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Addio a Paolo Griseri ex vicedirettore della Stampa, aveva 67 anni

Il giornalista è stato stroncato ieri sera da un malore improvviso

Paolo Griseri

Lutto nel mondo del giornalismo. E’ morto ieri sera a Torino a seguito di un malore Paolo Griseri già vicedirettore de La Stampa e oggi editorialista e per anni inviato di Repubblica. Aveva 67 anni. Profondo conoscitore della storia industriale e sindacale del Paese, aveva seguito dagli anni Ottanta, quando scriveva per il Manifesto, le vicende di Fiat prima, poi di Fca e di Stellantis. Nel corso della carriera si era occupato anche di politica, cronaca, cultura ed era stato autore di diverse pubblicazioni.

I messaggi di cordoglio

“Con la scomparsa di Paolo Griseri il giornalismo italiano e quello torinese perdono una voce libera, appassionata, mai banale. Profondo conoscitore della realtà industriale del Paese, del mondo del lavoro e della politica, ha dedicato alle storie delle donne e degli uomini il suo lavoro e la sua grande professionalità giornalistica”. Così in una nota il presidente del Piemonte, Alberto Cirio esprime "ai suoi cari, la vicinanza e il cordoglio mio e della Regione Piemonte".

Anche per il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo "l’improvvisa scomparsa di Paolo Griseri lascia addolorati e attoniti. Lascia un vuoto grandissimo, e il ricordo delle lunghe chiacchierate sulla città: bei momenti che abbiamo condiviso nel corso degli anni”. “Nei diversi ruoli in cui si era avvicendato prima a La Repubblica e poi a La Stampa, si era fatto interprete dei tanti cambiamenti di Torino. Il pensiero - scrive Lo Russo - in questo momento va alla sua famiglia e ai colleghi insieme al cordoglio e alla vicinanza della Città di Torino”.

Un ricordo arriva anche dal sindacato dei metalmeccanici. "Paolo era un giornalista scrupoloso, conosceva alla perfezione l’industria torinese e in particolar modo il settore dell’automotive. Le sue analisi - ricorda Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino -soprattutto quelle legate alla Fiat, erano sempre uno stimolo per riflettere su temi importanti per lo sviluppo economico della nostra città. Grazie Paolo, posso solo dirti che ci mancheranno i tuoi articoli, i tuoi approfondimenti, i tuoi commenti e, ovviamente, ci mancherai tu”.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Cancro al seno, alla Festa del cinema di Roma va in scena...

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In Italia 1 neoplasia maligna su 3 nelle donne è un cancro mammario, Intergruppo parlamentare impegnato per un più rapido accesso alle terapie innovative

Cancro al seno, alla Festa del cinema di Roma va in scena la prevenzione

Al Festival del Cinema di Roma va in onda in questi giorni il film della vita, ma è una proiezione che potrebbe interrompersi in qualsiasi momento. Un'iniziativa promossa dall'Intergruppo parlamentare 'Nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella' con gli specialisti oncologi, il supporto del mondo dell'industria farmaceutica, delle associazioni pazienti, di tutti gli attori coinvolti, per sensibilizzare la popolazione su un tema che investe migliaia di persone, famiglie e caregiver, con sofferenze e problemi correlati alla speranza di sopravvivenza e alle terapie personalizzate.

In ambito oncologico, la ricerca scientifica ha realizzato importanti conquiste, ma restano ancora alcune lacune da colmare, soprattutto in termini di tempistiche di accesso ai farmaci innovativi, sostegno alla ricerca di secondo livello e diagnosi precoce. Molte pazienti metastatiche, infatti, si trovano di fronte una sopravvivenza limitata e a tempi di attesa per l'accesso ai trattamenti molto più lunghi rispetto al resto d'Europa, a cui si aggiunge una forte disomogeneità regionale, con alcune regioni in cui passano altri mesi dopo l'approvazione a livello nazionale.

Per far fronte a queste esigenze, comunità scientifica, istituzioni, associazioni dei pazienti, ma anche personaggi del mondo della comunicazione e dello spettacolo, si uniscono in uno sforzo congiunto, presentato al pubblico con l'incontro 'Breast Cancer. Unmet need e nuove frontiere dell'oncologia', promosso dall'Intergruppo parlamentare Nuove frontiere terapeutiche nei tumori della mammella e organizzato da Improve srl, con la sponsorizzazione non condizionante di Gilead Sciences, che si è tenuto ieri nell'ambito della Festa del Cinema di Roma, presso l'Auditorium Parco della Musica.

