Alzheimer e disturbo cognitivo, in Veneto i casi sono oltre 93mila “Nuove prospettive per la ricerca e la cura”
Al convegno di Padova, prima tappa di una Road Map multiregionale, un confronto sulle traiettorie da esplorare per affrontare le nuove sfide
Padova, 11 novembre 2024 – Con 48 milioni di persone colpite nel mondo, di cui 600.000 solo in Italia, l’Alzheimer si sta affermando come una delle principali cause di disabilità, con proiezioni che indicano una progressiva crescita, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione. L’Italia, dal canto suo, ha messo in campo importanti risorse finanziarie, che ora possono essere investite promuovendo la sinergia tra la sanità pubblica, l’assistenza socio-sanitaria e sociale e la ricerca scientifica che, negli ultimi anni, ha fatto importantissimi passi avanti dal punto di vista diagnostico-terapeutico, dell’innovazione e della tecnologia. Di questo, e molto altro, si è parlato a Padova in occasione del convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo. Traiettorie da esplorare”.
Un incontro, quello organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Lilly e di Project Way, che ha preso spunto dall’azione dell’Intergruppo Parlamentare per le Neuroscienze e l'Alzheimer e rappresenta la prima tappa di un percorso che proseguirà su scala regionale coinvolgendo almeno sei tra le Regioni più rilevanti d’Italia. A Padova, si sono confrontati clinici, esperti, stakeholder e rappresentanti delle istituzioni, tutti concordi sul fatto che i sistemi regionali siano chiamati a nuove sfide e sia arrivato il momento di dare risposte, traducendo raccomandazioni e suggerimenti in azioni concrete.
La ricerca scientifica ha affrontato numerose sfide nel corso degli anni, con significativi investimenti, perseverando sull'importanza dell’innovazione tecnologica per la diagnosi precoce, per il trattamento delle fasi iniziali della malattia e sull’importanza della riabilitazione cognitiva al fine di contrastare, su molteplici fronti, la progressione della malattia sin dalle sue fasi iniziali. Alla luce di queste considerazioni, emerge come prioritaria la necessità di una collaborazione sinergica tra il Sistema Sanitario Nazionale e i Sistemi Sanitari Regionali per favorire uniformità di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali dedicati alle persone con Disturbo Neurocognitivo con l'obiettivo di garantire diagnosi precoce e tempestiva per una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa. In conclusione, solo unendo gli sforzi della ricerca, della sanità pubblica e dell'assistenza sociale, possiamo sperare di migliorare significativamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie, affrontando al contempo le sfide organizzative che questa malattia pone alla nostra attenzione.
BEST PRACTICE. L’ESPERIENZA DEL VENETO
L’esperienza del Veneto, prima tappa della Road Map, si pone come best practice a livello nazionale. E per comprendere la situazione, delinenando anche le traiettorie da seguire per il futuro, occorre partire dai dati. La Regione ha intercettato (2023) 66mila persone con disturbi neurocognitivi che afferiscono ai servizi sanitari regionali (dati tratti dai flussi amministrativi correnti), il 65% delle quali presenta almeno tre patologie croniche co-presenti. A queste si aggiungono i malati che non accedono ancora ai servizi. I casi stimati secondo le stime di prevalenza superano i 93mila soggetti. L'Osservatorio Nazionale dell’Istituto superiore di sanità, poi, segnala che nel Veneto ci sono oltre 78mila casi di declino cognitivo lieve (MCI). Ed è su questi che occorre puntare l’attenzione in un’ottica di diagnosi precoce e prevenzione per ridurre l’impatto della malattia.
