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Alluvione Spagna, continua allerta meteo. La rabbia di Valencia contro re Felipe e Sanchez

I vigili del fuoco: "Nel parcheggio non sono stati trovati cadaveri". Sui dispersi non è possibile "fornire un numero davvero attendibile". I morti sono almeno 217. Scuole chiuse a Valencia

I luoghi dell'alluvione in Spagna - (Foto dal profilo Facebbok dei Servizi di Emergenza spagnoli)

Sei giorni dopo le inondazioni che hanno provocato almeno 217 morti in Spagna, i servizi di emergenza continuano a cercare i dispersi nella regione di Valencia, mentre un nubifragio si è abbattuto su Barcellona, ​​senza causare vittime. All'indomani di una giornata caotica, durante la quale una folla inferocita ha salutato con insulti e fango la visita del primo ministro Pedro Sanchez e del re Felipe VI in una delle località più colpite dalle inondazioni, la priorità resta quella del ritrovamento dei dispersi.

Intanto una buona notizia arriva sul parcheggio del centro commerciale Bonaire ad Aldaia, completamente sommerso dall'acqua dopo le alluvioni. "Non sono stati trovati cadaveri'' e "sono tutte vuote'' le auto ispezionate, hanno affermato i vigili del fuoco a 'El Paìs'.

La situazione nel parcheggio di Valencia

''Da ieri pomeriggio siamo riusciti a entrare con canoe, barche, droni e a piedi'', ha spiegato uno dei vigili del fuoco sul parking si temeva fosse un cimitero per l'eveato numero di auto (5.800) che può contenere. I soccorritori parlano di decine di auto, 50 o 60, ben lontane dalle centinaia di cui si parlava sui social. ''Ieri abbiamo percorso tutto il parcheggio e per fortuna non abbiamo trovato nessun corpo", ha spiegato. L'acqua in questo momento è alta fino alle ginocchia.

La conferma è arrivata poi anche dalla polizia spagnola, dopo l'spezione di 50 auto, e dal sindaco di Aldaia, Guillermo Luján. Per facilitare il lavoro dei vigili del fuoco e dell'unità militare per le emergenze sono stati utilizzati anche droni sommergibili.

I dispersi

Quanto ai dispersi non è possibile "fornire un numero davvero attendibile", ha chiarito stamani il ministro degli Interni, Fernando Grande-Marlaska. In un'intervista a a Tve ha però ribadito che i decessi confermati sono 217. "Per molte circostanze non possiamo fornire un numero veramente attendibile - ha affermato parlando dei dispersi - In primo luogo ci sono denunce, poi ci sono comunicazioni secondo cui non è stato possibile mettersi in contatto con alcune persone, quindi determinare il numero delle persone scomparse non è facile e pertanto è meglio non precisarlo, non fissare un numero".

Valencia conta i danni

Valencia intanto conta anche i danni: sono più di centomila i veicoli bloccati lungo le strade della zona più colpita dalle alluvioni. Lo riferiscono i media spagnoli, precisando che iniziano le operazioni di rimozione.

Gli accessi alla città di Valencia continuano a essere bloccati, con grandi ingorghi sulla V-30 e V-31, che costeggia il fiume Turia. Le file di veicoli sono lunghe chilometri all'ingresso della città. La Direzione Generale del Traffico segnala chiusure in tratti per un totale di 130 chilometri solo nella provincia di Valencia.

I camion da e per Valencia e la sua area metropolitana possono circolare solo di notte, tra le 22.00 e le 7.00 del mattino. Tuttavia, i trasporti di beni di prima necessità sono esclusi da questa restrizione. Il Comune di Valencia ha annunciato la sospensione delle lezioni in tutte le scuole per tutto il giorno a causa delle piogge e per le restrizioni alla mobilità decretate dalla Generalitat per facilitare il lavoro dei servizi di emergenza.

