Putin rischia per la falla nella sicurezza? Tutta colpa di un’app
L'inchiesta del quotidiano Le Monde svela il bug nei servizi
Dove si trova Vladimir Putin? Te lo dice l'app. Gli spostamenti del presidente russo, svela Le Monde in un'inchiesta arrivata alla terza puntata, possono essere ricostruiti. Merito, o colpa, della notissima app Strava, che viene utilizzata da chi corre o va in bici per monitorare le proprie prestazioni. Ebbene, il quotidiano francese ha ricostruito gli spostamenti di 6 agenti o dipendenti dei servizi di sicurezza, tutti con l'hobby del running.
E così, è stato possibile stabilire quando Putin ha soggiornato nella lussuosa dimora da 1 miliardo sulle rive del Mar Nero o, ad esempio, quando è andato a rilassarsi nella sua dacia in Karelia, non lontano dal confine con la Finlandia. La falla nella sicurezza appare tanto evidente quanto sorprendente, soprattutto se si considerano le misure rigidissime che vengono adottate per proteggere il leader del Cremlino.
Le foto ufficiali che mostrano gli incontri di Putin, seduto spesso a metri di distanza dal proprio interlocutore sistemato all'altro capo del tavolo, sono diventate la norma anche dopo la pandemia. I media e i canali Telegram ucraini da tempo sostengono che il presidente russo si faccia rimpiazzare da sosia in situazione potenzialmente pericolose o in eventi di secondo piano.
Le informazioni raccolte dall'app per runner e ciclisti svelano itinerari, tempi di percorrenza, spostamenti assortiti. Il risultato è una mappa virtuale che offre indizi e dettagli. A parziale difesa degli agenti russi, fa notare Le Monde, lo scivolone in termini di sicurezza è più comune di quanto si pensi. Tra i 125 milioni di utenti di Strava, infatti, ci sarebbero anche 12 agenti che proteggono il presidente francese Emmanuel Macron e ben 26 agenti del Secret Service che vigilano sul presidente statunitense Joe Biden...
Esteri
Naim Qassem, il nuovo leader Hezbollah: “La vittoria...
Primo discorso tv da quando ha assunto la guida del movimento sciita libanese filoiraniano dopo la morte di Hassan Nasrallah in un raid israeliano lo scorso 16 ottobre. Interruzione a metà trasmissione, sospetto attacco informatico
"Siamo fiduciosi che la vittoria sarà nostra". Questo il messaggio del nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, oggi, 30 ottobre, nel suo primo discorso tv da quando ha assunto la guida del movimento sciita libanese filoiraniano, dopo la morte di Hassan Nasrallah in un raid israeliano lo scorso 16 ottobre. "Abbiamo tanti sacrifici davanti a noi, ma ce la faremo" assicura.
''L'Iran ci sostiene nel nostro progetto e non chiede nulla in cambio'', ovvero ''non sta guidando la sua lotta attraverso di noi''. ''Accogliamo con favore qualsiasi supporto da qualsiasi Paese arabo per far progredire la nostra lotta. Ma qualche paese arabo ci ha offerto aiuto? E noi lo abbiamo rifiutato?", ha aggiunto.
Gli Hezbollah hanno ''l'esperienza e i mezzi necessari e siamo preparati per una guerra prolungata''. ''Uno dei nostri combattenti vale 10 dei loro soldati, con i loro carri armati e le loro armi", ha aggiunto Qassem riferendosi alle forze armate israeliane. "I nostri missili e droni vengono utilizzati secondo un programma giornaliero ben definito. Con essi abbiamo paralizzato la vita di centinaia di migliaia di israeliani", ha sostenuto.
''Stiamo combattendo per difenderci, per proteggere il nostro Paese, i palestinesi e per impedire il controllo israeliano e americano sulla nostra nazione''. ''La nostra posizione coerente era quella di non volere una guerra'', ha aggiunto Qassem, sottolineando allo stesso tempo che ''siamo nel mezzo di una guerra combattuta contro il Libano. Una guerra che è iniziata con l'esplosione dei cercapersone a settembre''.
