Santi Francesi: “Il nuovo disco senza costruzioni, paura? Aiuta a non restare fermi”
Il duo si racconta in vista del nuovo Ep 'Potrebbe Non Avere Peso': "Sanremo bis? Non ce lo vietiamo ma non è obiettivo"
E' un disco "senza costruzioni" quello dei Santi Francesi, il duo hard-pop costituito da Alessandro De Santis e Mario Francese che hanno fatto di gentilezza e autenticità i loro tratti distintivi. E ora tornano in pista con ‘Potrebbe Non Avere Peso’, il nuovo Ep che verrà pubblicato venerdì 8 novembre, una fotografia autentica e senza ritocchi, dei Santi Francesi, oggi. Dal trionfo a X-Factor nel 2022 ai riflettori di Sanremo nel 2024. Nel mezzo, un album totalmente autoprodotto che ha superato i 2,5 milioni di stream su Spotify, la partecipazione a Sanremo Giovani nel 2023, tour di successo e quattro concerti sold out in due chiese sconsacrate di Milano e Roma, arrivati nel marzo scorso.
Tanta strada hanno macinato i due ragazzi di Ivrea e questo è chiaramente percepibile nel nuovo progetto discografico. “Col passare degli anni stiamo imparando ad ascoltarci e a fare quello che ci passa per la testa, quello che abbiamo voglia di fare in quel momento esatto - dicono Alessandro e Mario all’AdnKronos -. Volevamo fare un disco un po’ anni 2000, un po’ rock, lo abbiamo registrato in casa da soli, senza l’aiuto di nessuno”. E così è nato ‘Potrebbe non avere peso’, sei canzoni che tengono conto solo di una loro urgenza espressiva.
Le treccine urban di Alessandro che campeggiano sulla cover in bianco e nero del disco, giura il diretto interessato, non riflettono in qualche modo i contenuti: “Le ho fatte in spiaggia in Puglia questa estate – dice - ma le ho tolte subito perché erano troppo scomode”. Il nuovo lavoro è stato anticipato il 18 ottobre scorso dal singolo ‘Ho paura di tutto’, suonato a sorpresa e in anteprima, nella stazione della metropolitana San Babila di Milano in occasione della ‘Festa M4’ per l’inaugurazione della linea. Nel brano vengono elencate una serie di paure, 25 per la precisione, da quella di ‘certe riviste’ a quella di ‘restare triste’.
“La canzone è un inno all’accettazione della paura - evidenziano -. Nel brano è descritta come una sorta di mantello costante. 'Ho paura di tutto' vuol quell’ansia che prova qualsiasi ragazzo di 20 anni in questo periodo storico. Poi c’è la frase ‘e meno male che ho paura’, significa che se abbiamo paura siamo ancora svegli e quindi ben venga affrontarla e non rimanere immobili”. Nell’album brani intimi e ballate lasciano spazio a pezzi che suonano forte e sembrano tagliati su misura per la dimensione del live. Non a caso i Santi Francesi nei mesi di novembre e dicembre calcheranno i palchi dei club più importanti d’Italia con il loro ‘Club Tour 2024’. “L’idea di pubblicare l’album era questa: volevamo suonare pezzi nuovi al live”. Il tour sarà molto diverso, assicurano: “Ci sarà una persona in più sul palco, un chitarrista, suoneremo anche pezzi vecchi ma sarà molto diverso rispetto all’ultima tournée”.
Per il nuovo disco "siamo anche tornati a 6 anni fa. Il nostro primo album era stato fatto con le stesse modalità - spiegano -. Anche allora ci eravamo rinchiusi in un garage e avevamo buttato giù le nostre idee senza costruzioni e ansie, facendo quello che ci piaceva. Negli anni si migliora, si capiscono cose in più, però di base siamo più confortevoli e cerchiamo di fare la cosa più difficile: essere sinceri e autentici". Un fenomeno più unico che raro nella scena musicale italiana. "Ci sono tantissimi artisti e negli ultimi anni ci stiamo somigliando tutti - osservano Alessandro e Mario -. E' una questione culturale probabilmente, però abbiamo la sensazione che siamo a un punto di rottura, in un momento in cui la struttura deve crollare e noi ce lo auguriamo. Anche le modalità in cui vengono pubblicate le cose e come il mercato richiede che vengano fatte...siamo bombardati da singoli senza avere neanche il modo di capire cosa stiamo ascoltando".