L’ASSESSORE LANZARIN: “LA PREVENZIONE È FONDAMENTALE”
“Concentrarsi sulla prevenzione dei disturbi neurocognitivi più lievi e sull’intercettazione precoce – ha affermato Manuela Lanzarin, Assessore alla Sanità, ai Servizi Sociali e alla Programmazione socio-sanitaria della Regione Veneto – è fondamentale. E nella nostra Regione, già da tempo, sono state create le condizioni per far sì che ci si occupi di questa patologia che oggi, con una popolazione sempre più anziana, interessa tantissime persone, sovente colpite da più patologie. Persone che hanno diritto di essere accompagnate nel loro percorso”. In Veneto, ha spiegato Lanzarin, “si stima che il 70% delle 34mila persone ospitate nelle strutture per anziani abbiano una patologia già conclamata e in fase avanzata, con la necessità di un approccio e di una presa in carico adeguata”. È chiaro – ha proseguito l’assessore – che lavorando sull’intercettazione e sulla diagnosi precoce, sull’accompagnamento e sulla prevenzione, riusciremo a diminuire il numero di persone con una malattia conclamata”. “Fondamentale, poi, è l’integrazione tra i vari setting. Con un lavoro multidisciplinare e multisettoriale che ci accompagna nella programmazione regionale, anche all’interno dei Pdta. Lavorare alla prevenzione vuol dire lavorare sui fattori di rischio, ma anche su integrazione e socialità per evitare l’isolamento”.
“Il nostro programma triennale – ha proseguito Lanzarin – è innovativo, con la prevenzione che si sposa con l’innovazione e la tecnologia per fare un salto di qualità che vada incontro a quelle che sono le evoluzioni che stiamo vivendo. Siamo fiduciosi che la nuova visione di potenziamento del territorio e della medicina di prossimità diventi un punto di riferimento, anche attraverso il dialogo tra tutte le componenti. Da quelle sanitarie e specialistiche, a quelle legate alle politiche sociali, chiamando in causa anche gli altri attori, a partire dai Comuni, per cercare di intercettare le persone per tempo. Prevenire evoluzioni più severe della malattia, oltre che un investimento per la qualità della vita della persona e della famiglia, che rappresenta l’obiettivo primario, diventa un investimento anche dal punto di vista sanitario a livello di sostenibilità del sistema nel suo complesso”.
CRISTINA BASSO: “OLTRE 30MILA CASI IN MENO AGENDO SUI FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI”
“Ogni anno – spiega Cristina Basso, Responsabile Coordinamento Regionale Rete Patologie Neurodegenerative, Regione Veneto, coordinatore del tavolo tecnico regionale sul Disturbo Neurocognitivo - il 10-15% dei soggretti con MCI evolve verso un disturbo neurocognitivo maggiore entro un anno, il 30-50% dei casi dopo 3 anni e il 35% dei casi di demenza sono attribuibili ai fattori di rischio modificabili. Intervenendo nella correzione di questi potremmo incidere sul 35% dei casi (sul totale degli oltre 93 mila), il che si traduce in 32mila soggetti malati in meno”. Basso precisa che ogni fattore di rischio modificabile pesa in modo diverso, e questa differenza è diversa da regione a regione. E poi spiega: “La nostra Regione ha già avviato programmi sui fattori di rischio e nel prossimo piano regionle prevenzione dovremo intensificare gli sforzi cercando di intervenire con programmi che incideranno su tutti i fattori modificabili citati nell’ultimo Report di Lancet Commssion 2024. È essenziale intercettare i casi di MCI, con algoritmi applicabili su tutto il territorio regionale per garantire uniformità nella presa in carico precoce. La ricerca scientifica – prosegue la dottoressa - ci ha dato diversi spunti di miglioramento, e i dati epidemiologici ci fanno riflettere su quale direzione prendere. Negli ultimi anni, i sistemi sanitari si sono strutturati per affrontare il disturbo neurocognitivo già conclamato, ma ora ci troviamo ad affrontare una nuova prospettiva: l'attenzione, adesso, si sposta anche sull'importanza dell'intercettazione precoce del disturbo cognitivo lieve, per predisporre servizi calati sui nuovi bisogni. L’obiettivo è quello di garantire una presa in carico appropriata, integrata, multidisciplinare e continuativa, promuovendo anche il valore di interventi di supporto e adattamento dopo la diagnosi.