"Sembra che le elezioni americane saranno un punto di svolta nella guerra'' sottolinea. ''Le perdite israeliane sul campo peseranno sulle loro decisioni, poiché il nemico non è riuscito a raggiungere nessuno dei suoi obiettivi''.
Hezbollah è disposto a mettere fine alla guerra, ma a patto che ''le condizioni poste da Israele ci convengano''. ''Fino a ora non è stata discussa alcuna proposta accettabile per Israele e adatta a noi".
L'attacco informatico durante il discorso
Il primo discorso televisivo del Segretario generale di Hezbollah Naim Qassem è stato interrotto a metà della trasmissione. Il Libano segnala un sospetto attacco informatico, scrive Haaretz.
Attacco Idf nel Libano orientale dopo ordine di evacuazione
Attacchi aerei hanno scosso la città di Baalbek, nel Libano orientale, e i suoi sobborghi. Lo ha riferito l'Afp, poche ore dopo che Israele aveva diramato un appello all'evacuazione della zona. Il sindaco di Baalbek, Mustafa al-Shall, ha confermato che gli attacchi hanno colpito la città e le zone circostanti, senza fornire ulteriori dettagli.
Direttore Cia e inviati Usa in Medio Oriente
Il direttore della Cia, Bill Burns, oltre ad alti funzionari Usa e capi militari sono attesi in Medio Oriente nei prossimi giorni per colloqui con omologhi della regione e con le autorità israeliane. Lo riferisce sul social X il giornalista Barak Ravid, citando un alto funzionario Usa, secondo il quale giovedì Burns sarà al Cairo per discutere con la controparte egiziana di questioni bilaterali e del processo negoziale su Gaza. In Israele è atteso invece il comandante generale del Centcom, Erik Kurilla, mentre sempre giovedì nello Stato ebraico arriveranno gli inviati Usa per il Medio Oriente, Brett McGurk e Amos Hochstein, per colloqui su Gaza, Libano, ostaggi, Iran e altre questioni regionali.
In tutti questi incontri, ha affermato la fonte, "gli Stati Uniti riaffermeranno il loro impegno incrollabile per la sicurezza di Israele, il loro monito contro ulteriori attacchi militari diretti da parte dell'Iran contro Israele e il loro sostegno alla de-escalation sostenuta dalla deterrenza".
Esteri
Elon Musk e il ruolo nella campagna di Trump: è lui la vera...
L'analisi del Washington Post: "Nessun miliardario americano ha giocato con la politica" come sta facendo il fondatore di Tesla
"Elon Musk è l'October surprise di queste elezioni". E' quanto scrive il Washington Post, affermando che "nessun miliardario americano ha giocato con la politica" come sta facendo il fondatore di Tesla, e patron di X, con la sua campagna a sostegno di Donald Trump. Il coinvolgimento, a suon di mega finanziamenti, di miliardari nelle campagna elettorali non è certo una novità, continua il Post, al centro di una bufera, e della fuga di centinaia di migliaia di abbonati, perché il miliardario che lo possiede, Jeff Bezos, ha deciso di bloccare l'editoriale con cui il comitato editoriale del giornale voleva dare il suo endorsement a Kamala Harris.
Musk 'october surprise' delle elezioni Usa
Ma Musk è andato ben oltre alle passate mobilitazioni di miliardari in favore di un candidato, aggiunge il giornale ricordando come l'uomo più ricco del mondo stia sfidando un monito del dipartimento di Giustizia con iniziative in odore di voto di scambio, come i 47 dollari pagati per ogni firma ad una petizione di elettori pro Trump negli stati chiave, e la lotteria che da oltre una settimana sta regalando un milione al giorno ad uno dei firmatari. Lotteria contro la quale è intervenuta la procura di Philapdelphia. Senza contare che esercita un'enorme influenza con X, dove non ha esitato a fare battute sulla futilità di un eventuale assassinio di Kamala Harris o condiviso informazioni false o fuorvianti sull'integrità del sistema elettorale americana.