"Uno dei nostri obiettivi è favorire l'accesso ai farmaci innovativi e sostenere la massima rapidità nell'approvazione delle terapie al fine di favorire l'implementazione della ricerca a livello clinico - afferma Simona Loizzo, presidente dell'Intergruppo e membro XII Commissione Affari sociali della Camera - La nostra attenzione è da tempo rivolta al tumore al seno triplo negativo, la forma di carcinoma mammario più aggressivo, con un elevato tasso di mortalità e sopravvivenza a 5 anni appena dell'11%. E' fondamentale che a tutte le pazienti sia assicurato nel minor tempo possibile l'accesso alle terapie innovative, già a disposizione in tutti gli altri Paesi europei. L'altro punto fondamentale è la sensibilizzazione in favore della prevenzione, con campagne che possano arrivare anche nelle comunità più periferiche. Intervenire in un contesto come la Festa del Cinema di Roma rientra proprio nella nostra azione volta a coinvolgere la società in ogni sua sfaccettatura".

"I dati sull'incidenza dei tumori della mammella indicano un lieve aumento, verosimilmente dovuto a una maggiore estensione delle indagini diagnostiche e di screening di popolazione nonché un aumento della sopravvivenza delle donne a 5 anni dalla diagnosi (88% di sopravvivenza) - evidenzia Francesco Saverio Mennini, capo Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn, ministero della Salute - Ciò significa che misure di prevenzione e di riabilitazione messe in campo stanno funzionando. Certamente dobbiamo fare ancora di più soprattutto per superare disparità ancora esistenti sul territorio in termini di prevenzione e cura".

"Come ministero - aggiunge Mennini - stiamo attuando gli interventi programmati in termine di potenziamento della prevenzione e dell'assistenza sanitaria al paziente oncologico, tra cui l'implementazione dei programmi di screening, il potenziamento dei servizi territoriali, l'incremento del numero delle Breast Unit e la definizione di indicatori che misurino gli esiti del trattamento offerto al paziente. E' inoltre necessario studiare anche la performance dei device utilizzati, per comprendere se stiamo garantendo il meglio alle nostre pazienti in termini di ricostruzione. Per fare questo oggi in Italia abbiamo il Registro nazionale degli impianti protesici mammari nel quale, in soli 5 mesi dalla piena operatività sul territorio nazionale, più di 28mila pazienti sono stati già registrati. Il registro è un ulteriore straordinario strumento, con cui il ministero della Salute è in grado oggi di monitorare e sorvegliare il paziente oncologico, intervenendo tempestivamente in caso di necessità, anche rintracciando i pazienti per sottoporli a specifici follow-up. Il registro ci restituirà inoltre importanti dati per la ricerca scientifica in campo clinico e biomedico e per la programmazione sanitaria".

Il carcinoma mammario è una neoplasia molto diffusa in Italia: nelle donne, quasi un tumore maligno su 3 (30%) è un tumore mammario. Nel 2022 - riporta una nota - nelle donne italiane sono state stimate circa 55.700 nuove diagnosi di tumore, con un aumento dello 0,5% rispetto al 2020. Tra le forme più aggressive vi è il tumore della mammella triplo negativo: rappresenta il 15% dei carcinomi mammari, circa 8mila casi all'anno in Italia e spesso colpisce le donne più giovani. E' un tumore aggressivo, con elevata capacità di dare metastasi ad altri organi. La sopravvivenza mediana delle pazienti con tumore triplo negativo metastatico è di circa 14 mesi e a 5 anni sono vive circa l'11%, delle pazienti, una percentuale molto più bassa rispetto alle donne con altre forme di cancro mammario.

"Negli ultimi anni ci sono stati importanti cambiamenti nel trattamento del carcinoma mammario triplo negativo - sottolinea Nicla La Verde, direttore Oncologia dell'Ospedale Sacco - Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli Sacco di Milano - Questo tumore non risponde ai trattamenti ormonali tradizionali e in passato aveva una prognosi peggiore, perché le opzioni terapeutiche erano limitate principalmente alla chemioterapia. Tuttavia, grazie ai progressi scientifici, oggi abbiamo nuovi farmaci che possiamo utilizzare sia nelle fasi iniziali che in quelle avanzate della malattia. A seconda delle caratteristiche del tumore, le pazienti possono essere trattate con immunoterapia o con gli inibitori di Parp, farmaci che agiscono nelle pazienti che hanno mutazioni di Brca1/2, e farmaci anticorpo coniugati (Adc), costituiti da un anticorpo in grado di trasportare la chemioterapia a cui è legato direttamente all'interno delle cellule tumorali. Questi nuovi approcci stanno migliorando le prospettive di guarigione per molte pazienti".

