Oro, nuovo record a 2,778 dollari: non si ferma la ‘febbre’ degli investitori
La domanda globale ha superato i 100 miliardi di dollari per la prima volta nel terzo trimestre di quest'anno
Non si ferma la 'febbre dell'oro' con il prezzo del metallo prezioso che oggi, 30 ottobre, ha toccato un nuovo record a 2778 dollari l'oncia, sulla scia di quella che il Financial Times ha spiegato come la "paura di restare fuori" da un trend rialzista da parte degli investitori mentre - come sottolineano gli ultimi dati - i prezzi elevati spingono le banche centrali a ridurre i loro acquisti.
Il record odierno segue quello della domanda globale che ha superato i 100 miliardi di dollari per la prima volta nel terzo trimestre di quest'anno, secondo il World Gold Council, con volumi saliti anche loro a nuovi record, con un aumento del 5 percento a 1.313 tonnellate. Per il metallo prezioso si tratta di un rialzo superiore al 35 % dall'inizio dell'anno con gli investitori pronti a 'buttarsi' sui piccoli temporanei rialzi per questa 'fear of missing out'.
La domanda totale di investimenti, come lingotti, monete o supporto per fondi negoziati in borsa, è più che raddoppiata, con afflussi negli ETF garantiti dall'oro che hanno raggiunto le 94 tonnellate, invertendo un trend negativo che andava avanti da nove trimestri.
Ma se i gestori di patrimoni privati puntano sull'oro visti i loro orizzonti temporali più lunghi le banche centrali hanno rallentato i loro acquisti di lingotti, con un calo del -49% annuo a 186 tonnellate, il livello trimestrale più basso degli ultimi due anni. I prezzi elevati hanno rallentato anche la domanda di gioiellieria (che vale il 40% del mercato globale) scesa del 12 percento nel trimestre rispetto all'anno precedente, nonostante i forti acquisti dal cruciale mercato indiano. Il boom dell'intelligenza artificiale ha invece sostenuto la domanda di oro sul fronte tecnologico, con richieste per 83 tonnellate (+7%).
Economia
Zanetti (Confitarma): “Mare di nuovo al centro del...
“Vogliamo rimettere il mare al centro del Paese e che l’Italia riconosca definitivamente che la sua forza è nel mare, valorizzandone tutte le sue risorse”.
Lo ha detto Mario Zanetti, presidente della Confederazione Italiana degli Armatori, nel corso della sua relazione che ha chiuso l'assemblea di Confitarma. Un settore che, come emerge dal XII Rapporto sull’Economia del Mare elaborato da Ossermare-Unioncamere, in complesso vede oltre 230mila imprese e più di un milione di occupati, il 4,1% dell’occupazione nazionale, che produce un valore aggiunto diretto di 65 miliardi di euro, il 3,7% dell’intera economia del Paese e che ha un effetto moltiplicatore per ogni euro investito di circa 1,8.
“L’Economia del Mare in Italia genera quindi un PIL di quasi 180 miliardi di euro – ha confermato Zanetti – superando il 10% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale”. Ad oggi trasporti marittimi e logistica valgono circa il 12% del PIL mondiale, mentre “complessivamente l’Italia realizza circa il 60% del proprio interscambio internazionale utilizzando il trasporto marittimo, poco meno di 267 milioni di tonnellate” ha sottolineato Zanetti.
Trasporto e logistica rappresentano leve di competitività per l’intera industria nazionale. Confitarma rappresenta una flotta diversificata in tutti i settori strategici per l’industria nazionale con più di 800 navi e la flotta mercantile occupa oltre 64mila lavoratori di cui 8mila diretti a terra. “L’Italia – ha detto il presidente di Confitarma – è ai vertici del trasporto via mare di passeggeri, è prima in Europa per merci movimentate in Short Sea Shipping ed ha la prima flotta di traghetti al mondo”. L'Italia vanta la seconda flotta europea di product tanker (quinta nel mondo) così come battono bandiera italiana le navi della flotta del leader europeo nel settore crocieristico. “Un comparto che solo nei porti italiani accoglie 14 milioni di passeggeri e genera un indotto di circa 16 miliardi di euro. Le imprese armatoriali e le navi – ha sottolineato Zanetti – rappresentano da sempre uno straordinario volano di internazionalizzazione, innovazione, investimenti e occupazione”.
Economia
Scadenza del concordato preventivo biennale senza deroghe:...
Il 31 ottobre è il termine ultimo per aderire al concordato preventivo biennale. Una scadenza perentoria che non sarà prorogata
Scadenza a stretto giro per il concordato preventivo biennale.
Le partite IVA che applicano gli ISA e i contribuenti in regime forfettario potranno aderire al patto con il Fisco per il biennio 2024-2025 entro il 31 ottobre, un termine perentorio e per il quale non si annunciano novità.
Esclusa l’ipotesi di una proroga, bisogna sottolineare che non sarà possibile aderire mediante dichiarazione dei redditi tardiva e quindi entro 90 giorni dalla scadenza.