Patron X volto pubblico di Trump, cosa rischia?
E se solitamente i super ricchi appoggiano, aiutano e indirizzano i candidati dietro le quinte, Musk è diventato il volto pubblico della conclusione della campagna di Trump, "un October surprise umana che può finanziare un suo esercito di volontari, attrarre personalmente attenzione dei media e organizzare rally per Trump in uno stato chiave come la Pennsylvania".
Musk ha trasferito nello Stato, che tutti ritengono cruciale per la vittoria della Casa Bianca, il quartier generale di America Pac, il super Pac da lui fondato e unicamente finanziato, con 118 milioni di dollari in poco più di tre mesi, per lavorare in stretto coordinamento con il team di Trump. "E' convinto che se Trump vince in Pennsylvania vince le elezioni, lo ripete continuamente, tratta la cosa come se fosse un accordo commerciale", rivela un consigliere di Trump.
E in effetti Musk sa "che se perde queste elezioni è fottuto - aggiunge la fonte - se vincono i democratici, il risentimento che avranno per tutto quello che ha speso e fatto per aiutare Trump, è una grande scommessa d'affari per lui". L'imprenditore ha contratti federali per miliardi di dollari con la sua società spaziale, Space X, possiede una società di Internet satellitare Starlink che è diventata un fattore di influenza nei conflitti mondiali e la sua società automobilistica è sotto inchiesta da parte delle autorità federali di controllo per gli incidente delle auto senza pilota.
"E' una cosa così straordinaria che non abbiamo veramente compreso la sua unicità: abbiamo l'uomo più ricco del mondo che costruisce un apparato elettorale che la campagna del mondo in un momento in cui una delle ragioni per le quali è l'uomo più ricco del mondo sono tutti i contratti federali e le rapporti di affari controllati da chi è alla Casa Bianca", afferma Trevor Potter, ex presidente repubblicano della Federal Election Commission.
Il fatto è che Musk rimane legalmente "indipendente" dalla campagna di Trump, pur partecipando ai suoi comizi, facendone altri da solo in suo nome, finanziando operazioni, come invio di posta, sms, condividendo i dati della campagna di Trump e essendosi assicurato un ruolo nella futura amministrazione Trump attraverso il quale non fa mistero di voler trarre vantaggi per il suo business. A garantire la legalità dell'azione del miliardario è la sentenza del 2010 della Corte Suprema in favore dell'indipendenza e dell'estrema libertà dei Super pac, i comitati di azione politica che, sostenevano i sommi giudici, anche quando "creati dalle corporation non favoriscono l'aumento o il rischio di corruzione".
Come nasce il legame Musk-Trump
La parabola di avvicinamento, se non proprio di 'innamoramento' politico, tra il miliardario tech, nato in Sudafrica e cittadino americano dal 2002, e Trump è recente, se si pensa che nel 2016 il fondatore di Tesla si oppose all'elezione del tycoon, nel 2017 si dimise da un consiglio di consulenza governativo per protesta per l'uscita di Trump dagli accordi di Parigi. Ed appena due anni fa, Trump definiva Musk un “bulls--- artist”, uno che spara cretinate, prendendo in giro "le sue auto senza guidatore che si schiantano e i razzi che non vanno da nessuna parte".
A queste cordialità, Musk rispose che Trump avrebbe dovuto "appendere i cappello e veleggiare verso il tramonto" e, essendosi comunque già avvicinato alle posizioni conservatrici, si schierò nella battaglia delle primarie con il più giovane Ron DeSantis, la sua candidatura si rivelò però un flop.
Ma anche dopo la nomination di Trump, Musk si mostrava ancora scettico su un suo coinvolgimento diretto, pur confidando ad altri miliardari la convinzione che il ritorno del tycoon alla Casa Bianca sarebbe stato positivo per loro. "Cercava di capire come aiutare Trump senza legarsi troppo", raccontavano la scorsa primavera fonti a lui vicine.
