Formazione, Osservatorio Stem Deloitte: “Solo uno universitario europeo su 4 iscritto a corsi Stem”
Fra studenti timore per l'avvento dell'Ia
Solo poco più di uno studente universitario europeo su quattro, il 26,6%, è iscritto a corsi Stem, le discipline scientifico-tecnologiche; di questi, oltre la metà (il 53,7%) sono iscritti a ingegneria, il 26,7% a scienze naturali, matematica e statistica e il 19,5% a corsi Ict. Questi i dati contenuti nella terza edizione dell’Osservatorio Stem 2024 - Empowering the multiple transitions through Stem skills realizzato da Deloitte. Le discipline Stem inoltre attraggono molto di più i ragazzi delle ragazze: il 40,2% degli studenti è iscritto a corsi stem, mentre la partecipazione delle studentesse si attesta al 15,5%. Fra gli universitari che frequentano corsi Stem, per il 46% la loro scelta è stata dettata dalla passione e dall’interesse personale, seguite dalle prospettive di carriera o remunerative (33%). Di molta importanza anche la famiglia, la figura più importante nella scelta di studio o carriera, soprattutto in ambito Stem, che influenza il 51% degli studenti e il 60% dei lavoratori in questo ambito.
Quello delle discipline tecnico-scientifiche, come ingegneria, scienze naturali, matematica, statistica e le Ict, è un mondo che però ancora spaventa gli studenti: secondo l’Osservatorio Deloitte, infatti, uno studente su tre le vede ancora troppo complesse o non si ritiene portato per studiarle. Sei studenti su 10 che hanno scelto percorsi alternativi al mondo Stem hanno inoltre preso o prenderebbero in futuro, l’idea di intraprendere un percorso all’insegna di questo gruppo di materie. Nell’universo Stem, infine, la formazione continua anche quando si è entrati nel mondo del lavoro: oltre 6 lavoratori su 10 infatti continuano a investire nella loro formazione.
Tuttavia, 1 giovane su 2 si dice preoccupato dell’impatto occupazionale derivante dall’evoluzione futura dell’intelligenza artificiale, un dato che sale in particolare tra i lavoratori con formazione Stem. Il 60% delle aziende però ritengono che l’avvento dell’Ia aumenterà la domanda di profili con competenze Stem. A livello europeo, quasi 9 giovani su 10 ritengono che le competenze Stem avranno un ruolo decisivo per guidare con successo la “Green Transition”, e oltre 4 giovani su 10 affermano che la combinazione tra competenze Stem e IA consentirà di affrontare con maggiore successo questa transizione.
Cronaca
Halloween, la ‘crociata’ di Famiglia Cristiana:...
Il settimanale dei Paolini: "Piena di mistero, la festa è anche occasione per - furbescamente e sottotraccia - sdoganare alcuni simboli satanici"
"Una festa diabolica, dal fascino incomprensibile". 'Crociata' anti-Halloween del settimanale dei Paolini, Famiglia Cristiana, che mette in guardia da una "festa dal fascino incomprensibile" che neanche ha "radici storiche" nel nostro Paese. In uno speciale, online da oggi, il giornale dei Paolini ricorda che la "solennità di Ognissanti, il primo di novembre, e il ricordo dei nostri defunti il giorno successivo, sono due appuntamenti carichi di significati per la vita dei cristiani. Nel primo caso per fare tesoro del loro modello di vita. "In un'epoca di passioni tristi" , commenta il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del dicastero delle Cause dei Santi, "abbiamo bisogno della testimonianza di persone che sanno donarsi senza depressioni e malinconie".
"Ecco perché - sottolinea Famiglia Cristiana - dovrebbero quanto meno avere lo stesso fascino che, incomprensibilmente, ha la festa di Halloween la notte prima, quella del 31 ottobre. Una festa commerciale che non ha radici storiche nel nostro Paese, una moda anglosassone da cui ci siamo fatti rapire. Grandi e piccini, è una vera corsa al travestimento più pauroso. Piena di mistero, la festa è anche occasione per - furbescamente e sottotraccia - sdoganare alcuni simboli satanici". Lo psichiatra consulente dell'Associazione internazionale Esorcisti Valter Cascioli avverte: "Attenzione, Halloween è una festa diabolica. All'indomani, infatti, la cronaca narra di messe nere, riti satanici, violenze e anche stupri".
Cronaca
Influenza, raffreddore, bronchiolite bambini: il vademecum...
