Chi è Olga Plachina, la donna che ha stregato il cuore di Aldo Montano
Olga Plachina, chi non la conosce ormai? Lei è molto più di una semplice modella o di una moglie di un personaggio noto. Una donna che ha il volto da bambola ma una forza da atleta vera, quella che ti conquista e ti fa venir voglia di sapere sempre di più su di lei. Parliamo di una campionessa, una mamma e anche la dolce metà di Aldo Montano, il celebre schermidore che tutti conosciamo. Ma andiamo per gradi e scopriamo insieme chi è davvero questa donna speciale.
Olga Plachina è nata in Russia, classe 1997 e ha avuto il suo primo incontro con Aldo nel 2014, durante le Olimpiadi invernali di Soči. Lei è una di quelle persone che non passano inosservate: capelli biondi, sguardo magnetico, un mix tra dolcezza e determinazione. Fu proprio grazie a un’amica comune, Katia, che Olga e Aldo si conobbero. Sapete, quel tipo di incontri che ti fanno subito capire che il destino ha preso una decisione per te. Uno scambio di messaggi, una proposta di vacanza insieme e — puff — in poco tempo, l’amore è sbocciato senza freni.
Ma Olga non è solo la moglie del campione olimpico. Prima di tutto, è una sportiva con la “S” maiuscola. Una carriera nelle gare dei 400 metri ostacoli, rappresentando la Russia a livello internazionale, partecipando anche a competizioni importantissime, come le Olimpiadi. Ha corso, ha sudato, ha spinto i propri limiti fino in fondo — e si vede. La determinazione con cui affronta la sua vita sportiva è la stessa che ha messo nel costruire una famiglia. Con una carriera che non si limita solo alla pista: modella, influencer, collaborazioni con grandi brand e un seguito su Instagram che la adora. Olga è tutto questo e molto di più.
La storia d’amore con Aldo Montano è una di quelle storie che sembrano uscire da un film ma che invece è fatta di messaggi veri, di viaggi in Russia, di una cerimonia privata in Siberia con pochi amici intimi e tanto amore. Alla fine, non è così che dovrebbe essere sempre? Due persone che si scelgono, lontane dai riflettori e decidono di mettere su famiglia senza troppe scene ma con tanta emozione. Il frutto di questo amore è arrivato nel 2016, con la nascita della piccola Olympia, chiamata così per omaggiare la passione per lo sport di entrambi. Una scelta simbolica ma anche una promessa: quella di crescere con lo spirito dell’avventura e del movimento.
E poi è arrivato Mario Jr, nato nel marzo del 2021. Due bambini, una femminuccia e un maschietto. È proprio con la nascita di Mario che la famiglia Montano-Plachina si è ampliata, consolidando ancor di più questo legame così speciale. Aldo stesso, con una dichiarazione al settimanale Chi, non aveva nascosto l’entusiasmo per l’arrivo del secondogenito: “La nostra prima figlia Olympia ci aveva già cambiato la vita… ora sarà stravolta”, aveva detto con quella leggerezza di chi sa che ogni novità porterà nuove sfide e tanta gioia.
Dobbiamo ricordare anche quanto Olga sia stata un supporto per Aldo. Chi di noi non si ricorda della sua dichiarazione d’amore in tv? Domenica Live, un momento emozionante in cui Olga ha raccontato di come Aldo avesse volato fino a Mosca per chiederle di sposarlo. Scene da favola ma anche tanta realtà e sacrificio. “Ho cambiato paese e lingua per te”, aveva detto Olga e queste parole dicono tutto sull’amore autentico che li lega.
E Aldo? Lo ricordiamo tutti al Grande Fratello Vip, con Olga sempre al suo fianco a sostenerlo, senza fare rumore ma con una presenza costante. Perché alla fine è questo che fa la differenza, no? Essere lì, nei momenti più belli e in quelli più difficili.
Con l’addio di Aldo Montano alla scherma, segnato dall’Argento per la sciabola maschile a squadre alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (disputate nel 2021), è stato messo un punto importante nella sua carriera. Ma anche in questo, Olga è stata al suo fianco. E non è finita: nonostante la chiusura della carriera agonistica di Aldo, non sembra che questi due abbiano intenzione di rallentare.
