Matilde Lorenzi, Gros: “Una tragedia, ma non c’è analogia con Leo David”
Piero è stato testimone delle ultime parole della giovane promessa dello sci
La tragica fine della giovanissima Matilde Lorenzi richiama alla mente dei più adulti la morte di un'altra promessa dello sci azzurro, quella di Leonardo David, avvenuta nel 1985 dopo una caduta a Lake Placid ben sei anni prima del lungo coma che lo portò a spegnersi. "Ma tra le due vicende non c'è analogia", chiarisce subito Piero Gros, testimone delle ultime parole del giovane talento di Gressoney proprio alla fine della pista americana, una prova sugli sci conclusa da David dopo la caduta dovuta a una spigolata e che, si capì in seguito, aveva risvegliato un edema cerebrale non rilevato dovuto a una caduta di due settimane prima, in discesa a Cortina d'Ampezzo.
"Sono due dinamiche molto diverse", dice Gros all'Adnkronos, "Matilde è sì caduta, ma non credo che sia andata in coma, non lo so, non ho idea di quello che è successo. Mentre Leonardo era già caduto ai campionati italiani a Cortina nella discesa, poi non aveva fatto lo slalom, poi era andato a casa e in seguito era partito tranquillamente per gli Stati Uniti dove avevamo le preolimpiche". "Quando abbiamo provato la discesa della combinata, lui era caduto, ma una caduta quasi da svenimento, si può dire. Si era rialzato in quel momento, poi era arrivato al traguardo, io ero già giù e mi ricordo che ci siamo salutati, gli ho chiesto 'Leo cosa è successo' e niente, era caduto, ma si era rialzato. È arrivato al traguardo, poi si è accasciato sui miei sci, ho chiamato il direttore tecnico Erich Demetz, loro hanno chiamato i soccorsi, poi l'hanno portato via in ospedale. L'hanno poi operato la sera e da quel momento purtroppo la storia è stata quella che è stata. Il cervello è stato parecchio tempo senza ossigeno, poi è andato avanti sei anni e alla fine è mancato".
"Matilde è caduta, ha spigolato, perché ormai con questi sci si va forte. Poi magari c'è ghiaccio, insomma la pista è forse più dura, non lo so quello che è successo, avrà battuto la testa sicuramente. Da quello che ho sentito non farei un'analogia con Leonardo anche se quando batti la testa... Basta vedere quello che è successo a Schumacher. È un tragico destino, molto tragico e crudele, siamo tutti molto tristi per Matilde".
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Europa League, la traversa frena la Lazio e finisce 0-0 con...
I biancocelesti non vanno oltre ad un pareggio in casa con i bulgari
Dopo 4 vittorie nelle prime 4 giornate la Lazio frena la sua corsa in Europa League. I biancocelesti non vanno oltre ad un pareggio per 0-0 in casa con i bulgari del Ludogorets dopo una prova al di sotto rispetto a quelle fornite nell'ultimo mese e mezzo dalla squadra di Baroni che può comunque rammaricarsi per la grande occasione arrivata all'86' con la traversa presa da Guendouzi. La Lazio resta comunque in testa con 13 punti ma viene agganciata dall'Athletic Bilbao in attesa delle partite delle ore 21, il Ludogorets sale invece a quota 2 e resta lontano dalla zona playoff.
Dopo una prima fase di studio la Lazio si rende pericolosa per prima al 23'. Lancio di Patric per Pedro, che scatta in posizione regolare e si allarga a destra per evitare l'uscita del portiere. Passaggio a rimorchio per Tchaouna e cross di prima per Noslin, che non riesce a coordinarsi al meglio e calcia fuori di poco. Al 27' il primo ammonito del match: è Pellegrini punito per una trattenuta su Marcus. Alla mezz'ora ripartenza pericolosa dei bulgari: Gropper cerca Marcus in area, ma Pellegrini arriva prima di tutti e spedisce il pallone in angolo salvando i suoi. Al 36' ci prova ancora il Ludogorets in contropiede. Cruz però cerca Marcos con un esterno destro troppo sul portiere e Mandas interviene senza problemi.