Un altro sottotipo di tumore al seno, assai diffuso - prosegue la nota - è il tumore avanzato della mammella Hr+, che rappresenta circa il 70-80% dei casi: una parte delle donne con questo tumore sviluppa resistenza alla terapia endocrina, con il 15-20% dei tumori intrinsecamente resistenti e il 30-40% che sviluppa resistenza negli anni. Proprio perché questa neoplasia è molto diffusa, è fondamentale avere terapie di ultima generazione, sia attraverso un accesso velocizzato ai nuovi farmaci sia eliminando ogni disparità nell'accesso alle cure.

"Recentemente, la chirurgia per il tumore al seno ha fatto grandi progressi - rimarca Oreste Gentilini, direttore Chirurgia senologica, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano - Oggi riusciamo a ridurre la necessità di interventi invasivi, soprattutto sui linfonodi. Tecniche moderne come la biopsia del linfonodo sentinella permettono di evitare operazioni più ampie, senza compromettere la guarigione delle pazienti. In alcuni casi è possibile non operare affatto sui linfonodi. Un altro aspetto importante è l'uso dell'Ia: grazie allo studio 'Cinderella' finanziato dall'Ue, un algoritmo potrà mostrare al paziente una simulazione dei risultati post-operatori, aumentando la soddisfazione. Tuttavia, c'è ancora molto da fare: l'adesione alle campagne di screening è ancora limitata, anche se la diagnosi precoce può ridurre la mortalità del tumore al seno di oltre il 20%. Inoltre, abbiamo bisogno di più studi indipendenti per valutare le tecniche chirurgiche e migliorare la prognosi e la qualità di vita delle pazienti".

L'incontro 'Breast Cancer. Unmet need e nuove frontiere dell'oncologia' si è aperto con i saluti istituzionali del presidente XII Commissione, Affari sociali della Camera Ugo Cappelacci e del presidente dell'Iss Rocco Bellantone. Il punto di vista delle associazioni pazienti è stato portato da Adriana Bonifacino, presidente della Fondazione IncontraDonna, e da Anna Maria Mancuso, presidente e fondatrice dell'associazione Salute Donna Onlus. Sui farmaci innovativi è intervenuto Paolo Foggi, dirigente settore Innovazione e strategia del farmaco - Aifa. In conclusione, la testimonianza dell'attrice Monica Guerritore.

"Da oltre 35 anni ci dedichiamo allo sviluppo di farmaci innovativi per trattare patologie gravi e migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo - dichiara Federico da Silva, amministratore delegato di Gilead Sciences Italia - Il nostro impegno in oncologia, in particolare nel tumore della mammella, è in continua crescita e collaborare con istituzioni, clinici e associazioni pazienti è fondamentale per garantire che le terapie più innovative siano rese disponibili ai pazienti con tumore al seno nel minor tempo possibile. Il tempo è fondamentale quando si parla di salute e, ancor più, nei casi in cui la malattia avanza diventando metastatica, e agire uniti nell'accelerare il percorso di accesso e cura deve essere una priorità per tutti, in particolare per coloro che hanno preso parte a questo evento così importante". "Unire all'innovazione terapeutica un dialogo costante con i nostri interlocutori fa parte del nostro Dna e della nostra visione, ed è per questo che ci siamo fatti promotori di questo appuntamento importante per puntare i riflettori sul futuro prossimo", conclude.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Emilia-Romagna: ricerca Adnkronos, per Di Gregorio:...

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Secondo il docente, la ricerca sulla piattaforma SocialData mostra molte discussioni su innovazione e agricoltura

 - (Fotogramma)

Per commentare la ricerca Adnkronos realizzata sulla piattaforma SocialData sui temi più importanti per i cittadini dell’Emilia-Romagna, in vista delle elezioni regionali, l’agenzia ha contattato Luigi Di Gregorio, docente all’Università della Tuscia e alla Luiss. “La ricerca evidenzia che la politica resta un tema dominante nelle conversazioni sui social – spiega l’accademico – sia perché trainata dalle campagne elettorali, sia perché costituisce un argomento divisivo per sua natura, e quindi fortemente ‘engaging’ e mobilitante. È interessante, tuttavia, rilevare quanto poco si parli di autonomia, che sembra dunque essere più un tema di rilevanza nazionale. Il che è paradossale dato che incide proprio sulle regioni. La sicurezza invece resta un argomento sempre in agenda e con un sentiment molto negativo, un po’ per via degli episodi di cronaca (in Emilia-Romagna sicuramente anche a causa dell’alluvione), un po’ perché viviamo ormai un clima di incertezza globale che incide pesantemente sul percepito dell’opinione pubblica e che si autoalimenta nelle conversazioni sui social”.

