De Luca sfida Schlein ma il Nazareno ribadisce: “Non sarà lui il candidato Pd in Campania”
Tra dem perplessità su modi e tempi scontro ma segretaria decisa su rinnovamento - Bonaccini, 'si vota tra un anno, ora pensiamo a Emilia e Umbria'
Lo rottura ora è ufficiale. La norma per il terzo mandato è passata martedì 5 novembre nel consiglio regionale campano. Nel Pd un solo astenuto, la consigliera Bruna Fiola. Gli altri tutti con Vincenzo De Luca contro l'indicazione della segretaria Elly Schlein. Tra i parlamentari dem non si parla d'altro in Transatlantico. Nel corridoio fumatori si vede anche la segretaria, silente per il momento con i cronisti. Per il Nazareno parla Igor Taruffi e fa sapere che la prova di forza del presidente De Luca "non sposta di un millimetro la posizione del Pd nazionale sul limite dei due mandati per le cariche monocratiche. Al di là del voto in consiglio quindi Vincenzo De Luca non sarà il candidato presidente sostenuto dal Pd alle prossime elezioni regionali".
Un muro contro muro, durissimo e palese. A Schlein che aveva chiuso al terzo mandato, come è stato per Stefano Bonaccini o Antonio Decaro, e chiesto un rinnovamento, la risposta di De Luca e del gruppo dem in consiglio regionale suona come una porta in faccia. I consiglieri sono più 'fedeli' al loro presidente che a Schlein? "E' sempre stato così, non è una novità", commenta un deputato campano che ricorda come al congresso i vertici dem della regione sostennero in blocco Stefano Bonaccini. Tutti tranne Marco Sarracino, attuale responsabile Sud della segreteria Schlein.
Le perplessità Dem
In Transatlantico però c'è una perplessità trasversale sullo scontro in atto, aperto da De Luca a cui Schlein non si è sottratta. Per i modi e per i tempi. In Campania si vota tra un anno, mentre tra 10 giorni ci sono Emilia Romagna e Umbria al voto. Lo dice Bonaccini così: "Si vota tra un anno e non tocca adesso stabilire il candidato. Mi concentrerei su Emilia e Umbria ora". Ma per Schlein, che aveva promesso di chiudere con i 'cacicchi' sin dal suo primo intervento all'assemblea nazionale dem da neosegretaria, le cose andavano chiarite qui ed ora. E la promessa di rinnovamento stavolta, a differenza di altre leadership dem in passato, mantenuta.
"Avevamo chiesto di rinviare il voto a dopo le regionali, per discuterne con calma. E' De Luca ad aver deciso di accelerare. E' andato dritto e la segretaria non poteva non reagire, ha fatto chiarezza", dicono dalle parti di Schlein. E chi è stato coinvolto in prima persona nelle interlocuzioni col presidente campano riferisce: "Noi le abbiamo provate tutte, Schlein compresa. Ma quando ti trovi di fronte un muro, di fronte a chi ti dice 'io mi candido comunque', le mediazioni stanno a zero". E ora? "C'è tempo e modo di recuperare, non ci possiamo permettere di consegnare alla destra la Campania", diceva ieri Debora Serracchiani ribadendo oggi il concetto a chi la interpella alla Camera.
E ancora Bonaccini: "C'è una legge nazionale che prescrive il limite dei due mandati. Io, come noto, l'avrei anche cambiata. Ma è ovvio che le leggi si rispettano. È stato fatto un lavoro enorme in questi anni da parte della giunta De Luca e sono certo che sia interesse di tutti valorizzarne i risultati insieme a tutta la coalizione. Poi, a tempo debito, ci metteremo a sedere e troveremo la soluzione più giusta per le prossime elezioni''.
Appunto, il tempo non manca. Mario Casillo, capogruppo del Pd nel consiglio regionale della Campania, eletto con ben 41.000 voti, dopo la 'rivolta' di oggi torna subito a invocare il dialogo. E la cosa non è passata inosservata ai piani alti del Nazareno. Dice Casillo: "De Luca non ha detto che si vuole candidare perché il presidente ha riconosciuto che il percorso della candidatura passerà per un ragionamento dell'alleanza. Mi auguro assolutamente che ci saranno degli incontri di dialogo nei modi e nei tempi giusti. Le elezioni regionali qui saranno tra un anno, abbiamo tutto il tempo e noi siamo convinti che ci sarà un percorso che possa portare a ricongiungere due posizioni che in questo momento sembrano distanti".
Il governo e la pistola scarica di De Luca
Del resto, la 'pistola' di De Luca alla fine potrebbe rivelarsi scarica. Non è detto che la norma sul terzo mandato vada in porto. Il governo potrebbe impugnarla. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, si limita a rispondere con un "adesso vediamo" ai cronisti che gli chiedono se il governo impugnerà la legge campana.
