Connect with us

Published

on

Dodicenne accoltella compagno di classe che aveva fatto la “spia”. Perché aumenta la violenza tra i giovanissimi?

Adolescente Vittima Scuola

Ieri, lunedì 4 novembre, una 12enne ha accoltellato un suo compagno di classe che aveva fatto la “spia”. Quello che arriva da Santa Maria delle Mole, alle porte di Roma, è l’ennesimo episodio di violenza tra giovanissimi, l’ennesimo campanello d’allarme sulla loro condizione educativa ed emotiva. Appena arrivati nel cortile della scuola, Fausta (nome di fantasia) si è avventata contro il coetaneo, ferendolo al petto con un coltello da cucina con la punta arrotondata nascosto nello zaino.

In mezzo ai libri che si studiano per costruirsi un futuro migliore, c’era uno strumento che avrebbe potuto rovinare il futuro di entrambi.

Il ragazzino ha alzato il braccio per proteggersi ed è stato ferito anche al braccio e alla mano, ma soprattutto ha scongiurato danni gravi. Dopo il fatto, Fausta ha chiamato il 112 in lacrime, tra le auto parcheggiate dell’istituto scolastico: “Vi prego perdonatemi, ho ferito un mio compagno di scuola. Ho fatto una cavolata”, ha detto la 12enne. Gli agenti, intervenuti rapidamente sul posto, l’hanno accompagnata in caserma, dove ha consegnato l’arma, ancora sporca di sangue. L’indagine per lesioni personali è stata avviata, ma la giovane non è imputabile perché ha meno di 14 anni. Il ragazzino, che era entrato in classe con la maglia insanguinata, è stato trasportato in ambulanza in codice giallo all’ospedale Bambino Gesù, ed è stato dimesso con qualche giorno di prognosi.

L’aggressione, che ha sconvolto compagni e genitori, sarebbe avvenuta per una lite legata a un episodio avvenuto qualche giorno prima, quando la vittima aveva avvertito un’insegnante che Fausta stava copiando una verifica usando lo smartphone. “La settimana scorsa lui ha fatto la spia alla prof, le ha detto che stavo copiando dallo smartphone il compito in classe”, ha raccontato la ragazzina ai carabinieri della compagnia di Castelgandolfo. Per ora si escludono atti di bullismo, ma sarebbero in corso accertamenti sul telefonino di Fausta per capire se ci siano stati minacce al coetaneo negli scorsi giorni.

Violenza tra i giovanissimi: perché aumenta?

A preoccupare non è tanto la frequenza delle aggressioni tra giovanissimi, che è rimasta tutto sommato invariata, quanto la violenza dei gesti. Ma perché ci troviamo a commentare questo scenario?

Una risposta interessante arriva da un recente rapporto dell’Istat che collega la maggiore violenza alla diffusione della ““povertà educativa”. L’Istituto nazionale di statistica evidenzia che il 70% dei giovani italiani non ha mai visitato una biblioteca, mentre il 40% non ha mai partecipato ad attività sportive, preziosi occasioni di ritrovo e di crescita emotiva che aiutano i giovanissimi a sviluppare empatia, gestione delle emozioni e abilità sociali. La digitalizzazione e l’industrializzazione hanno ridotto gli spazi di ritrovo e i punti di riferimento culturali e sociali reali (offline) sopprimendo gli istinti sociali degli adolescenti. L’effetto collaterale è che i giovanissimi si spingono a ricercare emozioni forti anche in maniera distruttiva.

La cultura della trasgressione

Questo fenomeno è stato studiato anche dal Censis, secondo cui il contesto sociale contribuisce ad alimentare una “cultura della trasgressione” tra i giovani. La ricerca mostra come il problema sia anche insito nelle famiglie che stanno perdendo la capacità di dialogare e costruire una comunicazione efficace con i figli, lasciando spazio alla solitudine e all’isolamento digitale, che può favorire una percezione distorta della realtà e delle relazioni.