Ci sono altri elementi interessanti nella ricerca secondi Di Gregorio: “I dati sulle conversazioni online dell’Emilia Romagna rivelano tutto sommato una scarsa attenzione al tema della disoccupazione - il che è un buon segno e conferma i buoni trend occupazionali nazionali - mentre innovazione e soprattutto agricoltura generano parecchie discussioni. Ciò dipende, ovviamente, anche dalla forte vocazione agroalimentare della regione, oltre che dall’alluvione che ha impattato inevitabilmente su quel settore. Il tema del Made in Italy non sembra particolarmente centrale nelle conversazioni, ma, proprio in Emilia-Romagna, si intreccia spesso al settore agroalimentare, per cui sono dati che in molti casi possono sovrapporsi”, conclude.

ATTENZIONE - Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Mamma non riconosce figlia dopo parto, infermiera la...

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E' accaduto a Bari. Avviato un procedimento disciplinare

Un neonato - ()

A Bari una madre ha lasciato in ospedale sua figlia appena nata. Pur non conoscendone la situazione economica e personale, un’infermiera della struttura ha criticato aspramente la donna definendola “senza cuore” in un post sui social. Il post, ora rimosso, conteneva anche una foto della neonata oltre ai giudizi personali sulla madre. La donna, però, ha visto quel post così come l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari, che ha avviato un procedimento disciplinare per accertare eventuali violazioni del codice deontologico. La vicenda si inserisce in un contesto storico-culturale già molto acceso su temi come la maternità, l’aborto e la gestazione per altri, recentemente diventata reato a giurisdizione universale secondo la legge italiana.

Nel post, l’infermiera ha descritto la scelta della madre di abbandonare la bambina come una decisione di “freddezza inaudita”. Oltre a criticare la donna, l’infermiera ha lanciato un appello per raccogliere beni di prima necessità per la neonata, forse con l’intento di aiutare, ma la pubblicazione ha avuto conseguenze inaspettate. Il presidente dell’Ordine di Bari, Saverio Andreula, ha confermato che saranno condotti tutti gli accertamenti necessari per determinare se sono state violate le norme professionali.

L’infermiera coinvolta nel caso ha presentato una memoria difensiva, sostenendo che l’intenzione del suo post era quella di sensibilizzare la comunità locale e raccogliere aiuti per la bambina. Dal canto suo, il presidente Saverio Andreula ha dichiarato: “Eseguiremo tutti gli accertamenti che il caso impone e adotteremo l’opportuno provvedimento di competenza, nel determinare eventuali sanzioni a carico dell’iscritta”.

Neonati lasciati in ospedale, neonatologi : "Fenomeno in calo"

"Non abbiamo dati recenti, ma è un fenomeno in calo nella popolazione generale e anche tra le donne straniere. Vuol dire che funzionano le alternative sicure come il parto in anonimato in ospedale o iniziative come le culle per la vita. Poi possono rimanere, purtroppo, casi eccezionali che spesso non hanno una buon esito per il neonato". A fare il punto con l'Adnkronos Salute è Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin).

Purtroppo non esistono numeri ufficiali recenti sul fenomeno dei neonati non riconosciuti. "Il dato ufficiale più recente disponibile è quello emerso dall'indagine, durata un anno, tra luglio 2013 e giugno 2014, condotta su un campione nazionale di 100 centri nascita ed effettuata dalla Sin: 56 sono stati i neonati non riconosciuti dalle mamme italiane su un totale di 80.060 bambini nati. Nel 62,5% dei casi si tratta di neonati non riconosciuti da madri straniere e nel 37,5% da mamme italiane, con un'età compresa tra i 18 e i 30 anni nel 48,2% dei casi".

Orfeo ricorda che "il nostro sistema legislativo prevede il parto in anonimato. Dopo aver partorito, infatti, la mamma ha la possibilità di lasciare il piccolo nella struttura ospedaliera che li ospita, senza riconoscerlo e restando anonima, a personale competente che si occuperà di lui fino all'affidamento ad un'altra famiglia. In questo modo il parto, pur nel rispetto della riservatezza e della privacy della donna, avviene in condizioni di sicurezza e in ambiente protetto, senza rischi per la mamma ed il neonato".

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