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Alluvione Spagna, 213 morti. Il parcheggio di Valencia sommerso: “E’ un cimitero”

I morti sono almeno 217. Allerta meteo rossa per la provincia di Almeria. Guardia Civil invia 5.200 uomini in zone alluvionate. La visita di re Felipe e della regina Letizia

Alluvione a Valencia - (Fotogramma)

E' salito ancora, ad almeno 217, il numero delle vittime a causa delle devastanti alluvioni che hanno colpito la Spagna, in particolare la provincia di Valencia. Il nuovo bilancio arriva dopo il ritrovamento oggi di tre corpi nella città valenciana di Pedralba e un altro di una donna a Letur, Albacete. Del totale, 213 decessi sono della Comunità Valenciana, tre di Castilla-La Mancha e uno di Malaga.

Il ministro per le Politiche territoriali e la Memoria democratica, Ángel Víctor Torres, ha confermato il numero “molto alto” di vittime a Valencia dopo la riunione del comitato di crisi per il monitoraggio degli effetti della Dana, presieduto dal capo del governo spagnolo Pedro Sánchez.

Sono invece 183 le autopsie eseguite finora, mentre sono 67 le persone identificate, come spiega Inma Lidón dell'Istituto di Medicina Legale di Valencia.

Ancora allerta maltempo, piove a Valencia

Intanto nel Paese è di nuovo allerta maltempo. ''Il pericolo è estremo!''. Così, su 'X' l'Agenzia meteorologica spagnola (Aemet) ha alzato il livello di allerta rossa per la provincia di Almeria. L'agenzia prevede piogge torrenziali in quasi tutta la provincia e possibili esondazioni dei letti dei fiumi. L'agenzia consiglia di non viaggiare se non è strettamente necessario. Nelle altre aree del Mediterraneo persiste l'allerta arancione, si tratta di ''pericolo significativo''.

L'Aemet ha avvertito che nelle zone già colpite dalle alluvioni potrebbero accumularsi più di 100-150 litri per metro quadrato di pioggia. E proprio nella zona di Valencia - dove oggi si sono recati il re di Spagna Felipe VI e la regina Letizia accompagnati dal primo ministro spagnolo Sanchez, dal presidente della Generalitat Valenciana Mazón e dalla delegata del Governo nella Comunità Valenciana Bernabé - piove ancora. Nelle ultime quattro ore, 41 litri di pioggia per metro quadrato sono caduti nel comune valenciano di Carcaixent.

L'allerta, che sarà attiva fino alle 23:59 di oggi, prevede anche precipitazioni di 50 litri per metro quadrato in un'ora sulla costa meridionale di Valencia e di 40 l/m4 in un'ora nella parte centro-settentrionale di Castellon.

Il parcheggio che si è trasformato in una trappola

Il bilancio delle vittime è destinato ad aggravarsi. I soccorritori stanno arrivando in zone finora sommerse dall'acqua. "E' un cimitero", dicono intanto i sommozzatori dell'Unità militare di emergenza (Ume) in azione in un parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaya, non lontano da Valencia. Sarebbero state individuate decine di cadaveri nel parking sotterraneo da 5.800 posti auto sommersi dall'acqua e dal fango. Diciannove volontari sono rimasti intossicati dal monossido di carbonio, ha reso noto la Guardia civil spagnola, mentre stavano pulendo un garage a Chiva, nella regione di Valencia.

Gettato fango contro re Felipe

''Assassini!''. Così il re di Spagna Felipe IV e il premier spagnolo Sanchez sono stati contestati a Paiporta, una dei Paesi più colpiti dall'alluvione. La tensione al passaggio dei reali è stata altissima e i cittadini scesi in strada hanno gettato fango contro il re.

