Presentata Milano21 Follow Your Passion, sapore olimpico e corsa verso il record
Milano corre, sempre. Correre, è noto, è caratteristica imprescindibile e inconfondibile di chi è nato o comunque abita sotto la Madonnina. Domenica 24 novembre, però, sarà tutto diverso: si correrà sì, ma lo si farà con il sorriso sulle labbra, lontano da stress e impegni lavorativi. Sarà infatti il giorno della Milano21, uno degli eventi running più importanti d’Italia e ormai una bellissima consuetudine dell’autunno. Come ormai tradizione, Milano21 proporrà due distanze: 21,097 km (mezza maratona), omologata e certificata Fidal, e 10 km (anche non competitiva). Ancora una volta MG Sport, ideatore e organizzatore dell’evento con il brand FollowYourPassion, ribadisce il suo intento: offrire ai runner di tutti i livelli l’opportunità di 'seguire la propria passione'.
Inserire la 10 km in formula non competitiva apre le porte di Milano21 anche a chi ama correre senza un obiettivo agonistico o vuole godersi per una mattina la città camminando. Milano21 è stata presentata stamattina nella magnifica location di Palazzo Bovara, in corso Venezia, nel cuore della città. "Porto il saluto del segretario generale della Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza Marco Barbieri, che oggi non ha potuto essere presente, ma che fin dall’inizio è stato vicino a questo evento – ha affermato Corrado Mosele, Direttore delle Risorse Umane e Formazione Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza –. Negli ultimi anni abbiamo rafforzato il legame tra formazione e sport. L’attività sportiva ha in sé tre valenze fondamentali: la salute, la sfida, con se stessi e con gli atleti, e la bellezza di costruire un percorso in team. Ospitare una manifestazione come Milano21 non può che renderci orgogliosi".
Milano21 è più di una gara: è la festa del running, ma anche della voglia di stare insieme e condividere qualcosa di speciale. In una città che conquista, con le sue mille anime, sempre più runner italiani e stranieri. A testimoniarlo sono i numeri: a oggi, quando mancano dieci giorni esatti alla chiusura delle iscrizioni, sono già stati ampiamente superati gli iscritti dello scorso anno, tanto da porsi come obiettivo oltre 10mila runner alla partenza. Il 35% sono stranieri e i Paesi più rappresentati sono Francia, Regno Unito e Spagna. Si contano runner anche dalle più lontane Australia e Nuova Zelanda.
"Milano è al centro dello sport mondiale e non solo per i Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026 – ha dichiarato Martina Riva, Assessora allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili –. Abbiamo contribuito all’organizzazione di diversi eventi di respiro internazionale e Milano21 è uno dei principali protagonisti e ringrazio MG Sport, perché decidere di fare un evento nella nostra città è un investimento, anche di energie. Come amministrazione diamo molta importanza all’attività sportiva, anche quella di base. Attraverso una partecipata gestiamo 24 impianti, con l’obiettivo di rendere lo sport accessibile a tutti".
Così Giampiero Schiavo, Presidente di MG Sport: "Come gruppo abbiamo dato spazio e importanza a diverse discipline sportive, dal running al triathlon alla mountain bike, coinvolgendo tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sardegna. Abbiamo poi aperto all’attività non agonistica, con la Milano Linate Runway Run. Milano21 in questi anni è cresciuta a livello esponenziale, in questa edizione supereremo i 10.000 iscritti. Ma non basta. Il vero obiettivo è un altro: portare la città a partecipare all’evento, a riversarsi in strada per far sentire il proprio incitamento ai partecipanti. Solo così entreremo tra le capitali mondiali del running e gareggeremo nella Champions League della corsa. Abbiamo scelto, come data, la fine di novembre perché è il week end del 'black friday' ed è la prima domenica in cui i negozi sono aperti per il periodo natalizio e noi portiamo migliaia di persone in città. Milano ha un appeal incredibile sugli stranieri, che però devono essere accolti, il giorno della gara, come lo sono nel resto del mondo".
Milano21 ha un tracciato interamente cittadino: accompagna i partecipanti in un viaggio tra storia e modernità. Si partirà e si taglierà il traguardo in zona CityLife, uno dei nuovi quartieri della città, che coniuga edifici all’avanguardia con grandi aree verdi e piste ciclabili. Il via sarà dato in viale Eginardo, la finish line sarà posizionata all’interno del Gate 16 delll’Allianz MiCo – Fiera Milano Congressi, con entrata da via Gattamelata. In mezzo, un percorso pianeggiante e veloce, ideale per centrare il nuovo personal best, che 'toccherà' luoghi conosciuti in tutto il mondo come piazza del Duomo, corso Vittorio Emanuele, via Manzoni, la Darsena, CityLife, il Castello Sforzesco, l’Arco della Pace, Porta Romana.
"Superati i partecipanti dell’anno scorso, le proiezioni dicono che arriveremo a 10mila partecipanti. Se i numeri di Milano21 sono, anno dopo anno, sempre più importanti è anche merito di un percorso che rendiamo sempre più veloce, caratteristica che agli atleti piace molto per fissare il loro nuovo primato personale – ha detto Andrea Trabuio, Direttore Generale MG Sport -. È un tracciato che permette da una parte di non bloccare la città, dall’altra di far conoscere monumenti, angoli e passaggi più caratteristici di Milano, così da far apprezzare anche a chi non corre la bellezza e la portata di un evento del genere. Tanti gli eventi collaterali che stiamo costruendo nei tre giorni dell’evento, dal venerdì pomeriggio, al sabato e la domenica mattina, un evento sempre più completo e interessante, si va oltre la sola corsa".