Quindi, chi è davvero Olga Plachina? Non solo una moglie, non solo una mamma. Una donna forte, una atleta, una modella, un’influencer e soprattutto, una compagna che ha saputo essere accanto ad Aldo Montano non solo nelle vittorie ma anche nelle sfide che la vita ha messo loro davanti. Una figura che combina eleganza e determinazione e che oggi è uno dei volti più amati — sia nello sport, sia nella vita privata.
Ciò che li rende speciali è la loro naturalezza. Sì, hanno successo, sono famosi ma la loro vita è fatta di gesti semplici, amore autentico e una quotidianità che molti di noi possono capire. Una storia che continua, fatta di allenamenti, di famiglia e di nuovi progetti all’orizzonte. E chissà cosa ci riserveranno ancora Olga e Aldo ma di certo, siamo pronti a seguirli.
Attualità
Open Dialogues for the Future: torna la terza edizione
Ci siamo, ci siamo di nuovo. Torna l’appuntamento con “Open Dialogues for the Future“, e quest’anno è la terza edizione. Due giornate piene, cariche di dibattiti, conversazioni, interventi e, soprattutto, di visioni per il futuro.
Quando e dove
Segnatevi queste date, scrivetele su un foglietto, memorizzatele: 6 e 7 marzo 2025, a Udine. Sì, proprio lì, in quel piccolo angolo di Friuli che magari non ci pensi… ma sta diventando un posto speciale. Un posto dove chi ha voglia di parlare di geopolitica e geoeconomia si ritrova, perché sì, questi temi sono sempre stati importanti.
Ma adesso? Adesso sono diventati urgenti. Non possiamo più far finta di niente. Il mondo si sta rompendo, si sta dividendo. Le vecchie potenze stanno perdendo colpi, i nuovi equilibri si stanno creando. E noi? Abbiamo bisogno di un posto dove fermarci, fare un respiro profondo e provare a capirci qualcosa. Un posto dove provare a mettere insieme tutti questi pezzi sparsi, questo puzzle che ormai è diventato una follia. Saremo lì, tutti quanti. Imprenditori, professori, studenti, gente comune. Tutti. A guardarci negli occhi e a chiederci: “Ma davvero, dove stiamo andando? Dove stiamo andando tutti insieme?“
La presentazione a Milano
La presentazione dell’evento è stata qualche giorno fa a Milano, in uno di quei posti che ti fanno sentire un po’ piccolo, un po’ fuori luogo, tipo Palazzo Giureconsulti. Una di quelle sale grandi, un po’ troppo eleganti, che ti mettono soggezione appena ci metti piede. Ma c’era tanta gente. C’era Giovanni Da Pozzo, il presidente della Camera di commercio di Pordenone-Udine, e poi c’era Federico Rampini, il giornalista che ci sta mettendo anima e corpo per dare una direzione scientifica a tutto questo.
E non erano soli. L’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, era lì anche lei, insieme ad altri nomi importanti. Carlo Sangalli, per esempio, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. E poi rappresentanti di tante istituzioni del Friuli Venezia Giulia. Insomma, una sala piena di gente che conta, ma soprattutto piena di gente che vuole fare la differenza.
Cos’è “Open Dialogues for the Future”?
Ma cos’è davvero “Open Dialogues for the Future”? Be’, è più di un semplice forum. Non è solo un evento in cui ascoltare relatori di spicco e annuire, è un momento per fare domande, per sfidare le idee. L’idea è nata dalla Camera di Commercio di Pordenone-Udine e l’obiettivo è chiaro: fare di questo angolo del nord-est Italia un centro di dibattito sulle sfide economiche e politiche che ci attendono.
Come dice Da Pozzo, “il Friuli è una regione piccola, ma con una grande apertura al mondo“. Due confini, tre lingue, un’economia basata sull’export. Insomma, un territorio che ha qualcosa da dire in fatto di relazioni internazionali.
