Elezioni Usa, italiani non si fidano di Trump e Harris: l’analisi social
Il sentiment negativo rilevato da Vis Factor a pochi giorni dal voto
Le opinioni degli utenti italiani sulle elezioni presidenziali americane del 5 novembre riflettono una percezione di grande incertezza e una generale polarizzazione rispetto alle figure di Kamala Harris e Donald Trump. Il sentiment negativo rilevato da Vis Factor attorno a temi cruciali come il ruolo degli Stati Uniti nel contesto internazionale e la difesa dei diritti civili, suggerisce una preoccupazione diffusa per le implicazioni che tali elezioni potrebbero avere su scala globale.
La forte presenza di emozioni come accusa e preoccupazione fa emergere una visione critica verso entrambi i candidati, percepiti come rappresentanti di modelli di leadership e politiche in netto contrasto. Gli utenti italiani sembrano considerare entrambe le opzioni come potenzialmente divisive, mostrando una mancanza di fiducia nei confronti della capacità dei candidati di guidare il paese verso un futuro stabile (IL REPORT COMPLETO).
Il dibattito su temi come l'aborto e la politica estera è particolarmente acceso, alimentato anche dalla campagna elettorale intensa e spesso aspra che si svolge sui social media. Questo scenario evidenzia come il risultato delle elezioni sia percepito da molti come un evento di rilevanza globale, capace di influenzare non solo il destino degli Stati Uniti, ma anche i rapporti internazionali.
In conclusione, la visione degli utenti italiani espressa nel report mostra una forte domanda di stabilità e di leadership responsabile, unite alla speranza che il prossimo presidente americano possa favorire una fase di riconciliazione interna e di rinnovato impegno internazionale. La sfida principale sarà dunque quella di ricostruire la fiducia del pubblico e promuovere un clima politico che riduca le divisioni e favorisca un dialogo costruttivo, aspetti che rispondono alle profonde preoccupazioni manifestate dagli utenti.
L'analisi di Vis Factor è stata effettuata prendendo in considerazione le conversazioni social generate dagli utenti italiani in relazione alle elezioni che si terranno negli Stati Uniti martedì 5 novembre. Al fine di analizzare il sentiment, le emozioni e la semantica che ruotano attorno alle elezioni e ai candidati, sono stati monitorati post e commenti in lingua italiana, prodotti dal 24 al 31 ottobre scorsi.
Esteri
Gb, Kemi Badenoch è la nuova leader dei conservatori:...
Prende il posto di Rishi Sunak: scelta con 53.806 voti, Jenrick si è fermato a 41.388 preferenze
Kemi Badenoch è la nuova leader dei conservatori nel Regno Unito. E' stata scelta con 53.806 voti, battendo Robert Jenrick che si è fermato a 41.388 preferenze. Lo riferisce la Bbc. Badenoch prende il posto di Rishi Sunak, ex inquilino di Downing Street, costretto alle dimissioni dall'ondata Labour del 4 luglio.
"E' l'onore più grande essere eletta" alla guida del "partito che mi ha dato così tanto", ha detto Badenoch, l'ex ministra del Commercio di origine nigeriana dopo l'annuncio dei risultati del complesso processo di selezione del nuovo leader Tory culminato in una corsa a due con Jenrick.
Con la sfida di rilanciare un partito che ha visto il numero dei parlamentari eletti crollare verticalmente dai 365 delle elezioni del 2019 ai 121 di quattro mesi fa, Badenoch ha detto che la forza politica deve essere onesta sul fatto che "abbiamo commesso errori".
"Congratulazioni a Kemi Badenoch, nuova leader del partito conservatore. La prima leader nera di un partito di Westminster è un momento di orgoglio per il nostro Paese. Attendo di lavorare con voi e il vostro partito nell'interesse del popolo britannico". Così in un post su X il premier britannico, Keir Starmer.
"Congratulazioni a Kemi Badenoch, eletta leader dei conservatori. So che sarà una leader eccellente per il nostro grande partito. Rinnoverà il nostro partito, difenderà i valori conservatori e affronterà i Labour. Uniamoci al suo fianco". Così in un post su X l'ex premier del Regno Unito, Rishi Sunak, costretto alle dimissioni dall'ondata Labour del 4 luglio.
Esteri
Alluvione Spagna, Sanchez: “Almeno 211 morti a...
Il ministro spagnolo: "Schiereremo altri 10.000 soldati e poliziotti". Migliaia di volontari per aiutare
Le alluvioni che hanno devastato la provincia di Valencia nella notte tra martedì e mercoledì nel sud-est della Spagna hanno causato almeno 211 vittime, secondo l'ultimo rapporto diffuso sabato dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.
I soccorsi dispiegati nelle zone sinistrate hanno finora "localizzato e registrato 211 morti", ha dichiarato il capo del governo in un comunicato istituzionale, precisando che proseguono le operazioni per la ricerca dei dispersi.
Il ministro degli Interni, Grande Marlaska, ieri sera aggiornando le cifre delle vittime della tragedia, aveva dichiarato che “purtroppo avremo altri morti”. C'è infatti una terribile incertezza sul numero di persone disperse, che sono circa 2.500, anche se le autorità non vogliono ancora confermare alcuna cifra.
La Spagna schiererà altri 10.000 soldati e poliziotti nella regione orientale di Valencia, ha reso noto inoltre Sanchez, mentre le speranze di trovare sopravvissuti, a più di tre giorni di distanza dal'alluvione e dalla distruzione di infrastrutture causata da torrenti di acqua fangosa, sono esigue in quello che è stato il disastro peggiore in Europa degli ultimi decenni.
