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Deludenti risultati primi sei mesi. L'Ad si taglia del 50% lo stipendio, rivista al ribasso guidance vendite e profitti

Logo Nissan - (Fotogramma)

Dopo i gruppi automobilistici europei, anche Nissan deve fare i conti con risultati deludenti e vara un piano d'emergenza con una ristrutturazione che include la perdita di 9.000 posti di lavoro - pari a quasi il 7% percento della forza lavoro complessiva (133.580 a fine marzo) - e il taglio volontario del 50% dello stipendio per l'amministratore delegato Makoto Uchida. Il gruppo giapponese ha annunciato le misure dopo la diffusione dei risultati semestrali che hanno mostrato un leggero calo dei ricavi netti consolidati, diminuiti di 79,1 miliardi di yen a 5.980 miliardi (36,1 miliardi di euro), ma con un utile operativo crollato del 90%, da 303,8 a 32,9 miliardi di yen (195 milioni di euro), con un margine operativo dello 0,5%. L'utile netto è stato di 19,2 miliardi di yen. In calo nei primi sei mesi anche i volumi di vendita globali diminuiti a 1,6 milioni di unità.

Il gruppo sottolinea come la redditività è stata influenzata da maggiori spese di vendita e dagli sforzi di ottimizzazione dell'inventario, in particolare negli Stati Uniti: pesa sui risultati anche il rallentamento della Cina - dove Nissan non offre una gamma di veicoli elettrici come quella richiesta dal mercato e proposta dai costruttori locali - fattori che hanno spinto il gruppo a comunicare la volontà di ridurre la capacità produttiva globale del 20% nel tentativo di ridurre i costi fissi di 300 miliardi di yen e i costi variabili di altri 100 miliardi di yen. Le misure annunciate oggi prevedono anche la riduzione della quota di Nissan in Mitsubishi Motors che scende dal 34 al 24%.

Alla luce di questo scenario per la seconda volta nel 2024 Nissan ha rivisto la sua guidance, abbassando le sue previsioni di produzione per l'intero anno a 3,2 milioni di auto (era di 3,45 milioni) e tagliando le stime di utile operativo annuale del 70%, da 500 a 150 miliardi di yen. "Di fronte a una situazione grave, Nissan sta adottando misure urgenti per invertire la rotta e creare un'attività più snella e resiliente", ha affermato la società in una dichiarazione. "Questa è stata una lezione che dobbiamo imparare: non siamo stati in grado di stare al passo con i tempi", ha detto Uchida in una conferenza stampa a Tokyo. Il Cda di Nissan ha anche deciso la creazione di una nuova posizione, quella di Chief Performance Officer, che entrerà in funzione da dicembre, e che dovrà seguire la ripresa delle vendite e degli utili.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Economia

Manageritalia, Cammino minerario di Santa Barbara 2.0 vince...

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Manageritalia, Cammino minerario di Santa Barbara 2.0 vince Sulcis Challenge

Da isolato cammino religioso a vero protagonista del turismo sardo tra sentieri a picco sul mare, tratti di macchia mediterranea incontaminata, borghi antichi e suggestive miniere a luogo ideale in cui vivere autentiche esperienze a contatto diretto con la cultura e realtà del territorio sociale ed economico dell’iglesiente. E’ 'Il Cammino minerario di Santa Barbara 2.0', il progetto vincitore di 'Sulcis challenge startup battle: manager, idee ed energie per lo sviluppo locale ed il rilancio dei territori', l’evento ideato e sviluppato da Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Umbria e Camera di commercio di Cagliari-Oristano che si è concluso oggi con la presentazione di tutti i progetti in gara e la proclamazione del vincitore presso gli spazi della Camera di commercio in Largo Carlo Felice 72 a Cagliari.

L’iniziativa ha trovato la collaborazione di Regione Sardegna, Università di Cagliari, Università degli studi Unimarconi, Ausi , Parco Geominerario, Gal, Confcommercio e Confindustria e molti altri. A illustrare i diversi progetti in gara a stampa, operatori locali e istituzioni, sono stati: Tommaso Saso, presidente di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria e il segretario generale della CCIAA, Cristiano Erriu.

“Sulcis Challenge ha rappresentato una vera e propria sfida per tutti noi che ha coinvolto 45 tra i principali stakeholder del territorio tra corpi intermedi, associazioni di rappresentanza, istituzioni locali, università, enti locali nella convinzione che portare qui più managerialità diffusa affiancata a metodi e processi di business innovativi sia la scelta migliore per dare vita a idee e progetti imprenditoriali concrete, sostenibili e soprattutto praticabili capaci di contribuire allo sviluppo sociale ed economico. Siamo qui con le nostre competenze, il nostro network e i nostri manager per affiancare il progetto vincitore affiche diventi una solita realtà in un territorio in fase di forte riqualificazione come il Sulcis iglesiente”, cosi Tommaso Saso.