Un altro studio, pubblicato su Frontiers in Psychology, ha sottolineato come, in un contesto di isolamento e mancanza di legami affettivi, alcuni giovani possano sviluppare comportamenti di ribellione che si esprimono in atti di aggressione verso i coetanei.

Il nichilismo emotivo

Da un punto di vista sociologico, spaventa quello che possiamo definire un crescente senso di “nichilismo emotivo”, emerso anche dalle parole del 17enne che il 1°settembre ha sterminato la sua famiglia a Paderno Dugnano: “Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio. Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”, ha detto il giovane omicida, crollato dopo dodici ora di interrogatorio.

La mancanza di appartenenza e il senso di isolamento possono avere effetti devastanti, specialmente in un adolescente. Spesso, chi è in questa condizione, non dà alcun segnale di allarme all’esterno. L’assenza di dialogo, la pressione delle aspettative familiari, o semplicemente l’incapacità di esprimere il proprio disagio possono portare a un’escalation di emozioni negative che, se non affrontate, possono sfociare in atti violenti e criminali.

Negli ultimi anni, il disagio psicologico tra i giovani è in costante aumento, e gli effetti vengono resi ancora più preoccupanti dalla mancanza di dialogo.

Studi recenti mostrano che i disturbi d’ansia, la depressione e i comportamenti autolesionistici sono in crescita, influenzati da fattori sociali, economici e culturali. In Italia, un’indagine del Censis del 2023 ha rivelato che circa il 20% degli adolescenti soffre di disagio psicologico significativo. Questo fenomeno è alimentato da una serie di fattori, tra cui l’iperconnessione digitale, il bullismo online e offline, la pressione scolastica e la crescente incertezza sul futuro.

Una serie di eventi inquietanti: la cronaca di un aumento di violenza

Negli ultimi mesi, diversi episodi di violenza giovanile hanno attirato l’attenzione della cronaca italiana, delineando un quadro allarmante. A Firenze, un 17enne è stato arrestato dopo aver strangolato la nonna in un raptus di rabbia. A Pescara, due 16enni sono stati accusati di omicidio per aver ucciso un coetaneo con oltre venti coltellate, un gesto brutale che ha scioccato la comunità. Il caso citato di Paderno Dugnano è un altro tragico esempio di come la violenza possa esplodere in contesti apparentemente ordinari. Anche a Viadana e Bologna, i casi di giovani che si sono resi protagonisti di gravi atti di violenza dimostrano che la questione non può più essere ignorata.

Secondo molti criminologi, questi atti estremi sono una manifestazione della ricerca di “forti emozioni” in una generazione che si sente persa, incompresa e spesso non ascoltata. La presenza di contesti familiari complessi, in cui i giovani non ricevono il supporto e la guida di cui avrebbero bisogno, alimenta il rischio di comportamenti violenti, soprattutto se accompagnata dall’assenza di una rete sociale di sostegno.

Le conseguenze della povertà educativa e il ruolo della scuola

La povertà educativa è una delle principali cause identificate dagli esperti per l’aumento della violenza tra i giovani. Un’indagine del Ministero dell’Istruzione ha evidenziato che molti istituti scolastici non sono attrezzati adeguatamente per rispondere alle necessità emotive e psicologiche degli studenti, anche a causa di risorse limitate. Il Ministro Giuseppe Valditara ha proposto di limitare l’uso dei social network tra i più giovani per combattere l’escalation di aggressività, favorendo al contempo l’autorità degli insegnanti. Resta lo scetticismo su questo approccio, mentre sembra necessario affrontare il problema in maniera più ampia e profonda.

L’Osservatorio Nazionale Adolescenza ha segnalato come il 60% dei ragazzi italiani riporti di aver subito episodi di bullismo o cyberbullismo, esperienze che possono alimentare un senso di frustrazione e di rabbia e creano un clima di ostilità e paura che può influenzare negativamente la crescita di intere classi scolastiche. Per contrastare questo problema, l’Osservatorio raccomanda una maggiore presenza di psicologi e assistenti sociali nelle scuole, per offrire supporto ai ragazzi e individuare tempestivamente segnali di disagio.