Quasi tutti i decessi sono stati registrati nella regione orientale di Valencia, dove migliaia di addetti alla sicurezza e ai servizi di emergenza stanno rimuovendo detriti e fango alla ricerca dei dispersi. Sanchez ha dichiarato in un discorso televisivo un notevole incremento delle forze di sicurezza per le operazioni di soccorso.
Il governo ha accettato la richiesta del presidente della regione di Valencia di inviare altri 5.000 soldati e lo ha informato di un ulteriore dispiegamento di 5.000 agenti di polizia e guardie civili, ha affermato Sanchez. La Spagna, ha aggiunto, sta portando avanti il più grande spiegamento di personale dell'esercito e delle forze di sicurezza in tempo di pace.
"Quello attuale è il più grande dispiegamento di forze armate realizzato in Spagna in tempo di pace", ha affermato Sanchez consapevole che "gli aiuti tardano ad arrivare in molte località, perché ci sono ancora molti posti che è difficile raggiungere".
"Con quasi tutta certezza, stiamo parlando dell'alluvione più grave che il nostro continente abbia vissuto finora in questo secolo - ha quindi sottolineato - So che ci sono gravi carenze e comuni sepolti dal fango. So che dobbiamo migliorare, ma penso anche sappiamo che dobbiamo farlo insieme, uniti. Dobbiamo sostenere l'amministrazione autonoma con risorse e supporto tecnico. Questa è l'unica cosa che ci deve preoccupare tutti e farci riflettere su come migliorare la distribuzione dei poteri in situazioni così estreme".
I volontari
Un primo gruppo di 2.500 volontari è stato organizzato e gli sono stati assegnati dei turni, e la Generalitat ha invitato il resto delle migliaia di persone che si sono recate nella Città delle Arti questa mattina a tornare nei prossimi giorni. Ciononostante, c'è chi ha deciso di andare avanti per aiutare da solo.
È previsto l'arrivo di un convoglio straordinario di macchinari pesanti per accelerare il lavoro di pulizia e rimozione dei veicoli.
La 'solidarietà' di re Carlo a Felipe VI
Messaggio di condoglianze e solidarietà da re Carlo a re Felipe VI per "la tragica perdita di così tante vite" in Spagna. Il sovrano e Camilla, riporta Sky News, "esprimono la loro più profonda solidarietà a tutti coloro che hanno perso i propri cari e i mezzi di sostentamento in questa settimana terribile".
"Siamo rimasti profondamente addolorati nell'apprendere della distruzione e della devastazione a seguito delle catastrofiche inondazioni nelle zone meridionali e orientali della Spagna - afferma il messaggio - Molte persone nel Regno Unito hanno forti legami personali con la Spagna e i nostri Paesi sono legati da molte cose che abbiamo in comune".
Esteri
Cina, un nuovo ‘mostro’ per la Marina: spunta...
Le immagini satellitari rivelano la presenza di una nave potenzialmente unica nel suo genere
Una nuova nave, un'inedita 'portaerei'. La Cina sembra aver costruito un'imbarcazione potenzialmente unica nel suo genere. Immagini satellitari di Planet Labs mostrano una nave in costruzione - riferisce la Cnn - nel cantiere navale Guangzhou Shipyard International sull'isola Longxue, nella provincia meridionale del Guangdong. A segnalare per primo l'esistenza della nuova unità è stato The War Zone.
"Forma e dimensioni piuttosto inusuali, è più piccola delle precedenti portaerei cinesi", commenta Thomas Shugart, ex comandante di sottomarini della Marina Usa e ora al Center for a New American Security. Ed è persino più piccola dei mezzi d'assalto anfibi, classe Tipo 075, impiegati dalla Marina della Repubblica Popolare, quindi - prosegue l'esperto nella sua analisi - la Cina sta forse costruendo la prima "'portaerei' apparentemente civile". Per Shugart, la costruzione di una nuova nave potrebbe indicare un ulteriore passo verso la "strategia di fusione miliare-civile" di Pechino che prevede "l'impiego di unità dual-use".
Anyone know what this vessel is? Spotted at GSI Longxue Island shipyard in Guangzhou, this image is from 10/9/2024.
— Tom Shugart (@tshugart3) October 28, 2024
It's about 60m long and it's been in other imagery for a few months. pic.twitter.com/N8rulBnvTF
Secondo Carl Schuster, ex direttore delle operazioni del Joint Intelligence Center del Comando Usa per Pacifico, la nave potrebbe servire per elicotteri o droni per la Guardia Costiera. Sempre più spesso impiegata dai cinesi, nelle scorse settimane ha partecipato per la prima volta alle maxi manovre intorno a Taiwan, isola di fatto indipendente che Pechino considera una "provincia ribelle" e per la quale vuole la "riunificazione".
"Avere una piattaforma" del genere consentirebbe di "ampliare le capacità di sorveglianza" della Guardia Costiera "nelle acque distanti del Mar cinese meridionale e potenzialmente a est di Taiwan", osserva Schuster, precisando che la nuova nave potrebbe anche essere utile per operazioni umanitarie con la garanzia di soccorsi rapidi in contesti di non combattimento. "Potrebbe anche servire - spiega - per supporto logistico e come nave officina in un'operazione anfibia una volta messa in sicurezza la spiaggia".
Nel frattempo gli esperti prevedono che entro il 2026 dovrebbe essere operativa la Fujian, per ora la portaerei cinese più grande, moderna e potente. Al momento sono operative la Shandong e la Liaoning, che nei giorni scorsi - hanno riferito i media ufficiali del gigante asiatico - hanno partecipato alle prime manovre congiunte, anche nelle acque contese del Mar cinese meridionale.
La Cina - secondo il Center for Strategic and International Studies, think tank di Washington - va avanti, con progressi rapidi, anche nella costruzione della nave d'assalto anfibio più grande al mondo, classe Tipo 076, con un ponte di decollo di circa 260 metri per 52.