Un minuto dopo finalmente la Lazio gioca in velocità nei pressi dell'area avversaria e Vecino libera Dia al tiro: sul destro ravvicinato si oppone bene Bonmann. Arriva anche il primo giallo per gli ospiti che va a Witry, colpevole di aver allargato troppo il braccio su Guendouzi. Al 39' ancora Dia pericoloso in area, stavolta Bonmann lo ferma in uscita. Due minuti dopo giallo per Tchaouna per una scivolata in ritardo su un avversario. Al 44' Chochev atterra Dia vicino l'area: fallo evidente, ma l'arbitro lascia proseguire.
Baroni parte nelle ripresa con tre cambi: Lazzari per Pellegrini, Isaksen per Tchaouna e Castellanos per Dia. Anche la seconda frazione parte senza emozioni con le due squadre incapaci di impensierire la difesa avversaria. Al 12' il Ludogorets manovra bene e libera Witry al cross a destra. Il colpo di testa di Cruz termina alto. Poco dopo ci prova Pedro con un tiro da fuori area ma il portiere blocca la conclusione. Al quarto d'ora giallo per Gigot per un intervento in scivolata giudicato pericoloso dall'arbitro. Un minuto dopo ed entra Rovella per Vecino. Al 19' cross di Pedro verso il secondo palo, Lazzari arriva di gran carriera e calcia al volo ma la conclusione è da dimenticare e la palla termina decisamente alta sopra la traversa.
Un minuto dopo Guendouzi entra in area combinando con Isaksen e mette in mezzo, Noslin aggiusta per Pedro: tiro respinto. Al 26' Rovella trattiene Duah, da poco entrato al posto di Cruz e viene ammonito. Al 27' la squadra di casa chiede un rigore per fallo di Marcus su Isaksen. L'arbitro croato Strukan va al Var ma non concede il penalty ai biancocelesti: Patric protesta e si becca il giallo. Al 33' cross di Isaksen per Castellanos, che non arriva per un soffio e si limita a sfiorare il pallone. Subito dopo entra capitan Zaccagni al posto di Pedro. Tra gli ospiti spazio a Camara e Yordanov per Son e Gropper.
Al 41' Lazio a un passo dal gol: gran tiro di Guendouzi e palla sulla traversa. Poco dopo anche i bulgari esauriscono i cambi: Piotrowski dentro, fuori Chochev. Al primo minuto di recupero l'ultima chance per la Lazio: Castellanos va al tiro, la palla però non gira a sufficienza e si limita a sfiorare il palo.
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Sinner è lo sportivo italiano più ricco: Bagnaia e tre...
Il numero uno al mondo del tennis Jannik Sinner guida la classifica degli sportivi più ricchi d’Italia. Ecco la top ten
Jannik Sinner è lo sportivo italiano che ha guadagnato di più nel 2024. L’anno chiuso con due tornei del Grande Slam, l’Australian Open e lo Us Open, insieme alle Atp Finals e alla seconda Coppa Davis consecutiva conquistata con l’Italia, ha fruttato al tennista azzurro oltre 65 milioni di euro. Di questi, circa 16 sono arrivati dai montepremi dei tornei del circuito Atp, altri 6 dal trionfo nel torneo delle star a Ryadh e i circa 40 restanti da attività diverse. Dalle sponsorizzazioni al merchandising. E dietro di lui? Tanti calciatori, ma non solo.
Gli sportivi italiani più ricchi
Dopo l'inarrivabile Sinner, il primo è Marco Verratti. In forza all’Al-Arabi, il centrocampista azzurro guadagna circa 30 milioni netti a stagione. Segue poi il cestista Simone Fontecchio, che in estate ha firmato un contratto da circa 7,4 milioni netti all’anno con i Detroit Pistons.
Poi ecco Sandro Tonali e Ciro Immobile (7 milioni netti, percepiti al Newcastle e al Besiktas) e il fuoriclasse della MotoGp Pecco Bagnaia al sesto posto. Il ducatista, che quest’anno ha sfiorato il terzo mondiale consecutivo, ha uno stipendio di 5 milioni e mezzo (spinto verso l’alto da diversi bonus, come i 100.000 a vittoria per ogni Gran Premio, i 50.000 per i secondi posti e i 30.000 per i terzi): per lui, quest’anno, 11 vittorie, un secondo posto e 4 terzi posti. Per un totale di 6 milioni e 670.000 euro.
