orari".
4) Idratazione. "Mantenere un'adeguata idratazione è essenziale, poiché la disidratazione può aumentare la sensazione di stanchezza e confusione. Bere acqua a sufficienza durante il giorno, soprattutto in prossimità del cambio d'ora, aiuta a mantenere alta l'energia e il benessere;
5) Evitare stimolanti in tarda serata. Caffè, tè nero, bevande energetiche e cibi ricchi di zuccheri semplici possono interferire con il sonno, in particolare se consumati nelle ore serali. È meglio limitarli nel pomeriggio e nella sera per evitare che influiscano negativamente sulla capacità di addormentarsi", osserva Minelli.
6) "Cibi ricchi di melatonina naturale. La melatonina è l'ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Consumare alimenti che la contengono naturalmente, come ciliegie, pomodori, noci e cereali integrali, può sostenere la regolazione del sonno e aiutare l'organismo a sincronizzarsi più facilmente con il nuovo orario;
7) Pasti regolari e leggeri. Mangiare pasti regolari e bilanciati aiuta a stabilizzare i ritmi metabolici e a prevenire la sensazione di stanchezza o di confusione mentale. È consigliabile - conclude - evitare pasti troppo pesanti la sera, poiché possono disturbare il sonno".
Cronaca
Malattie rare, Massimelli (Aisla): “Piemonte ha...
La presidente nazionale Aisla in occasione della prima edizione del Convegno ‘Sla: metabolismo e nutrizione. Nuove frontiere nella presa in carico’ in corso all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo
‘Auspico si possano creare percorsi per dare concretezza ai nostri valori’ “La persona è al centro di un percorso multidisciplinare. In queste due giornate ci sono molti interventi che riguardano i vari aspetti che interessano la persona con Sla, Sclerosi laterale amiotrofica, come la disfagia. Il Piemonte ha bisogno di centri che si prendano cura della persona con Sla a 360 gradi. Aisla ha dimostrato in questi 41 anni, sin da quando è nata, la responsabilità della presa in carico e l'importanza della cura della persona perché la patologia è complessa” e servono “centri altamente specializzati, multifunzionali. Auspico che anche in Piemonte possano nascere questi centri perché sono molto importanti. Solo lavorando insieme possiamo veramente percorrere delle strade nuove e arrivare a dare concretezza ai valori che ci contraddistinguono da sempre”. Lo ha detto Fulvia Massimelli, presidente nazionale Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, in occasione della prima edizione del Convegno ‘Sla: metabolismo e nutrizione. Nuove frontiere nella presa in carico’ in corso all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) promosso dall'alleanza tra Centri Clinici Nemo, Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica e SLAfood, sotto l'egida di Slow Food.
La Sla è una patologia che “non ha una cura e per questa ragione noi, come associazione dobbiamo saper prenderci cura, garantire una qualità della vita che possa riempire di senso il tempo che la scienza ci dona. Parlare di assistenza significa voler mettere in campo tutte quelle strutture, tutte quelle attività che possano garantire” a queste persone “la dignità di vivere la malattia nella sua complessità. Un tempo si parlava dell'inevitabile progredire della malattia. Oggi - conclude - dell'inevitabile progredire della scienza”
Cronaca
Sla, Cerri (Nemo Milano): “Cambiato paradigma...
"Cercare biomarcatori per modificare precocemente storia naturale sclerosi laterale amiotrofica"
“La nutrizione è sicuramente un tema di grande importanza per i pazienti Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e per la comunità scientifica. È cambiato il paradigma di presa in carico rispetto al passato” quando “si pensava che la perdita di peso e una malnutrizione fossero un fenomeno di accompagnamento alla malattia. Ora quello che la scienza ci ha insegnato è che, in realtà, è una parte integrante della patologia e come tale diventa anche un obiettivo di cura, per cui la presa in carico deve essere precoce. Dobbiamo lavorare per trovare biomarcatori che ci consentano di predire l'andamento nutrizionale dei pazienti, proprio per poter anticipare questo problema nella Sla, per agire precocemente, d'anticipo e poter trattare questo elemento per essere anche efficaci nel modificare la storia naturale di malattia di questi pazienti”. Lo ha detto Federica Cerri, neurologa, referente Area Sla del Centro Nemo di Milano e coordinatore scientifico del primo convegno dedicato alla nutrizione in pazienti con Sla, in corso all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) promosso dall'alleanza tra Centri Clinici Nemo, Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica e SLAfood, sotto l'egida di Slow Food
“Il tema della nutrizione diventa centrale” come “la collaborazione fra tutte le figure” professionali “coinvolte in questo complicato processo finalizzato a garantire un'adeguata nutrizione ai pazienti Sla, un'adeguata presa in carico”, conclude.