Previsioni meteo

E se l'agenzia meteorologica spagnola (Aemet) ha assicurato ufficialmente che la situazione di "crisi meteorologica" è terminata nella regione di Valencia, la preoccupazione si è spostata circa 350 km più a nord, a Barcellona, ​​dichiarata in stato di allerta rossa. Le piogge torrenziali hanno causato cancellazioni o ritardi molto consistenti per una cinquantina di voli. Diciassette hanno dovuto essere dirottati su altri aeroporti. Interrotto anche il traffico dei treni ad alta velocità tra Barcellona e Madrid. Immagini impressionanti, ampiamente diffuse sui social network, hanno mostrato anche veicoli bloccati su un'autostrada vicino alla capitale catalana o strade allagate nelle città vicine.

La regione del Baix Llobregat, dove si trova l'aeroporto, è stata una delle più colpite dal maltempo questa mattina e il ministro dei Trasporti spagnolo, Oscar Puente, ha annunciato la costituzione di un comitato di crisi presso lo scalo.

La situazione sanitaria

La ministra della Salute, Monica Garcia, ha riferito che il suo dicastero tiene riunioni quotidiane per affrontare la sorveglianza, la prevenzione e il controllo dei rischi per la salute pubblica, temi sui quali, a suo dire, cinque gruppi stanno lavorando in coordinamento. In un messaggio su X, la ministra ha spiegato che diverse équipe stanno lavorando sui protocolli necessari per la diagnosi e la rilevazione precoce e che il Centro di coordinamento degli allarmi e delle emergenze sanitarie (CCAES) e l'Istituto di salute Carlos III sono stati mobilitati in previsione dei problemi di salute pubblica che potrebbero derivare dalla catastrofe causata dalla Dana.

Cosa è successo domenica, le contestazioni a re Felipe e Sanchez

''Assassini''. Così il re di Spagna Felipe IV e il premier spagnolo Pedro Sanchez sono stati contestati a Paiporta, uno dei Paesi più colpiti dall'alluvione nella regione di Valencia. Come si vede dalle immagini diffuse, la tensione al passaggio dei reali è stata altissima e i cittadini scesi in strada hanno gettato fango contro il re.

La protesta si è accesa soprattutto quando, accanto ai reali, è apparso anche Sanchez accusato di aver sottostimato l'allarme e di aver ritardato i soccorsi. ''Non ci è rimasto più nulla'', urlavano. Sánchez ha deciso di interrompere la visita.

Re Felipe si è invece rifiutato di interrompere la visita a Paiporta e ha cercato di parlare con i cittadini nonostante le forti contestazioni contro di lui. A fatica è riuscito ad avanzare, protetto da un rigido cordone di sicurezza, cercando di esprimere comprensione e di ascoltare le persone colpite. Nelle immagini della protesta trasmesse dall'emittente Rtve si vede anche un uomo ferito negli scontri con la polizia e che ha una ferita alla testa, sanguinante.

Insieme a re Felipe VI, la regina si è fermata a parlare con i cittadini colpiti, ha abbracciato alcune donne e si è commossa mentre la folla inveiva contro la delegazione istituzionale in visita, di cui faceva parte anche il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.

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Esteri

Lahore soffoca, smog a livelli record

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Inquinamento senza precedenti nella megalopoli pakistana

Livelli record di smog a Lahore (Afp)

Lahore soffoca. In questa megalopoli pakistana, da sempre con la fama di essere una delle città più inquinate al mondo, nel fine settimana si sono registrati livelli record di smog. L'indice di qualità dell'aria (Aqi) era pari a oltre mille, secondo IQAir, e un Aqi pari o superiore a 301 è considerato "pericoloso". Le scuole elementari resteranno chiuse per tutta la settimana. Nel mezzo di quello che chiamano "green lockdown", c'è chi parla di "apocalisse" in una città di 14 milioni di abitanti e chi punta il dito contro la vicina ed eterna rivale India.

I livelli di inquinamento a Lahore erano così alti da essere "al di fuori di ogni possibile classificazione", ha dichiarato Ahmad Rafay Alam, avvocato ambientale di Lahore, che siede nel Pakistan Climate Change Council. "E' un'apocalisse", ha commentato in dichiarazioni rilanciate dal New York Times.

