Gb, Kemi Badenoch è la nuova leader dei conservatori: “Grande onore”
Prende il posto di Rishi Sunak: scelta con 53.806 voti, Jenrick si è fermato a 41.388 preferenze
Kemi Badenoch è la nuova leader dei conservatori nel Regno Unito. E' stata scelta con 53.806 voti, battendo Robert Jenrick che si è fermato a 41.388 preferenze. Lo riferisce la Bbc. Badenoch prende il posto di Rishi Sunak, ex inquilino di Downing Street, costretto alle dimissioni dall'ondata Labour del 4 luglio.
"E' l'onore più grande essere eletta" alla guida del "partito che mi ha dato così tanto", ha detto Badenoch, l'ex ministra del Commercio di origine nigeriana dopo l'annuncio dei risultati del complesso processo di selezione del nuovo leader Tory culminato in una corsa a due con Jenrick.
Con la sfida di rilanciare un partito che ha visto il numero dei parlamentari eletti crollare verticalmente dai 365 delle elezioni del 2019 ai 121 di quattro mesi fa, Badenoch ha detto che la forza politica deve essere onesta sul fatto che "abbiamo commesso errori".
"Congratulazioni a Kemi Badenoch, nuova leader del partito conservatore. La prima leader nera di un partito di Westminster è un momento di orgoglio per il nostro Paese. Attendo di lavorare con voi e il vostro partito nell'interesse del popolo britannico". Così in un post su X il premier britannico, Keir Starmer.
"Congratulazioni a Kemi Badenoch, eletta leader dei conservatori. So che sarà una leader eccellente per il nostro grande partito. Rinnoverà il nostro partito, difenderà i valori conservatori e affronterà i Labour. Uniamoci al suo fianco". Così in un post su X l'ex premier del Regno Unito, Rishi Sunak, costretto alle dimissioni dall'ondata Labour del 4 luglio.
Esteri
La pianista ucraina Anna Fedorova: “Da quasi tre anni...
Domani, 28 novembre, si esibirà al Teatro Argentina per l’Accademia Filarmonica Romana
"Da quasi 3 anni siamo coinvolti nella terribile guerra contro la Russia, la mia speranza per l'Ucraina e per il mondo in generale è che, come nell'ultima immagine di Quadri di un'esposizione di Musorgskij che è simbolicamente chiamata 'La grande porta di Kyiv', la luce trionfi sulle tenebre e il bene sconfigga il male. Spero davvero che questo accada molto presto!”. E’ quanto ha dichiarato all’Adnkronos la pianista ucraina Anna Fedorova che domani si esibirà in concerto al Teatro Argentina per l’Accademia Filarmonica Romana.
Ospite delle istituzioni musicali e sale da concerto più prestigiose al mondo, Anna Fedorova, che suonerà per la prima volta nella stagione della Filarmonica, fra le più note e apprezzate pianiste dell'Europa dell'Est, è stata una delle prime musiciste ad attivarsi per concerti e progetti di beneficenza a sostegno del popolo ucraino colpito dalla guerra (di grande richiamo la tournée europea nell’estate 2022 solista con l’Ukrainian Freedom Orchestra), continuando ancora oggi nella campagna di raccolta fondi. Quadri di un'esposizione di Modest Musorgskij è la più celebre opera pianistica del compositore russo, fra i brani più amati dalla pianista, all’interno del suo personalissimo repertorio fin dalla giovanissima età, ed è il brano che concluderà il suo atteso recital di domani in cui sono previste anche pagine di Maurice Ravel e Manuel de Falla.
Esteri
Israele-Libano, l’analista Zehavi: ”Sfiducia...
''Il governo libanese deve cambiare il suo rapporto con Hezbollah, l'Iran deve essere tenuto fuori dalla ricostruzione e per far tornare gli israeliani al nord servono maggiori garanzie di sicurezza''
''Le promesse libanesi non sono sufficienti'' per garantire che il cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hezbollah sia efficace. Occorrono ''garanzie che Hezbollah non sia più in grado di minacciare noi e le nostre famiglie al nord'' di Israele, serve superare ''il paradosso che Hezbollah fa parte del governo libanese'' e serve capire se ''davvero la Francia e le Nazioni Unite saranno in grado di impedire che l'Iran partecipi al processo di ricostruzione del Libano e che rafforzi Hezbollah''. Sono queste le perplessità espresse all'Adnkronos dal colonnello e analista israeliana Sarit Zehavi, presidente e fondatrice dell'istituto di ricerca sulla sicurezza Alma Research and Education Center.
