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Eicma festeggia i suoi 110 anni con una mostra sulle più belle moto storiche e moderne

In scena 36 modelli che hanno lasciato il segno per forme, proporzioni e materiali

Eicma festeggia i suoi 110 anni con una mostra sulle più belle moto storiche e moderne

Forme, proporzioni, materiali: in una parola il design. L'81esima edizione di Eicma, esposizione internazionale delle due ruote, da giovedì 7 a domenica 10 prossimi a Rho Fiera Milano, celebra i suoi 110 anni di storia con una mostra di moto storiche e moderne che hanno lasciato il segno per la loro progettazione.

Allestita all’interno del centro congressi del quartiere espositivo, a Porta Sud, la rassegna è intitolata 'Eicma: 110 anni di design a due ruote' e rappresenta un viaggio di più di un secolo tra curve, superfici, linee, tecnica e meccanica, ma anche attraverso il genio dei grandi designer, le emozioni, l’azzardo e le sfide interpretate dall’industria delle due ruote e portate in scena nelle varie edizioni di Eicma. Quello della kermesse meneghina è, infatti, un percorso iniziato proprio dal capoluogo lombardo, nel 1914, al Kursaal Diana di Porta Venezia, quando alla prima Eicma, allora Salone del ciclo e motociclo, erano presenti meno di quaranta stand e rappresentate sei nazioni (oggi sono oltre 850 con espositori provenienti da 45 differenti Paesi).

All’ingresso dell’Esposizione del 1914, i primi due spazi erano allora occupati dai due costruttori italiani Frera e Stucchi. E, idealmente, inizia ancora da lì anche la mostra 'Eicma: 110 anni di design a due ruote' di Eicma 2024: è infatti una Frera 2 ¼ Hp Lusso del 1914 la prima moto che incontrano i visitatori e che precede un percorso espositivo di 36 motociclette che si sviluppa nelle tre sezioni forme, proporzioni, materiali. "Questa mostra -spiega il presidente di Eicma, Pietro Meda-vuole essere un tributo alla ricerca di bellezza, che non racconta solo la storia Eicma e dell’industria delle due ruote, ma che ci porta dentro anche quella del nostro Paese, della società e della mobilità. È un percorso che affonda le radici nel saper fare italiano e che si arricchisce del contributo internazionale di tanti altri costruttori".

Per l’ad Paolo Magri la mostra Eicma: 110 anni di design a due ruote "non ha l’ambizione di rappresentare un classifica delle moto più belle o semplicemente di mettere in fila le moto in ordine temporale, ma è una proposta culturale, che ambisce a diffondere conoscenza e che accompagna i visitatori dentro l’affascinante percorso creativo e progettuale che compiono i designer: dal foglio bianco alla realizzazione finale".

Entrando nel vivo dell’allestimento, nell’area dedicata alle forme spiccano subito la Mars A20 esposta ad Eicma nel 1920, vero trionfo di razionalismo, e la più recente Kawasaki Gpz900R del 1984, celebre per l’apparizione nel film Top Gun, ma anche per la linea aggressiva del suo frontale. Degna di nota anche la prima 'endurona' col becco, la Suzuki Dr 800 Big, l’iconica Ducati Monster, l’Aprilia Motó disegnata da Philippe Starck del 1995, l’Mv Agusta F4 Ago e il prototipo dell’Husqvarna Vitpilen 401 Aero esposto nel 2016. Non mancano poi tributi importanti anche a marchi come Fantic, Yamaha, Aermacchi, Triumph e Innocenti. Passando alla sezione dedicata alle proporzioni, l’attenzione è subito attirata dalla straordinaria e muscolosa Moto Guzzi otto cilindri 500 del 1957 dell’ingegner Giulio Cesare Carcano, che fa sembrare una cavalletta l’icona della mobilità, il Ciao 50 di Piaggio. Nell’area proporzioni troviamo poi altri imperdibili capolavori marchiati Ktm, Benelli, Suzuki, Rumi, Bianchi, Honda, Ducati e Gilera. Infine, la sezione dedicata ai materiali, dove si raggiunge il vertice dei processi manifatturieri ed ingegneristici, con i tributi a Corradino D’Ascanio per l’uso della lamiera nella Vespa di Piaggio, all’anticonvenzionale progetto racing della Elf X del 1978 e all’eleganza della Laverda Rgs 1000, ma anche ad altre regine indiscusse di tecnica e bellezza come la rara Honda Nr 750 del 1991, la Bimota Tesi 1D Sr e la Ducati Superleggera V4.