Più netto Edmondo Cirielli: "Premesso che parlo non come esponente del governo ma come politico perché non seguo la materia, io penso che il governo impugnerà'' questa legge perché è una ''normativa regionale chiaramente in contrasto con quella nazionale'', dice il viceministro degli Esteri e deputato di Fdi ai cronisti in Transatlantico.
Anche Forza Italia si pronuncia con una nota congiunta dei capigruppo Maurizio Gasparri e Paolo Barelli: "Siamo esterrefatti per l'ostinazione con cui De Luca porta avanti una causa persa. Fa approvare normative, nel tentativo illusorio di regalarsi un terzo mandato alla guida della Campania, andando in palese contrasto con le norme vigenti. Siamo certi che il governo impugnerà questo testo e che decisioni molto chiare saranno assunte dalla Corte Costituzionale".
Politica
Natale, a tavola si litiga per politica? La guida di Pd e...
Come rispondere ai parenti che votano per gli avversari...
Non ricette con le prelibatezze delle feste, ma bacchettate a chi anche a tavola, per il pranzo del Natale, non ti risparmia di spiattellare -è il caso di dire- i risultati della sua parte politica, sia di destra che di sinistra.
La guida Pd
Il Pd lancia per questo la sua campagna social con gli spunti per 'sopravvivere al Natale con i tuoi parenti un po' di destra', mettendo a disposizione dei fan su Instagram le slide con le risposte da dare sui temi caldi del confronto politico.
Ecco la questione sanità ("Ah, ti hanno fissato la visita a marzo 2026? Forse non è colpa dei medici, zio, ma di chi taglia la sanità pubblica"); le politiche per i giovani ("No, zia, non ho ancora comprato casa, ovviamente. Però possiamo parlare del taglio di 330 milioni dal Fondo Affitti"). Non manca l'evergreen dei treni, con il ministro Salvini messo sempre sulla graticola: "Ah hai speso 350 euro sola andata per essere qui e il treno ha fatto 3 ore di ritardo? Tranquillo, ora il titolare dei trasporti non ha più scuse per non lavorare..." Terminando con la teoria gender che tanto scandalizza a destra: "Esatto, zia, la teoria gender esiste quanto Babbo Natale".
Il vademecum di Fratelli d'Italia
Non si fa attendere la 'guida' al contrario dei Fratelli d'Italia. Qui si spiega come cantargliele ai parenti orientati a sinistra, anticipando la discussione alla cena della Vigilia. "Se a tavola hai lo zio che si lamenta delle tasse, ricordagli che il taglio del cuneo fiscale è stato reso permanente", è la prima risposta da dare. La manovra mette a disposizione poche risorse? "Si sarebbe potuto fare di più, se non ci fosse stato un debito da 137 miliardi" che ha fatto il superbonus. "Se senti poi mormorare la zia femminista, ricordale che con il governo Meloni si è raggiunto il record di occupazione femminile", si può ricordare subito alla parente, aggiungendo pure che Giorgia è la prima premier donna in Italia. Schermaglie politiche, 'condite' con l'ironia, che rischiano però di rendere indigeste cene e pranzi attesi tutto l'anno.
"Chi crede nel Natale non fa politica a tavola, il problema di questo Pd è che non ci crede, tant'è che considera il cenone solo una occasione di propaganda e di divisione", si ribella Gianfranco Rotondi, presidente Dc, puntando il dito contro il partito democratico". Noi siamo cresciuti in un’Italia in cui i direttori di giornale scrivevano un editoriale per suggerire agli italiani di non discutere di politica a Natale", rivendica. Nel frattempo però la 'guerra' social tra destra e sinistra è già diventata virale, e forse qualcuno per evitare pericolose discussioni ha già preparato la scusa dell'influenza che gira, che come si sa, colpisce a destra e sinistra.
Politica
Pnrr, erogata all’Italia la sesta rata da 8,7 miliardi
Meloni: "L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro"
La Commissione europea ha versato all'Italia della sesta rata del Pnrr pari a 8,7 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi di euro in prestiti e 1,8 miliardi di euro in sovvenzioni. Il pagamento segue la valutazione positiva della Commissione, adottata lo scorso 26 novembre, connessa al conseguimento di 39 obiettivi, distinti in ventitré milestone e sedici target.
"L'Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva del Pnrr". Un "risultato positivo che permetterà all’Italia di investire in molti settori strategici intensificando la produzione in attività in cui questo governo ha creduto fin dal suo insediamento. Il pagamento della sesta rata è frutto di un intenso lavoro, svolto in sinergia anche con la Commissione europea, che ci spinge a proseguire in questa direzione per il benessere della Nazione e dei cittadini", dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in una nota di palazzo Chigi.