Dal Bambino Gesù guida completa per la prevenzione, riconoscere i sintomi e capire quando rivolgersi al pediatra
Autunno ancora mite, ma il freddo sembra alle porte e con il 'generale inverno' si riaffacceranno i malanni di stagione. Dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma arriva una guida completa per prevenirli, riconoscerne i sintomi, capire quando rivolgersi al pediatra e come curarli. Parliamo di tosse, mal di gola, raffreddore, febbre, influenza, bronchiolite. "Lo scorso anno sono stati 15 milioni gli italiani colpiti dall'influenza e dalle sindromi parainfluenzali - ricordano gli esperti del Bambino Gesù - Di questi, circa un terzo erano bambini e ragazzi".
Influenza e sindromi parainfluenzali
"Rhinovirus, coronavirus, virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus, enterovirus, virus respiratorio sinciziale - elencano i medici - Sono gli agenti virali responsabili della maggior parte delle malattie dell'apparato respiratorio: dal raffreddore all'influenza, dal Covid alla bronchiolite. Questi virus si trasmettono per via respiratoria, attraverso l'inalazione diretta delle goccioline respiratorie infette o per contatto, ad esempio con le mani contaminate. I sintomi sono spesso simili, ma di diversa intensità, e vanno dal mal di gola alla tosse, dal naso che cola alla febbre, dalle manifestazioni gastrointestinali ai dolori articolari. Le malattie respiratorie ogni anno nel mondo colpiscono centinaia di milioni di persone, soprattutto nei mesi più freddi. Al Bambino Gesù durante la scorsa stagione epidemica (2023-2024) si sono verificati più di 13.000 accessi in pronto soccorso per infezioni respiratorie acute e oltre 1.500 ricoveri, di cui circa 100 in terapia intensiva".
I picchi stagionali
I picchi stagionali cambiano da patologia a patologia. "Nell'influenza la fase di picco dura generalmente da dicembre a febbraio, nel raffreddore i casi aumentano durante tutta la stagione invernale, i casi di bronchiolite causati da virus respiratorio sinciziale si concentrano tra novembre e marzo, mentre quelli causati da virus parainfluenzali di tipo 3 si verificano con maggior frequenza in primavera ed estate", ricordano gli specialisti.
La prevenzione
La prevenzione. "Il rispetto delle norme igieniche è fondamentale per limitare i rischi di contrarre i virus respiratori - raccomandano gli esperti - Con l'arrivo del freddo i bambini passano infatti più tempo in ambienti chiusi e con minore ricambio d'aria, esponendosi così a un rischio maggiore di essere contagiati. Lavare spesso le mani, coprire naso e bocca con un fazzoletto o il cavo del gomito quando si starnutisce, ridurre il contatto delle mani con occhi, bocca e naso ed evitare le persone che presentano sintomi sono tutti comportamenti che aiutano a diminuire il rischio di ammalarsi. Più in generale un corretto stile di vita rende bambini e ragazzi più sani e quindi meno soggetti ad ammalarsi. E' importante seguire un'alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdura che aiutano a rinforzare le difese dell'organismo".
Vaccino
Ma l'arma di prevenzione più importante, laddove presente, "resta il vaccino", rimarcano gli specialisti, "insieme al nuovo anticorpo monoclonale contro il virus respiratorio sinciziale. In Italia la campagna vaccinale antinfluenzale è iniziata il primo ottobre. Il vaccino è raccomandato a tutti i bambini da 6 mesi fino al compimento dei 7 anni; ai bambini dai 6 mesi di età, ragazzi e adulti con patologie croniche e ai loro conviventi, alle donne in gravidanza e nel periodo post partum e a tutte le persone dai 60 anni di età. Insieme a quella anti-influenza, è partita anche la campagna per la vaccinazione contro il Sars-CoV-2, per tutte le fasce di età".
Virus respiratorio sinciziale
"Da quest'anno poi è disponibile un nuovo farmaco, un anticorpo monoclonale, che serve a proteggere dal virus respiratorio sinciziale, la causa più comune di bronchiolite (infiammazione delle piccole vie aeree dei polmoni) e di polmonite nei bambini sotto i 2 anni. In Italia lo scorso anno si sono registrati oltre 15.000 ricoveri, 3.000 dei quali in terapia intensiva. Presso il Bambino Gesù - prosegue l'ospedale - durante la scorsa stagione epidemica (2023-2024) si sono verificati 650 ricoveri, di cui 93 in terapia intensiva, a causa della bronchiolite. Nei giorni scorsi la Conferenza Stato-Regioni ha dato via al piano di immunizzazione contro il virus sinciziale". La campagna riguarderà inizialmente tutti i bambini nati da fine luglio 2024 in poi e quelli fragili con meno di 24 mesi di età. "Prevenire l'infezione da virus respiratorio sinciziale è salvavita nei bambini con meno di 6 mesi di età, riduce di oltre l'80% la necessità di ricovero ospedaliero e azzera il rischio morte - afferma Alberto Villani, responsabile dell'Unità operativa complessa di Pediatria generale e Dea II livello del Bambino Gesù - Evitare una forma grave di bronchiolite nelle primissime fasi della vita abbatte il rischio di soffrire di asma, già in età evolutiva, e della broncopneumopatia cronica ostruttiva, in età adulta avanzata".