Realizzata anche grazie all’importante sostegno dell’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, il progetto allestitivo e l’intera curatela della mostra sono di Eicma, V12 Design, Gianmarco Blini Design e del giornalista Marco Riccardi. Una particolare menzione va alla rivista Motociclismo e, soprattutto, ai collezionisti privati, alle case costruttrici, ai musei e alle realtà che hanno messo a disposizione le moto. Biglietti d’ingresso e maggiori informazioni su eicma.it e sui profili social ufficiali.

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Economia

Guide de L’Espresso, Antonia Klugmann conquista 5...

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A 45 anni dalla prima edizione, le Guide de L'Espresso hanno celebrato il loro straordinario percorso con un evento al Teatro Arcimboldi di Milano

Guide de L'Espresso, Antonia Klugmann conquista 5 cappelli e Marisa Cuomo migliore cantina d'Italia

A 45 anni dalla prima edizione, Le Guide de L'Espresso hanno celebrato il loro straordinario percorso con un evento al Teatro Arcimboldi di Milano. Lo riporta un comunicato. Più di 1.000 ospiti, tra cui volti noti dello spettacolo, rappresentanti delle istituzioni e protagonisti dell'enogastronomia internazionale, si sono riuniti per assistere alla presentazione delle nuove edizioni 2025. La serata, ricca di interventi, premiazioni e momenti sorprendenti, ha rappresentato non solo un'occasione per celebrare l'eccellenza italiana, ma anche per tracciare una nuova direzione: una fase di rinnovamento e sguardo verso il futuro.

Le Guide de L’Espresso, dal 1979, raccontano con passione il meglio dell'Italia, andando oltre i confini della tradizione e mantenendo sempre vivo il rispetto per chi contribuisce a rendere grande il panorama enogastronomico italiano. Testimone di questo nuovo racconto, l'assegnazione dei 5 Cappelli ad Antonia Klugmann, chef dell'Argine a Vencò (Gorizia). Andrea Grignaffini, curatore de La Guida ai 1000 Ristoranti d'Italia, ha così motivato la scelta: “Un giusto tributo a una cuoca che, nella remota bellezza della periferia italiana, lavora con una meticolosità assoluta, ispirandosi alla natura per raggiungere l'essenza del gusto”.

La serata, condotta da Lavinia Spingardi, è stata inaugurata dalle parole del direttore de L'Espresso, Emilio Carelli: “Uniti dalla passione per la buona cucina e per il vino di qualità, abbiamo coinvolto i più importanti chef nazionali, produttori di vini d’eccellenza, giornalisti e cultori del settore”, e arricchita dagli interventi del Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, dell'Assessora alla Mobilità di Milano, Arianna Censi, e di Gianluca Ianuario, presidente de L'Espresso, che ha consegnato il premio per il Miglior progetto di ristorazione solidale alla Fondazione Ernesto Pellegrini Onlus, riconoscendo lo straordinario impegno nel promuovere valori di inclusione, solidarietà e sostenibilità attraverso il lancio del Ristorante Ruben a Milano. In questa cornice si pone anche il progetto di espandere ulteriormente il messaggio di inclusione e sensibilità: presto, infatti, verrà lanciata una versione internazionale delle Guide, per portare l'impegno e la visione di questo progetto oltre i confini nazionali.