La necessità di un approccio integrato: famiglia, scuola e società

L’aumento della violenza tra i giovani italiani riflette una complessità di fattori che non può essere risolta con singole azioni. Come dimostrano le ricerche dell’Istat e del Censis, è necessaria una strategia integrata che coinvolga non solo la scuola, ma anche le famiglie e le comunità locali. È essenziale promuovere attività extra-scolastiche che forniscano ai giovani opportunità per esprimere positivamente le proprie energie e passioni, contribuendo a costruire un ambiente che scoraggi comportamenti distruttivi.

Due anni fa, commentando l’indagine sociologica condotta su tutto il territorio nazionale intitolata “Adolescenza, tra speranze e timori” per iniziativa del Laboratorio Adolescenza in collaborazione con l’Istituto IARD e presentati insieme a Lundbeck Italia, Stefano Vicari, primario di Neuropsichiatria Infantile al Bambino Gesù di Roma, sottolineava come il crescente senso di vuoto e la perdita di punti di riferimento solidi stiano contribuendo a un aumento dei comportamenti impulsivi e violenti tra i giovani. “Ci troviamo di fronte a una generazione che fatica a trovare senso e direzione,” ha affermato in quella occasione Vicari spiegando che “questo li porta a cercare soluzioni drastiche e immediate al loro disagio, spesso senza considerare le conseguenze”, proprio come emerso dalle parole del 17enne di Paderno Dugnano e lo stato di shock della 12enne che ha accoltellato il coetaneo senza realizzare davvero il senso e le possibili conseguenze di quel gesto.

L’accesso ai servizi di supporto psicologico deve diventare una priorità, così come l’incentivo alla pratica di attività sportive e culturali. La mancanza di queste opportunità di crescita e socializzazione contribuisce a isolare i ragazzi, aumentando il rischio di comportamenti antisociali.

vietato giocare a pallone cartello
Il cartello nel Comune di Poggibonsi

Tempo fa apparve sui social un “segnale” del Comune di Poggibonsi con scritto “Vietato giocare a pallone”, con tanto di pallone sbarrato ma soprattutto con una scritta a mano, tanto breve quanto eloquente: “Allora ci droghiamo”, come per ammonire le istituzioni sui rischi di certe scelte. Forse, sarebbe meglio recuperare il contatto con la realtà, con gli affetti, con l’umanità, prima che sia troppo tardi.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Demografica

Gravidanza e bellezza: i rischi nascosti di smalti e trucco

Published

on

allattamento al seno

Attenzione all’uso di smalti per le unghie, trucco, se siete in gravidanza. Potreste aumentare l’esposizione a sostanze chimiche tossiche, con tutte le conseguenze per la salute vostra e del vostro bambino. Una ricerca della Brown University School of Public Health, la scuola di salute pubblica della Brown University, un’università di ricerca privata nel Rhode Island (USA), ha infatti trovato una correlazione tra l’uso di prodotti per la cura della persona (PCP) e le concentrazioni di PFAS nelle donne in gravidanza o in allattamento.

In sostanza, più prodotti per l’igiene personale si usano, più si rischia di accumulare alti livelli di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, PFAS appunto, nel plasma sanguigno e nel latte materno.

Cosa sono i PFAS, onnipresenti e dannosi per la salute

I PFAS sono sostanze chimiche sintetiche utilizzate fin dagli anni ’50 nei prodotti di consumo e in contesti industriali, grazie alla loro capacità di resistere a olio, acqua e calore. Il lato negativo è che sono stati associati a una tutta una serie di effetti negativi sulla salute, tra cui malattie epatiche, problemi cardiometabolici e cardiovascolari e vari tipi di cancro. Inoltre, possono contribuire a esiti avversi alla nascita, come il calo del peso alla nascita, il parto pretermine, alcuni disturbi dello sviluppo neurologico e una ridotta risposta ai vaccini nei bambini. Effetti in parte dovuti al trasferimento dei PFAS attraverso la placenta e il latte materno, che facilita l’esposizione durante la gestazione e l’infanzia.