La loro esperienza a Sanremo ha fatto centro nel cuore degli italiani, regalando tante emozioni, come nel duetto nella serata delle cover con Skin, sulle note di 'Hallelujah'. Altre collaborazioni non sono la priorità al momento, "i feat non sono mai stati nella nostra top 5 delle cose da fare" ammettono, ma "Elisa è una delle di quelle menzioniamo sempre, e il perché è palese agli occhi e alle orecchie di tutti". Guardando all'estero, "in futuro vorremmo provare a collaborare con qualche artista come è stato con Skin, per un progetto discografico". E un bis sul palco dell'Ariston? "Ci abbiamo forzatamente pensato - confessano - perché in Italia ci devi pensare ogni anno. Non ce lo siamo mai vietato per il passato e non lo vietiamo per il futuro ma non è un obiettivo".
(di Federica Mochi)
Spettacolo
Morto Hudson Meek, attore di ‘Baby Driver’:...
Per i postumi di un incidente avvenuto in Alabama: sarebbe caduto da un'auto in movimento
Hudson Meek, l'attore adolescente apparso nel film del regista Edgar Wright "Baby Driver - Il genio della fuga", è morto domenica 22 dicembre in Alabama dopo essere caduto da un'auto in movimento. Aveva 16 anni. "I nostri cuori sono spezzati nel condividere che Hudson Meek è andato a casa per stare con Gesù, si legge in un post sul suo account Instagram. "I suoi 16 anni su questa terra sono stati troppo brevi, ma ha realizzato così tanto e ha avuto un impatto significativo su tutti quelli che ha incontrato".
L'incidente è avvenuto giovedì sera a Vestavia Hills, in Alabama, secondo il sito di notizie locali AL.com, come riporta "Variety". Meek "ha riportato ferite da corpo contundente dopo essere caduto sulla strada da un veicolo in movimento", ha dichiarato il vice-coroner Bill Yates ad AL.com. Meek è stato portato in ospedale ed è morto nella notte tra sabato e domenica. La polizia di Vestavia Hills sta indagando sulla sua morte.
Hudson Meek ha avuto diversi ruoli da baby attore, il più importante dei quali nel film d'azione del 2017 "Baby Driver": ha interpretato una versione giovane del protagonista Baby (Ansel Elgort), un autista professionista in fuga con la passione per la musica. È apparso anche in nelle serie tv "McGyver", "Genius", "Found", "Legacies" e "Badamanu Cadets".
Spettacolo
MasterChef Italia 14, al via stasera la Masterclass: le...
18 i concorrenti pronti a tutto per tenersi allacciato il grembiule bianco conquistato nelle selezioni delle scorse settimane. Più due riserve pronte a entrare in gioco, in qualsiasi momento
MasterChef Italia 14 entra nel vivo: dopo i due live cooking delle scorse settimane, oggi, giovedì 26 dicembre, si spalancheranno le porte della Masterclass per ospitare le prime sfide studiate dal trio di giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, che metteranno alla prova fin da subito gli aspiranti chef: 18 i concorrenti pronti a tutto per tenersi allacciato il grembiule bianco conquistato nelle selezioni delle scorse settimane. Più due riserve pronte a entrare in gioco, in qualsiasi momento.
La prima puntata della MasterClass di MasterChefItalia 14 inizia alle 21.15 in esclusiva su Sky Uno e in streaming solo su NOW, con i due episodi sempre disponibili on demand e visibili su Sky Go.
Chi sono i concorrenti
A contendersi il titolo di nuovo MasterChef italiano, nel cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy, ci sono: Alessia, cameriera 21enne di Parma; Anna Yi Lan, 32 anni, consulente di moda, che ha origini cinesi, è nata a Milano ma vive a Venezia; Claudio, 33enne della provincia di Brindisi, titolare di un centro revisioni; Franco, direttore marketing 43enne, veronese e ora a Milano; Gaetano, 19enne palermitano e ora studente universitario a Milano; Gianni, 30 anni della provincia di Palermo, commesso in un negozio di elettronica; Giulio, bagnino 35enne della provincia di Pisa; Ilaria, 26 anni da Roma, animatrice per bambini; Jack, 26 anni dell’hinterland di Milano, content creator e social media manager; Katia, impiegata 43enne dalla provincia di Napoli; Laura, 29 anni, bresciana ed attualmente disoccupata; Linda, barista 49enne di Torino; Martina, capocameriera 25enne nata a Pietrasanta che vive vicino a Vicenza; Mary, 30 anni e manager nelle risorse umane, nata a Milazzo ma residente in provincia di Bergamo; Reza, consulente vendite 56enne di origine iraniana che vive tra Parigi e Roma; Samuele, 19 anni di Desenzano del Garda, alla ricerca di un impiego dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Alberghiero; Simone B., contadino 29enne che vive e lavora vicino a Belluno; Simone G., 35enne della provincia di Cuneo, imprenditore nel settore dell’edilizia.