''Non ho fiducia'' in questo accordo, dice Zehavi che vive nella Galilea occidentale al confine con il Libano. ''I prossimi 60 giorni saranno cruciali, permetteranno a Israele di fare le sue valutazioni, di vedere se gli Stati Uniti stanno dalla nostra parte, se non sarà permesso all'Iran di aiutare Hezbollah nel processo di ricostruzione, se il governo libanese sarà in grado di avere un rapporto diverso con Hezbollah''. In questo ''la comunità internazionale ci aiuti, faccia pressione sul Libano perché modifichi i rapporti con Hezbollah''.
'servono altre garanzie perché israeliani tornino a vivere al confine con il Libano'
Insomma, prosegue la riservista che per 15 anni ha servito nelle Idf specializzandosi nell'intelligence militare, ''il problema principale non è tanto che sia stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco o cosa ci sia dietro. Il problema è che si tratta di un accordo politico che le parti coinvolte possono interpretare in un modo diverso. La vera domanda è, come questo accordo politico si applicherà alla realtà''. Perché ''nessuno ne sta parlando, ma Hezbollah fa parte del governo libanese e noi ci aspettiamo che il governo libanese faccia rispettare una risoluzione che parla della limitazione del potere di Hezbollah. Questa è la chiave per il successo di questo processo, ma non crediamo che possa accadere''.
Zehavi ritiene che ''né il governo libanese, né l'Unifil hanno fatto rispettare la risoluzione 1701'' ed è per questo che ''Israele ha insistito perché gli venga riconosciuta la capacità di far rispettare la risoluzione dell'Onu, se non lo faranno altri''. Tra l'altro ''Hezbollah ha ancora la capacità di lanciare missili e razzi contro Israele'' ed è per questo che ''non sono sicura che molti israeliani vogliano tornare al nord'' dopo l'accordo, ''non quelli che vivono nelle immediate vicinanze al confine con il Libano. Per loro ci vorranno ulteriori garanzie''. Inoltre, prosegue, ''è molto importante che il governo israeliano continui con i finanziamenti e i risarcimenti. Quando saranno interrotti, non ci saranno alternative''. Ma ''già nelle scorse ore si sono registrati incidenti al confine. Hezbollah vive nel sud del Libano. E con il ritorno dei cittadini libanesi nelle loro case nel sud, anche Hezbollah tornerà''.
Esteri
Thailandia, 73 cadaveri nei templi buddisti: “Usati...
Ogni corpo ha il certificato di morte e l'autorizzazione alla donazione di organi
Trovati 73 cadaveri in due templi buddisti della Thailandia. Secondo le autorità locali sarebbero stati utilizzati per pratiche di meditazione. Il ritrovamento al tempio di Pak Nakhon Chaibovorn, nella provincia di Phichit è avvenuto domenica, dopo l'avvio di ricerche in seguito a una prima scoperta di altri 12 cadaveri in un altro monastero nella vicina provincia di Kamphaeng Phet. Le autorità hanno iniziato a incriminare alcuni monaci.
Ogni corpo ha il suo certificato di morte
I monaci avevano i certificati di morte e per l'autorizzazione alla donazione di organi dei cadaveri. Le indagini si stanno concentrando sui parenti delle persone morte per confermare che i corpi fossero stati donati volontariamente. "Stiamo cercando di assicurarci che nessuno dei cadaveri fosse stato rubato", ha spiegato un inquirente. I corpi usati sarebbero stati quelli di seguaci del monastero deceduti e messi a disposizione dei loro parenti. Dopo il loro impiego venivano cremati nei monasteri che sono stati temporaneamente chiusi. Il monastero di Pak Nakhon Chaibovorn è circondato da un fosso con 600 coccodrilli.
L'uso per una tecnica di meditazione
Il capo del monastero della provincia di Phichit, Phra Ajarn Saifon Phandito, ha ammesso in una intervista a Pbs che l'uso dei cadaveri è parte di una tecnica di meditazione che ha personalmente sviluppato. "Molte delle persone che vengono qui a imparare sono monaci e tutti questi monaci poi trasmettono il sapere. Non so quanti siano quelli che hanno già adottato la mia tecnica". I praticanti meditano in bungalow in cui ci sono le bare con resti umani, ha aggiunto. La pratica non è usuale, ha detto per mettere le mani avanti il direttore dell'ufficio per il buddismo di Phichit, Kom Pattarakulprasert. "Avevo chiesto a Phra Ajarn Saifon Phandito se ci fossero cadaveri e mi era stato detto che non ce ne erano. Ma quando i giornalisti hanno scoperto i 41 corpi privi di vita, ho dovuto tornare a occuparmene e discuterò con il capo locale della chiesa se la pratica è appropriata", ha detto.
La polizia intanto sta cercando di capire se tale pratica è diffusa in tutto il Paese. Secondo la stampa locale, i cadaveri erano decomposti o solo ossa. E venivano usati per insegnare ai bambini tecniche di meditazione e concentrazione.