Ora solare, ecco perché i costi superano i benefici: la denuncia del Codacons
Carlo Rienzi 'boccia' lo spostamento delle lancette che avverrà questa notte. "Contrario l'80% degli italiani"
Ora solare, ci siamo. Questa notte, intorno alle 3 le lancette dell'orologio verranno spostate un'ora indietro. Una consuetudine bocciata dal Codacons che punta il dito contro un'operazione detestata dalla maggioranza degli italiani e che vedrebbe sul piatto della bilancia più costi che benefici.
"Da circa 20 anni chiediamo di eliminare il passaggio da ora legale a ora solare - ricorda il presidente Carlo Rienzi - e in base ai nostri sondaggi l’80% dei cittadini italiani si dice contrario al cambio delle lancette dell’orologio da eseguire due volte l’anno".
Costi e benefici
"I costi relativi al passaggio all’ora legale a quella solare e viceversa sono decisamente superiori ai benefici: lo sfasamento di un’ora determina conseguenze sia a livello di umore, sia a livello fisico per circa il 15% dei cittadini, e produce disturbi del sonno in un bambino su due. Risintonizzare i ritmi biologici provoca un disagio per l’organismo, anche negli individui adulti: non è certo un caso se in farmacia, a seguito del cambio ora solare/ora legale, si impennino puntualmente anche le vendite di prodotti contro il jetlag. Senza contare - aggiunge Rienzi - i disagi per l’intera popolazione legati all’aggiustamento dell’orario: aggiornamenti sistemi informatici, orari dei treni, termostati temporizzati, dvd, agende elettroniche, radiosveglie, orologi nelle auto, problemi nelle transazioni finanziarie".
"Il passaggio ora legale/ora solare, dunque, determina costi sociali e perdite produttive decisamente superiori ai benefici determinati dal cambio orario, e anche sul fronte della spesa energetica - conclude il Codacons - adottare l’ora legale tutto l’anno consentirebbe notevoli risparmi sui consumi, come attestano i dati di Terna".
Economia
Villaggio Italia: tour mondiale Vespucci fa tappa a...
Il Tour Mondiale Vespucci e il Villaggio Italia, l’“Esposizione Mondiale Itinerante Pluriennale" delle eccellenze italiane fortemente voluta dal Ministro della Difesa Guido Crosetto alla quale aderiscono con la Presidenza del Consiglio dei Ministri 11 Ministeri, cresce anche nella dimensione di piattaforma multidisciplinare: dall'Italia e non solo il Villaggio Italia è richiesto per promuovere e veicolare ulteriori iniziative che lo rendono moltiplicatore di contatti, di relazioni, di eccellenze che proiettiamo nel mondo.
In occasione della tappa a Singapore del Tour Mondiale Vespucci – Villaggio Italia, Nave Amerigo Vespucci ha ospitato a bordo per la prima volta nella sua storia un consiglio d’amministrazione. Si tratta del cda di RINA, gruppo multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica che certificò per la responsabilità ambientale ISO 14000 Nave Amerigo Vespucci, la prima nave della Marina Militare a essere certificata.
“Siamo entusiasti di essere la prima azienda a riunire il proprio Consiglio di Amministrazione su Amerigo Vespucci: veliero custode delle più antiche tradizioni marinare e simbolo dell’orgoglio marittimo italiano. Questa nave, che rappresenta il perfetto connubio tra tradizione e innovazione, ci offre l’ambiente perfetto per riflettere su come RINA possa continuare a crescere e a evolversi partendo dalle proprie radici”, ha dichiarato Ugo Salerno, Presidente Esecutivo di RINA.
Al Villaggio Italia RINA ha presentato l’”Open Innovation Hub” di Singapore.
“L’innovazione è il perno della crescita di RINA nonché il filo conduttore del nostro piano strategico. In quest’ottica abbiamo lanciato a Singapore, una delle capitali globali della tecnologia e dell'innovazione, il nostro ‘Open Innovation Hub’: un centro aperto a tutti gli attori delle catene del valore - dalle aziende agli istituti di ricerca pubblici e privati - che ci permetterà di trasformare progetti di ricerca in attività concrete a disposizione del business e della comunità”, ha dichiarato Carlo Luzzatto, Amministratore Delegato e Direttore Generale di RINA.
