Migranti e decreto Paesi sicuri, La Russa: “Giudici Bologna? Prevale ideologia sulla legge”
Il presidente del Senato bacchetta i magistrati e appoggia Salvini: "Pensiero legittimo di un leader di partito"
"Alla fine prevale l'ideologia sulla legge qualche volta, come in questo caso". Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Dritto e Rovescio su Rete 4 sui giudici di Bologna e il decreto sui Paesi sicuri.
"I giudici di Bologna fanno questo paragone" con la Germania nazista e - aggiunge La Russa - "oggi ho visto che il Fatto Quotidiano criticava questo paragone e diceva che dire queste cose finisce per essere un autogol. Cosa c'entra la Germania nazista? Di cosa stiamo a parlare?".
Quanto all'attacco di Salvini ai magistrati, il presidente del Senato lo difende: "Legittimo pensiero di un leader di partito. Cosa vuol dire? Dice che se c'è qualche magistrato risponde più al suo pensiero politico che alle norme... A volte il problema è il limite perché in Italia le norme non delimitano in maniera precisa dove finisce il potere giudiziario e inizia quello politico. Non dico la Costituzione ma insieme maggioranza, opposizione e magistratura dovrebbero lavorarci".
Quindi torna a puntare il dito contro il Consiglio europeo e al dossier che punta il dito contro le forze dell'ordine italiane definite "razziste". "C'è un aiuto che parte dall'Italia. Anche quella affermazione sul razzismo dei nostri poliziotti. Ci sono forze politiche che la sottoscrivono? Io penso di sì e allora interroghiamoci: se nella lotta politica nazionale c'è qualcuno che per sopraffare e vincere è pronto anche a infangare l'Italia, come in quel caso la nostra polizia, dobbiamo porci assolutamente rimedio". Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Dritto e Rovescio su Rete4.
Mentre sul dossieraggio di cui sarebbe a sua volta vittima dopo il furto nelle banche dati, ribadisce che "secondo me Meloni ha centrato quando dice che va messo fine allo schifo. Io ci sono abituato, quello che mi ha schifato ancora di più è che abbiano dossierato non me, che mi importa, ma i miei figli. Allora pretenderei di sapere chi è il mandante, mi interessa molto. Se ho sospetti? Qualche idea ce l'ho ma non ho sospetti", conclude.
Politica
Gemmato, polemiche sul sottosegretario. Ma lui:...
La replica agli attacchi delle opposizioni: "Ho il 10% di una società senza averne alcuna responsabilità di gestione". Schlein: "Non può rimanere un minuto di più"
"Una sinistra bugiarda e rancorosa che non sa più a cosa appigliarsi". Così, in un post su Facebook, il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato replica agli attacchi delle opposizioni per il caso Therapia Srl, società che gestisce tre poliambulatori a Bitonto e che sul sito propone di affidarsi ai suoi servizi "senza dover attendere i lunghi tempi del Servizio Sanitario Pubblico".
"Le polemiche stanno a zero" si difende l'esponente di Fdi, che spiega: "Ho il 10% di una società senza averne alcuna responsabilità di gestione (figuriamoci poi dei contenuti del sito internet); non esiste alcun conflitto di interessi come certifica il Garante della concorrenza; con il governo Meloni e il ministro Schillaci ci stiamo occupando del problema delle liste di attesa creato dalla mala gestione di decenni di sinistra al governo", conclude Gemmato allegando la lettera con il parere dell'Autorità garante della concorrenza e del marcato.
Il post di Gemmato viene condiviso dal deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. "Ogni elezione che perdono reagiscono scendendo un gradino di più oltre il ridicolo - scrive su Facebook - Dopo la Liguria è partita una crociata senza senso contro il sottosegretario Gemmato. Invece di chiedersi perché non vengono scelti dagli italiani ed elaborare una proposta credibile, pensano di risolvere tutto attaccando e delegittimando personalmente qualcuno di centrodestra. Andiamo avanti con serenità e determinazione".
Opposizioni all'attacco
Elly Schlein chiede le dimissioni del sottosegretario alla Salute. "Lo abbiamo sempre detto. La destra non sta smantellando la sanità pubblica per sciatteria, ma per un preciso disegno. E chi ci guadagna? Solo loro, la destra. Lo spot della clinica privata, di cui il sottosegretario Gemmato è socio, è un insulto ai quei 4,5 milioni di italiani che hanno già rinunciato a curarsi proprio a causa di quelle liste d’attesa che la clinica promette di far saltare", scrive la leader dem sui social.
"Ormai è chiaro, anche l’eliminazione dalla manovra del piano di assunzioni straordinario che avevano promesso è un modo per favorire la sanità privata, la loro sanità privata. È assolutamente evidente che un sottosegretario alla Salute con un palese conflitto di interessi non possa rimanere un minuto di più in quel ruolo. Piuttosto Giorgia Meloni chiarisca come abbia potuto nominare in un ruolo così delicato, di amministrazione della sanità pubblica, una persona così già tanto esposta nel settore della sanità privata”, conclude la leader dem.
Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, nella conferenza stampa 'Quale antimafia' al Senato scandisce che il conflitto di interessi "è in un sottosegretario alla Salute che sta facendo pubblicità, da socio proprietario di una clinica privata, che da lui le file non ci sono, a differenza che nella sanità pubblica. Questo è un conflitto d'interessi tra i tanti che queste forze di maggioranza hanno", attacca Conte.
Politica
Umbria, ricerca Adnkronos, Bertini: “Partita clou per...
Il giornalista commenta i dati raccolti in vista delle elezioni: cultura, ambiente, politica
Per commentare la ricerca condotta da Adnkronos attraverso la piattaforma SocialData, in cui sono state analizzate le conversazioni online dei cittadini umbri degli ultimi mesi, abbiamo chiesto un commento a Carlo Bertini, notista politico del gruppo editoriale Nem. "C’è da scommettere che l’esito funesto per il centrosinistra delle elezioni liguri farà da volano alle discussioni e alle litigate sui social anche in Umbria ed Emilia Romagna, nelle prossime due settimane", esordisce il giornalista. "Nella regione di Monica Bellucci e Santa Rita da Cascia, del Perugino e di San Francesco d’Assisi, si gioca la partita clou, quella che farà pendere la bilancia a favore o contro Elly Schlein, insomma stiamo parlando di quello che per Kamala Harris e Donald Trump sarà l’Ohio elettorale, uno “swing state” per dirla all’americana. Perché sarà l’Umbria a decidere le sorti della sfida di queste regionali di mid term del governo Meloni. Dal tre a zero sognato in estate da Elly Schlein, al due a uno dopo la botta della Liguria, c’è già una differenza; ma se questa partita finisse uno a due, ovvero se la sinistra confermasse solo il governo della rossa Emilia, allora sarebbe un bel guaio. Quindi i militanti rossi in Umbria si daranno da fare, su tutti i canali possibili di propaganda qui al 17 novembre. La politica la farà da padrone sui social".
Ma finora la battaglia elettorale non ha scaldato troppo gli animi. "E lo si vede dal fatto che negli ultimi sette mesi la politica non è stata sempre in cima alle interazioni sui social radiografate dalla ricerca Adnkronos-Socialdata", prosegue Bertini. "In generale su tutti i temi, tantissimi scambi, anche in un territorio circoscritto come l’Umbria: 60 milioni di post da marzo a oggi. Un numero che deriva da un semplice fatto: visto che - per citare Aristotele - l’uomo è uno “zòon politikòn”, ovvero “un animale politico”, indotto per sua natura a unirsi ai propri simili per formare comunità, non deve sorprendere che lo faccia in chat e gruppi vari sui social attraverso gli smartphone. E non più di persona. Quindi si è ridotto anche il ruolo sociale delle agorà, le piazze dei tanti campanili italiani, sempre molto vitali nelle comunità di provincia come luogo di dibattiti e confronti all’interno di una comunità".
Aggiunge il cronista: "Il che, se vogliamo fare un volo pindarico, è anche un fattore che spiega meglio il divario crescente tra i temi discussi sui social e quelli trattati dai media classici, quel giornale cartaceo radicato nel territorio, strumento di comunicazione appannaggio delle generazioni non più giovani e ancora diffuso nei piccoli centri. Forse anche più che nelle città metropolitane. In tal senso, la ricerca AdnKronos-Socialdata contiene un parametro indicativo, il media engagement per post, ovvero il tempo speso su ogni tema. Ebbene, in Umbria sui social la gente si sofferma più a lungo a discutere di cultura, che genera il maggior sentiment negativo (45,7%). Seguono ambiente, trasporti, scuola e sanità. Mentre sui media tradizionali, l'argomento più trattato nella regione è la politica con il 30,6% delle menzioni, l’argomento che ha generato maggior engagement da parte degli utenti (36%). Subito dietro figurano: ambiente, cultura, trasporti e sport. Se dunque si azzarda l’equazione imperfetta che sui social spendono più tempo i centennials nati a cavallo del 2000; e che i media tradizionali sono più adoperati dai boomers, si potrebbe dire che i giovani e i loro genitori guardano due film diversi, interpretano diversamente la realtà che li circonda. E che i ragazzi sono piuttosto disinteressati alla politica rispetto ai più anziani. Niente di nuovo, ma un dato di sicuro allarmante, che spiega anche il tasso di astensione sempre in crescita da anni senza dar cenni di arrestarsi".