C’è tempo fino al 31 ottobre per aderire al concordato preventivo biennale
L’adesione al concordato preventivo biennale per l’anno in corso si lega al termine di presentazione della dichiarazione dei redditi ed è quindi il 31 ottobre l’ultimo giorno per esprimere la propria scelta di applicazione della misura.
Il patto con il Fisco, che dal prossimo anno avrà una propria autonoma scadenza fissata per il 31 luglio, è quindi ormai alle battute finali. Per i soggetti ISA, dal punto di vista operativo, l’accettazione del conto proposto dall’Agenzia delle Entrate passa dalla compilazione dell’apposito modello, da trasmettere unitamente alla modulistica per l’applicazione degli Indici di affidabilità fiscale.
Per i forfettari, ammessi al concordato in via sperimentale per una singola annualità, è direttamente dal modello Redditi, mediante la compilazione del quadro LM, che sarà possibile esprimere la propria scelta.
Vale la pena evidenziare che sul termine ormai prossimo non sono previste proroghe o rinvii, così come evidenziato a più riprese dal MEF per voce del Viceministro Maurizio Leo.
Nonostante le difficoltà operative legate alle numerose modifiche normative introdotte nei mesi, ad ultimo con il DL Fiscale collegato alla Manovra 2025, un rinvio della scadenza non è possibile tenuto conto della finalità del gettito che deriverà dalla misura.
L’esito del concordato preventivo biennale sarà valutato per stabilire i margini a disposizione per un ulteriore intervento sulle aliquote IRPEF e, in caso di risultati particolarmente positivi, per la richiesta di estensione del regime forfettario fino alla soglia di 100.000 euro.
Il termine è perentorio, ma resta possibile l’adesione dal 2025
Nessun termine aggiuntivo quindi, neppure guardando alle regole in materia di dichiarazione dei redditi tardiva.
Seppure la scadenza per aderire al concordato preventivo biennale sia legata, per l’anno in corso, alla presentazione della dichiarazione dei redditi, non sarà possibile rientrare tra i beneficiari del patto con il Fisco presentando il modello dichiarativo tardivamente entro i 90 giorni successivi al 31 ottobre.
Un chiarimento che è stato fornito dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 18/E del 17 settembre, definendo quindi tassativa e perentoria la scadenza del concordato preventivo biennale.
Chi volontariamente non opterà per l’applicazione dell’istituto per l’anno in corso, potrà in ogni caso aderirvi successivamente e già per il periodo d’imposta 2025-2026, senza attendere che si concluda il primo biennio del concordato. Un chiarimento, questo, resto noto dalla stessa Agenzia in una delle FAQ pubblicate sul proprio portale.
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Economia
Consegnate al Quirinale le onorificenze ai nuovi 25...
Il Presidente della Repubblica ha ricevuto e consegnato una Medaglia ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni: il direttore dell'Adnkronos Giuseppe Pasquale Marra, Mario Casoni, Enzo Cavallari, Piergiorgio Coin, Giovanni Gustavo Delle Piane, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, Giorgetto Giugiaro, Learco Malaguti, Alessandro Scelfo.
Consegnate questa mattina, mercoledì 30 ottobre, al Quirinale le onorificenze dell’Ordine 'Al Merito del Lavoro' ai 25 Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella il 2 giugno 2024. Insieme ai neo Cavalieri del Lavoro sono stati premiati anche gli 'Alfieri del Lavoro', 25 tra i più bravi studenti d’Italia. "Oggi – ha detto Maurizio Sella, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro – celebriamo non solo l’affermazione dei singoli, ma il valore dell’onorificenza, basata sul successo imprenditoriale come fattore di crescita economica, sociale”. Va valorizzato l’impegno, il lavoro, la dedizione, la passione che alimentano “il sacro fuoco del nostro essere imprenditori”. E va valorizzata l’etica. “Solo se si agisce mossi da questa fonte di energia positiva, se si fa buona impresa, è possibile andare lontano. Morality is longevity”.
“Conoscenza e ricerca rappresentano inoltre fattori essenziali anche per rispondere alla sfida ambientale. La produzione e il consumo di energia non possono che trovare nella sostenibilità il proprio comune denominatore. Ignorarlo condurrebbe a pagare in futuro costi economici e sociali ben superiori rispetto a quelli richiesti oggi”.
Maurizio Sella ha inoltre sottolineato il valore della sicurezza come fattore di competitività. “Non esiste buon lavoro se non viene garantita la sicurezza dei luoghi dove il lavoro viene esercitato. La sicurezza sul lavoro è un valore etico, morale e imprenditoriale irrinunciabile. Ed è anche un forte fattore di competitività e non un costo per le aziende”.