Tra le novità 2025, l'ingresso di 70 nuovi ristoranti e la presentazione di 12 premi speciali, tra cui uno dedicato al servizio di sala. E non poteva mancare il premio al pranzo dell’anno assegnato allo chef Niko Romito del Ristorante Reale. Importanti novità anche per La Guida ai 1000 Vini d'Italia, curata da Luca Gardini che ha selezionato 1000 etichette dopo mesi di degustazioni, valutando parametri come pulizia stilistica, identità e costanza qualitativa. Il premio per la Miglior Cantina d’Italia va a Marisa Cuomo: “La sfida alle possibilità del territorio e allo stesso concetto di viticoltura: la cantina di Marisa e Andrea è capace di regalare veri miracoli in bottiglia”. Spiccano, inoltre, le classifiche speciali: i Top 5 vini naturali e i Top 5 vini sotto i 15 euro, a dimostrazione della varietà e ricchezza del panorama vitivinicolo.

La serata, infine, si è conclusa con una celebrazione della cucina italiana, grazie al catering curato dal Ristorante Da Vittorio, in collaborazione con sei chef di talento, che hanno offerto agli ospiti un'esperienza gastronomica unica. Le creazioni sono state accompagnate da alcune prestigiose etichette premiate dalla Guida, tra cui il tagliobordolese di Tenuta San Leonardo, il Valdobbiadene DOCG Extra Brut Tridik Quota430, vendemmia 2023 di Colesel e il Gavi DOCG del Comune di Gavi La Meirana 2023 dell’azienda Broglia. Tra i premi e i cappelli assegnati in questa edizione de Le Guide ai Ristoranti d’Italia 2025, si distinguono i 5 Cappelli, con un punteggio di 19,5 su 20: Le Calandre di Massimiliano Alajmo, Osteria Francescana di Massimo Bottura, Piazza Duomo di Enrico Crippa, Reale di Niko Romito; e i 5 Cappelli, con un punteggio di 19 su 20: Cracco di Carlo Cracco, Duomo di Ciccio Sultano, L’Argine a Vencò di Antonia Klugman Uliassi di Mauro Uliassi.

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Economia

Sciopero 29 novembre, si va verso precettazione. Uil:...

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L'annuncio del ministro, la nota del Mit dopo l'incontro con i sindacati. Bombardieri: "Faremo ricorso". Cgil: "Ministro dà i numeri ma non pensa a rimuovere cause". Opposizioni all'attacco

Salvini firma la precettazione dello sciopero del 29 novembre

In vista dello sciopero di otto ore proclamato per il 29 novembre, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato la precettazione."Per evitare agli italiani l'ennesimo venerdì di caos ho deciso di intervenire direttamente riducendo a 4 ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati per venerdì", ha spiegato il leghista in un video.

Il leader della Cgil Maurizio Landini "dice che sto limitando il diritto di sciopero, in due anni e poco più di governo 949 scioperi effettuati in Italia. Diritto allo sciopero sì ma anche diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani è l'impegno che mi sono preso", continua il ministro.

La precettazione era stata annunciata in una nota del Mit al termine dell'incontro con le organizzazioni sindacali che ha visto la partecipazione del ministro.

"In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute ed al lavoro di tutti gli altri italiani", recita la nota del Mit citando Salvini, che aggiunge: "Guarda caso di venerdì".

Uil: "Impugneremo precettazione"

"Impugneremo la precettazione presso le sedi opportune, faremo subito il ricorso. Leggeremo ovviamente la motivazione ma eravamo preparati perché è il secondo anno consecutivo che il ministro Salvini precetta i trasporti durante uno sciopero di Cgil e Uil. Non ci ricordiamo la stessa solerzia durante altri scioperi indetti da altri sindacati. Mi pare ci sia un tentativo di mettere in discussione il diritto allo sciopero e una corrispondenza fra la commissione di garanzia e la politica che è preoccupante, con la commissione di garanzia che risponde agli input di un ministro che si preoccupa soltanto di ridurre gli spazi democratici in questo paese". Così all’Adnkronos il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri a margine dell’incontro ‘Le politiche economiche e fiscali per lo sviluppo sostenibile dell’Italia’ alla Clubhouse Montecitorio, durante il quale è arrivata notizia della precettazione firmata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini.