Nel 2019, la Regione Veneto ha presentato un Pdta innovativo. “E ora – prosegue Basso - stiamo aggiornando il percorso per rispondere ai nuovi bisogni, sia delle persone, sia dei professionisti, con una particolare attenzione alla razionalizzazione delle risorse. Ci troviamo di fronte a una svolta operativa importante, che richiede impegno in ambito diagnostico, terapeutico, post-diagnostico e di prevenzione”. Senza dimenticare l’apporto significativo che stanno dando i pazienti stessi, come dimostrano i progetti degli “esperti per esperienza”. Persone con disturbo neurocognitivo che, sottolinea Basso, “ci stanno orientando su come realizzare servizi piu appropriati”. Tra gli aspetti su cui dobbiamo impegnarci maggiormente la comunicazione appropriata della diagnosi (con tempi e in spazi adeguati), l’uso di un linguaggio che non sia stigmatizzante e favorisca l’accesso delle persone ai servizi”. Ma anche un maggiore coinvolgimento, ha sottolineato il dottor Alfio Ribon, che con altri “esperti per esperienza” è stato tra i protagonisti di un cortometraggio proiettato durante l’evento. “Voremmo – ha affermato Ribon - poter indicare ai professionisti la strada per nuove progettualità che non devono rimanere sulla carta”. In Veneto, il coinvolgimento dei pazienti è già una realtà. E le richieste emerse sono all’ordine del giorno nei lavori del Tavolo tecnico regionale istituito a luglio.
I componenti del Tavolo, presenti all’evento di Padova, hanno fatto il punto sulle nuove traiettorie di diagnosi e presa in carico. “Oggi – ha spiegato Annachiara Cagnin, Professore Associato UOC Clinica Neurologica, Azienda Ospedale-Università di Padova e componente del Tavolo Regionale – stiamo vivendo un momento di svolta per i professionisti, per i pazienti e per chi deve amministrare i servizi sanitari”. Di Alzheimer, ha ricostruito, “si è cominciato a ragionare seriamente in termini clinici di diagnosi una ventina d’anni fa quando sono stati istituiti gli ambulatori U.V.A. (oggi C.D.C.D.) con l’arrivo delle nuove terapie sintomatiche. Da allora, le tecnologie sono state rivoluzionate e ci hanno permesso di capire molto della fisiologia e della fisiopatologia della malattia attraverso tecniche che permettono di fare una diagnosi non di fenotipo clinico, ma di patologia. Comprendendo il processo fisiopatologico che porta ad avere i sintomi”. Una svolta fondamentale. Perché “si è potuta definire una neuropatologia prima ancora dello sviluppo dei sintomi o quando i sintomi sono molto lievi, senza dover fare una biopsia. Con questa modalità abbiamo compreso che la proteina tossica che causa la malattia di Alzheimer si deposita 15-17 anni prima dell’esordio dei sintomi. Anni in cui il nostro cervello ingaggia una lotta feroce per resistere all’insulto tossico di questa proteina. Ma riesce fin che può. Poi, quando la resistenza viene meno, pian piano inizia la neurodegenerazione, e da lì i sintomi. Tutto questo l’abbiamo capito grazie alle nuove tecnologie che ci permettono di fare diagnosi di processo patologico o diagnosi biologica in vita”. Conoscere prima la patologia in atto è fondamentale “per dare delle chance in più al paziente. Favorendo il suo empowerment, ma anche ingaggiando stili di prevenzione in maniera più consapevole e attiva”. E questa “è solo una piccola parte, se si pensa alle opportunità che avremo grazie ai farmaci che possono modificare la traiettoria di malattia. L’attesa, guardando agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, dove sono stati approvati i primi farmaci anticorpi monoclonali per la rimozione dell’amiloide, è reale”.
Carlo Gabelli, Direttore del Centro Regionale per lo studio e la cura dell'Invecchiamento Cerebrale - CRIC, Azienda Ospedale-Università di Padova, ha spiegato cosa sia possibile fare dopo la diagnosi, sottolineando l’importanza della riabilitazione cognitiva. “La presa in carico richiede un lavoro che va fatto in equipe – ha spiegato Gabelli - perché questo tipo di patologie necessita di competenze molto diverse che devono essere offerte contemporaneamente”. Un esempio di intervento, sono “i cicli di stimolazione cognitiva, che ora vengono riconosciuti come terapia efficace anche dalle linee guida. Abbiamo sviluppato una forma di teleriabilitazione – ha spiegato Gabelli - con un’App costruita insieme con i pazienti”. Un’applicazione “gratuita, a disposizione di tutte le Regioni, che adesso, grazie a un progetto ministeriale, verrà sperimentata in tutta Italia con uno studio che ne verificherà l’efficacia”.
