Elezioni Usa, il ruolo di Elon Musk con Trump presidente: cosa può succedere
Il miliardario e fondatore di Space X potrebbe essere il più grande vincitore del secondo mandato del tycoon
Donald Trump vince le elezioni americane e torna presidente degli Stati Uniti. Con lui, trionfa anche Elon Musk. Il magnate gioca un ruolo fondamentale nella campagna del candidato repubblicano, scende in campo e offre un contributo fondamentale, come riconosciuto da Trump, nella campagna cruciale in Pennsylvania. Il boss di X, Space X e Tesla ora raccoglierà i frutti della sua scommessa e per questo "potrebbe essere il più grande vincitore di un secondo mandato di Trump" alla Casa Bianca, come evidenzia Nbc News.
Trump ringrazia Musk
Intanto Trump, nel suo discorso dal palco del Convention Center di Palm Beach dopo il successo nelle elezioni, ha ringraziato Musk dopo averlo definito "un super genio": "Abbiamo una nuova stella, una stella è nata: Elon. E' un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me".
Musk, che ha trasformato X in "una cassa di risonanza" pro-Trump, sottolinea Nbc News, "avrà conflitti di interesse senza precedenti se come sembra diventerà uno zar dell'efficienza governativa". I potenziali vantaggi del Trump II alla Casa Bianca per Musk e per le sue aziende "sono di ampia portata: dalla possibilità di avere un'influenza su questioni normative come le leggi sul lavoro e la protezione dell'ambiente, alla riduzione delle aliquote fiscali e alla possibilità di ottenere più contratti governativi per SpaceX".
La campagna di Musk per Trump
Come ha scritto nei giorni scorsi il 'Washington Post' "nessun miliardario americano ha giocato con la politica" come sta facendo il fondatore di Tesla. Il coinvolgimento, a suon di mega finanziamenti, di miliardari nelle campagna elettorali non è certo una novità negli Usa, ma Musk è andato ben oltre delle passate mobilitazioni di miliardari in favore di un candidato. E se solitamente i super ricchi appoggiano, aiutano e indirizzano i candidati dietro le quinte, Musk nelle settimane scorso, osserva il quotidiano Usa, è diventato il volto pubblico della conclusione della campagna di Trump. Si è trasformato in "una October surprise umana che può finanziare un suo esercito di volontari, attrarre personalmente attenzione dei media e organizzare rally per Trump in uno stato chiave come la Pennsylvania".
Musk infatti ha trasferito nello Stato, cruciale per la vittoria della Casa Bianca, il quartier generale di America Pac, il super Pac da lui fondato e unicamente finanziato, con 118 milioni di dollari in poco più di tre mesi, per lavorare in stretto coordinamento con il team di Trump.
Poche persone, sottolinea 'Nbc News', "hanno così tanto in ballo come Musk" e il miliardario nato a Pretoria, in Sudafrica, "ha agito di conseguenza, sostenendo con entusiasmo la campagna di Trump attraverso apparizioni e donazioni per oltre 118 milioni di dollari attraverso il suo super Pac".
Il ruolo di Musk nel governo
Musk, 53 anni, potrebbe svolgere un ruolo influente in una seconda amministrazione Trump, come consulente sui tagli alla spesa o se riuscirà a esercitare il proprio potere sulle agenzie governative che regolano le sue attività. Il miliardario ha più volte sottolineato che sarebbe "felice di aiutare il governo a essere più efficiente. Penso che dobbiamo tagliare la burocrazia, ridurre la troppa regolamentazione e le agenzie federali. Creiamo nuove agenzie tutto il tempo e questo rappresenta un costo per le persone".