Il dispositivo di sicurezza ha tentato di proteggere la delegazione reale, dopo che il protocollo è stato violato. Le persone hanno oltrepassato il cordone che era stato stabilito attorno ai reali. Per garantire la sicurezza stanno intervenendo agenti della Polizia nazionale a cavallo, oltre a membri della Guardia Civil. Un gruppo di persone ha gridato in coro "dov'è Pedro Sánchez?". Il re, con i vestiti sporchi di fango, ha voluto continuare la visita e ha cercato di ascoltare un cittadino dopo averne consolato un altro.

Le forze in campo

La Guardia Civil spagnola ha rafforzato la sua presenza nelle zone alluvionate e inviato oggi 5.200 uomini provenienti da tutta la Spagna nella provincia di Valencia, rende noto in un comunicato la direzione della Guardia Civil spiegando che finora sono state condotte oltre 36.115 operazioni di soccorso e sono stati effettuati 35 arresti per saccheggio.

Per prestare soccorso, si legge nella nota, i soldati hanno a disposizione 560 veicoli fuoristrada, 4 uffici mobili di servizio ai cittadini, veicoli di servizio speciale di criminalità, 10 imbarcazioni leggere, 7 elicotteri e 69 droni.

Il governo spagnolo aveva annunciato ieri l'invio di altri 10.000 soldati e agenti di polizia nel sud-est della Spagna per aiutare le vittime e contribuire alla ricerca dei dispersi. In totale, "altri 5.000 soldati" saranno schierati sul posto per affrontare quello che costituisce "il più grande disastro naturale della storia recente del nostro Paese", ha annunciato in un comunicato il primo ministro Pedro Sánchez dal Palazzo della Moncloa, sua residenza ufficiale.

Questa cifra porta a 7.500 il numero dei soldati mobilitati nelle zone colpite, si tratta del "più grande dispiegamento di forze armate mai effettuato in Spagna in tempo di pace", ha insistito il capo del governo.

Donna ritrovata viva in auto dopo tre giorni

Venerdì una donna è stata ritrovata viva nella sua auto, bloccata per tre giorni in un passaggio sotterraneo alla periferia di Valencia, secondo un funzionario della protezione civile. Secondo il quotidiano El Pais, lei era accanto alla nuora morta quando i servizi di emergenza si sono presi cura di lei. Se le possibilità di trovare sopravvissuti sono ormai agli sgoccioli, la priorità di soldati e polizia resta, secondo l'esecutivo, la ricerca dei dispersi, con il ripristino di strade e infrastrutture per consentire la “consegna” degli aiuti e il ripristino dei “ servizi essenziali”.

Secondo le autorità sono già stati rimossi più di 2.000 auto e camion danneggiati. Anche l'elettricità è stata restituita al 94% dei residenti che ne erano privi, e le telecomunicazioni vengono gradualmente ripristinate.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Esteri

Ucraina studia il super missile di Putin. Zelensky:...

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Kiev mostra i rottami del missile che ha colpito Dnipro. Medvedev: "Europa non può fare niente"

I rottami del missile lanciato contro Dnipro

L'Ucraina mostra l'ultimo super missile di Vladimir Putin. L'Oreshnik, la nuova arma lanciata dalla Russia contro un impianto industriale di Dnipro nel corso della settimana, è sotto i riflettori degli esperti di Kiev. Le autorità ucraine hanno mostrato alla stampa i resti del missile che Mosca definisce non intercettabile.

Com'è fatto l'Oreshnik?

L'Oreshnik, per caratteristiche, è ancora un mistero. I servizi di Kiev affermano che il missile è stato lanciato dall'area di Kapustin Yar, nella regione russa di Astrakhan, nota per i test effettuati anche in passato. I rottami recuperati lasciano supporre che il missile fosse dotato di 6 testate. Secondo le informazioni diffuse dalla Russia, e ribadite da Putin nei suoi messaggi dei giorni scorsi, l'Oreshnik ha raggiunto una velocità massima di 11 Mach. Dal lancio all'impatto, sono trascorsi 15 minuti.