Samantha Pradelli, Dirigente Psicologa UOC Disabilità e Non Autosufficienza Distretto Pieve di Soligo Ulss 2 Marca Trevigiana, ha poi spiegato come “vivere bene con un disturbo neuro cognitivo sia possibile”. Sottolineando come ciò dipenda soprattutto “dalle risorse psicologiche e sociali che la persona riesce ad attivare e a mantenere nel tempo”. Questo, ha proseguito Pradelli, “suggerisce che investire nel rafforzare risorse psicologiche come l’autostima e l’ottimismo, possa incidere in maniera significativa per migliorare la vita delle persone e delle loro famiglie”. In Veneto, “sono stati attivati dei gruppi di adattamento alla diagnosi denominati “Vivere bene con la demenza” che permettono alle persone di adattarsi gradualmente alla diagnosi, con tempi che sono diversi per ciascuno, trovando un equilibrio tra il desiderio di preservare la propria identità e la necessità di accettare i cambiamenti che, inevitabilmente, la malattia porta con sé”.
Un’altra esperienza che sottolinea il lavoro già fatto in una Regione, il Veneto, che ora guarda avanti e si prepara ad affrontare nuove sfide. “Oggi – ha concluso Cristina Basso – abbiamo anticipato quali sono le nostre traiettorie future e ritengo che la volontà di andare verso l’innovazione si sia percepita. Il mio invito, a tutti i partecipanti, è quello di essere fiduciosi. Lavoriamo uniti, in modo coordinato, perché il lavoro che ci aspetta è significativo per i pazienti e le famiglie. Tutti i professionisti dovranno partecipare a questo cambiamento di prospettiva. La partecipazione attiva è assolutamente necessaria”.
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Luca Forlucci: il Farmacista con la Passione per il Cinema
Tra il banco di farmacia e i set cinematografici, la storia di Luca Forlucci, un professionista della salute che insegue il suo sogno da sceneggiatore
Milano, 24 Dicembre 2024. Nell’universo delle professioni sanitarie, dove l’impegno e la responsabilità sono imprescindibili, emerge una figura originale e poliedrica: quella di Luca Forlucci , farmacista di professione ma con il cinema nel cuore.
La sua storia è una testimonianza di passione, creatività e coraggio nell’inseguire ambizioni che vanno oltre i confini del mondo professionale, spaziando nell’arte della recitazione e nella sceneggiatura.
Dal Camice al Grande Schermo: Una Carriera che Punta Oltre
Nato e cresciuto con una forte inclinazione per il settore sanitario, Luca Forlucci ha costruito una solida carriera come farmacista, lavorando a stretto contatto con il pubblico e condividendo la sua competenza professionale per migliorare la salute della comunità.
Tuttavia, dietro al camice bianco si cela una vena artistica e una grande ambizione: entrare nel mondo della recitazione e del cinema. Questa passione lo accompagna fin da giovane, ispirato dal cinema hollywoodiano degli anni '90 e da icone come Sylvester Stallone.
Nonostante la stabilità della sua carriera, Forlucci ha deciso di investire il suo tempo libero nell’espressione artistica, dedicandosi alla sceneggiatura e alla recitazione, coltivando abilità che gli permettono di esplorare ruoli ed emozioni attraverso i personaggi.
Questa duplicità è una testimonianza della sua capacità di reinventarsi continuamente e di abbattere le barriere tra scienza e arte, trasmettendo al pubblico un messaggio di autenticità e coraggio nel seguire i propri sogni, qualunque sia la fase della vita.