“Siamo onorati che un’azienda così prestigiosa come RINA abbia scelto il Villaggio Italia per ospitare due eventi molto importanti come il Consiglio di Amministrazione a bordo di Nave Amerigo Vespucci, il primo CdA di una società a bordo del veliero, e il lancio dell’Open Innovation Hub di Singapore – ha dichiarato Luca Andreoli, AD di Difesa Servizi, la società in house del Ministero della Difesa che realizza e supporta tutte le fasi dell’iniziativa Tour Mondiale Vespucci che ha aggiunto - Questo dimostra quanto il villaggio Italia sia diventato una piattaforma che offre l’occasione per sviluppare nuovi rapporti, progetti che andiamo a proiettare nel mondo. Ringrazio Ugo Salerno e Carlo Luzzatto per aver condiviso con noi questo progetto ed essere a Singapore per raccontare una realtà italiana così operosa e proiettata al futuro come RINA”.
Economia
Imprese, nuovi strumenti per pmi territorio: nasce l’Elite...
Con l’obiettivo di mettere a disposizione strumenti e soluzioni per accelerare e supportare la crescita delle migliori imprese del territorio campano, nasce l’Elite Campania Hub” realizzato da Elite – Gruppo Euronext in collaborazione con Sviluppo Campania, finanziaria della Regione Campania. Elite è l'ecosistema lanciato da Borsa Italiana nel 2012 e oggi parte del Gruppo Euronext, che supporta le piccole e medie imprese nella crescita sostenibile di lungo periodo, accelerando il processo di accesso a capitali, competenze e networking.
L’iniziativa, che sarà presentata lunedì 28 ottobre, dalle 16 alle 19, a Napoli presso Palazzo Ischitella, in via Riviera di Chiaia, con l’evento “Campania Hub: sviluppo e innovazione per le imprese del territorio“, offre gli strumenti necessari per rafforzare la competitività e lo sviluppo internazionale del sistema produttivo campano attraverso azioni volte a sostenere e consolidare le competenze tecniche e manageriali delle imprese della regione.
Durante l’evento intervengono nell’ordine: Prof. Mario Mustilli, Presidente di Sviluppo Campania; Marta Testi, Amministratore Delegato di ELITE - Euronext Group; Giovanni Lombardi, Founder di Tecno; Marco Lucchini, Senior Partner del Fondo Italiano di Investimento; Andrea Nuzzi, Head of Corporate and Financial Institution di Cassa Depositi e Prestiti; Giuseppe Nargi, Direttore Regionale di Intesa Sanpaolo; Marco De Lellis, Managing Director Divisione Contenitori di Laminazione Sottile; Vito Grassi, Amministratore Delegato di Graded. Modera Alfonso Ruffo, direttore responsabile de ildenaro.it e direttore editoriale del Gruppo Economy.
Marta Testi, Amministratore Delegato di Elite - Gruppo Euronext, ha detto: “La Campania oggi è già largamente rappresentata in ELITE con oltre 120 aziende, con un fatturato aggregato di oltre 9.5 miliardi di euro e che impiegano circa 28mila dipendenti. Con Sviluppo Campania condividiamo da sempre sia l’importanza della crescita culturale e dimensionale delle società di questo territorio, sia il ruolo chiave che una maggior prossimità alle imprese porta con sé nell’affiancarle in un percorso di crescita nelle competenze, nelle relazioni e nell’accesso al capitale per la crescita. Per questo sono estremamente felice di lanciare oggi l’Elite Campania hub aprendo le candidature delle imprese che ne vorranno far parte. Si tratta di un’importante iniziativa che punta alla vicinanza e al supporto a chilometro zero. Sono molte le realtà del territorio che hanno le caratteristiche per unirsi a questo primo gruppo di eccellenze locali e avere impatto sulla crescita economica sia della regione sia dell’economia reale del Paese nel suo complesso”.
Mario Mustilli, Presidente di Sviluppo Campania ha detto: “Gli obiettivi di Campania Hub sono perfettamente in linea con il lavoro che Sviluppo Campania porta avanti, ovvero supportare la crescita delle imprese del territorio mettendo a disposizione gli strumenti necessari per rafforzarne la competitività: dagli incentivi alle micro e piccole imprese ai meccanismi finanziari evoluti e innovativi per le realtà più strutturate. Per farlo Sviluppo Campania si è sempre posizionata al centro dello snodo fondamentale tra Pubblica amministrazione, Imprese e Sistema bancario come attuatore di nuove misure a sostegno del rilancio del sistema produttivo regionale. La collaborazione tra pubblico e privato è la strada migliore per favorire la competitività delle imprese sui mercati nazionali ed internazionali. Va nella stessa direzione questo ulteriore tassello che oggi poniamo sul nostro percorso, in collaborazione con ELITE – Gruppo Euronext: un nuovo punto di riferimento per il tessuto economico locale finalizzato a sostenere e consolidare le competenze tecniche e manageriali delle migliori imprese della regione”.
Economia
Concordato preventivo biennale, patto fiscale alla prova...