Le cause

Gli esperti attribuiscono il problema dello smog a Lahore ai fuochi appiccati dai contadini nei campi, al traffico dei mezzi pesanti, alle emissioni delle fabbriche, alle condizioni meteorologiche e alle norme non troppo 'restrittive'. I livelli di smog sono solitamente a livelli proibitivi nel periodo tra ottobre e febbraio, con le temperature che si abbassano e 'intrappolano' lo smog. Ma quest'anno - secondo Marriyum Aurangzeb, ministro dell'amministrazione del Punjab - l'emergenza sembra non finire mai. E' una battaglia che le autorità portano avanti da otto mesi, sostiene. I funzionari pakistani puntano il dito contro la vicina India, perché anche qui vengono appiccati fuochi nei campi e, dice Aurangzeb, i venti soffiano verso il Pakistan.

"La direzione dei venti porta l'aria dall'India in Pakistan - ha detto Azma Bokhari, ministro dell'Informazione del Punjab, in dichiarazioni rilanciate dai media indiani - e l'India non sembra prendere sul serio come dovrebbe questo problema". "Oggi - ha ribattuto - Delhi è prima per i livelli di smog, Lahore la segue". E Maryam Nawaz, chief minister del Punjab, ha fatto appello alla "diplomazia climatica" per una lotta comune allo smog.

La popolazione di Lahore è stata invitata a rimanere in casa, a indossare le mascherine. Sconsigliato stare all'aperto alle persone con problemi respiratori o cardiaci e agli anziani. Da oggi, riporta la Bbc, lavoro da casa per il 50% dei dipendenti di uffici.

Quello che in Pakistan chiamano "green lockdown" è in vigore dalla scorsa settimana in undici aree della città, la seconda del Pakistan per grandezza. Ha portato, appunto, il ritorno delle mascherine, ma anche restrizioni per i risciò a tre ruote, molto utilizzati in città per gli spostamenti e già parzialmente messi al bando per ridurre le emissioni, così come per barbecue, ristoranti e fornaci. Erano anche già stati annunciati tre mesi di 'vacanza' per i bambini con una storia di malattie polmonari o problemi respiratori, ma l'Aqi - che misura le concentrazioni di inquinanti nell'aria e i rischi per la salute - non aveva ancora superato quota mille.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.
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Esteri

Elezioni Usa, sfida all’ultimo voto: la dem chiude...

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Ultimi comizi negli Stati Uniti: ore decisive con entrambi i candidati a caccia degli indecisi soprattutto nei 'battleground states'. Dalle accuse di fascismo allo 'spazzaturagate', si chiude la campagna shock

Kamala Harris e Donald Trump - Afp

Ultimo giorno di campagna elettorale negli Stati Uniti. La sfida all'ultimo voto tra Kamala Harris e Donald Trump entra nelle ore decisive, con entrambi i candidati a caccia degli indecisi soprattutto nei 'battleground states' che potrebbero risultare fondamentali per la vittoria finale. Fittissime sono le agende dei due candidati prima dell'apertura dei seggi.

Il programma di Kamala Harris

Come riporta la Cnn, la vice presidente e candidata dem trascorrerà tutta la giornata in Pennsylvania, ritenuta dagli analisti decisiva per capire chi succederà a Joe Biden. La giornata della Harris inizierà a Scranton, il Paese natale del presidente. Prima ancora sul programma 'El Bueno, La Mala, y El Feo' di Univision Radio andrà in onda una sua intervista registrata. La tappa successiva di Harris sarà a Allentown, dove al suo fianco sul palco sono attesi anche il rapper Fat Joe ed il cantante portoricano, Frankie Negron. Dopo un altro evento a Reading, in serata la candidata dem è attesa a Pittsburgh per un comizio insieme al marito, Doug Emhoff, e alla star, Katy Perry. La chiusura sarà a Philadelphia per un grande evento con Oprah Winfrey e Lady Gaga.

Per Trump tappa in tre 'battleground States'

Trump sarà in tre 'battleground States'. Inizierà la giornata con un comizio a Raleigh, nel North Carolina, per poi trasferirsi nel primo pomeriggio a Reading, Pennsylvania, dove terrà un comizio appena due ore prima di quello di Harris. Tappa successiva sarà Pittsburgh, anche in questo caso incrociando la strada con la sua rivale. Il gran finale dell'ex presidente è in programma a Grand Rapids, nel Michigan.

