È morto Fabio Sartor, recitò per Mel Gibson e Giorgio Strehler
L'attore aveva 70 anni
L'attore Fabio Sartor è morto a Roma all'età di 70 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato sui social dal Nuovo Imaie, di cui era consigliere d'amministrazione per il settore audiovisivo: "È stato un attore di grande carisma che, con la sua indiscussa professionalità ha spaziato tra il mondo del teatro, della televisione e del cinema, anche in grandi produzioni internazionali. Il suo essere indelebilmente veneto e sempre pieno di progetti ed iniziative lo ha reso un compagno prezioso anche nel quotidiano lavoro fianco a fianco. Sei stato un marito e un padre meraviglioso".
La carriera
Nato a Castelfranco Veneto (Treviso) il 12 ottobre 1954, Sartor è stato un interprete versatile capace di spaziare tra il teatro, il cinema e la tv. Aveva studiato alla Facoltà di Architettura dell'Università di Venezia con Vittorio Gregotti, Aldo Rossi e Massimo Cacciari e contemporaneamente presso il Teatro a l'Avogaria di Venezia diretto da Giovanni Poli.
Sartor ha lavorato in teatro con registi quali Giorgio Strehler, Peter Stein, Klaus Gruber, Luca Ronconi, Robert Fortune, Luca Barbareschi, Antonio Calenda, Giancarlo Marinelli, Patrick Rossi Gastaldi e Rimas Tuminas. Ha collaborato anche con Wim Wenders, Pina Bausch e con Franco Fontana per la fotografia.
Al cinema ha recitato in una trentina di film, tra i quali 'E ridendo l'uccise' di Florestano Vancini, 'La passione di Cristo' di Mel Gibson, 'Fuori dal mondo' di Giuseppe Piccioni, 'Un delitto poco comune' di Ruggero Deodato, 'Il ventre dell'architetto' di Peter Greenaway, 'Signora della notte' di Piero Schivazappa. È stato diretto anche da Marlene Gorris, Diane Kurys, Alessandro Rossetto, Enrico Oldoini e Pappi Corsicato.
Numerose anche le sue apparizioni in tv, tra cui nelle serie 'Che Dio ci aiuti 4', 'Un passo dal cielo 3', 'Paura d'amare 2', 'Casa famiglia 2', 'Una donna per amico 2'.
Spettacolo
Zucchero: “In ‘Discover II’ volevo fare...
Il cantautore presenta il nuovo disco di cover, in uscita l'8 novembre: "Un piacere e una sfida". E nella deluxe edition la collaborazione con Russell Crowe e Salmo
Ci sono alcune delle canzoni che ha amato di più nella sua vita, scelte in una lista di 500 titoli, in 'Discover II', il secondo progetto di Zucchero dedicato alle cover, in uscita venerdì 8 novembre per Emi/Universal Music Italia. Non un lavoro di maniera per il cantautore emiliano più conosciuto al mondo, che per questo progetto, come per il precedente, non si è accontentato di una mera traduzione dei brani ma li ha rivisitati e reinterpretati con il suo inconfondibile stile. Tredici le tracce del disco nella versione standard, tra cui' With Or Without You (U2'), 'Knockin' On Heaven's Door' (Bob Dylan) 'Agnese' (Ivan Graziani), mentre quella box deluxe prevede 5 bonus track aggiuntive tra cui 'Just Breath' (Pearl Jam) assieme all'attore australiano Russell Crowe, 'Senza Una Donna (Without A Woman)' con Jack Savoretti e 'Overdose D’Amore 2024' con Salmo.
"Questo disco non era previsto quando ho fatto il precedente, che doveva essere un progetto unico - dice l'artista presentando a Milano il nuovo lavoro -. Poi, tra quasi 500 brani selezionati, qualcuno era rimasto fuori. Negli ultimi anni sono stato sempre in tour e nei tempi che mi rimanevano a casa ho pensato di tirarne fuori qualcuno e rivestirlo, riarrangiarlo, cambiando suoni e dinamiche di brani che ho sempre amato e che avrei voluto scrivere io. Alcuni li suonavo nelle balere e nelle discoteche quando ho iniziato con il sax e ci sono legato. Ogni canzone è una fotografia di momenti belli e ho cercato di inserire quelle che sono poco conosciute per dare loro un nuovo vestito, per rinfrescarle".