I PFAS sono persistenti nell’ambiente, onnipresenti e, sottolinea lo studio, rilevabili in quasi il 100% dei canadesi – la ricerca ha riguardato il Paese nordamericano, ma certamente il problema ci riguarda tutti. Ognuno di noi entra in contatto con i PFAS ingerendo cibo contaminato, bevendo anche semplice acqua, o attraverso gli imballaggi alimentari, le pentole, i mobili e PCP come trucco, prodotti per capelli e smalto per unghie.

Occorre sottolineare che i PFAS continuano a essere prodotti a livelli elevati a livello globale, con volumi annuali superiori a 230mila tonnellate di fluoropolimeri e 46mila tonnellate di acidi perfluoroalchilici. “Sebbene i PFAS siano onnipresenti nell’ambiente, il nostro studio indica che i prodotti per la cura della persona sono una fonte modificabile di PFAS“, ha affermato l’autrice dello studio Amber Hall, ricercatrice associata post-dottorato in epidemiologia presso la Brown University School of Public Health. Per modificabile si intende che si può ridurre l’esposizione limitando l’uso dei prodotti a rischio.

L’uso di trucco, smalti e tinture aumenta i livelli di PFAS nel corpo

L’analisi della Brown University School of Public Health, recentemente pubblicata su Environment International, ha utilizzato i dati del Maternal-Infant Research on Environmental Chemicals Study, che ha esaminato solo quattro tipi di PFAS tra i migliaia utilizzati nell’industria e nel commercio, e che dunque probabilmente sottostima l’entità del problema. La ricerca ha coinvolto 2001 donne incinte in 10 città del Canada tra il 2008 e il 2011.

L’effetto dei prodotti per la cura delle persone sui livelli di PFAS è stato analizzato nel plasma prenatale (da sei a 13 settimane di gestazione) e nel latte materno (da due a 10 settimane dopo il parto). Le partecipanti dovevano riferire la frequenza di utilizzo di otto categorie di prodotti in tre momenti: durante il primo e il terzo trimestre di gravidanza, da uno a due giorni dopo il parto e da due a dieci settimane dopo il parto.

I risultati dimostrano che nelle donne incinte al primo trimestre, un uso maggiore di prodotti per la cura delle unghie, profumi, trucco, tinture per capelli e lacche o gel per capelli era associato a concentrazioni plasmatiche di PFAS, PFOA, PFOS e PFHxS più elevate. Risultati simili sono stati osservati per l’uso di prodotti per la cura personale nel terzo trimestre e per le concentrazioni di PFAS nel latte materno da due a 10 settimane dopo il parto.

Ancora, le partecipanti che si truccavano ogni giorno nel primo e nel terzo trimestre avevano concentrazioni di PFAS nel plasma e nel latte materno rispettivamente del 14% e del 17% più elevate rispetto alle persone che non lo facevano ogni giorno.

Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che chi usava tinture colorate permanenti uno o due giorni dopo il parto aveva livelli di PFAS più elevati (16%-18%) rispetto a chi non le utilizzava mai nelle concentrazioni del latte materno. In generale, un maggiore utilizzo di PCP è stato associato a livelli più elevati di PFOS, PFOA, PFNA e PFHxS nel post-partum.

Risultati allarmanti, che possono servire, si augurano i ricercatori, per stabilire una regolamentazione dei PFAS e, più nel piccolo, a guidare le scelte individuali in modo da ridurre l’esposizione a queste sostanze tossiche laddove possibile.

Continue Reading

Demografica

Eduscopio 2024, quali sono le migliori scuole in Italia?...

Published

on

eduscopio 2024 Aula Scuola

È stata pubblicata la nuova edizione di Eduscopio 2024, il rapporto della Fondazione Agnelli che fornisce una guida completa per orientare studenti e famiglie nella scelta delle scuole superiori. Questo strumento di analisi si basa su un database che raccoglie i dati di oltre 1,3 milioni di diplomati provenienti da più di 7.000 scuole in tutta Italia, offrendo una panoramica dettagliata delle istituzioni scolastiche che preparano meglio gli studenti per l’università e il mondo del lavoro.

