La startup xAi di Musk in trattative con investitori per nuovo round di finanziamento
xAi, la società di Elon Musk attiva nello sviluppo di intelligenze artificiali, è in trattativa con gli investitori per un nuovo round di finanziamento che la valuterebbe intorno ai 40 miliardi di dollari. E' quanto riferisce il 'Wall Street Journal' citando fonti vicine al dossier.
La startup è stata valutata l'ultima volta a 24 miliardi di dollari solo pochi mesi fa, quando ha raccolto 6 miliardi di dollari in primavera. Le discussioni, scrive il quotidiano economico Usa, "sono nelle fasi iniziali, il che significa che i termini potrebbero cambiare o i colloqui potrebbero fallire".
Le più grandi startup di intelligenza artificiale della Silicon Valley, sottolinea il Wsj, "stanno raccogliendo fondi a grande velocità per finanziare l'intensa potenza di calcolo necessaria per sviluppare ed eseguire la loro tecnologia". All'inizio di questo mese, ricorda il quotidiano, OpenAI ha raccolto 6,6 miliardi di dollari con una valutazione di 157 miliardi di dollari in quello che è stato uno dei più grandi round di finanziamento privato nella storia degli Stati Uniti. Perplexity, una startup di ricerca di intelligenza artificiale, è in trattativa per raccogliere nuovi finanziamenti che raddoppierebbero la sua valutazione a 8 miliardi di dollari. Musk ha fondato xAi un anno e mezzo fa dopo aver visto il successo improvviso di ChatGpt. Il Ceo di Tesla e SpaceX da tempo si interessa all'intelligenza artificiale. Infatti Musj ha co-fondato OpenAI nel 2015 e se n'è andato nel 2018 e ha citato in giudizio il produttore di ChatGpt due volte quest'anno.
Economia
Ikea contribuirà con 6 mln di euro a fondo per vittime...
Il colosso svedese dell'arredamento Ikea contribuirà con 6 milioni di euro a un fondo per le vittime della dittatura nella Germania Est comunista, dopo aver ammesso che prigionieri politici hanno lavorato ai suoi prodotti. Oggi l'azienda ha presentato una dichiarazione d'intenti in tal senso al delegato parlamentare per le vittime del Partito Comunista della Germania Est Sed, secondo quanto riferito dall'ufficio del mediatore in questione, Evelyn Zupke. "E' il risultato di uno scambio ravvicinato durato diversi anni tra Ikea, l'Unione delle organizzazioni tedeschi delle vittime della tirannia comunista (Uokg) e l'ufficio della signora Zupke, istituito nel 2021, hanno dichiarato i tre organismi in un comunicato congiunto. La signora Zupke ha elogiato "l'approccio responsabile" di Ikea, "anche per quanto riguarda i capitoli oscuri della storia dell'azienda".
Nel 2012, l'azienda di arredamento numero uno al mondo ha ammesso che alcuni dei suoi fornitori avevano utilizzato prigionieri politici nella Ddr e ha espresso il proprio "rammarico". Lo studio condotto dalla società di consulenza Ernst & Young ha concluso che i prigionieri politici e detenuti avevano contribuito alla produzione di componenti o mobili a cavallo degli anni Ottanta. L'indagine ha anche dimostrato che i rappresentanti di Ikea erano consapevoli della possibilità di utilizzare i prigionieri. Dopo questo primo studio, un altro rapporto, redatto dal consulente scientifico dell'Uokg, ha approfondito l'argomento.
"Ci dispiace profondamente che i prodotti Ikea siano stati fabbricati anche da prigionieri politici nella Ddr", ha sottolinea Walter Kadnar, capo di Ikea in Germania, felice di "mantenere la nostra promessa di sostenere le vittime della dittatura". Nel 2022, Ikea aveva manifestato l'intenzione di sostenere finanziariamente questo fondo nazionale per aiutare le vittime della Ddr, che il Parlamento tedesco dovrà votare per la sua istituzione nelle prossime settimane. Nel comunicato stampa congiunto, Dieter Dombrowski, presidente dell'Uokg, ha espresso l'auspicio che "più aziende seguano l'esempio di Ikea". Nel 2014, anche il capo della Deutsche Bahn (Db) ha chiesto perdono per l'impiego forzato di prigionieri costretti a lavorare per la Reichsbahn, la compagnia ferroviaria della Ddr che nel frattempo è stata assorbita dalla Db.
Economia
Ambiente, Balzan (Arb Sb): “Il 64% delle persone...