A chi rivolgersi e cosa fare
"La maggior parte delle malattie respiratorie invernali si presenta con sintomi molto simili: raffreddore, mal di gola, tosse, febbre, inappetenza, stanchezza. Si tratta di malattie che in genere si risolvono da sole in pochi giorni grazie al riposo a letto e alla somministrazione di farmaci in grado di controllare la febbre (se presente) e alleviare la sintomatologia. Il farmaco di elezione per la gestione della febbre è il paracetamolo - rammentano gli esperti - che ha proprietà antifebbrili e antidolorifiche e che, non essendo antinfiammatorio, è privo di effetti lesivi per la mucosa dello stomaco. Trattandosi di infezioni virali, la terapia antibiotica non solo è inutile, ma spesso dannosa quando non prescritta dal medico".
"In caso di raffreddore - consigliano i medici - i lavaggi nasali sono utili per liberare le vie aeree superiori e facilitare la respirazione, soprattutto nei neonati e nei bambini molto piccoli che non sono ancora in grado di soffiarsi il naso. Il lavaggio consiste nell'introduzione nelle narici di una soluzione di acqua e sale (soluzione fisiologica). I momenti più adeguati per effettuare i lavaggi nasali sono prima delle poppate, prima di dormire e prima di eseguire l'aerosol. Esistono molti strumenti per eseguire il lavaggio nasale. Nei bambini sotto i 2 anni di età è consigliato l'utilizzo di una siringa (senza ago) da 2,5 ml o 5 ml, in modo da introdurre la soluzione fisiologica nelle narici con una discreta pressione (non eccessiva, né in maniera troppo rapida), utile a liberare le prime vie aeree. Esistono poi i flaconcini monouso (da 2,5 o 5 ml) e, per i bambini più grandi, gli spray predosati o l'apposito apparecchio di origine asiatica per lavaggi nasali (una piccola brocca con beccuccio). Le soluzioni normalmente utilizzate per il lavaggio nasale sono isotoniche (soluzione fisiologica) o ipertoniche. Le soluzioni isotoniche hanno una concentrazione di sale dello 0,9%, quelle ipertoniche, utilizzate quando il muco è più denso, hanno invece una concentrazione di sodio cloruro più elevata (la più frequente è al 3%); quest'ultima è indicata in specifiche categorie di pazienti".
L'idratazione è sempre importante, ancora di più quando il bambino ha una sindrome influenzale o parainfluenzale e va quindi stimolato a bere acqua. Se è inappetente, invece, non è necessario forzarlo a mangiare, precisano gli specialisti. Il riposo a casa è importante, anche per limitare la circolazione dei virus, ma se il bambino si sente in forze, non serve costringerlo a letto. In caso di febbre (senza brividi), inoltre, vestirlo con abiti leggeri lo aiuterà a disperdere il calore in eccesso e a diminuire il disagio.
L'aspetto veramente importante a cui i genitori devono prestare attenzione è lo stato di salute generale del bambino. "Non c'è un sintomo che, da solo, è più importante degli altri diventando fonte di ansia. La febbre è normale, vuol dire che l'organismo sta combattendo l'infezione virale. Bisogna quindi prendere in considerazione lo stato di malessere complessivo del bambino (dolore, appetito, cambiamento delle sue abitudini, del suo umore e della sua mobilità). Quando si riscontrano cambiamenti evidenti rispetto alla normalità, è importante rivolgersi al pediatra che fornirà le indicazioni, terapeutiche e comportamentali, del caso", spiegano i pediatri del Bambino Gesù.
Fattori di rischio
I fattori di rischio cambiano quando si ha a che fare con persone fragili. "Nei bambini e nei ragazzi i fattori che aumentano il rischio di maggiore gravità sono la prematurità, l'età del bambino (inferiore a 12 settimane), le cardiopatie congenite, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica, le anomalie congenite delle vie aeree e le immunodeficienze. In questi casi è sempre opportuno consultare il medico curante e in ogni caso deve essere garantita una valutazione medica (pronto soccorso, se medico curante impossibilitato)", aggiungono.