I due aspiranti componenti cono Pino, falegname 61enne che è nato a Bari ma vive vicino a Chieti, e Sara, modella 26enne della provincia di Napoli.
Mystery Box e Invention Test
La prima tappa del loro viaggio prenderà inizio come sempre con una Mystery Box, che farà riemergere ricordi ed esperienze personali portando i cuochi amatoriali in gara a partire dalle proprie radici e dal proprio “nido”; a seguire, per l’Invention Test, dal nido si sposteranno in un “bosco”, per una passeggiata nel bosco tra profumi intensi e sapori aromatici.
La rotta della Masterclass proseguirà verso Marano Lagunare (Friuli Venezia Giulia), dove la Riserva Naturale alle foci del fiume Stella, un paradiso per uccelli e piante autoctone, farà da sfondo alla prima Prova in Esterna della stagione. Tra canneti e casoni, gli antichi rifugi che assicuravano ristoro ai pescatori, i cuochi amatoriali troveranno dei veri e propri esperti di questo ecosistema: la chef Chiara Pavan, 1 stella Michelin e 1 stella Verde Michelin al ristorante Venissa nella laguna veneta, e 25 pescatori pronti a giudicare le portate dei due menù.
La brigata che non si dimostrerà all’altezza incappando subito in un passo falso dovrà affrontare il primo Pressure Test dedicato a uno dei comfort food per eccellenza della cucina mondiale. Chi tra gli aspiranti chef riuscirà a mettersi in salvo senza perdere l’orientamento?
Spettacolo
Caso ‘Rust’, archiviata l’accusa di...
Il PM ritira l'atto di appello
La procura di Santa Fe ha archiviato definitivamente le accuse di omicidio colposo contro Alec Baldwin. L'attore era stato indagato per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, avvenuta nell'ottobre 2021. L'incidente mortale avvenne durante le riprese di una scena del film 'Rust'. A causare la tragica morte della Hutchins, 42enne di origini ucraine, fu uno sparo partito dalla pistola di scena usata da Baldwin che però era stata caricata con proiettili veri. Nel corso del tragico evento era rimasto ferito anche il regista del film Joel Souza. Ieri l'ufficio del procuratore distrettuale di Santa Fe ha annunciato, in un comunicato stampa, che il procuratore speciale Kari Morrissey ha ritirato l'atto di appello dello stato depositato il 21 novembre. "La decisione odierna di respingere l'appello è la conferma finale di ciò che Alec Baldwin e i suoi avvocati hanno detto fin dall'inizio: è stata una tragedia indicibile ma Alec Baldwin non ha commesso alcun crimine", hanno detto il legali della star hollywoodiana, Luke Nikas e Alex Spiro, in una conferenza congiunta. ''Lo stato di diritto rimane intatto nel New Mexico'', hanno detto ancora a 'Hollywood Reporter'.
Il caso contro il produttore e attore è stato archiviato 'con pregiudizio', si legge ancora su 'Hollywood Reporter', il che significa che Baldwin non può essere processato nuovamente. Gli avvocati di Baldwin avevano sostenuto che la polizia e l’accusa avessero nascosto prove importanti che avrebbero potuto chiarire perché la pistola usata da Baldwin contenesse cartucce non a salve. "La scoperta tardiva di queste prove ha influito sull'equità fondamentale del procedimento - ha dichiarato il giudice Mary Marlowe Sommer archiviando il caso - non c’è modo per la corte di correggere questo errore. L'archiviazione è l’unico rimedio garantito''. Sommer inoltre ha denunciato l’accusa per cattiva condotta perché aveva ''intenzionalmente e deliberatamente nascosto'' prove chiave alla difesa incolpando i pubblici ministeri di ''cattiva condotta intenzionale e deliberata''. Parlando la scorsa settimana del caso 'Rust' nel corso del podcast 'Fail Better' di David Duchovny, Baldwin aveva spiegato che si sentiva ottimista anche se i suoi 'nemici' sembravano determinati a vederlo andare in prigione per la tragica sparatoria.