Per Cristiano Erriu, segretario generale della CCIAA: “l’iniziativa che si è sviluppata tra Iglesias e Cagliari, ha consentito di individuare e premiare il progetto della digitalizzazione del Cammino di Santa Barbara e anche Digital metalla (progetto di un data center all’interno di una miniera dismessa), come esempi di come si possa fare impresa in un territorio svantaggiato e con cifre di infelicità sociale davvero preoccupante. Il lavoro fatto in questi giorni può essere replicato in altri territori, affiancando le imprese, scovando talenti e consentendo di accompagnarli nel difficile percorso di sviluppo imprenditoriale”.

“Durante questa tre giorni abbiamo coinvolto i principali stakeholder del territorio dalle Associazioni di categoria alle Università sino alle start-up facendoli lavorare e cooperare su specifiche idee e progetti che avessero una reale e concreta applicazione nella valorizzazione del territorio e dei suoi attori sociali ed economici i cui effetti si possano applicare su tutta la vasta area del Sulcis iglesiente”, sottolinea Donatello Aspromonte, esperto di business innovation e professore di startup strategy.

La sfida tra le idee e le progettualità protagoniste di 'Sulcis challenge startup battle' si è svolta il 5 e 6 novembre, presso il Consorzio Ausi - Palazzo Bellavista Monteponi-di Iglesias (SU). Due intense giornate operative che hanno seguito il modello consolidato dell’Hackathon in cui oltre 45 tra manager, imprenditori e studenti universitari si sono confrontati in maniera dinamica e concreta in un vero e proprio laboratorio creativo nel quale i diversi team hanno lavorato con l’intento di trovare soluzioni alle sfide imprenditoriali innovative lanciate dalle imprese e dai neo imprenditori. I sei team si sono confrontati su altrettanti ambiti, individuati dagli organizzatori come: economia circolare, terziario innovativo e tecnologico, ambiente e turismo sostenibile, tecnologie emergenti (generative AI, IOT, fintech solutions) e strategie di business sostenibili, agritech, blue & green economy.

Il progetto presentato da Ponziana Ledda, direttrice Fondazione Cmsb, riunisce tutti gli operatori pubblici e privati del territorio interessato attorno al cammino per portare innovazione e crescita sia economica, sociale e culturale, attraverso la creazione di una rete di servizi innovativi e integrati partendo dalle esigenze primarie dei camminatori per fornire ulteriori esperienze legate alla conoscenza delle peculiarità storiche, culturali, sportive, enogastronomiche e paesaggistiche. Un progetto capace di portare nel territorio del sud Ovest della Sardegna un flusso turistico sostenibile in tutte le stagioni.

Prevista la realizzazione di un App dedicata che consentirà in maniera facile e intuitiva di accedere ai servizi e alle esperienze che si potranno vivere durante il cammino nel corso delle trenta tappe che costituiscono i 500 km dell’itinerario.

Il progetto vincitore oltre all’assegno di 5 mila euro per l’avvio delle prime fasi esecutive si è assicuro da parte di Manageritalia e degli altri partner 20 ore di mentorship e affiancamento operativo su ambiti professionali che saranno definiti insieme agli ideatori per consentire la messa a terra del progetto grazie anche a incontri personalizzati con potenziali investitori pronti a credere nel progetto".

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Economia

Donna Giorgi

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Il concordato preventivo biennale si avvia verso una nuova fase. In campo la possibile riapertura dei termini per l’adesione fino al 10 dicembre

Donna Giorgi

Concordato preventivo biennale, sempre più certe l’ipotesi di riapertura.

Dopo la diffusione dei primi dati relativi alle adesioni formulate entro il 31 ottobre, emerge la possibilità di una nuova “coda” fino al 10 dicembre per consentire agli indecisi di siglare il patto con l’Agenzia delle Entrate.

Una novità che, dal punto di vista operativo, dovrebbe essere formulata in un decreto legge di prossima emanazione da trasporre poi in un emendamento al DL Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2025.

Adesioni al concordato fino al 10 dicembre: atteso un decreto per la riapertura

Sono circa 500.000 le partite IVA che hanno aderito al concordato preventivo biennale entro il 31 ottobre, per un gettito complessivo pari a 1,3 miliardi di euro. Questi i primi dati messi a disposizione dal MEF, che mostrano il parziale insuccesso di uno strumento indirizzato a 4,7 milioni di soggetti ISA e forfettari.

L’esito del concordato è centrale per il nuovo taglio delle aliquote IRPEF e, in particolare, per la riduzione di due punti dell’aliquota del 35% che si applica ai titolari di redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro. Un obiettivo che allo stato attuale risulta difficile perseguire contando sui soli incassi del concordato, tenuto conto della necessità di almeno 2 miliardi di euro.