Il programma dei vice

Intensi sono anche i programmi dei due candidati vice presidenti. Jd Vance è atteso a La Crosse (Wisconsin), Flint (Michigan), Atlanta (Georgia) per concludere a Newtown (Pennsylvania). Tim Walz, candidato vice di Harris, inizierà dal Minnesota, poi sarà a La Crosse (Wisconsin), Stevens Point (Wisconsin), Milwaukee e concluderà a Detroit con Jon Bon Jovi, mentre a tarda serata The Late Show with Stephen Colbert trasmetterà un'intervista registrata con il governatore.

Dalle accuse di fascismo allo 'spazzaturagate', si chiude campagna shock

Difficile aspettarsi qualcosa di diverso quando Donald Trump è tra i protagonisti, ma la corsa presidenziale americana che culminerà con il voto di domani è stata particolarmente ricca di avvenimenti e dichiarazioni shock.

Il 13 luglio Trump diventa il primo presidente o candidato ad essere ferito dai tempi del tentato assassinio di Ronald Reagan nel 1981. L'ex presidente viene colpito all'orecchio da un proiettile durante un comizio a Butler, in Pennsylvania. Un secondo apparente attentato alla vita di Trump viene sventato dai servizi segreti il 15 settembre, mentre l'ex presidente giocava a golf nel suo campo a West Palm Beach, in Florida.

Dopo la nomina a candidato vicepresidente in ticket con il tycoon riemergono delle dichiarazioni di J.D Vance risalenti al 2021, quando definì Kamala Harris e le sue compagne di partito “un gruppo di gattare senza figli... infelici per le loro vite e per le scelte che hanno fatto, l'intero futuro dei Democratici è controllato da persone senza figli”.

Animali domestici ancora protagonisti in una delle frasi più assurde e contestate pronunciate da Trump durante il dibattito presidenziale del 10 settembre. In quell'occasione, l'ex presidente aveva sostenuto che gli immigrati haitiani in Ohio fossero soliti mangiare gli animali domestici dei residenti: “A Springfield, stanno mangiando i cani, le persone che sono arrivate, stanno mangiando i gatti, stanno mangiando gli animali domestici delle persone che vivono lì".

Parlando ad agosto davanti all'Associazione nazionale dei giornalisti neri a Chicago, Trump aveva messo in dubbio l'identità etnica di Harris, chiedendo: “È indiana o è nera? La conosco da molto tempo, indirettamente... e lei è sempre stata di origine indiana, e promuoveva solo l'eredità indiana. Non sapevo che fosse nera, fino a qualche anno fa, quando è diventata nera, e ora vuole essere conosciuta come nera, quindi non so, è indiana o è nera?”.

Nella lunga lista delle invettive di Trump contro i suoi critici, merita una menzione il recente attacco all'ex deputata repubblicana Liz Cheney, figlia dell'ex vicepresidente Dick, che sostiene la candidata dem. Da sempre 'rivale' politica di Trump nelle file del partito repubblicano, Cheney è stata definita dal tycoon un 'falco di guerra' che andrebbe 'messo davanti a un fucile'. Per il candidato repubblicano rapporti complessi anche con i giornalisti e solo poche ore fa ha dichiarato che non gli "importerebbe" se qualcuno sparasse nell'area in cui si era radunata la stampa durante il suo ultimo comizio in Pensylvania.

Dal canto suo, durante la campagna, Harris ha sostenuto di aver lavorato in un McDonald's ad Alameda, in California, per coprire le spese universitarie ai tempi del college. Un'esperienza contestata dal candidato repubblicano, che ha accusata la vice presidente di voler costruire un'immagine di "classe media" che, a suo dire, non le appartiene. Per ribadire il suo scetticismo, Trump ha organizzato un evento aperto ai media in cui ha lavorato per alcuni minuti in un McDonald's in Pennsylvania, servendo patatine e posando per i fotografi, ironizzando sul fatto di aver "lavorato più di Harris sotto gli archi dorati". La catena ha scelto di mantenere una posizione neutrale, senza specificare se Harris avesse effettivamente lavorato nel ristorante di Alameda.