Il concordato preventivo biennale non sarà immutabile. Chi aderirà al patto con il Fisco dovrà confrontarsi con le cause di decadenza che, in ogni caso, non ridurranno il conto delle imposte dovute
L’adesione al concordato preventivo biennale richiede un monitoraggio costante della presenza di successive cause di decadenza.
Dal mancato versamento delle imposte dovute, alla presenza di redditi non dichiarati superiori alla soglia del 30%, sono diverse le casistiche che potranno portare al venir meno del patto con il Fisco.
Un effetto da valutare nel biennio del concordato preventivo biennale e che in ogni caso non ridurrà il “conto” dovuto.
Un’analisi dei casi da attenzionare e delle conseguenze pratiche.
Le cause di decadenza dal concordato preventivo biennale
La data ultima per aderire al concordato preventivo biennale è fissata al 31 ottobre, termine sul quale appare ormai chiuso ogni spiraglio per il rinvio.
Chi è intenzionato a siglare il patto fiscale, che consentirà di accedere anche al ravvedimento speciale, dovrà tener presenti le regole che ex post potranno modificare il piano concordato con l’Agenzia delle Entrate.
La firma del patto con il Fisco non sarà definitiva e secondo quanto previsto dall’articolo 22 del decreto legislativo n. 13/2024 sarà immediata la decadenza dal concordato preventivo biennale in caso di:
● accertamento di attività non dichiarate (o inesistenza o indeducibilità di passività dichiarate) superiori al 30 per cento dei ricavi dichiarati;
● presentazione di una dichiarazione dei redditi integrativa che comporti una quantificazione diversa ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini IRAP;
● omesso versamento delle imposte dovute a seguito dell’adesione al concordato.
Per quel che riguarda l’ultimo punto, l’omesso versamento delle somme dovute per effetto dell’adesione al concordato preventivo biennale potrà essere regolarizzato mediante ravvedimento operoso, a patto però che non siano “iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore o i soggetti solidalmente obbligati abbiano avuto formale conoscenza.”
Tra le condizioni che inibiscono il ravvedimento vi è anche la ricezione di avvisi bonari da parte dell’Agenzia delle Entrate, fattore che conseguentemente porterà alla decadenza automatica dal concordato.
L’incrocio tra controlli e decadenza
Le ipotesi di decadenza si legano anche alle attività di controllo da parte del Fisco, che non saranno interrotte del tutto nel corso del biennio oggetto di accordo.
Il patto con il Fisco verrà infatti meno in caso di violazioni gravi non solo nel biennio ma anche nei tre anni precedenti all’ammissione al concordato, così come in caso di errata o incompleta comunicazione dei dati ISA che incidono più del 30% sulla determinazione del reddito e, in aggiunta, in caso di mancata presentazione delle dichiarazioni negli anni del concordato.
La possibilità di applicare il concordato si incrocia poi con le verifiche in materia di IVA. Ad esempio, è prevista la decadenza in caso di mancata, errata o tardiva memorizzazione dei corrispettivi per un numero di violazioni pari o superiore a 3, omessa installazione o manomissione dei registratori di cassa telematici o rifiuto di esibire documenti, registri o scritture contabili in caso di accertamento.
Dai debiti superiori a 5.000 euro alle condanne per reati tributari: gli ulteriori casi di decadenza
Il venir meno del concordato preventivo biennale dovrà essere valutato anche monitorando il verificarsi di una delle cause di esclusione.
Se ad esempio dopo l’adesione dovesse verificarsi la presenza di debiti tributari e contributivi di importo superiore a 5.000 euro (non oggetto di rateazione o sospensione), o in caso di condanna per reati tributari gravi, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita o autoriciclaggio, verrà meno il patto siglato con il Fisco.
Decadere dal concordato preventivo biennale per pagare meno non sarà possibile
Il venir meno dell’accordo siglato comporterà l’annullamento dei benefici accordati, tra cui il ravvedimento speciale, ma non ridurrà le imposte dovute.
La norma prevede infatti che anche in caso di decadenza restano dovute le imposte e i contributi determinati tenendo conto del reddito e del valore della produzione netta concordati, se maggiori di quelli effettivamente conseguiti.
Nella pratica, se sulla base del reddito concordato le imposte dovute risulteranno più alte rispetto a quelle effettive, basate sul reddito “reale” conseguito nell’anno, sarà in ogni caso necessario versare quanto già stabilito dall’Agenzia delle Entrate.
Effetto decadenza a favore di Erario anche in caso di reddito effettivo superiore: in tal caso il calcolo delle imposte dovute abbandonerà la via del concordato, per tornare a seguire le regole ordinarie.
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