"A parte le questioni etiche, gli investimenti commerciali di Musk all'estero, in particolare in Cina, combinati con i delicati contratti federali della sua azienda per il programma spaziale militare degli Stati Uniti - scrive 'Nbc News' - sollevano seri interrogativi sui conflitti di interesse che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza nazionale americana, secondo funzionari ed esperti statunitensi attuali ed ex". Tesla, l'azienda di veicoli elettrici di Musk, osserva il media statunitense, "fa molto affidamento sulla Cina, ora vista da entrambi i partiti politici come la principale minaccia alla sicurezza e rivale economico degli Stati Uniti. Tesla dipende dalla Cina come base di produzione e come mercato cruciale per i suoi veicoli. Durante una visita in Cina all'inizio di quest'anno, Musk ha fatto eco alla linea di Pechino su Taiwan, descrivendola come 'parte integrante' della Cina. A differenza di alcuni magnati o capi d'azienda, Musk pesa anche sulle questioni di geopolitica quando è in contrasto con la politica estera degli Stati Uniti, sostenendo posizioni sulla guerra in Ucraina che si allineavano con la posizione del Cremlino". Musk avrebbe avuto conversazioni telefoniche con il presidente russo Vladimir Putin, secondo una fonte a conoscenza della questione, che è stata riportata per la prima volta dal 'Wall Street Journal'.
Alcuni legislatori che hanno parlato con Nbc News in condizione di anonimato a causa della natura sensibile delle conversazioni "temono che Musk possa cercare di spingere la politica statunitense in una direzione favorevole ai suoi interessi finanziari. Sono preoccupati che Musk possa minare l'obiettivo degli Stati Uniti di impedire alla Cina di accedere a una tecnologia all'avanguardia che può essere utilizzata per sviluppare le sue capacità militari e di intelligence. Gli esperti affermano che la potenziale influenza di Musk sul governo degli Stati Uniti deriva dal ruolo influente di SpaceX. La società, di cui Musk ricopre il ruolo di Ceo, è stata definita un 'monopolio de facto' dagli analisti a causa della sua quota di mercato dominante nell'invio di satelliti commerciali e governativi nello spazio".
Musk, rileva ancora 'Nbc News', "sarebbe in grado di sviluppare gli affari delle sue aziende grazie al suo ormai profondo legame con Trump, e potenzialmente potrebbe prendere di mira i suoi rivali nel settore aerospaziale, come Boeing". Musk nelle settimane passate "ha criticato Boeing, per i suoi enormi contratti governativi in collaborazione con altri giganti della difesa" e "i contratti governativi assegnati alle grandi aziende della difesa che, a suo dire, ostacolano l'innovazione e non forniscono alcun incentivo alle aziende a finire il lavoro".
Trump, sottolinea l'emittente, "ha fornito resoconti contrastanti su come Musk potrebbe inserirsi nella sua amministrazione, dicendo a Fox News in un'intervista il mese scorso che vorrebbe che Musk fosse il suo 'segretario per il taglio dei costi' ma anche che non fosse all'interno del suo gabinetto".
Brian Hughes, consigliere senior della campagna di Trump, ha dichiarato domenica a 'Nbc News' che Trump "vuole che Musk guidi una 'commissione' che 'assicuri che il nostro governo lavori in modo più efficiente e utilizzi efficacemente i dollari dei contribuenti americani".
"'Come ha detto il presidente Trump, Elon Musk è un genio, un innovatore e ha letteralmente fatto la storia costruendo sistemi creativi, moderni ed efficienti", ha detto Hughes. Invece di evitare potenziali conflitti di interesse, Musk ha parlato apertamente del suo desiderio di vedere Trump aiutare direttamente le sue aziende riducendo le normative. "Quello che stiamo vedendo con SpaceX, Tesla e quant'altro è che l'oppressione normativa, anno dopo anno, è sempre peggiore", ha detto Musk durante un evento in Pennsylvania il 18 ottobre.
Esteri
Finlandia, cavo sottomarino danneggiato da petroliera:...
La polizia indaga per sabotaggio aggravato. Nato: "Pronti al supporto"
La polizia finlandese sta indagando sulla petroliera "Eagle S" proveniente dalla Russia in relazione all'interruzione di servizio, a partire dal mezzogiorno di ieri, del cavo sottomarino "Estlink-2" che porta energia elettrica dalla Finlandia all'Estonia e ha aperto una inchiesta per sabotaggio aggravato.
La petroliera con bandiera delle Isole Cook trasportava benzina senza piombo caricata in un porto russo e farebbe parte della cosiddetta 'Flotta fantasma' delle navi che operano per escludere il regime sanzionatorio, ha spiegato Sami Rakshit, direttore generale delle dogane finlandesi.