Zucchero non ha dubbi: quando si realizza un album di cover, i suoni vanno rivisti e reinterpretati, così come i testi. "Io lavoro per fare mie le canzoni, come fossero inediti - ammette - la materia prima esiste già ma c’è lavoro e c’è ricerca, è un piacere e una sfida". E lo stesso vale per le liriche. "Non ho mai creduto che la traduzione letterale possa funzionare in un’altra lingua - osserva - quando hanno provato a tradurre le mie canzoni in inglese con tutti i doppi sensi" non ha funzionato "traducono ma non sanno, poi non si capisce niente. L'Azione Cattolica di 'Solo una sana e consapevole libidine' era diventata l'inquisizione spagnola nella versione in spagnolo. Io preferisco che si tenga il vibe generale ma certe parole le devo aggiustare io. Se ti ostini a tradurre letteralmente vengono fuori cose che non volevi dire".
Due gli adattamenti in italiano presenti, 'Amor che muovi il sole' dal brano 'My Own Soul's Waring' dei The Killers "non è una traduzione letterale ma una riflessione sull'amore universale" assicura Zucchero. E poi 'Chinatown' dei Bleachers: "Mi era piaciuta molto la versione con Bruce Springsteen e mi sono chiesto come l'avrei reinterpretata. Il risultato in italiano è 'Una come te'". Gli altri brani della tracklist hanno storie importanti alle spalle. "Mi sono sempre detto 'non toccare certe canzoni iconiche perché rischi di beccarti il sasso' - spiega Zucchero - invece stavolta ho osato e questa è stata la sfida". Come con 'With Or Without You' degli U2. "Bono non l'ha ancora sentita - sottolinea l'artista - spero non mi tiri le orecchie...conoscendolo credo gli piacerà. E' una versione meno forte dal punto di vista sonoro ma 'rotola', è un po’ più soft. È una grande canzone amore ma non c’è vendetta tra i due protagonisti del brano". C’è poi il brano che chiude l'album, 'I See a Darkness', con Paul Young. "E' arrivato a casa mia questa estate - ricorda Zucchero -. Ha avuto dei problemi, è morta sua moglie, io ero depresso e lui mi ha detto 'voglio fare questa canzone con te perché sembra la nostra storia, quella di due amici, in cui uno dei due sparisce e non chiama più perché ha visto il buio della depressione'. Il testo mi sembrava adatto alla nostra storia e ha anche una bellissima melodia".
Quanto alla collaborazione con Russell Crowe, "io sono un suo fan - confessa - lo ero come attore e ora anche come cantante. Ci siamo conosciuti per la prima volta a febbraio l'anno scorso, durante il mio tour in Australia alla Opera House di Sydney, grazie al musicista Jimmy Burns, poi l'ho rivisto da Andrea Bocelli al suo festival a Lajatico. Mi ha invitato a un suo concerto a La Spezia e sono rimasto colpito favorevolmente. Da lì è nata la collaborazione per la canzone 'Just Breath' dei Pearl Jam". Tra i pezzi storici della musica italiana e internazionale ai quali Zucchero ha messo mano anche 'Acquarello' "sembra una filastrocca per bambini ma racconta la vita" riflette. E poi, ancora, 'Moonlight Shadow' con il feat. della figlia Irene. "Mi ricorda le feste d'estate e pensavo fosse una canzone spirituale invece poi si ammazzano nella versione originale, mi è un po’ calata quando l’ho tradotta". In scaletta anche 'Agnese' di Ivan Graziani: "E' stato uno dei primi rocker in Italia per il suono e la formazione a quartetto con la chitarra un po’ ruvida".
Nella versione deluxe di 'Discover II' figura anche una collaborazione con Salmo: "E' un musicista che ha delle idee e un bagaglio musicale - sottolinea Zucchero - conosce Aretha Franklin, Ray Charles, ha una cultura musicale vasta, quindi perché no? I giovani ragazzi di adesso li ho conosciuti e sono delle macchine da guerra nel marketing, sono strutturati. Di talenti ce ne sono, Marracash, Blanco, Mahmood. Ci sono talenti veramente bravi e ben vengano se vogliono fare qualcosa e condividere un palco, non sono mai stato chiuso su questo, l'importante è che in quello che decidiamo di fare insieme io sia credibile. Non posso fare l’operazione ringiovanimento per accaparrare dei follower in più tra i giovani, non è questo lo scopo". Tra i protagonisti del nuovo disco c'è anche Bardolino, il suo basset hound in posa con Zucchero sulla cover. "E' il mio cane - spiega - Era di una famiglia che non poteva più tenerlo e ci ha chiesto se lo volessimo noi. Era stato in un’associazione, in gabbia, lo abbiamo preso noi ed è simpatico da morire, affettuoso e anche ridicolo".