Le migliori scuole città per città: la classifica

Milano

  • Miglior Liceo Classico: Sacro Cuore
  • Miglior Liceo Scientifico: Alessandro Volta
  • Miglior Liceo Linguistico: Civico Manzoni
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Gino Zappa
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Galvani

Roma

  • Miglior Liceo Classico: Ennio Quirino Visconti
  • Miglior Liceo Scientifico: Augusto Righi
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Antonio Labriola
  • Miglior Liceo Linguistico: Edoardo Amaldi
  • Miglior Liceo Scienze Umane: Margherita di Savoia
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Cristoforo Colombo
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Boaga

Torino

  • Miglior Liceo Classico: Vincenzo Gioberti
  • Miglior Liceo Scientifico: Altiero Spinelli
  • Miglior Liceo Linguistico: Altiero Spinelli
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Bosso – Monti
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Santorre di Santarosa

Bologna

  • Miglior Liceo Classico: Luigi Galvani
  • Miglior Liceo Scientifico: Niccolò Copernico
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Enrico Fermi
  • Miglior Liceo Linguistico: Niccolò Copernico
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Crescenzi-Pacinotti-Sirani
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Arrigo Serpieri

Napoli

  • Miglior Liceo Classico: Convitto Vittorio Emanuele II
  • Miglior Liceo Scientifico: Convitto Vittorio Emanuele II
  • Miglior Liceo Scientifico – Scienze Applicate: Eleonora Pimentel Fonseca
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Francesco Saverio Nitti
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Della Porta-Porzio

Firenze

  • Miglior Liceo Classico: Galileo Galilei
  • Miglior Liceo Scientifico: Niccolò Machiavelli
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Russell – Newton
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Morante-Ginori Conti

Palermo

  • Miglior Liceo Classico: Umberto I
  • Miglior Liceo Scientifico: Galileo Galilei
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Giovanni Falcone
  • Miglior Istituto Tecnico Tecnologico: Giovanni Verga

Catania

  • Miglior Liceo Classico: Marco Polo
  • Miglior Liceo Scientifico: Galilei
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: Ferraris

Bari

  • Miglior Liceo Classico: Aristotele
  • Miglior Liceo Scientifico: Fermi
  • Miglior Istituto Tecnico Economico: De Viti De Marco

Novità dell’edizione 2024

Quest’anno, per la prima volta, Eduscopio ha analizzato separatamente le prestazioni dei diplomati degli indirizzi scientifici sportivi. Questa scelta risponde all’aumento di popolarità di questi percorsi, che combinano l’approfondimento delle discipline scientifiche con la preparazione fisico-sportiva.

Dopo la scuola, tra università e lavoro

L’edizione 2024 riflette ancora le conseguenze della pandemia per i diplomati del 2020-2021. Secondo il rapporto, molti studenti hanno incontrato difficoltà nell’adattarsi alla didattica universitaria, con una lieve riduzione del numero di esami sostenuti e della media dei voti.

La buona notizia arriva dagli istituti tecnici e professionali: il tasso di occupazione per i diplomati di questi percorsi sta tornando ai livelli pre-pandemia. Questo dato conferma la crescente domanda di profili tecnici nel mercato del lavoro, soprattutto nei settori tecnologici e manifatturieri.

Come viene stilata la classifica Eduscopio

L’analisi di Eduscopio si basa su criteri rigorosi e oggettivi che tengono conto di due macro-aree:

  1. Prestazioni accademiche degli studenti universitari, valutate sulla base del numero di esami sostenuti e della media dei voti;
  2. Occupabilità dei diplomati negli istituti tecnici e professionali, calcolata in termini di percentuale di studenti occupati a due anni dal diploma.

Questo approccio permette di identificare le scuole non solo in base alla preparazione accademica ma anche in relazione alla capacità di inserirsi rapidamente nel mondo del lavoro.

Cosa significa Eduscopio per studenti e famiglie

Con l’avvicinarsi del periodo delle iscrizioni scolastiche, Eduscopio rappresenta una risorsa fondamentale per orientarsi tra le molteplici opzioni disponibili. Scegliere la scuola giusta non significa solo optare per il percorso formativo più adatto alle inclinazioni dello studente, ma anche garantire una preparazione che risponda alle esigenze future del mercato del lavoro.

