Trump presidente, Biden: “Gli ho assicurato transizione pacifica dei poteri”
Il Presidente uscente: "Onorerò la costituzione, è quello che meritano gli americani. Non si può amare il nostro Paese soltanto quando si vince". E ringrazia Kamala Harris: "Ha dato tutta se stessa"
Sarà un passaggio di consegne "pacifico e ordinato" quello tra Joe Biden e Donald Trump alla Casa Bianca, dopo il risultato netto delle elezioni americane che hanno consegnato la vittoria al tycoon.
Nel corso di un colloquio avuto con Donald Trump, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti in un discorso alla Nazione, "l'ho rassicurato sul fatto che darò istruzioni alla mia Amministrazione per una transizione pacifica e ordinata. E' ciò che meritano gli americani".
"Per oltre 200 anni, l'America ha portato avanti il più grande esperimento di autogoverno nella storia del mondo - ha ricordato Biden, parlando dal Giardino delle rose della Casa Bianca - Non è un'iperbole. È un dato di fatto", in un'America in cui "il popolo vota e sceglie i propri leader, e lo fa in modo pacifico. Siamo in una democrazia. La volontà del popolo prevale sempre”.
"Noi accettiamo la scelta che è stata fatta dal Paese. L'ho detto tante volte - ha ribadito - non si può amare il nostro Paese soltanto quando si vince. Non si può amare il tuo vicino solo quando sei d'accordo con lui. Non importa per chi si è votato, spero che possiamo vederci non come avversari ma come concittadini americani".
"Onorerò la costituzione ed il 20 gennaio ci sarà una transizione pacifica dei poteri in America", ha aggiunto in un passaggio successivo del suo intervento.
"Orgogliosi della campagna di Harris"
Biden ha poi speso parole anche per la vice presidente Kamala Harris, sconfitta dalla competizione elettorale: "Ha portato avanti una campagna che è stata fonte di ispirazione. Lei ha la scorza dura, ha un carattere forte, ha dato tutta se stessa e lei ed il suo team devono essere orgogliosi della loro campagna elettorale", ha scandito.
Quindi il ringraziamento al suo staff. "E' stata una presidenza storica non perché sono stato io il presidente ma per quello che avete fatto".
Esteri
Migranti, Orban: “Italia come Ungheria, governo...
Il primo ministro ungherese: in Europa c'è "una trappola", che si chiama "attivismo giurisdizionale"
In Europa c'è "una trappola", che si chiama "attivismo giurisdizionale". Per "non citare solo l'Ungheria", è "la stessa storia quello che sta succedendo in Italia. E' la stessa situazione: i governi prendono decisioni, poi una Corte a livello europeo decide negativamente". Lo dice il primo ministro ungherese Viktor Orban, a Budapest al termine del summit dell'Epc, con un evidente riferimento all'accordo tra Italia e Albania sui migranti.
In questo modo, continua, "gli sviluppi nazionali seguono non le leggi nazionali, ma le decisioni europee, così l'intero sistema di difesa contro l'immigrazione nazionale collassa. Questa è la prassi che sperimentiamo regolarmente, che paralizza il governo nazionale. I governi nazionali in queste circostanze non possono dare leadership ai loro Paesi, perché in quasi tutti i Paesi la maggioranza delle persone è contraria all'immigrazione illegale".
"E i governi nazionali - aggiunge - non possono soddisfare le richieste della gente: invece, devono spiegare che non possono agire a causa di leggi internazionali che sono al di sopra di loro. Questo pone un grosso punto di domanda sulla loro capacità di leadership. E chi diavolo voterebbe per un governo che non può guidare un Paese? Gli elettori non possono accettarlo: eleggono i leader perché li servano. Se gli attivisti giudiziari li fermano, questo è contro la democrazia. E' una questione di sovraregolazione", che sposta il piano decisionale "dal livello nazionale a quello europeo", dice Orban.
Ucraina
Parlando della guerra in Ucraina, Orban spiega: "Quello di cui sto parlando non è la pace. La pace è il secondo passo. Il primo passo è il cessate il fuoco. La mia preoccupazione è che, se si pensa troppo e si parla troppo della soluzione di pace a lungo termine, del dopoguerra, possiamo ridurre la possibilità di avere un cessate il fuoco".
"Non bisogna dimenticare - prosegue - che avere un'idea chiara di quale tipo di pace ci possa essere alla fine del conflitto non è una precondizione di un cessate il fuoco. Perché dove siamo in questo momento non c'è comunicazione. La prima precondizione di ogni pace è la comunicazione. E la precondizione della comunicazione è il cessate il fuoco: questa è la logica".
"Quindi quello che sto sostenendo - aggiunge - è un cessate il fuoco, che dia spazio e tempo alle parti in guerra per comunicare e iniziare a negoziare sulla pace, smettendo di uccidersi a vicenda. Questa è la mia raccomandazione: si chiama cessate il fuoco. Sostengo innanzitutto il cessate il fuoco, perché questo è il primo passo verso la pace. Poi, dopo il cessate il fuoco, parliamo di quale potrebbe essere una pace che sia accettabile, durevole, a lungo termine per le parti in guerra, che è una questione difficile. In ogni caso ci vuole tempo per negoziare, ma prima c’è il cessate il fuoco", ribadisce.
Elezioni Usa
Orban spiega anche che durante il summit della Comunità Politica Europea nella discussione sui temi relativi alla sicurezza si sono registrate "visioni diverse", ma c'è stato "accordo" sul fatto che in Europa "serve la pace il prima possibile" e che "non possiamo aspettare che ci difendano gli Usa". Con le elezioni americane "si è chiuso un capitolo" e "il mondo cambierà velocemente".
Quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali americane, "mi trovavo in Kirghizistan", racconta in conferenza stampa, dove hanno "tradizioni diverse", pertanto "ho rispettato solo in parte la promessa di brindare a champagne", e "ci siamo affidati alla vodka" per festeggiare "questo fantastico risultato".
Incontro con Draghi
Orban oggi a Budapest ha incontrato l'ex premier italiano ed ex presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, per discutere delle questioni relative alla competitività dell'Ue. Lo comunica il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs, via social.
I colloqui "si sono concentrati sulle sfide alla competitività dell’Ue, con Draghi che ha fatto ricorso alla sua esperienza in qualità di autore di un recente rapporto strategico sull’argomento. Domani Draghi parteciperà anche al Consiglio Europeo informale a Budapest, aggiungendo una voce chiave alle discussioni sul futuro economico dell'Europa".
Esteri
Kennedy jr alla sanità Usa? Le reazioni: “Come...
I commenti di Burioni e Lopalco. Rezza: "Rischio estremismi in sanità americana limitati, politiche vaccinali gestite da Stati"
Robert Kennedy jr a capo della sanità americana? Sarebbe come mettere "Dracula alla direzione dell'Avis. La realtà supera ogni fantasia". Così sui social Roberto Burioni, professore di virologia e microbiologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commenta il possibile ruolo del rampollo della dinastia Kennedy, avvocato noto per le teorie complottiste contro i vaccini e Big Pharma, nell'amministrazione Usa nuovamente guidata da Donald Trump.
Secondo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento, "Robert Kennedy jr come consulente per la sanità sarebbe come nominare Erode a protettore dei diritti dell'infanzia. E' un complottista permeato di idee bislacche sui temi della salute. Pensarlo a capo della sanità della più grande democrazia occidentale mette i brividi: una iattura di portata globale", dice all'Adnkronos Salute.
Per l'epidemiologo Gianni Rezza, i rischi di un governo 'estremista' della sanità statunitense, in particolare su posizioni no vax, "sono limitati". Sia perché "sono gli Stati a gestire il settore, vaccini compresi", sia perché "ci sono molti interessi di cui non si può non tenere conto" è la riflessione, all'Adnkronos Salute, dell'ex Dg Prevenzione del ministero della Salute durante la pandemia, oggi docente straordinario di Igiene all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
"Credo non sia assolutamente certo che Kennedy jr diventi il prossimo responsabile della sanità americana - afferma Rezza - Di fatto ha alle spalle un percorso politico controverso, una forte sensibilità ambientalista, e delle posizioni articolate in politica estera. Da noi è più noto per alcune posizioni complottiste, in particolare su vaccini e Covid-19. E una certa avversione nei confronti di Big Pharma, che rappresenta comunque una lobby potente ed economicamente importante negli Usa".
"Per questo, qualora dovesse avere degli incarichi, dovrebbe per forza moderare le sue posizioni. E in ogni caso, negli Usa, la sanità è decentrata a livello dei singoli Stati federali, e così le politiche vaccinali. Per tutte queste ragioni - conclude - credo si debba essere al momento molto cauti sui futuri scenari".
Esteri
Ucraina, i soldati di Kim in guerra scoprono il porno:...
Molti militari sono giovanissimi: nessuno è mai uscito dal Regno Eremita, dove l'accesso al web è limitatissimo
I soldati della Corea del Nord vanno in guerra per la Russia contro l'Ucraina e scoprono il porno online. Kim Jong-un ha inviato migliaia di uomini in Russia e li ha messi a disposizione di Vladimir Putin, che usa i militari di Pyongyang in particolare nella regione russa di Kursk, invasa dall'Ucraina all'inizio di agosto.
Al fronte, i soldati nordcoreani avrebbero scoperto una novità sostanzialmente ignora sinora: l'accesso al web e ai contenuti più o meno liberi. I militari, alcuni giovanissimi, avrebbero quindi navigato per la prima volta sui siti pornografici accessibili ad ogni latitudine. La notizia è riportata su X da una fonte affidabile: Gideon Rachman, giornalista e firma illustre degli esteri del Financial Times, si sofferma sul tema con un post sul suo profilo X.
A usually reliable source tells me that the North Korean soldiers who have deployed to Russia have never had unfettered access to the internet before. As a result, they are gorging on pornography.
— Gideon Rachman (@gideonrachman) November 5, 2024
"Una fonte solitamente affidabile mi dice che i soldati nordcoreani che sono stati dispiegati in Russia non hanno mai avuto accesso illimitato a Internet prima. Di conseguenza, si stanno abbuffando di pornografia", ha scritto Rachman.
Nelle ultime settimane, sono trapelate informazioni diffuse dall'intelligence sudcoreana e ucraina. In Russia sarebbero arrivati oltre 10mila soldati nordcoreani, smistati tra diverse basi per l'addestramento in vista dell'impiego in guerra. Nei giorni scorsi, Kiev ha fatto riferimento - senza fornire particolari - al primo scontro con i reparti asiatici, che avrebbero accusato già perdite ingenti.
Le unità messe a disposizione da Kim comprenderebbero elementi giovani, addestrati ma poco esperti e per nulla abituati all'azione in una guerra 'vera'. Nel Kursk, così come su tutto il fronte del conflitto russo-ucraino, Mosca fa ampio ricorso alla fanteria. I soldati nordcoreani consentono alla Russia di lanciare una controffensiva nel Kursk, per riconquistare il proprio territorio, senza scoprire altre zone sensibili del fronte, a cominciare dal Donetsk.