"Ma se è vera l’equazione che dove si sta bene la gente delega la rappresentanza dei propri interessi con più leggerezza", spiega Bertini, "dal “sentiment negativo” fermo in Umbria al 22,2%”, si capisce che nel complesso in questa regione non si vive male. Le lamentele sono alquanto ridotte. Ma per inerzia, anche qui come ovunque, malgrado nel capoluogo i reati siano crollati del 40% negli ultimi 10 anni, “la sicurezza è al centro delle preoccupazioni dei cittadini, soprattutto a Perugia, dove raggiunge il 33,2%”. Quindi la paura di reati lievita anche dove non c’è un’emergenza, qui in Umbria, come anche in Emilia Romagna. Un argomento su cui la sinistra “morde” poco, essendo la sicurezza un cavallo di battaglia storicamente della destra".
Carlo Bertini commenta poi i temi più discussi sui social: "Cultura, ambiente, trasporti e sanità sono tra i più caldi e discussi, non solo a livello regionale, ma anche nelle singole province analizzate, quelle di Perugia e di Terni. Quindi a questo punto è interessante vedere come si relazionano le due candidate alla carica di governatore in Umbria: la leghista Donatella Tesei del centrodestra e la sindaca di Assisi, Stefania Proietti, per il centrosinistra. I sondaggi le danno quasi appaiate, con Tesei in testa di un punto intorno al 48%. Quindi la sfida è apertissima. Proietti, la sfidante che vuole riconquistare una ex regione rossa, parte dalla convinzione che sia la sanità in testa alle preoccupazioni dei suoi concittadini, quando invece nelle conversazioni social risulta un tema agli ultimi posti. Verrebbe da pensare che quanto i cittadini chiedono ai politici spesso non è oggetto di grandi attenzioni nelle loro conversazioni con gli amici sui cellulari. Al di là di questo, il programma della sfidante Proietti, con ambiente e trasporto pubblico ai primi posti, coincide con le interazioni sui social, quindi è in linea con il sentiment degli elettori".
"Anche Tesei mette al primo posto sanità, al secondo i rifiuti", continua l'editorialista, "denunciando come il Covid abbia messo in evidenza “tutte le criticità del vecchio sistema sanitario umbro e la mancanza di una sanità territoriale che adesso si sta invece costruendo”. Parla di ambiente e delle discariche come “bomba ecologica”, quindi anche lei si allinea alle tendenze social. Più che altrove, queste due candidate sono in sintonia con i loro elettori. Ma la mission di Stefania Proietti parte in salita: alle europee tutte le forze di centrosinistra hanno ottenuto 183 mila voti, quelle del centrodestra 187 mila. E incombono i quasi 10 mila voti presi dall’estroso sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, schierato con Tesei. Vedremo se i prossimi giorni scalderanno il clima, se l’arrivo di Giorgia Meloni, Matteo Salvini ed Elly Schlein infiammerà gli animi. Di sicuro, lunedì 18 novembre gli occhi della segretaria dem saranno puntati tutto il pomeriggio sullo spoglio delle schede umbre, con il fiato sospeso. E anche Matteo Salvini sarà in ansia: dopo aver ingoiato la decisione di Meloni di candidare il civico Bucci in Liguria, uscito vincente, non vuole perdere l’avamposto umbro strappato alla sinistra dalla sua pupilla Donatella Tesei. Una sfida nella sfida, tra premier e vicepremier", conclude.
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Politica
E.Romagna, Pizzarotti su ricerca Adnkronos: “Nucleare...
L'ex sindaco di Parma, esponente di Azione, chiede un'organizzazione regionale più efficiente per la sanità
Occorre “puntare sull’energia nucleare di ultima generazione, efficiente e sicura, per risolvere il problema del caro bollette, particolarmente sentito in città come Bologna, Ravenna e Rimini”. Lo ha detto Federico Pizzarotti (già sindaco di Parma ed esponente di Azione) commentando la ricerca realizzata da Adnkronos con la piattaforma SocialData in merito agli argomenti prioritari dei cittadini emiliano romagnoli durante la campagna elettorale per le elezioni regionali del 17 e 18 ottobre.
L’ex primo cittadino ducale ha commentato anche i timori dei cittadini di Bologna, Reggio Emilia e Modena sulla sicurezza, tema che - a livello generale in tutta la Regione - ha riscosso il maggior sentiment negativo nelle conversazioni e nei dibattiti sui social network. Pizzarotti ha affermato che “servono nuove assunzioni di poliziotti e carabinieri da parte del governo, che invece ha tolto fondi ai Comuni, rendendoli impossibilitati a rafforzare gli organici delle forze dell’ordine municipali”. Dito puntato contro Giorgia Meloni anche per commentare il tema della sanità, vissuto come un problema dagli utenti di Parma, affermando che, complessivamente, “l’esecutivo ha abbassato gli stanziamenti per la salute pubblica, visto che le risorse previste vengono erose dall’aumento del costo della vita. Però c’è un tema che riguarda anche la Regione stessa, che deve darsi un’organizzazione migliore, più efficiente: per la sanità credo serva meno accentramento e più prossimità”.
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