Cgil: "Ministro dà i numeri ma non pensa alle cause"

"Invece di dare i numeri, il Ministro Salvini si dovrebbe domandare perché ci sono tante lavoratrici e lavoratori che sono costretti a scioperare per rivendicare i loro diritti e un salario adeguato", afferma quindi in una nota la segretaria confederale della Cgil Maria Grazia Gabrielli commentando le dichiarazioni del ministro Salvini. "Dalle nostre rilevazioni, nel tpl, dove operano nel territorio nazionale circa mille aziende tra pubbliche e private, negli ultimi 24 mesi - precisa la dirigente sindacale - la media mensile è stata di 17 scioperi. Nei 19 mesi del governo Gentiloni, dal 2016 al 2018, la media mensile degli scioperi è stata pari a 22. Mentre, durante il governo Renzi, in 34 mesi, la media mensile è stata di 18 scioperi".

Per Gabrielli "se la questione centrale diventa la quantità degli scioperi e non le cause la questione non è più quella del contemperamento degli interessi, che anche la legge tutela, ma si vuole limitare il diritto di sciopero. Al ministro bisogna inoltre ricordare - aggiunge la segretaria confederale - che gli scioperi vengono proclamati nel rispetto delle fasce di garanzia e dei presidi minimi dei servizi a tutela degli utenti. L’oggetto della discussione che riguarda il 29 novembre è la compressione dello sciopero generale e delle sue regole, ma al ministro conviene far finta di non capire”, conclude la segretaria confederale.

"Il ministro Salvini ancora una volta attacca il diritto di sciopero, è uno sciopero generale, il primo che proclamiamo quest'anno e lo proclamiamo proprio per tutelare al meglio i diritti delle persone che altrimenti non sono tutelate anche dalle politiche del governo. Questo è un attacco esplicito e penso che il problema vero è tutelare i cittadini da Salvini, non tutelarli da uno sciopero". E' quanto afferma quindi il segretario generale della Cgil Maurizio Landini commentando la precettazione, partecipando alla trasmissione "Il cavallo e la torre" su Rai 3.

"Salvini è un po' ossessionato. Ma io rispondo degli scioperi che proclamo questo è il primo sciopero generale che noi proclamiamo, ne abbiamo proclamato un altro un anno fa e abbiamo proclamato alcune ore di sciopero come Cgil e Uil contro i morti sul lavoro, quindi, noi stiamo chiedendo da tempo. Se vuole faccia una legge sulla rappresentanza ma il punto vero non è contare quanti scioperi, il punto vero è capire perché le persone arrivano a scioperare perché vorrei far presente che ci rimettono lo stipendio, non è gratis, non è un giorno di vacanza...", continua Landini, incalzato da Marco Damilano che gli chiedeva di commentare le parole del ministro che, in un video tira in ballo lo stesso Landini e conta il numero degli scioperi indetti dai sindacati.

Opposizioni all'attacco

"Sta purtroppo diventando un copione, quello del governo che rifiuta il confronto con i lavoratori, respinge i tentativi di esporre le proprie ragioni e che, con la precettazione, nega anche il diritto di sciopero. Una violazione grave, che disapproviamo fermamente", commenta la segretaria del Pd Elly Schlein.

“Ormai Salvini lavora scientificamente per ridimensionare il diritto di sciopero. Un diritto garantito dalla Costituzione e che non è nella disponibilità di un ministro pronto a mettere sotto pressione, attraverso la sua fluviale attività propagandistica, anche l’autorità di garanzia sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. E’ un comportamento grave anche perché mette l’uno contro l’altro chi lavora. Vorremmo ricordare a Salvini che chi fa sciopero rinuncia a una parte di salario. Deve essere rispettato non criminalizzato”. Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, e la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.

"Matteo Salvini non governa, provoca. Vuole lo scontro, usa il suo potere per far alzare la temperatura: la precettazione non ha nulla a che vedere con l’interesse collettivo e si profila come una arbitraria violazione del diritto di sciopero”, attacca Franco Mari, capogruppo di Avs nella commissione Lavoro della Camera.