L’analisi evidenzia forti disparità regionali. Le scuole delle città settentrionali, in particolare quelle di Milano e Bologna, continuano a distinguersi per eccellenza accademica e occupazionale, mentre nel Sud Italia permangono difficoltà strutturali legate alla carenza di risorse e infrastrutture scolastiche. Tuttavia, alcune città meridionali, come Napoli e Bari, stanno emergendo con scuole in grado di competere con quelle del Centro-Nord, dimostrando come l’impegno di studenti e docenti possa fare la differenza. Il Politecnico del capoluogo pugliese, inoltre, è il primo in Italia per assunzioni entro un anno dalla laurea.

Consigli per sfruttare al meglio Eduscopio

Per le famiglie che devono scegliere la scuola superiore, è importante:

  • Considerare i propri obiettivi: se l’intenzione è proseguire con l’università, privilegiare scuole con buoni risultati accademici. Per chi vuole entrare nel mondo del lavoro subito dopo il diploma, preferire istituti tecnici e professionali con alti tassi di occupazione;
  • Confrontare le opzioni locali: Eduscopio consente di filtrare i risultati per area geografica, permettendo di scegliere scuole vicine e accessibili;
  • Valutare i trend futuri: il mercato del lavoro evolve rapidamente, ed è utile considerare percorsi che offrono competenze richieste in settori emergenti, come la tecnologia e la sostenibilità.
Continue Reading

Demografica

Femminicidio, uccise 96 donne nel 2023. Valditara: “Mai...

Published

on

Giuseppe Valditara

I femminicidi stimati in Italia sono pari a circa l’82% del totale delle donne uccise. È quanto emerso dal report Istat “Le vittime di omicidio anno 2023” che ha preso in considerazione, in base al framework delle Nazioni Unite al quale l’Italia ha aderito, la definizione di femminicidio come l’omicidio che riguarda l’uccisione di una donna in quanto donna.

Dalle informazioni al momento disponibili (relazione tra vittima e autore, movente, ambito dell’omicidio) è stata elaborata una stima del fenomeno che, per molti, smentirebbe le parole del ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara.

All’inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin alla Camera dei deputati, in un videomessaggio, il ministro aveva citato il fenomeno dell’immigrazione illegale tra le cause della violenza sessuale: “È legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. Parole che hanno creato polemica in quanto, sempre secondo il report Istat, il 94,3% delle donne italiane uccide per motivi sentimentali è vittima di italiani. Scopriamo, quindi, la dimensione del fenomeno in Italia e come il ministro ha chiarito il fraintendimento che si è generato in seguito alle sue parole.

Femminicidi e omicidi in Italia

Secondo quanto emerso dal report, “sono 63 le donne uccise nell’ambito della coppia, dal partner o ex partner; sono 31 le donne uccise da un altro parente; due le donne uccise da un conoscente con movente passionale. In totale si tratta di 96 femminicidi presunti su 117 omicidi con una vittima donna. Nel 2019, erano 101 su 111, nel 2020 erano 106 su 116, nel 2021 104 su 119, nel 2022 105 femminicidi presunti su 126 omicidi”.

“Tra le restanti 21 vittime donne: quattro sono state uccise per rapine, una per follia, tre per interessi economici o debiti, sei per futili motivi, liti o rancori da conoscenti e sconosciuti, una per motivi legati agli stupefacenti ed una per regolamento di conti nell’ambito mafioso, mentre per cinque non è stato stabilito il movente e di queste tre non hanno un autore identificato – si osserva nel report dell’Istat – Di questi 21 casi, 15 omicidi sono stati perpetrati da uomini, uno da una donna conoscente e per quattro non si conosce il sesso dell’autore, in quanto si tratta di casi di omicidio non risolti”.