Ma poi tutto è cambiato nel giro di pochi mesi, e il miliardario tech è diventato uno dei più importanti sostenitore nei comizi, finanziatore e consigliere del tycoon con cui parla regolarmente al telefono - "probabilmente ogni giorno" dicono fonti informate- oltre essere in contatto stabile con il suo team di strateghi.
Più fonti dicono che, in caso di ritorno di Trump alla Casa Bianca, Musk avrà un ruolo nella sua amministrazione, anche se non entrerà formalmente nel governo, perché in questo caso sarebbe costretto a disinvestire dal suo business. Al team di transizione dell'ex presidente il miliardario ha detto che vuole aiutare a stendere un piano per i tagli delle spese federali, rivelano ancora le fonti informate, rivelando di un colloquio tra Musk e Howard Lutnick, il Ceo di Cantor Fitzgerald che guida la squadra che sta già preparandosi ad una possibile futura amministrazione Trump.
Esteri
Ucraina, unità avanzate Corea del nord in prima linea:...
Seul: "11.000 soldati nordcoreani in Russia, 3.000 nell'ovest"
Unità avanzate delle forze nordcoreane potrebbero essere state già dispiegate lungo la linea del fronte nella guerra tra Russia e Ucraina. Questa la valutazione della Defense Intelligence Agency (DIA), l'agenzia di intelligence militare della Corea del sud, interpellata in proposito durante un'audizione in parlamento a Seul. "Non ci sono ancora informazioni precise sul fatto che le truppe nordcoreane dispiegate siano in prima linea", hanno spiegato i funzionari dell'agenzia di intelligence, precisando: "È possibile che squadre di ricognizione siano state inviate in prima linea". La mobilitazione delle truppe verso i campi di battaglia, compresa la regione di confine di Kursk, nella Russia occidentale, sembra ad ogni modo essere imminente, secondo le stesse fonti, citate dalla Yonhap.
Secondo quanto riporta l'agenzia sudcoreana Yonhap sulla base di informazioni diffuse dall'ufficio della presidenza di Seul, almeno 11.000 soldati nordcoreani sono stati dispiegati in Russia, circa 3.000 dei quali inviati nella Russia occidentale. E' quanto
Seul: colloqui con Kiev per missione inviato speciale
E all'indomani del colloquio telefonico tra i presidenti Yoon Suk Yeol e Volodymyr Zelenskyy, l'ufficio della presidenza sudcoreana conferma che avvierà in settimana colloqui con l'Ucraina per una visita a Seul di un inviato speciale di Kiev. "Ci vorranno uno o due giorni per gli ucraini per designare un inviato speciale - ha detto ai giornalisti un funzionario della presidenza citato dall'agenzia - e definire un piano per la visita e i colloqui".
Ieri via X Zelensky aveva fatto sapere di aver "concordato" con Yoon di "rafforzare gli scambi a livello di intelligence e competenze, intensificare i contatti a tutti i livelli, soprattutto ai livelli più alti, al fine di sviluppare una strategia d'azione e contromisure per affrontare questa escalation e di coinvolgere i nostri partner comuni nella cooperazione". Per questo, aggiungeva, "ci sarà presto uno scambio di delegazioni" tra Ucraina e Corea del Sud "per coordinare le azioni".
In discussione possibile avvio colloqui con Russia per stop attacchi a siti energia
Ucraina e Russia hanno avviato colloqui preliminati per discutere di una tregua degli attacchi contro le reciproche infrastrutture energetiche, rende noto il Financial Times citando fonti informate. Kiev sta cercando di riavviare i negoziati mediati dal Qatar arrivati, lo scorso agosto, a un passo da un accordo, prima di saltare in seguito all'incursione, da parte delle forze di Kiev, della regione russa di Kursk. "Ci sono colloqui molto preliminari sul possibile riavvio di qualcosa. Sono ora in corso colloqui sulle infrastrutture dell'energia", ha testimoniato un diplomatico informato dei negoziati. Di recente, il Presidente ucraino Volodymir Zelensky aveva spiegato che un accordo sulla protezione dei siti dell'energia avrebbe potuto indicare la volontà di Mosca di impegnarsi in negoziati più estesi.