Da qui la richiesta da parte di tutte le forze che sostengono il Governo di concedere una nuova finestra per le adesioni, anche per accogliere le richieste di professionisti e imprese di avere a disposizione più tempo per valutare gli effetti e i benefici dello strumento.

Diventa quindi sempre più concreta l’ipotesi di una riapertura fino al 10 dicembre, da ufficializzare con un decreto legge atteso nel prossimo Consiglio dei Ministri.

Concordato fino al 10 dicembre solo per chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi

La riapertura del concordato preventivo biennale verrebbe accompagnata da alcuni paletti. Tra questi, il fatto di aver regolarmente presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza ordinaria del 31 ottobre.

La nuova scadenza del 10 dicembre non dovrebbe in ogni caso consentire passi indietro: per chi ha formulato già l’adesione al concordato, non verrà consentita la revoca presentando una nuova dichiarazione.

Resta da chiarire quale sarà l’impatto della nuova finestra del concordato preventivo biennale sul fronte dei versamenti delle imposte dovute. Ad oggi è il 2 dicembre (il 30 novembre cade di sabato) la data da segnare in rosso per il pagamento del secondo acconto, rimodulato sulla base del reddito concordato in caso di adesione già formulata.

Entra quindi in campo anche la possibilità di consentire di pagare le somme dovute nel periodo dal 3 al 10 dicembre, versando una sanzione commisurata alla tardività rispetto al termine canonico di pagamento del secondo acconto.

Si tratta, in ogni caso, di anticipazioni sulle quali si è in attesa di conferme. Dal punto di vista normativo il decreto legge che dovrebbe approdare nel prossimo Consiglio dei Ministri verrebbe poi trasformato in emendamento al decreto legge n. 155/2024, il collegato fiscale alla Manovra attualmente in discussione in Commissione Bilancio del Senato.

Al netto di ciò, resta in ogni caso la necessità di fondo di dare una nuova spinta alle adesioni, per centrare quantomeno l’obiettivo di 2 miliardi di incassi dal concordato e consentire così al Governo di ridurre l’IRPEF per il ceto medio già con la Legge di Bilancio 2025.

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Economia

Sostenibilità, Heidelberg Materials presenta evoBuild nuovi...

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La gamma evoBuild presentata a Ecomondo sarà disponibile dal 2025 in tutta Italia

Sostenibilità, Heidelberg Materials presenta evoBuild nuovi cementi e calcestruzzi a basse emissioni

Heidelberg Materials, uno dei leader mondiali nei materiali e soluzioni per l'edilizia, ha scelto Ecomondo (Rimini 5- 8 novembre), la fiera delle tecnologie green, per presentare al mercato evoBuild, un brand globale per cementi e calcestruzzi a basse emissioni di CO2 per le città del futuro.

"Al centro delle nostre azioni c'è la forte attenzione per l'ambiente. In qualità di pionieri sulla strada verso la neutralità carbonica e l'economia circolare nell'industria dei materiali da costruzione - ha detto Stefano Gallini, amministratore delegato di Heidelberg Materials Italia - la società sta lavorando su materiali da costruzione sostenibili e soluzioni per le città del futuro. EvoBuild rappresenta la risposta concreta a disposizione del mercato, dei nostri clienti e dei progettisti. Un passo importante verso il conseguimento di uno dei nostri obiettivi fondamentali nel percorso verso il Net zero; puntiamo, infatti, a generare il 50% dei nostri ricavi con prodotti sostenibili già entro il 2030".

La gamma evoBuild di Heidelberg Materials, che in Italia ha raccolto l’eredità dei marchi Italcementi e Calcestruzzi, sarà disponibile dal 2025 in tutta Italia e per tutte le linee di prodotto e sarà caratterizzata da basse emissioni di CO2 (sia per il cemento sia per il calcestruzzo), e/o da calcestruzzi contenenti materiali da riciclo, evitando così l’impiego di risorse naturali.

La Road Map di Heidelberg Materials prevede, da qui al 2030, il progressivo aumento della quota di prodotti evoBuild. I prodotti della gamma evoBuild apportano una riduzione della CO2 pari ad almeno il 30% rispetto al valore di riferimento. I prodotti circolari contengono almeno il 30% di inerti riciclati, oppure riducono la quantità di materiali naturali di almeno il 30%.

Per arrivare a questi risultati sono stati messi a punto negli impianti una serie di percorsi virtuosi dal punto di vista della sostenibilità lungo tutti i passaggi del ciclo di produzione del cemento e del calcestruzzo. Qualche esempio: per 'cuocere' il cemento viene ridotto l’uso di combustibili fossili derivati dal petrolio utilizzando, in sostituzione, combustibili alternativi non più riciclabili e biomasse in assoluta sicurezza. Nella produzione del calcestruzzo, invece, viene ridotto l’uso di materie prime naturali come la sabbia e la ghiaia, introducendo nella ricetta del prodotto materiali di scarto come le scorie di altoforno e i materiali da demolizione.

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