“Sono i partner a compiere omicidi”

Per le donne si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. Nel 2023 è pari allo 0,21 per 100mila donne il tasso delle donne uccise da un partner o un ex partner – sia esso un coniuge, un convivente o un fidanzato o un amante – del tutto simile a quello del 2022 (0,20). Mentre per gli uomini, lo stesso tasso è pari a 0,02 per 100mila uomini”.

“In particolare – continua il report Istat – sono i partner con cui la donna ha una relazione al momento della morte (coniugi, conviventi, fidanzati) a compiere il maggior numero degli omicidi nella coppia (il 41%), mentre sono il 12,8% gli ex partner (ex coniugi, ex conviventi, ex fidanzati). Il rischio di essere uccise da un partner non si differenzia a seconda delle età (a partire dai 18 anni)”. “Sessantuno sono i partner maschi (96,8%) delle 63 donne uccise nell’ambito della coppia, mentre i sei uomini vittime di partner sono stati uccisi tutti da donne”, continua il report.

“Le donne italiane vengono uccise dai partner, attuali o precedenti, nel 51,5% dei casi, le straniere nel 68,7% – prosegue – Risulta lievemente in diminuzione il tasso delle donne uccise da parenti (0,10 nel 2023; 0,14 nel 2022). Le donne uccise da altri familiari (31) sono state uccise da uomini nell’83,8% (26 casi) e da donne in cinque casi. Sono 40 gli uomini uccisi dai parenti, 37 dei quali sono stati assassinati da altri uomini”.

La polemica

I dati Istat riportano anche la nazionalità d’origine degli assassini e arrivano in seguito alle polemiche nate dalle parole del ministro Valditara che – nel videomessaggio – ha dichiarato che tra le cause della violenza contro le donne ci sarebbe anche l’immigrazione illegale. Un’affermazione, questa, che ha destato qualche perplessità nell’opinione pubblica, anche alla luce di quel “94,3% delle donne italiane è vittima di italiani” riportato dall’Istituto di ricerca.

Il messaggio è stato espresso nel giorno dell’anniversario della morte di Giulia Cecchettin, studentessa 22enne uccisa dal fidanzato, alla presentazione da parte del padre Gino della fondazione inaugurata negli scorsi giorni e che si propone l’obiettivo di sensibilizzare e tutelare le donne vittime di violenza.

La ragazza, un anno fa, è stata assassinata dal compagno “bianco perbene”, come lo ha definito la sorella, secondo la quale, come Giulia, sono tante le donne uccise da partner o ex partner e non di nazionalità straniera. Inoltre, lo stesso padre della giovane vittima ha ribadito che la violenza è violenza indipendentemente dalla provenienza dell’assassino.

A creare la polemica che divampa sui social, però, sono stati due principali fattori:

  1. Il fatto che il ministro abbia detto che il concetto di “patriarcato” si è ormai estinto nonostante persistano fenomeni di maschilismo. Nel suo intervento, Valditara aveva dichiarato che “la visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975, che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza”. Per alcuni “Cassare a ideologico il femminismo vs il patriarcato è stato un atto sminuente (si legge sui social)” che affievolirebbe le cause culturali che persistono dietro la violenza di genere.
  2. Il fatto che il ministro, dicendo che tra le cause della violenza contro le donne c’è anche l’immigrazione illegale, avrebbe spostato il focus dell’attenzione su uno dei temi maggiormente trattati in campagna elettorale dell’attuale governo: le politiche migratorie. Per molti, si è trattato di un atto di “propaganda politica non supportato dai dati”.

La risposta di Valditara

Il ministro si è difeso dalle accuse, oggi al Salone dello studente a Roma, sostenendo di non aver mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati: “Non ho mai detto che il femminicidio è colpa degli immigrati, ma che in Italia c’è un aumento preoccupante delle violenze sessuali a cui contribuisce anche, ed è importante l’anche, la marginalità e la devianza conseguenti a un’immigrazione irregolare”.

“Le violenze sessuali sono un altro fenomeno molto triste – ha aggiunto Valditara -. I dati Istat e del ministero dell’Interno sono purtroppo inequivocabili e mi dispiace che qualcuno li abbia alterati o non li abbia conosciuti. Non ho detto che l’immigrato è causa di questo”.