Tutto chiaro? Non proprio. Immagini satellitari relative alla zona in cui è caduto il missile, lanciato contro un impianto industriale ritenuto strategico, mostrerebbero danni estremamente limitati all'edificio colpito. L'Oreshnik non avrebbe prodotto effetti devastanti e il suo debutto sul teatro di guerra sarebbe stato sostanzialmente 'dimostrativo'. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, è arrivato ad affermare che "non ci sono missili Oreshnik nella Federazione Russa. Questa è un'arma classica, un missile balistico intercontinentale previsto dai trattati", ha detto. Insomma, Putin avrebbe bluffato.

Zelensky: "Vediamo cosa ci minaccia"

Zelensky non si sbilancia come il suo consigliere e in attesa di pronunciarsi attende risposte dai suoi uomini: Kiev vuole capire quale nuova minaccia si può concretizzare.

"Il Servizio di sicurezza e il ministero degli Interni hanno mostrato alla stampa rottami del missile russo che ha colpito il nostro Dnipro. Sono in corso gli esami, stiamo collaborando con i partner per stabilire tutti i dettagli e tutte le caratteristiche di questo missile. Per trovare una risposta a questa escalation russa, bisogna agire insieme", dice il presidente nel suo consueto messaggio quotidiano.

"Il mondo ha sistemi di difesa aerea in grado di proteggere" da armi come il missile lanciato contro Dnipro, che sarà oggetto di discussione nel meeting Nato in programma, a livello di ambasciatori, nella giornata del 26 novembre.

"È necessario che tutti si concentrino su questo aspetto. La Russia deve sentire che ogni passo che fa per allargare la guerra comporta conseguenze. A Putin non può essere data una sola settimana per adattarsi e trovare una contromisura. È necessario fare sempre di tutto affinché la Russia sia costretta a cercare la pace. Una vera pace. E questo può essere ottenuto solo con due cose: aiutare l'Ucraina e fare pressione sulla Russia", aggiunge Zelensky.

Medvedev: "Oreshnik una catastrofe per l'Europa"

Nelle stesse ore, da Mosca, arriva il messaggio 'simmetrico' di Dmitry Medvedev. E' il numero 2 del Consiglio di sicurezza, mentre Putin si concede un giorno di silenzio dopo le esternazioni in settimana, ad alzare la tensione: "L'Europa non sa più che pesci pigliare, speculando sull'entità dei danni che il missile causerebbe con le sue testate nucleari, sulla possibilità di abbatterlo e sulla rapidità con cui i missili raggiungerebbero le capitali del Vecchio Continente", dice portando l'Oreshnik sotto i riflettori e ribadendo concetti espressi da Putin: Mosca può colpire ogni parte dell'Europa con la nuova arma.

"Permettetemi di rispondere a tutte e tre le domande: i danni sarebbero catastrofici; no, non è possibile abbatterli con i sistemi attuali; e sarà una questione di minuti. No, i rifugi antiatomici non vi salveranno. L'unica speranza è che la Russia, per bontà d'animo, avvisi in anticipo del lancio. Quindi che ne dite di smettere di sostenere la guerra?”, ha scritto su Telegram.

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Esteri

Israele, l’annuncio in tv: “C’è...

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Secondo quanto riferito dall'emittente pubblica Kan 11 Benjamin Netanyahu sta ora studiando come spiegarlo all'opinione pubblica

Netanyahu - Afp

Accordo "chiuso" tra Israele e Libano. Ad annunciarlo è stata la tv israeliana Kan riferendo quanto riportato da fonti del governo di Tel Aviv. Le stesse fonti avrebbero riferito all'emittente che ora il primo ministro Benjamin Netanyahu starebbe studiando come spiegarlo all'opinione pubblica.

In Israele il mediatore americano Amos Hochstein - riferisce ancora la tv pubblica sul suo sito - ha avuto il via libera per procedere all’accordo.