La Passione per il Cinema Anni '90: Una Fonte d’Ispirazione Continua
In ogni sua espressione artistica, Luca Forlucci richiama l’atmosfera e i valori del cinema hollywoodiano anni ’90, un’epoca che lo ha segnato e a cui guarda con grande ammirazione. Icone come Sylvester Stallone, con il personaggio di Rocky, rappresentano per lui non solo modelli cinematografici, ma anche simboli di forza e perseveranza.
È proprio questa ispirazione che lo porta a comunicare attraverso i social con una visione unica e fortemente evocativa, che richiama la determinazione e il sacrificio tipici del cinema di quegli anni.
Una Creatività che Vive Attraverso i Social Media
Negli ultimi tempi, Luca Forlucci ha iniziato a condividere il suo percorso artistico sui social media, dove si distingue per contenuti innovativi e interpretazioni ispirate alla cultura pop degli anni ’90.
Con brevi video e reel, Forlucci crea scene che evocano l’atmosfera dei classici del cinema d’azione, mescolando ironia e talento in un mix che riscuote sempre più successo.
Le sue interpretazioni, curate in ogni dettaglio, sono una dichiarazione d’amore per il cinema e una dimostrazione di come i social possano trasformarsi in un palcoscenico a disposizione di chi desidera esprimersi.
Un Modello di Ambizione per Chi Ama Realizzare i Propri Sogni
Luca Forlucci è l’esempio di chi non si accontenta di percorsi predefiniti e sceglie di reinventarsi giorno per giorno.
Tra il camice bianco e il sogno del grande schermo, Forlucci offre al pubblico una storia di impegno e aspirazione, mostrando come la determinazione possa aprire strade inattese e rinnovare le proprie ambizioni.
Luca Forlucci dimostra che l’arte può essere un’estensione naturale delle proprie inclinazioni, indipendentemente dal percorso di vita.
Per maggiori informazioni
Luca Forlucci
Email: luca.forlucci@virgilio.it
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Nardo Vetro lancia il passaporto digitale con l’IA,...
Camponogara (Venezia), 24 dicembre 2024 – Un gemello digitale che tramite un Qr Code applicato sul prodotto riporterà tutte le informazioni utili per il B2B e per il consumatore finale: il processo produttivo, la provenienza delle materie prime e la documentazione di sostenibilità. Una vera e propria carta d'identità del prodotto che risponde alle esigenze dell’Unione Europea, degli intermediari e dei consumatori. È questo il progetto nato dalla collaborazione tra EZ Lab, impresa innovativa padovana specializzata nella tecnologia blockchain che tramite la propria piattaforma Made in Block valorizza e protegge le filiere Made in Italy, e Nardo Vetro, azienda diventata leader del settore, situata nella provincia di Venezia, che progetta, produce e installa soluzioni in vetro per il settore dell’industria, dell’arredamento di interni, navale e del trasporto.
Il nuovo DPP - Digital Product Passport, o Passaporto Digitale di Prodotto, realizzato dalla pmi padovana garantisce la trasparenza dei processi e del Made in Italy per i prodotti della storica azienda vetraria. Fondata nel 1970 a Camponogara (VE) dall’intuizione di Giorgio Nardo, oggi ottantaquattrenne ancora attivo in azienda, Nardo Vetro combina tradizione artigianale a innovazione tecnologica. Oggi a guidare l’azienda insieme al padre sono i quattro figli, Gianluca, Antonio, Fausto e Alberto, che continuano a investire in macchinari all’avanguardia, capitale umano e Intelligenza Artificiale per guidare l’azienda verso il futuro.
Intelligenza Artificiale Generativa e Blockchain rispondono ai consumatori
Come anticipato, attraverso la scansione di un Qr Code sarà possibile avere tutte le informazioni, anche tecniche, delle lastre di vetro realizzate dall’azienda veneta.