Uno dei passaggi più contestati della campagna di Harris è stato quando, in un'intervista alla Cnn nei giorni scorsi, ha definito Trump "un fascista". Una definizione che l'ex presidente ha rigirato contro la candidata dem: "La fascista è lei". E ancora, nel discorso che ha tenuto a Washington, Harris ha definito Trump un "tiranno capriccioso, ossessionato dalla vendetta".

Anche Joe Biden è stato al centro di polemiche per aver apparentemente definito 'spazzatura' gli elettori del tycoon, in risposta alle dichiarazioni del comico Tony Hinchcliffe, che durante il comizio al Madison Square Garden di New York aveva descritto Porto Rico come un''isola fluttuante di spazzatura'. “L'unica spazzatura che vedo galleggiare là fuori è quella dei suoi sostenitori”, ha risposto l'attuale presidente scatenando l'ira dei rivali, prima di dover essere costretto a una precisazione, e la provocazione di Trump, che si è presentato a un comizio in Wisconsin a bordo di un camion della spazzatura 'in onore di Kamala e Joe Biden'.

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Esteri

Elezioni Usa, deputato Hezbollah: “Trump o Harris? No...

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"Iran risponderà allo Stato ebraico, quando Khamenei parla poi esegue"

Elezioni Usa, deputato Hezbollah:

Hezbollah "non ha alcuna speranza nelle elezioni" americane o "nella vittoria di una delle due parti, che siano i democratici o i repubblicani, dal momento che quando si parla di Israele, i politici americani lavorano solo nel suo interesse e a suo beneficio". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos il deputato di Hezbollah nel Parlamento libanese, Ibrahim Mousawi, alla vigilia del voto negli Usa. "Anche se ci sono variazioni nello stile, entrambi (Trump e Harris) hanno lo stesso obiettivo", chiarisce Mousawi, che parla poi della possibile rappresaglia iraniana per l'attacco condotto dallo Stato ebraico il 26 ottobre.

"La Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, ha annunciato molto chiaramente che ci sarà una ritorsione contro Israele. Credo che quando (gli iraniani, ndr) dicono qualcosa poi la fanno e per questo penso che certamente l'Iran risponderà all'aggressione israeliana", sottolinea il deputato di Hezbollah, secondo cui la Repubblica islamica ha tutto il diritto di "vendicare" la violazione della sua "sovranità" e del suo "spazio aereo" da parte di Israele nonché l'uccisione, avvenuta a luglio a Teheran, dell'allora leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh.

Mousawi sostiene quindi che il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, "come ha annunciato chiaramente durante la sua recente apparizione in tv, quando si è rivolto al popolo e all'opinione pubblica, continuerà ad attuare tutti i piani studiati e accettati dal nostro ex segretario generale Hassan Nasrallah. La strategia e gli obiettivi sono gli stessi del suo predecessore, inshallah".

Mentre proseguono i combattimenti in Libano e continuano le iniziative per provare a raggiungere un'intesa su un cessate il fuoco, Mousawi evidenzia infine che "come tutti sanno" sui negoziati Hezbollah è "in totale accordo e coordinamento" con il presidente del Parlamento libanese e leader di Amal (partito alleato di Hezbollah), Nabih Berri. "Hezbollah è attualmente sul campo di battaglia e continua la sua battaglia difensiva contro l'occupazione israeliana che continua a occupare la nostra terra, ad eseguire un genocidio in Libano e ad annientare i nostri villaggi, prendendo di mira ospedali e uccidendo civili", conclude il deputato del movimento sciita, rimarcando come dall'inizio degli attacchi israeliani abbiano perso la vita "più di 3mila civili" ed oltre 10mila siano rimasti feriti.

"Stiamo lavorando per fermare l'aggressione contro il Libano, vogliamo che venga attuato un cessate il fuoco, ma siamo impegnati sul campo di battaglia e il presidente Nabih Berri sta conducendo i negoziati", riassume Mousawi.

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