Stasera Netanyahu avvierà una consultazione sulla sicurezza con i ministri. Al centro del dibattito ci sarà ora la libertà d'azione dell'Idf nella zona di confine tra Siria e Libano.

Secondo fonti vicine ai mediatori americani, Gerusalemme ha ricevuto garanzie da Washington sulla libertà d'azione in caso di violazione dell'accordo.

Nuovi raid israeliani alla periferia di Beirut

Intanto nuovi attacchi israeliani hanno colpito ieri i sobborghi meridionali di Beirut dopo l'appello dell'esercito israeliano ad evacuare alcune aree della zona considerata una roccaforte di Hezbollah. "Una serie di violenti attacchi ha preso di mira Haret Hreik, Bir al-Abed e Ghobeiry, nella periferia meridionale di Beirut", ha dichiarato l'Agenzia nazionale libanese di notizie (Ani). In precedenza, l'Ani aveva riferito di due attacchi da parte di caccia israeliani sul settore di Kaafat, sempre nella periferia meridionale della capitale, che hanno "causato massicce distruzioni".

Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, aveva avvertito su X che l'esercito avrebbe colpito "installazioni e interessi di Hezbollah" nei quartieri di Hadath e Bourj al-Barajneh, condividendo le mappe delle aree da evacuare. In serata, ha ripetuto l'appello ad evacuare i due quartieri, elencando anche altri quartieri della periferia meridionale.

A Beirut sospese le lezioni in scuole e università

Il Ministro dell'Istruzione libanese Abbas Halabi ha annunciato con un comunicato questa sera che le lezioni in presenza saranno sospese da domani e fino alla fine di dicembre in tutti gli istituti scolastici e di insegnamento superiore di Beirut, Metn, Chouf e Baabda a causa dell'escalation di violenza tra l'esercito israeliano e Hezbollah.

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Esteri

Putin e il missile Oreshnik, Ucraina non ci crede:...

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La Russia spaventa l'Europa con la nuova arma. L'Ucraina: "Non esiste nessun nuovo missile"

Vladimir Putin

Un'arma letale o un bluff? La Russia minaccia l'Europa agitando lo spettro del nuovo missile Oreshnik, lanciato per la prima volta contro un impianto industriale di Dnipro. L'Ucraina, però, non crede agli annunci di Vladimir Putin e sembra non giudicare fondate le analisi di esperti e osservatori: il nuovo missile, dicono a Kiev, non esiste.

Putin, in un vertice con il ministero della Difesa e industrie del comparto militare, ha tessuto le lodi della nuova arma che "non può essere intercettata da nessuno oggi al mondo". Il missile Oreshnik, secondo i pochi dati diffusi dal presidente russo, supera la velocità di 10 Mach nella fase finale della sua traiettoria ed è ritenuto un'arma ad alta precisione. Potrebbe anche essere armata con testate nucleari. Ora, la Russia avvierà la produzione in serie e parallelamente testerà nuovi missili a corto e medio raggio.

Al quadro delineato del presidente, oggi si aggiunge la 'chiosa' di Dmitry Medvedev. Il numero 2 del Consiglio di sicurezza si esprime con i toni ormai abituali: "I danni all'Europa per gli attacchi dei missili Oreshnik non saranno sopportabili. E' impossibile intercettarlo, meglio se smettono di sostenere la guerra", dice 'invitando' i paesi occidentali a sospendere la fornitura di armi a Kiev.

Nella guerra che si combatte anche con le informazioni, l'Ucraina prova a parare il colpo. Lo fa con le parole di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. "Non ci sono missili Oreshnik nella Federazione Russa, questa persona inadeguata si inventa qualche nome", dice facendo riferimento alle comunicazioni di Putin. "Questa è un'arma classica, un missile balistico intercontinentale previsto dai trattati. È chiaro quante armi di questo tipo abbia la Federazione Russa", dice Podolyak.

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