Continue Reading

Ultime notizie

Cultura26 minuti ago

A Ravenna a Palazzo Guiccioli apre Museo Byron

Oltre 2mila metri quadrati di una storica residenza dove abitò con l'amante, contessa Teresa Guiccioli. Grazie a un'importante opera di...

Sport53 minuti ago

Verona-Inter 0-5, nerazzurri passeggiano al Bentegodi e...

La squadra di Inzaghi dilaga già nel primo tempo e si prende la vetta della Serie A, in attesa del...

Politica56 minuti ago

M5S, Conte: “Costituente aperta anche a chi ha...

Il presidente dal palco di Nova: "Oggi toccato il punto più basso della politica, condizionata dai soliti gruppi economici..." ''C'è...

Economia56 minuti ago

Agroalimentare, Centinaio (Lega): “L’Italia è...

 Così il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, durante il convegno ‘Agricoltura, sostenibilità ed innovazione: le sfide per coltivare il...

Politica2 ore ago

M5S, contestatori irrompono a Nova: “Dimissioni,...

Appena è salito sul palco Conte, un gruppo di una ventina di contestatori ha iniziato a inveire contro di lui...

GR Audio (Giornali Radio)2 ore ago

GrAudio edizione delle 15:30 del 23 novembre

Ultima ora3 ore ago

Non Una di Meno, corteo a Roma: “In piazza perché il...

Il corteo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne La marea fucsia torna in piazza...

Cronaca3 ore ago

Corteo a Roma contro la violenza sulle donne:...

Il corteo in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne La marea fucsia torna in piazza...

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio Flash delle 14:50 del 23 novembre

Cronaca3 ore ago

PoliMi accreditato come Collaborating Center dall’Oms

Il Politecnico è la prima università tecnica al mondo a ricevere il prestigioso riconoscimento, dopo anni di intensa collaborazione Il...

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

Rubrica delle buone notizie del 23 novembre

GR Audio (Giornali Radio)3 ore ago

GrAudio edizione delle 14:30 del 23 novembre

Spettacolo3 ore ago

Pino Daniele, la sua voce torna nell’inedito...

Domani 'Again' sarà presentato in anteprima assoluta prima della partita Napoli-Roma Una ballata intima e autentica. Con la voce inconfondibile...

Cronaca3 ore ago

UniCal: in pensione la direttrice generale Masè

Il ringraziamento del rettore Nicola Leone per il "Suo contributo, determinante nella riorganizzazione amministrativa e per l’attuazione di processi strategici...

Economia3 ore ago

Sostenibilità, Sindaco Fermignano: “Da Cresco Award...

Così il sindaco Emanuele Feduzi Il comune di Fermignano (Pu) è tra i cinque premiati da Fondazione Sodalitas alla 9a...

Cronaca4 ore ago

Alessandro Basciano, il legale: “Ucciso dalla stampa,...

L'avvocato dell'influencer: "L'ho trovato molto turbato e sorpreso di essere in una situazione del genere, per qualcosa che non ha...

Cultura4 ore ago

Morta Adele Corradi, ‘la professoressa diversa’...

Aveva 99 anni. Aiutò il sacerdote negli anni difficili e avvincenti della Scuola di Barbiana Adele Corradi, la professoressa che...

Economia4 ore ago

Manovra, Manageritalia: “Puniti e ignorati il 15% dei...

L'analisi e le proposte durante l'assemblea nazionale Individuare un nuovo equilibrio tributario e di welfare che non penalizzi il ceto...

Salute e Benessere4 ore ago

Lega vuole in Commissione covid il medico sospeso nel 2022,...

Frajese, noto per le sue esternazioni critiche sui vaccini covid, nel mirino di Burioni: "Dracula all'Avis". Cartabellotta risponde a Borghi:...

Economia5 ore ago

Cibo, benzina e bollette: ecco le spese obbligate che...

A quanto ammontano le uscite irrinunciabili nel bilancio delle famiglie italiane ogni mese, inflazione e conseguente erosione degli stipendi nei...