Tra gli "obiettivi conseguiti con il pagamento della sesta rata", si legge nel comunicato, "figurano investimenti strategici quali il potenziamento dei collegamenti ferroviari del Mezzogiorno e del centro Italia, la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas (Linea Adriatica) e per l’autonomia energetica dell’Italia, il rinnovo della flotta per il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco, i crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e l’attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0, rispetto alla quale sono in corso modifiche normative per renderla più accessibile e vantaggiosa per le imprese, il rafforzamento della dotazione organica dei tribunali penali, civili e amministrativi, l’avvio degli interventi per nuovi impianti sportivi nei plessi scolastici e la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali per efficientare le prestazioni del sistema sanitario nazionale".
Agli investimenti, spiega palazzo Chigi, "si aggiungono importanti riforme, fra cui i provvedimenti normativi in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, le azioni per prevenire e contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori e le altre forme di lavoro irregolare, oltre alla definizione di uno standard nazionale per la professione di guida turistica".
Politica
Agenzia Entrate, Vincenzo Carbone nuovo direttore: chi è
Il via libera alla nomina, a quanto apprende l'Adnkronos, dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini
Via libera alla nomina del direttore dell'Agenzia delle Entrate dopo le dimissioni di Ernesto Maria Ruffini. A quanto apprende l'AdnKronos si tratta di Vincenzo Carbone, attuale vicedirettore vicario e capo della divisione Contribuenti dell'Agenzia.
Chi è Carbone: carriera e vita privata
Classe 1963, originario di Palma Campania, Vincenzo Carbone è entrato nell'amministrazione finanziaria nel 1990, dopo la laurea in Giurisprudenza e l'abilitazione all'esercizio della professione forense. Nel 1999 vince il concorso per 162 dirigenti presso il Ministero delle Finanze e dai primi anni 2000 a seguito dell’istituzione delle Agenzie fiscali, ricopre numerosi incarichi dirigenziali in Agenzia delle Entrate, sia a livello centrale sia regionale.
Sposato, ha tre figli maschi, tutti laureati (due in Business Economics e uno in Giurisprudenza. E' un grande appassionato di Storia e tifoso del Napoli.
In particolare, dal 2005 Carbone ha guidato l’ufficio Contenzioso tributario presso la Direzione centrale Normativa e Contenzioso dove successivamente ha assunto anche l’incarico di capo ufficio Registro. Dal 2006 è a capo dell’ufficio Analisi e ricerca presso la direzione regionale della Campania; dal 2009 e fino al 2014 svolge il ruolo di capo ufficio Fiscalità delle imprese e finanziaria presso la Direzione regionale del Lazio. Successivamente, dal 2014, passa al timone delle Direzioni provinciali I e II di Roma. Il primo incarico di vertice, come direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale, arriva nel 2020. Segue, nel 2022, la nomina a direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale con funzioni di capo divisione Contribuenti aggiunto.
Commendatore al merito della Repubblica italiana, nel luglio 2023 a Carbone - a fronte delle esperienze e conoscenze tecniche acquisite nel corso del lungo percorso professionale in tutte le aree di operatività dell’Agenzia delle Entrate - viene attribuito un nuovo incarico di vertice per il coordinamento delle attività finalizzate all’attuazione della Riforma fiscale. Nel febbraio 2024 ha assunto il ruolo di Vicedirettore capo divisione Contribuenti dell'Agenzia e da ottobre 2024 è Direttore vicario dell’Agenzia delle Entrate.
L'augurio dei commercialisti
Il Consiglio nazionale dei commercialisti formula i migliori auguri di buon lavoro a Vincenzo Carbone. “Facciamo le nostre congratulazioni al neodirettore Carbone e gli auguriamo buon lavoro”, afferma Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti. “Il Consiglio nazionale - aggiunge - ha già avuto modo di apprezzare in questi anni le sue importanti doti umane e professionali nel suo ruolo dapprima di direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale e poi di capo della Divisione contribuenti e di vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate. Abbiamo avuto con lui un’intensa collaborazione svoltasi sempre in un clima di rispetto reciproco e di fattiva interlocuzione. Siamo certi che questa collaborazione potrà ora intensificarsi ed essere ancor più fruttuosa. Il rapporto tra Agenzia delle Entrate e Commercialisti italiani è del resto determinante per il buon funzionamento del nostro sistema fiscale. Ci attende un lavoro importante, ciascuno per quanto di sua competenza, per assicurare la piena applicazione della riforma tributaria”.
De Nuccio spiega che l’auspicio della categoria è anche quello che “l’interlocuzione tra le nostre due realtà possa portare a un deciso miglioramento nei rapporti tra i nostri iscritti e gli uffici territoriali dell’Agenzia, con benefici di cui godrebbero non solo i commercialisti ma anche tutti i contribuenti”.
Il numero uno dei commercialisti italiani “saluta e ringrazia il direttore uscente, Ernesto Maria Ruffini, per l’impegno profuso e per il significativo ammodernamento della macchina fiscale del nostro Paese, con l’introduzione di importanti innovazioni strutturali”.