L’Importanza del Friuli Venezia Giulia
In effetti, a sentir parlare Rampini e l’ambasciatrice Zappia, c’è molto da riflettere. L’ambasciatrice, in particolare, ha portato una prospettiva interessante, ricordandoci quanto è importante che le piccole realtà territoriali si facciano conoscere a livello internazionale, che trovino spazio in contesti come quello degli Stati Uniti.
“La geopolitica non è solo roba da grandi potenze”, ha detto. “È anche una questione di come le comunità locali sanno giocare le loro carte.” E il Friuli Venezia Giulia è una di quelle realtà che ha imparato a farlo, portando il suo sistema produttivo, universitario, il suo tessuto economico, al di là dell’Atlantico.
Trump e il futuro delle relazioni internazionali
E poi c’è Rampini, che ci ricorda che la prossima edizione di Open Dialogues sarà davvero unica: cade poco più di un mese dopo l’insediamento ufficiale di Trump. Già, Trump di nuovo presidente. E sarà interessante capire cosa questo significa per l’Europa, per l’Italia, per le nostre piccole e grandi imprese.
Perché, diciamolo chiaramente, c’è sempre un po’ di incertezza quando si tratta di Stati Uniti e delle loro politiche estere. Ma c’è anche la speranza che, alla fine, le relazioni economiche restino forti, che le nostre aziende possano continuare a trovare spazio in quel mercato così grande e complesso.
La metafora del rinoceronte grigio
La metafora del “rinoceronte grigio”, che Rampini ha tirato fuori durante il suo intervento, è una di quelle che restano impresse. Non è come il cigno nero, l’evento imprevisto che cambia tutto. No, il rinoceronte grigio è l’evento che vedi arrivare da lontano, che tutti sanno che accadrà, ma che comunque, quando succede, è uno shock.
Trump è stato un po’ così, la prima volta. Adesso lo conosciamo, sappiamo cosa aspettarci, eppure resta una figura capace di scuotere gli equilibri. E Rampini, con quella sua lucidità, ci fa capire che siamo entrati in una nuova fase della globalizzazione, più frammentata, più chiusa, con meno certezze.
Ma Open Dialogues non sarà solo Stati Uniti e Trump. Sarà anche un’occasione per parlare di Europa, di conflitti e di pace, di come le nostre economie possano reggere il passo con le trasformazioni digitali e ambientali che ci attendono.
La prima giornata: focus su Europa e conflitti
La prima giornata, il 6 marzo, si aprirà con un’analisi sulle conseguenze geopolitiche dei conflitti in Ucraina e Palestina. “Fattori di accelerazione per la formazione di un nuovo ordine mondiale”, come l’ha definito Filippo Malinverno, responsabile del programma.
E poi ci sarà spazio per parlare delle sfide della competitività europea, con un focus su Italia, Francia e Germania. Quelle che una volta erano le locomotive del continente, oggi faticano a ritrovare la fiducia necessaria per trainare tutti gli altri. E forse, proprio a partire da eventi come questo, possiamo cominciare a ricostruirla.
La seconda giornata: Stati Uniti e nuove prospettive
La seconda giornata? Beh, sarà tutta dedicata agli Stati Uniti. E non sarà certo una passeggiata. Ci sarà Federico Rampini, con la sua solita energia, pronto a fare il punto sulla nuova amministrazione Trump. Sì, di nuovo Trump. E poi ci saranno i rapporti con la Cina, l’Europa… insomma, un bel po’ di questioni complicate. Ma ci serve capire. Serve davvero capire come questa superpotenza si sta muovendo, quali sono le intenzioni, cosa ci aspetta. Sarà una giornata bella tosta, piena di spunti, di riflessioni. Di quelle che ti fanno uscire con la testa che gira ma con qualche idea in più su dove stiamo andando.
E non finisce qui. Ci saranno anche delle storie vere, concrete, di aziende friulane che sono riuscite a mettere radici negli Stati Uniti. Persone che hanno vissuto tutto sulla propria pelle. Racconteranno i loro successi, certo, ma anche le difficoltà, i momenti in cui hanno pensato di mollare tutto. Perché alla fine sono quelle storie lì, quelle vere, che ti fanno capire davvero cosa significa essere nel bel mezzo di tutto questo.