Il Presidente della Finlandia Alexander Stubb sollecita l'eliminazione dei "rischi provocati" dalle navi della cosiddetta 'Flotta fantasma russa", che portano il petrolio da vendere fuori dal regime sanzionatorio. "Da ieri seguiamo la situazione", ha spiegato il Premier finlandese, Petteri Orpo. Nel frattempo, in Estonia è stata convocata una riunione straordinaria di governo. Lo scorso novembre erano stati messi fuori uso altri due cavi sottomarini nel Mar Baltico: uno dalla Finlandia alla Germania e l'altro fra la Lituania e la Svezia. Nel settembre 2022 erano stati datti esplodere i gasdotti NordStream. "Siamo in stretto contatto con i nostri colleghi nel Baltico settentrionale", ha affermato il Pemier estone, Kristen Michal.
Rutte: "Nato pronta al supporto"
"Ho parlato con il premier estone Kristen Michal del presunto possibile sabotaggio dei cavi del Mar Baltico. La Nato - scrive su X il segretario generale Mark Rutte - è solidale con gli alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche. Stiamo seguendo le indagini di Estonia e Finlandia e siamo pronti a fornire ulteriore supporto".
Ue chiede una stretta
Mentre l'Unione europea anticipa la proposta di ulteriori misure per contrastare la Flotta fantasma di petroliere che portano petrolio russo in modo illecito dopo che la Finlandia ha indicato una di queste navi come probabilmente responsabile del danno al cavo sottomarino elettrico diretto in Estonia, solo "l'ultimo di una serie di attacchi sospetti contro infrastrutture critiche", come si legge in una dichiarazione congiunta della Commissione e dell'Alta rappresentante.
"In risposta a questi incidenti - si fa riferimento anche a quelli dello scorso novembre - stiamo potenziando gli sforzi per proteggere i cavi sottomarini, incluso con uno scambio di informazioni rafforzato, nuove tecnologie per individuare i responsabili e capacità di riparazione sottomarina e cooperazione internazionale", si precisa, evidenziando che "al momento non ci sono rischi per la sicurezza dei rifornimenti di energia elettrica nella regione".
Esteri
Siria, la moglie di Assad gravemente malata: “Ha la...
Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione
Asma al-Assad, moglie del deposto presidente siriano Bashar al-Assad, starebbe combattendo contro la leucemia e avrebbe una probabilità di sopravvivenza del 50%. Lo riferisce The Telegraph, secondo il quale l'ex first lady di origine britannica è stata isolata per ridurre al minimo il rischio di infezione e sta seguendo un trattamento.
Asma aveva già combattuto contro il cancro al seno nel 2019, da cui era guarita dopo un anno di cure. Ma si ritiene che la sua leucemia sia ricomparsa dopo un periodo di remissione. La presidenza siriana aveva annunciato a maggio di quest'anno che all'allora first lady era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta, un cancro aggressivo del midollo osseo e del sangue.
Nata a Londra nel 1975 da genitori siriani, Asma al-Assad ha una doppia cittadinanza britannica e siriana. Ha conseguito lauree in informatica e letteratura francese al King's College di Londra prima di intraprendere una carriera nell'investment banking. Asma ha sposato Bashar al-Assad nel dicembre 2000. La coppia ha tre figli: Hafez, Zein e Karim.
L'8 dicembre, in seguito a un'offensiva ribelle guidata da Hayat Tahrir al-Sham (HTS) contro il regime di Damasco, la famiglia è fuggita dalla Siria e si è rifugiata in Russia. Sembra che Asma abbia cercato di esiliarsi a Londra con i suoi figli da quando è iniziata la rivolta siriana, ma il ministro degli Esteri inglese David Lammy ha dichiarato che l'ex first lady siriana non benvenuta nel Regno Unito.
I resoconti suggeriscono che abbia anche chiesto il divorzio dal presidente siriano detronizzato perché "insoddisfatta" della sua vita a Mosca. Tuttavia, il Cremlino ha respinto le indiscrezioni, affermando che " non corrispondono alla realtà".
Esteri
Ucraina, Lavrov: “Una tregua ora sarebbe...
Il ministro degli Esteri russo: "Abbiamo bisogno di accordi giuridici definitivi"
La Russia gela le speranze di una tregua in Ucraina. "Un cessate il fuoco è una strada che non porta da nessuna parte", ha detto in una intervista a giornalisti russi e stranieri il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, secondo il quale "sono necessari degli accordi affidabili".