"Vale 2,61 mld di euro nel 2024 e ne varrà 8,73 nel 2031"
“Il 64% delle persone sta cercando esperienze di turismo sostenibile, è disposto anche a pagare cifre superiori proprio per contribuire al mantenimento di questi luoghi - continua Balzan - proprio una ricerca recente parla del 234% di crescita del turismo sostenibile entro il 2031, un 18% di crescita annua. Stiamo parlando di 2,61 miliardi di dollari come valore nel 2024 e, nel 2031, di 8,73 miliardi di dollari. Il trend della sostenibilità nel mondo del turismo che prevede una pianificazione attenta e accurata porta anche a dei valori economici dove penso che l'Italia possa dire la sua”. Lo ha detto Ada Rosa Balzan, Founder e presidente di Arb Sb, in occasione dell'evento Adnkronos Q&A ‘Trasformazione green, investimenti e strategie’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma. “Il turismo sostenibile - spiega Balzan - è quello che presidia il capitale principale quindi il territorio, l'unicità di quel territorio, andando a calcolare i flussi, andando la pressione che non è il numero di presenze: non è un concetto di quantità ma di qualità. Si tratta di un turista rispettoso, un turista che si integra, vuole vivere un'esperienza quasi come cittadino di quel luogo e quindi non è un visitatore mordi e fuggi, ha una sensibilità differente”.
Nel contesto della sostenibilità “il primo step è capire, dare il giusto contesto, che non è solo ambientale - precisa l’esperta - La percezione spesso, soprattutto italiana, è che l'80% abbia un peso ambientale. Sasb, che è il riferimento mondiale dell'analisi dei rischi finanziari, su 26 tematiche, solo 6 sono ambientali e 20 sono sociali e 10 di governance. Quindi il primo step è capire, dare il giusto contesto alla sostenibilità per poi costruire un percorso concreto e una comunicazione adeguata”.
Sul green washing “abbiamo visto dei casi abbastanza importanti anche sulla parte sociale. Quando, nel 2021 la Commissione europea ha chiesto di fare una valutazione sulla comunicazione delle principali aziende sui siti internet - spiega Balzan - emergeva che il 59% dei messaggi sulla sostenibilità erano molto vaghi, molto generici, addirittura il 42% ingannevoli. Vediamo una grande produzione normativa sui green claims. È un obbligo, ma anche un’opportunità di mercato perché comunque tante realtà dentro la catena di fornitura vengono sollecitate, per rimanere nella catena di fornitura, di allinearsi a questi principi”. Questo vale anche in prospettiva. “I giovani non sono solo nativi digitali ma sono anche nativi sostenibili, sono molto attenti a queste tematiche. La generazione Z, che ha il 40% del potere d'acquisto mondiale, verifica quando gli viene fatta una promessa, soprattutto su tutto quello che è una catena di presidio delle persone e - conclude - del valore sociale”.
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Economia
Audi, chiude la fabbrica del Suv elettrico a Bruxelles
L'impianto impiega 3mila persone. La casa automobilistica: "Non sono previsti licenziamenti fino a fine anno"
Lo stabilimento Audi di Bruxelles verrà chiuso alla fine di febbraio. Lo ha comunicato oggi la casa automobilistica tedesca ai sindacati, aggiungendo che i licenziamenti non sono previsti fino alla fine dell'anno. L'impianto impiega circa 3.000 persone e produce un solo modello Audi, il Suv elettrico Q8 e-tron. Audi sta valutando da tempo la chiusura dello stabilimento di Bruxelles e da mesi si consulta con i comitati aziendali e i sindacati, come previsto dalla legge in Belgio. La direzione aziendale prevede di completare questo processo di informazione e consultazione nelle prossime due settimane.
Le vendite del Suv e-tron Q8 sono in calo e i dirigenti Audi hanno affermato che la fabbrica ha costi logistici molto elevati perché nelle vicinanze si trovano pochi fornitori. Secondo Audi, la posizione della fabbrica tra una zona residenziale, la ferrovia e l'autostrada ne rende difficile l'espansione. La società madre di Audi, il gruppo Volkswagen, sta affrontando una profonda crisi del marchio di punta Volkswagen e ha rifiutato la possibilità di avviare la produzione di un nuovo modello di veicolo a Bruxelles.
Secondo Audi sono ancora in corso trattative con un potenziale investitore. L'azienda aveva già parlato con più di 20 potenziali investitori dell'industria automobilistica, senza alcuna prospettiva di un progetto fattibile per il sito e per i dipendenti che vi lavorano.
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