È un luogo dove i giovani possono trovare ispirazione, dove possono vedere che ci sono opportunità, nonostante tutto. L’assessore regionale Sergio Emidio Bini l’ha detto chiaramente: “Siamo un popolo un po’ strano, amiamo sottovalutarci. Ma eventi come Odff ci consentono di continuare a trasmettere senso di realtà e conoscenza”. Ed è vero. Spesso ci dimentichiamo di quello che siamo capaci di fare, ma abbiamo tutte le carte in regola per giocare una partita importante.
Un evento diffuso a Udine
E così, tra un panel e una conversazione, tra una sessione plenaria e una chiacchierata informale, Open Dialogues ci darà anche quest’anno l’opportunità di fermarci e di pensare. Di fare il punto su dove siamo e dove vogliamo andare.
Sarà un evento che si spargerà per tutta Udine, un po’ come un abbraccio che coinvolge tutta la città. Non sarà solo la Camera di Commercio ma anche altri posti che hanno un’anima, come la Fondazione Friuli o la vecchia chiesa di San Francesco. Perché sì, vogliamo che sia dappertutto, che si respiri ovunque. E poi, sai, è tutto pensato per essere libero, senza costrizioni. Vuoi seguire un panel e saltarne un altro? Vai tranquillo. Vuoi startene a chiacchierare con qualcuno e perderti una sessione? Nessun problema. Alla fine, è tutto fatto per te, per renderlo davvero qualcosa di tuo. Un’esperienza che scegli tu, che vivi tu, come vuoi tu.
Ospiti di rilievo
Tra gli ospiti attesi, ci saranno volti noti e meno noti, persone che hanno qualcosa da dire, che hanno un punto di vista interessante da condividere. Orietta Moscatelli, analista di Limes, Benedetta Berti, responsabile delle politiche strategiche della Nato, Arduino Paniccia, Paolo Mieli, Gilles Gressani e molti altri. Saranno loro a guidarci in queste due giornate, a farci riflettere, a darci nuovi spunti per capire il mondo.
Perché Open Dialogues è importante
Quello che ci resta è la sensazione che eventi come Open Dialogues siano più importanti che mai. In un mondo che sembra sempre più diviso, dove le certezze vacillano, abbiamo bisogno di momenti come questi, di spazi dove confrontarci, dove costruire insieme un’idea di futuro.
Non è detto che troveremo tutte le risposte ma di sicuro usciremo da quelle due giornate con qualche domanda in più. E forse, è proprio questo il punto. Essere pronti a mettersi in discussione, a guardare il mondo con occhi nuovi, a non accontentarsi mai di quello che già sappiamo. Appuntamento a Udine, il 6 e 7 marzo. Perché il futuro non aspetta e nemmeno noi dovremmo farlo.
Curiosità
Sofia Viscardi si prepara a diventare mamma: una nuova...
L’annuncio di Sofia Viscardi ha emozionato tutti: la scrittrice e creator aspetta una bambina! Con un post su Instagram, ha condiviso che è già al settimo mese. Le immagini intime, tra cui uno scatto con il compagno Tommaso, mostrano la loro gioia e l’emozione di questo percorso fatto di alti e bassi. “Due che si amano molto a volte fa tre”, dice Sofia con la sua solita trasparenza.
La piccola nascerà tra febbraio e marzo, sotto il segno dei Pesci. Sofia ha anche scherzato sul fatto che questa esperienza potrebbe ispirare un nuovo libro: “Sto già prendendo appunti, non si sa mai!”. I commenti di affetto e le emoji di cuori non si sono fatti attendere: la sua community le è stata vicina come sempre, dimostrando un legame profondo.
Sofia Viscardi è cresciuta sotto i nostri occhi e ora si prepara ad affrontare la sfida di diventare mamma. Con la sua dolcezza e autenticità, siamo curiosi di vedere come questo nuovo capitolo influenzerà la sua vita e le sue storie. A Sofia e alla sua famiglia, auguriamo tutto il meglio per questo nuovo inizio.