"Sulla questione molto è stato detto. Ne ha parlato anche il Presidente russo. Non ci accontenteremo di chiacchiere. Finora abbiamo sentito parlare della necessità di arrivare a un cessate il fuoco, ma nessuno nasconde che l'obiettivo di una tregua è quello di guadagnare tempo per continuare a inondare l'Ucraina di armi e consentire alle forze ucraine di raggrupparsi, di mobilitare personale e osì via”, ha osservato.
“Il cessate il fuoco è un vicolo cieco”, ha sottolineato Lavrov. “Abbiamo bisogno di accordi definitivi e giuridicamente vincolanti che documentino le condizioni per garantire la sicurezza della Russia e, naturalmente, gli interessi legittimi dei nostri vicini, ma in un modo basato sul diritto internazionale, che renderà impossibile la violazione di tali accordi”, ha aggiunto.
La Francia ha contattato la Russia molteplici volte attraverso canali riservati per offrire assistenza per aprire un dialogo sull'Ucraina, ha poi reso noto Lavrov, sottolineando come tali contatti sono avvenuti "senza coinvolgere Kiev". Lavrov ha denunciato il comportamento "ambiguo" della Francia.
Lavrov ha poi parlato di contatti in corso con le nuove autorità al potere in Siria dedicati alla sicurezza dei russi e dell'ambasciata a Damasco senza dire nulla della questione delle basi di Tartus e Kmeimim concesse in uso alle forze russe dal regime di Assad. La Russia è "interessata e disponibile" al dialogo anche su altro, si limita a proporre Lavrov, sottolineando che Mosca condivide quanto detto di recente dal nuovo leader siriano Ahmed Sharaa, secondo cui le relazioni fra Mosca e Damasco sono strategiche. "Non abbiamo ritirato i nostri diplomatici da Damasco, la nostra ambasciata continua a operare come molte altre. Stiamo mantenendo contatti con le nuove autorità siriane attraverso la nostra missione diplomatica. Stiamo discutendo di questioni pratiche relative alla sicurezza dei russi e al funzionamento sicuro dell'ambasciata", ha spiegato, lasciando intendere che ci vorrà tempo perché altre questioni saranno sollevate e anche la pazienza della Russia.
Qatar, Arabia saudita o Emirati località possibili per vertice Trump-Putin
La Russia prova intanto a definire le condizioni per il vertice fra Donald Trump e Vladimir Putin che non è ancora stato fissato e prima ancora dell'insediamento del Presidente americano eletto. Il quotidiano Izvestia cita esperti secondo cui le località più probabili sono in Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Paesi neutrali, impegnati da tempo in uno sforzo di mediazione fra Mosca e Kiev sulla facilitazione degli scambi di prigionieri di guerra (ma anche sul ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, ndr) e che non hanno aderito alla Corte penale internazionale. Izvestia precisa che pur se la Svizzera ha confermato la sua disponibilità a ospitare un vertice Trump-Putin, non potrebbe andare bene perché per Mosca non è più un Paese neutrale. Scarse probabilità anche che la riunione si tenga in un Paese europeo. Ma non si esclude la Turchia.
Vventati attentati contro ufficiali difesa, arrestati russi reclutati da Kiev
L'Fsb in Russia rivendica di aver sventato attentati contro diversi alti ufficiali del ministero della Difesa coinvolti con l'operazione militare speciale contro l'Ucraina. Due russi "reclutati da Kiev" sono stati arrestati. Uno dei due in flagrante mentre cercava di sistemare un ordigno esplosivo sotto l'auto di un alto ufficiale del ministero della Difesa a Mosca. L'ordigno avrebbe dovuto essere fatto esplodere in remoto. La persona arrestata in flagrante ha confessato di essersi trasferito in Ucraina nel novembre del 2020 e di essere stato reclutato da Kiev. Sarebbe poi arrivato in Russia dalla Moldova e dalla Georgia. Anche il secondo ha confessato all'Fsb di essersi trasferito in Ucraina e di essere stato reclutato dalle forze speciali di Kiev. Che gli hanno ordinato di tornare in Russia per tenere sotto controllo alti ufficiali del ministero della Difesa e le loro famiglie. A metà mese è stato ucciso a Mosca il comandante delle forze di protezione radiologica, chimica e biologica, Igor Kirillov.