"Prevenire è sicuramente il primo consiglio, vaccinare anche i bambini contro l'influenza è fondamentale. In caso di malattia, i genitori non devono avere paura del valore della temperatura, dei gradi segnalati dal termometro, ma rivolgere l'attenzione alle condizioni complessive del bambino, senza somministrare farmaci per decisione autonoma - conclude Sebastian Cristaldi, responsabile dell'Unità operativa semplice Dea II livello del Bambino Gesù - Certamente è di aiuto mantenere l'idratazione con acqua o soluzioni reidratanti, facilmente reperibili nelle farmacie. Consiglio inoltre di sottoporre la situazione al proprio pediatra di famiglia che prescriverà controlli clinici e terapie in base alle condizioni o invierà la famiglia in pronto soccorso se necessario".
Cronaca
Salute, scienziati chiedono task force nazionale e reti...
Presentato alla Camera documento per nuova alleanza multidisciplinare contro emergenze ambientali e sanitarie
Una task force nazionale e delle reti regionali. E' la formula proposta per promuovere la One Health in tutta Italia da una Faculty di oltre 90 scienziati nel documento 'One Healthon, la rete della salute' elaborato da 'Forum One Health: laboratorio di idee', che viene presentato oggi alla Camera con un convegno nazionale a cui partecipano clinici, scienziati, rappresentati delle istituzioni e giornalisti. Secondo gli esperti, contro le emergenze ambientali e sanitarie è quindi necessaria, da subito, una nuova alleanza multidisciplinare tra specialisti di ambiti diversi per una 'rete della salute' in grado di realizzare interventi coordinati sulla base di percorsi ed indicatori condivisi. Il modello organizzativo e di lavoro deve essere quello delle reti oncologiche regionali che, dove attivate, hanno dimostrato ottimi risultati.
Il progetto nazionale, promosso per favorire la prevenzione, la ricerca, l'innovazione e la corretta comunicazione - spiega una nota - ha l'obiettivo di realizzare la One Health attraverso il confronto interno tra gli specialisti e un dialogo con le istituzioni. Il documento programmatico è infatti il frutto dell'attività di 8 tavoli di lavoro tematici, che nei mesi scorsi hanno prodotto un elenco di possibili proposte. "Il Forum nasce con l'intento di individuare progettualità condivise e realizzare azioni concrete - afferma Rossana Berardi, professore ordinario di Oncologia Università politecnica delle Marche, direttrice Clinica Oncologica Aou Marche, coordinatrice scientifica progetto One Healthon e presidente di One Health Foundation - La scienza e la ricerca hanno dimostrato come sia possibile ridurre il forte impatto delle malattie non trasmissibili. Bisogna intervenire sugli stili di vita, sull'inquinamento ambientale e puntare ad un miglioramento generale dell’assistenza sanitaria. E' questo l'approccio One Health che intendiamo portare avanti, ma per farlo vanno create una regia nazionale e delle reti dislocate sui diversi territori”.
Del resto, "cambiamenti climatici, inquinamento, possibili nuove pandemie o emergenze sanitarie globale come l'antibiotico-resistenza sono solo alcune delle sfide che dobbiamo affrontare - prosegue Giuseppe Quintavalle, commissario Asl Roma 1, referente Rapporti istituzionali e Area centro del progetto One Healthon - E' richiesta una sempre maggiore programmazione, collaborazione e anche un impegno comune per promuovere la cura, la ricerca e soprattutto la prevenzione. E' poi necessario un approccio multidisciplinare soprattutto nelle diverse aziende sanitarie dove devono lavorare team che includano medici, veterinari, ecologi e anche esperti in formazione e comunicazione".
Un esempio organizzativo "virtuoso della nuova sanità - sottolinea Berardi - è quello fornito dalle reti oncologiche regionali. Il cancro è una delle malattie più diffuse nel nostro Paese, per un totale di oltre 3 milioni di persone coinvolte direttamente. Le reti, dove sono state messe nelle condizioni reali di funzionare, hanno prodotto ottimi risultati per pazienti, caregiver e anche il resto della cittadinanza. Favoriscono infatti un migliore coordinamento delle attività di presa in carico del malato. Inoltre, abbattono le criticità che possono verificarsi nelle diverse strutture sanitarie sia ospedaliere che territoriali. Infine, il processo di digitalizzazione della sanità può favorire la One Health attraverso il ricorso a sistemi informatici interoperabili. Fondamentale è la condivisione dei dati sanitari elettronici integrati con quelli extra-sanitari. Anche in questo modo è possibile disporre di un tempestivo accesso a informazioni per monitorare costantemente la sanità pubblica".
Oltre a Berardi e Quintavalle, hanno coordinato i tavoli Attilio Bianchi, Mauro Boldrini, Vincenzo Caputo, Roberto Danovaro, Alessandro Delle Donne e Nicla La Verde.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.