Tanto calcio, ovviamente
Seguono, dalla settima alla decima posizione: l’interista Nicolò Barella (6,5 milioni netti), il portiere del Psg e della Nazionale Gianluigi Donnarumma (6 milioni netti), i difensori dell’Inter Alessandro Bastoni (5,5 milioni netti) e Federico Dimarco (4 milioni netti). A pari merito con l’esterno nerazzurro, a quota 4 milioni netti, c’è il difensore dell’Arsenal e della Nazionale Riccardo Calafiori. Questo per quanto riguarda gli stipendi, con cifre da rivedere ovviamente al rialzo per i vari contratti di sponsorizzazione.
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Aston Villa-Juventus: l’equilibrio della tattica e il...
C’è chi sperava in una partita scoppiettante, di quelle che non lasciano un attimo di respiro. Invece, Aston Villa e Juventus, sotto il cielo freddo del 27 novembre, ci hanno regalato uno 0-0 di quelli intensi, fatti di tattica e nervi, più che di gol e spettacolo. Certo, non è mancato quel pizzico di polemica che fa discutere i tifosi a fine gara, magari davanti a una birra… ma di questo ne parleremo più avanti.
Prima di tutto, diciamolo: è stata una partita difficile. L’Aston Villa, con il suo pubblico caldissimo alle spalle, ha spinto forte fin dall’inizio, cercando con insistenza di piegare una Juventus che, però, ha saputo fare una cosa davvero bene: difendersi. Nonostante una lista di infortuni lunga quanto una giornata d’inverno, la squadra di Thiago Motta ha messo in campo una tenacia e un’organizzazione difensiva che hanno reso la vita dura ai padroni di casa.
Il momento che tutti ricorderanno è arrivato proprio sul finale, nei minuti di recupero. Quando ormai sembrava che il match stesse per spegnersi senza grandi colpi di scena, ecco il lampo: Morgan Rogers trova il modo di infilare il pallone in rete. Il pubblico esplode, è il gol che tutti aspettavano ma dura poco. L’arbitro fischia, annulla tutto per un fallo di Diego Carlos sul portiere bianconero Michele Di Gregorio. E qui, inutile dirlo, si scatena il putiferio. I tifosi dell’Aston Villa gridano all’ingiustizia, mentre quelli della Juventus tirano un sospiro di sollievo. La verità? Forse sta da qualche parte nel mezzo, come spesso succede.
E poi, ci sono state le parole del dopo partita. Thiago Motta, da parte sua, è sembrato soddisfatto: “Siamo una squadra compatta e solida, nonostante le difficoltà. Portare a casa un risultato utile contro un avversario di livello come l’Aston Villa è importante per il nostro percorso”, ha detto ai microfoni, con quel tono un po’ serafico che ormai lo contraddistingue. Sul fronte opposto, Unai Emery, allenatore dei Villans, non ha potuto nascondere un po’ di amarezza: “Abbiamo fatto la partita, creando molte occasioni, ma non siamo riusciti a concretizzare. L’episodio del gol annullato? Preferisco non commentare, lascio giudicare agli altri”. Insomma, una delusione che brucia, soprattutto quando senti di aver dato tutto.
Questo pareggio lascia Aston Villa e Juventus in una posizione un po’ delicata nel girone. L’Aston Villa è al nono posto, mentre la Juventus è ferma al diciannovesimo. Sì, avete letto bene: nono e diciannovesimo. Due posizioni che non rendono certo onore alle ambizioni delle due squadre e che ora richiedono un colpo di reni nelle prossime partite. Ogni punto è fondamentale, ogni piccolo errore può costare caro e la strada verso la qualificazione è ancora tutta in salita.
Alla fine, cosa resta di questa Aston Villa-Juventus? Forse non è stata la partita più bella di questa Champions League ma è stata una partita vera, combattuta, dove la tattica e la tensione hanno avuto la meglio sullo spettacolo. E l’episodio del gol annullato? Continuerà a far discutere, perché è questo che fa il calcio: ci regala emozioni, ci fa arrabbiare, ci fa discutere. E poi ci fa guardare avanti, sempre, alla prossima partita, alla prossima sfida. Perché la Champions è così: non ti lascia mai il tempo di respirare davvero.