*Foto dal profilo ufficiale su Instagram di Sofia Viscardi.
Curiosità
Ingrassare per colpa della genetica è davvero possibile?
Ingrassare per colpa della genetica è davvero possibile?
A volte sentiamo amici e conoscenti lamentarsi del fatto che, nonostante siano a dieta, ingrassano a vista d’occhio per colpa dei geni. Ma quanto c’è di vero?
Ingrassare per colpa della genetica è davvero possibile?
Tante volte ci sarà capitato di sentire amici, conoscenti e familiari lamentarsi del fatto che, nonostante siano a dieta, i loro sforzi vanno a rotoli perché ingrassano a vista d’occhio solo e soltanto per colpa dei geni che hanno ereditato dai loro genitori. Ma quanto c’è di vero in questo?
Esistono due tipologie di obesità: quella monogenica e quella poligenica. Oggi approfondiamo l’argomento per valutare entrambe le prospettive e capire quanto la genetica possa influire effettivamente sul controllo del peso e sui suoi problemi di gestione.
Soprattutto in merito all’obesità poligenica ti forniremo alcuni pratici consigli per prevenirla e adottare uno stile di vita più sano, a cui è possibile affiancare l’assunzione di alcuni prodotti DeusPower pensati e formulati per combattere l’accumulo di adipe extra nelle zone più problematiche.
Buona lettura.
Che cosa è l’obesità monogenica e chi colpisce?
La tipologia di obesità causata al 100% dalla genetica è chiamato “monogenica“.
Questa malattia, causata da una mutazione che avviene in un singolo gene, colpisce solo il 5% di tutta la popolazione obesa mondiale. Poiché si tratta di un disturbo ereditario, compare nell’infanzia ed è estremamente difficile da prevenire. In questo caso, l’impatto dello stile di vita è ridotto al minimo.
Tuttavia, seppur fortemente influenzata dai geni, il bilancio calorico gioca un ruolo prevalente anche in questo caso. Il gene che causa questa condizione è il recettore della leptina LEPR, cruciale nella regolazione del senso di sazietà. Infatti, la leptina invia al cervello un segnale di feedback costante sullo stato delle riserve di energia, ovvero di grasso. Più alta è la quantità di adipe contenuta nel corpo, più il cervello è in grado di regolare l’assunzione di cibo preservando il grasso immagazzinato per i “tempi di magra”.
Questo sistema non funziona nei pazienti affetti da obesità monogenica, poiché il loro cervello è portato erroneamente a credere che le riserve di grasso scarseggino e che, dunque, vadano ripristinate. In cosa si traduce ciò? In iperfagia, ovvero in un consumo incontrollabile e smisurato di cibo.
Che cosa è l’obesità poligenica e chi colpisce?
L’obesità poligenica, al contrario, è causata da una serie di mutazioni che avvengono in più geni, ognuno dei quali, singolarmente, ha un effetto minimo. Questa tipologia colpisce il restante 95% degli individui nel mondo ed è influenzato perlopiù dallo stile di vita condotto.
I geni che subiscono tali mutazioni sono spesso gli stessi che mutano in caso di obesità monogenica; tuttavia, le mutazioni sono diverse e, di conseguenza, possono avere effetti diversi. Uno di questi è l’FTO, responsabile di una maggiore produzione di leptina a cui consegue uno spropositato aumento dell’appetito.
Benché lo stile di vita giochi un ruolo fondamentale in questo contesto, ciò non significa che apportarvi dei cambiamenti sia la soluzione più diretta e semplice. Perché? Perché il grasso corporeo accumulato crea un surplus di adipe di cui il cervello è conscio. In questo modo, esattamente così come può svilupparsi una resistenza all’insulina, può svilupparsi anche una resistenza alla leptina.
Conclusione
L’idea di fondo è che, nella maggior parte dei casi, l’obesità può effettivamente essere prevenuta.
Se sei caduto/a nel circolo vizioso o in un loop di abbuffate, impegnandoti o chiedendo il supporto di uno specialista puoi uscirne costruendo una routine di dieta, attività fisica e integrazione ben strutturata.