"L'ennesima precettazione di uno sciopero dei trasporti da parte di Salvini è solo il tentativo maldestro di scaricare sui lavoratori il caos terrificante in cui versa il settore. Un caos che ha come causa scatenante un ministro che andrebbe precettato lui, visto che di fronte ai problemi se la dà sempre a gambe levate senza mai fornire una soluzione. Gli utenti di treni e tpl sanno benissimo che l'odissea è ormai una costante settimanale, per nulla limitata alle giornate di sciopero. Il quale, fino a prova contraria, è un diritto che la Costituzione sancisce. Salvini, invece di cianciare di banche, di ponte sullo Stretto o di canone Rai, provi magari ad ascoltarli questi lavoratori. E a dire qualche volta 'sì, i disservizi del tpl sono responsabilità mia'. Così, giusto per vedere l'effetto che fa", dichiarano in una nota i parlamentari M5S delle commissioni Trasporti di Senato e Camera Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi, Luigi Nave, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede.

"C’è un ministro in Italia che invece di impegnarsi a garantire l’efficienza del trasporto pubblico tutto l’anno, da una parte perde tempo a diffondere odio sui social contro i suoi avversari politici e contro i più deboli, e dall’altra si impegna esclusivamente nel tentare di cancellare il diritto dei lavoratori a scioperare, sancito dalla Costituzione e da decenni di lotte democratiche in questa Repubblica". Lo scrive sui social Nicola Fratoianni di Avs. "In ogni caso - aggiunge il leader di SI - un ministro assolutamente inadeguato e inqualificabile. Salvini può stare sicuro che le sue intimidazioni non faranno paura a nessuno e che la risposta dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese sarà pacata, decisa e corale contro la sua arroganza".

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Economia

Finanziamento ai partiti, verso il cambio del 2 per mille:...

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Fonti del Colle confermano la contrarietà del Capo dello Stato, che non darebbe il via libera. Cosa prevede l'emendamento al decreto fiscale proposto dal Pd e riformulato dal governo

Quirinale - Fotogramma

Stop del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla modifica inserita nel decreto legge fiscale del meccanismo che permette ai contribuenti di destinare al finanziamento dei partiti il due per mille, in particolare in riferimento alla ripartizione dei fondi così ottenuti. Fonti del Quirinale confermano la contrarietà del Capo dello Stato, che non darebbe il via libera ad una norma del genere per vari motivi.

Innanzi tutto la mancanza di omogeneità rispetto alla materie contenute nel provvedimento in discussione al Senato. Inoltre una riforma del genere richiederebbe un provvedimento ad hoc e non una semplice disposizione contenuta in un emendamento ad un decreto legge che ha delle caratteristiche particolari, in primis i requisiti di necessità ed urgenza. Infine il cambiamento proposto avrebbe un impatto notevole sulle finanze pubbliche e su fondi che derivano dalle scelte dei cittadini.

Cosa c'è nell'emendamento

Modificare la disciplina del 2 per mille ai partiti, cioè la quota della propria Irpef che i contribuenti decidono di girare al finanziamento della politica. Questo il contenuto, attualmente al vaglio della Commissione Bilancio del Senato, proposto dal Partito Democratico e riformulato dal governo, che prevede da un lato di abbassare la quota dell'imposta sul reddito da destinare alla politica dal 2 allo 0,2 per mille, ma dall'altro di estendere la platea a tutti i contribuenti attraverso un meccanismo di ripartizione generalizzata tra le forze politiche, aumentando la dotazione ai partiti a 42,3 milioni.

Secondo il testo infatti nel caso in cui il contribuente non esprima una scelta sul partito a cui indirizzare questa quota, allora "la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse". Di fatto quindi quello 0,2 per mille sarà ‘versato’ da ogni contribuente italiano, ripartendo le quote di chi non ha indicato una forza politica specifica sulla base delle preferenze espresse da chi invece lo ha fatto, privilegiando quindi di volta in volta i partiti più ‘gettonati’. Gli oneri calcolati per questo nuovo meccanismo - si legge nell'emendamento - sono pari a 42,3 milioni di euro dal 2025 a cui, secondo il provvedimento (quasi raddoppiato rispetto al precedente tetto di 25 milioni).

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