Come si può coniugare l’intelligenza artificiale con la storia? «Con amore per il proprio lavoro e la fiducia dei nostri collaboratori». Giorgio Nardo, amministratore e fondatore della Nardovetro Srl, lo sa bene. «Ho fondato questa azienda nel 1970», continua il Cavaliere Nardo, «mai avrei pensato di raggiungere un traguardo così importante». Sì, un traguardo, perché di questo si tratta. Un numero su tutti: 54 sono gli anni dalla nascita di questa azienda vetraria diventata leader nella lavorazione del vetro per arredamento luxury, edilizia, industria del freddo e arredo navi da crociera. «Grazie ai miei figli Gianluca, Antonio, Fausto e Alberto – dichiara Giorgio Nardo – abbiamo deciso di portare in azienda l’intelligenza artificiale senza mai perdere di vista il nostro valore aggiunto». I collaboratori sono, per il padre e i suoi figli, la colonna portante dell’azienda.
Le tecnologie alla base del progetto sono la Blockchain e l'Intelligenza Artificiale Generativa. Tramite la prima il consumatore potrà verificare tutte le informazioni riguardanti l’azienda e il prodotto. E attraverso la sezione di tracciabilità, accessibile mediante il tasto “Scopri la filiera”, il cliente potrà conoscere dettagliatamente la storia della produzione del tavolo, le fasi di assemblaggio e confezionamento descritte in ordine cronologico, registrate appunto in Blockchain. Grazie alla all’Intelligenza Artificiale Generativa, prende vita un nuovo canale di comunicazione, permettendo ai clienti, che siano aziende o consumatori, di interagire direttamente con il prodotto tramite un chatbot, trasformando ogni domanda in un’esperienza di scoperta unica.
«Oggi siamo in grado di fare un ulteriore passo in avanti – dichiarano i fratelli Nardo –, creare un filo diretto con i nostri customers, rendere a loro disponibili le nostre filiere di produzione in modo trasparente. Seguire, con noi, le varie fasi di lavorazione di un prodotto. L’intelligenza artificiale porterà in azienda il tassello mancante per renderci unici, a livello nazionale e internazionale, nel nostro settore, dando modo anche ai nostri collaboratori di creare ancora più sinergia tra di noi. Non bisogna mai fermarsi alle apparenze. Abbiamo installato anche un nuovo macchinario di stampa digitale unico nel suo genere e, grazie all’IA, ora saremo ancora più competitivi. Oltre al fatto che stiamo diventando un’azienda 100% green, fattore importante per l’ambiente che ci circonda e non solo».
Un’azienda, la Nardovetro Srl, che non si ferma alle apparenze.
«Il Digital Product Passport è uno strumento nuovo, richiesto dall’Unione Europea, e che rivoluzionerà la comunicazione e la fiducia tra intermediari, brand e consumatore – spiega Massimo Morbiato, Ceo e founder di EZ Lab–. La nostra mission è supportare le aziende del Made in Italy nel loro percorso di innovazione digitale. Con le nostre soluzioni, trasformiamo le normative europee in opportunità per una comunicazione diretta attraverso il prodotto, basata su dati di filiera e sostenibilità, passando dallo storytelling allo story proving e contrastando il greenwashing. Il passaporto digitale realizzato con Nardo Vetro rappresenta una buona pratica perché non è quindi solo in linea con un obbligo normativo, ma nasce per garantire ai loro clienti trasparenza e sicurezza, rendendo allo stesso tempo più competitiva l’azienda».
Cinquantaquattro anni di continua ricerca, innovazione, attaccamento ai veri valori aziendali, amore per la ricerca e soprattutto per i propri dipendenti. Questa è la Nardovetro Srl.
Nardo Vetro è un'industria cheprogetta, produce e installa soluzioni in vetro per i settori industriale, dell’interior design, edile, navale, del retail, della ristorazione e del trasporto. Grazie all’esperienza maturata negli anni realizza progetti personalizzati, con l’utilizzo di macchinari per la lavorazione del vetro tra i più innovativi e tecnologicamente avanzati del settore. Informazioni su https://nardovetro.it.
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Giulio Todescan
Blum. Business as a medium
giulio.todescan@blum.vision
www.blum.vision
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Il rivenditore leader nel settore del giardinaggio continua...