Cavalieri del Lavoro appartenenti all’ordine da 25 anni
“Principi democratici e progresso economico si tengono tra loro uniti. Il miracolo economico italiano del secondo dopoguerra, alla cui realizzazione tanto contribuì la figura di Luigi Einaudi, che qui intendo ricordare, è figlio di un Paese che torna alla libertà, che rifiuta il dirigismo e il protezionismo, che riconosce il diritto di voto alle donne, e quindi allarga i diritti, che si fa promotore di un processo di integrazione tra le nazioni d’Europa”. In occasione della cerimonia al Quirinale, il Presidente della Federazione dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella ha consegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il libro “Donna e impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro”. A sessanta anni dalla nomina della prima donna Cavaliere del Lavoro, il volume, curato dalla Federazione per i tipi di Marsilio Arte, intende mettere in luce, attraverso la storia imprenditoriale e la vicenda personale delle donne insignite dell'onorificenza nel ‘900, il contributo femminile al progresso dell’economia nazionale e al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese.
Il Presidente della Repubblica ha ricevuto e consegnato una Medaglia ai Cavalieri del Lavoro che appartengono all’Ordine da 25 anni: il direttore dell'Adnkronos Giuseppe Pasquale Marra, Mario Casoni, Enzo Cavallari, Piergiorgio Coin, Giovanni Gustavo Delle Piane, Gabriele Galateri di Genola e di Suniglia, Giorgetto Giugiaro, Learco Malaguti, Alessandro Scelfo.
I 25 Cavalieri del Lavoro nominati nel 2023 sono: Lucia Aleotti (Toscana - Industria, Farmaceutica), Eufrasio Anghileri (Lombardia - Industria, Siderurgica), Giovanni Arena (Sicilia - Commercio, Grande distribuzione), Pietro Beccari (Estero - Industria, Moda e design di lusso), Marina Elvira Berlusconi (Lombardia - Industria, Editoria), Paolo Bertazzoni (Emilia-Romagna - Industria, Elettrodomestici), Maria Chiara Boni (Lombardia - Industria, Moda abbigliamento), Giorgio Campagnolo (Veneto - Industria, Abbigliamento sportivo), Carmine Caputo (Campania - Industria Alimentare, Molitoria), Caterina Imelde Caselli (Lombardia - Industria, Discografica), Carlo Cimbri (Emilia-Romagna - Terziario, Assicurazioni), Graziano Giordani (Marche - Artigianato, Ricami), Raffaella Leone (Lazio - Terziario, Cinematografia), Matteo Bruno Lunelli (Trentino Alto Adige - Vitivinicolo, Spumanti), Fausto Manzana (Trentino Alto Adige - Terziario, Servizi informatici), Giuseppe Marino (Piemonte - Industria, Ferroviaria), Francesco Giovanni Muntoni (Sardegna - Terziario, Alberghiero), Duilio Paolino (Piemonte - Industria, Macchinari agricoli), Vito Antonio Primiceri (Puglia - Terziario, Credito), Fabio Ravanelli (Piemonte - Industria, Cosmetica), Edoardo Roncadin (Friuli Venezia Giulia - Industria e commercio, Prodotti surgelati), Enrico Samer (Friuli Venezia Giulia - Terziario, Logistica), Antonio Serena Monghini (Emilia-Romagna - Industria energetica, Petrolio), Giovanni Sgariboldi (Lombardia - Industria, Cosmetici e profumi), Aquilino Carlo Villano (Campania - Industria, Aerospazio).
Alfieri del Lavoro, premiati anche i più bravi studenti d’Italia
In occasione del conferimento dell’onorificenza in Quirinale ai neo Cavalieri del Lavoro, vengono premiati anche gli “Alfieri del Lavoro”, i più bravi studenti d’Italia. Istituito nel 1961 in coincidenza del centenario dell’Unità d’Italia, il Premio “Alfieri del Lavoro” è promosso dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro ed è destinato ogni anno a 25 studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. Il numero dei premiati è legato a quello dei Cavalieri del Lavoro, a rimarcare la continuità dell’impegno nello studio e nella vita. Agli Alfieri del Lavoro va l’attestato d’onore e la Medaglia del Presidente della Repubblica.
I 25 Alfieri del Lavoro selezionati nel 2024 insigniti oggi della Medaglia del Presidente della Repubblica sono: Giovanni Antonucci (Bari), Mauro Alberto Avigliano (Potenza), Alessandro Bastarelli (Fermo), Francesca Bianchessi (Milano), Gabriele Sebastiano Cristaudo (Catania), Luca De Masi (Lecce), Alessandro Vincenzo De Vita (Siena), Franco Della Negra (Udine), Domenico Di Cristofano (Chieti), Maria Di Mauro (Caserta), Daniele Maria Falciglia (Enna), Camilla Fezzi (Verona), Gabriele Garofalo (Cosenza), Elisa Ipektchi (Roma), Giovanni Lo Schiavo (Salerno), Victoria Moranduzzo (Trento), Lorenzo Murace (Bologna), Alessio Neri (Livorno), Chiara Pirazzini (Ravenna), Francesca Carla Prato (Torino), Alessandro Serafini (Sud Sardegna), Matteo Severgnini (Cremona), Isabella Solari (Alessandria), Simona Taddeo (Brindisi), Sofia Vari (Frosinone).
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