(di Federica Mochi)
Spettacolo
Lory Del Santo e l’incontro con Trump: “Potevo...
La showgirl ricorda il momento in cui il tycoon la corteggiò a New York
Se le cose fossero andate in un modo diverso, Lory Del Santo oggi avrebbe potuto essere la nuova 'first lady' degli Stati Uniti accanto a Donald Trump. A dichiararlo è lei stessa, in collegamento da Miami con 'Un giorno da pecora' su Rai Radio 1, nelle ore successive alla rielezione di Trump come presidente Usa.
"Lui mi voleva veramente, si è speso, non ha aspettato che io lo chiamassi, è venuto dov'ero", ha detto, ripercorrendo il momento in cui conobbe il tycoon diversi anni fa. Come raccontato più volte in passato dalla showgirl, Trump e Del Santo si incontrarono per caso in un ascensore della Trump Tower di New York e lui la notò, le chiese il numero di telefono e poi andò a trovarla e passarono del tempo insieme. Quando lei però tornò in Italia decise di non richiamarlo. "Le porte erano aperte - ha spiegato Del Santo a 'Un giorno da pecora' - ma non l'ho voluto io. Oggi invece mi fidanzerei subito con Donald Trump perché lui è uno che lavora, io amo lavorare, sarei impegnata".
Nel corso della trasmissione l'attrice ha definito il neoeletto presidente "morbidone" e "gradevole". "A me piacciono gli uomini così 'pancettosi'", ha detto. "Io penso - ha continuato - che si vede quello che uno fa nella vita, che cosa deve dimostrare Trump a 80 anni? Nella sua lunga vita ha dimostrato di avere carisma".
Quando le chiedono di immaginare come sarebbe stato un suo eventuale risveglio nei panni della nuova first lady, Lory Del santo non ha dubbi: "Come Melania avrei scelto di indossare un talleur, attillato però. Credo che Melania abbia scelto l'abito giusto, neanche colorato, per non essere notata".
Spettacolo
Grande Fratello, Federica e Alfonso ai ferri corti: la lite...
Scontro accesso tra Federica e Alfonso: i due hanno discusso sulla rottura della loro relazione
Al Grande Fratello la convivenza tra Federica Petagna e Alfonso D'Apice non sta andando per il verso giusto. Lui non si rassegna alla fine della loro relazione e accusa l'ex fidanzata di aver cominciato troppo presto a frequentare il tentatore Stefano.
Il confronto tra Federica e Alfonso
Federica e Alfonso si sono ritrovati a vivere sotto lo stesso tetto nella Casa del Grande Fratello. L'avventura a Temptation Island ha portato Federica a prendere la decisione di interrompere la relazione con Alfonso, a causa della sua gelosia. Dopo poche settimane la 20enne ha intrapreso una conoscenza con il tentatore Stefano, conosciuto proprio all'interno del villaggio del docureality di Canale 5.
A cambiare le carte in tavola è stato proprio Alfonso, che ha fatto il suo ingresso nella Casa durante l'ultima puntata del Grande Fratello e la sua intenzione sarebbe quella di recuperare il rapporto con l'ex fidanzata. Ma Federica non sembra intenzionata a farlo. La giovane tiene a precisare che Stefano non è stata la causa della loro rottura. Se ha deciso di lasciare Alfonso è perché non lo ama più.
Appartati nella zona della sauna, Federica e Alfonso hanno ripercorso i motivi che hanno portato a mettere un punto, dopo 8 anni, alla relazione. Secondo Federica, Alfonso non ha mai speso delle parole in difesa della loro relazione, anzi, a causa sua Federica sarebbe stata identificata come la cattiva della coppia.
Federica si sente ora in diritto di vivere la sua vita, in totale libertà. Per troppo tempo, infatti, la ragazza si è sentita costretta a non poter uscire con le amiche perché lui era molto, a detta sua, possessivo. "Io non provo più sentimento per te ma cerchiamo di chiudere la relazione nel migliore dei modi" ha detto Federica concludendo così la lite.