Agrigarden Group: trent'anni di esperienza al servizio del verde
Roma 23/12/2024 - Nel panorama italiano dei prodotti per l’agricoltura online, Agrigarden Group emerge come una realtà consolidata che ha saputo trasformare trent'anni di esperienza nel settore del giardinaggio e dell'agricoltura in una piattaforma digitale all'avanguardia. L'azienda rappresenta oggi un punto di riferimento per professionisti e appassionati, distinguendosi per la sua specializzazione e per un approccio incentrato sulla qualità del servizio.
La storia di Agrigarden Group è una testimonianza di come la profonda conoscenza del settore possa evolversi abbracciando l'innovazione digitale. A differenza dei grandi marketplace generalisti, l'azienda ha scelto di mantenere una forte identità specializzata, creando uno shop online che riflette decenni di esperienza nel campo del giardinaggio e dell'agricoltura. Questa scelta strategica si è rivelata vincente, permettendo di offrire non solo prodotti, ma vera e propria consulenza specializzata.
Il catalogo rappresenta uno dei punti di forza dell'azienda. Grazie a partnership consolidate con i maggiori produttori del settore, lo shop online offre un assortimento vastissimo di ricambi, attrezzature e prodotti per il giardinaggio e l'agricoltura. La selezione dei prodotti segue criteri rigorosi, privilegiando le migliori marche presenti sul mercato, come Stihl o John Deere. Questa attenzione alla qualità garantisce ai clienti l'accesso a prodotti affidabili e performanti, come motoseghe elettriche e a scoppio, trattorini tagliaerba o decespugliatori a batteria, supportati da garanzie concrete.
Ciò che veramente distingue Agrigarden Group nel mercato dell'e-commerce specializzato è l'approccio al servizio clienti. L'azienda ha sviluppato un sistema di assistenza completo che accompagna il cliente in ogni fase dell'acquisto. Il supporto tecnico specializzato, formato da professionisti con anni di esperienza nel settore, è in grado di fornire consulenze dettagliate e soluzioni personalizzate per ogni esigenza. Questa assistenza non si limita alla fase di pre-vendita, ma continua anche dopo l'acquisto, garantendo un supporto continuo e professionale.
Servizi ed attenzione per il cliente
La logistica rappresenta un altro elemento distintivo dell'offerta di Agrigarden Group. L'azienda ha strutturato un sistema di consegne efficiente, con tempi di spedizione veloci per i prodotti in pronta consegna. La politica delle spedizioni gratuite su gran parte del catalogo rappresenta un ulteriore vantaggio per i clienti, che possono godere di un servizio completo senza costi aggiuntivi.
La filosofia aziendale si basa su valori solidi e ben definiti. La passione per il mondo del giardinaggio e dell'agricoltura si traduce in un impegno costante per la soddisfazione del cliente. Non si tratta semplicemente di vendere prodotti, ma di costruire relazioni durature basate sulla fiducia e sulla competenza. Il team aziendale, accuratamente selezionato e costantemente formato, condivide questa visione e la traduce quotidianamente in un servizio di eccellenza.
Innovazione e sostenibilità
L'innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale nella strategia di Agrigarden Group. La piattaforma e-commerce è stata progettata per offrire un'esperienza d'acquisto intuitiva e completa. I clienti possono navigare facilmente tra le diverse categorie di prodotti, accedere a schede tecniche dettagliate e ricevere supporto in tempo reale. Questo investimento nella tecnologia non ha però snaturato l'approccio umano e personalizzato che caratterizza l'azienda fin dalle sue origini.
Guardando al futuro, l’azienda continua a investire nel potenziamento dei propri servizi. L'obiettivo è quello di rimanere il partner specializzato di riferimento per tutti gli appassionati e i professionisti del verde. Agrigarden Group sta lavorando all'ampliamento ulteriore del proprio catalogo, sempre nel segno della qualità e della specializzazione che l'hanno contraddistinta finora.
L'esperienza trentennale nel settore, unita alla capacità di innovare e alla costante attenzione per le esigenze dei clienti, rappresenta una garanzia di affidabilità e competenza. In un mercato sempre più competitivo, l'azienda continua a distinguersi per la sua capacità di offrire non solo prodotti di qualità, ma un servizio completo e professionale che fa della specializzazione e dell'assistenza al cliente i suoi punti di forza principali.
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