Il primo nome dei top runner che hanno scelto di correre la Milano21 è 'a cinque cerchi'. Sarà al via della mezza maratona di FollowYourPassion l’azzurra Giovanna Epis, tra le protagoniste della maratona olimpica di Parigi 2024. La portacolori dei Carabinieri ha un primato personale sulla distanza di mezza maratona di 1h10’15” e il terzo tempo italiano di sempre in maratona con 2h23’46” sulla maratona. "Porto i saluti del mio predecessore Gianni Mauri – ha affermato Luca Barzaghi, Presidente FIDAL Lombardia – e del Presidente della FIDAL nazionale Stefano Mei. Manifestazioni come Milano21 sono linfa vitale per la città e per l’attività federale regionale, grazie ai contributi versati da questi eventi viene sovvenzionata tutta l’attività giovanile regionale".
Sarà l’Allianz MiCo - Fiera Milano Congressi a ospitare l’expo village di Milano21. Un’area indoor che venerdì 22, sabato 23 e domenica 24 novembre sarà una vera e propria città del runner. Sarà infatti l’occasione per scoprire le novità di numerose aziende leader del settore, ma anche la preziosa opportunità di poter partecipare a incontri e attività che vedranno coinvolti esperti del mondo della corsa. Orari expo village. Venerdì 22, dalle 14 alle 19; sabato 24: dalle 9.30 alle 19; domenica 24: dalle 7 fino al termine dell’evento. Ingresso: dal Gate 3, viale Eginardo 29, Milano.
Daniele Sironi nel 2021 è stato sottoposto a un trapianto di cuore. Nell’ottobre 2024 ha fatto il suo esordio nel triathlon, tagliando il traguardo al PeschieraTRI su distanza sprint. Domenica 24 novembre correrà la Milano21, la sua prima mezza maratona: «Come in occasione del PeschieraTRI, anche a Milano non guarderò il cronometro. L’unica cosa che conta è finire la gara. Vorrei, attraverso la mia storia e la mia presenza alle competizioni, sensibilizzare tutti a diventare donatori di organi".
BPER, primario gruppo bancario nazionale, è main sponsor di questa edizione. "Siamo entusiasti di essere al fianco di Milano21, un evento che celebra i valori in cui crediamo: passione, determinazione e spirito di squadra – ha affermato Serena Morgagni, responsabile Direzione Communication di BPER –. La corsa, come il nostro impegno quotidiano verso i clienti è fatta di costanza e dedizione. Con il nostro sostegno, vogliamo ispirare tutti a partecipare, ciascuno con il proprio ritmo, e a scoprire il piacere di vivere la città e lo sport in un’occasione speciale di condivisione".
Economia
L’Espresso: “Lancio nuovo sito web e profili...
"'La nuova redazione digitale sarà guidata dal giornalista Felice Florio"
"Care lettrici, cari lettori, L’Espresso è online. Da mesi stiamo lavorando senza sosta per dar vita a un nuovo sito che non sarà solo una piattaforma digitale, ma il cuore di una rivoluzione nel nostro modo di informarvi. Tutelando, ovviamente, il prestigio del settimanale cartaceo che ha fatto e continuerà a fare la storia del giornalismo in Italia. Con il rilascio previsto per gennaio 2025, - si legge in una nota del peridico - il nuovo sito, concepito per essere mobile first, segnerà un cambiamento radicale, frutto di un intenso lavoro di progettazione: abbiamo analizzato dati in profondità con un approccio data driven, ci siamo confrontati con i benchmark internazionali più innovativi e ci siamo affidati alle migliori competenze, interne ed esterne, per costruire un ecosistema digitale avanzato. La nuova piattaforma sarà il fulcro di un giornalismo interattivo e partecipativo, in cui i lettori saranno finalmente co-attori del processo informativo, grazie a strumenti di engagement e comunicazione diretta con la redazione".
"Anche i nostri social evolveranno, con una veste grafica completamente rinnovata e nuovi format pensati appositamente per i diversi canali. Siamo andati oltre i semplici aggiornamenti estetici, ripensando totalmente il nostro approccio: puntiamo su contenuti originali, progettati per offrire un’esperienza immersiva. Il mondo dell’informazione cambia costantemente. Cambiamo anche noi, ma restando fedeli alla verità, ai fatti, alla storia di cui siamo stati e saremo testimoni, senza filtri. - continua la nota - Nel 1955, L’Espresso nacque con un obiettivo chiaro: raccontare l’Italia, senza paura. Non una storia di trasformisti e camaleonti, tutt’altro. Una 'struttura d’opinione' - come ci definiva il fondatore Scalfari - che ha attraversato la storia d’Italia senza mai venir meno alle proprie convinzioni e ai propri radicati principi, che si possono riassumere così: 'Indipendenza di giudizio, culto della razionalità, disponibilità a comprendere ciò che è diverso da sé pur senza velleità imitative, lotta contro le mafie di potere, difesa delle minoranze, anche quando esse sostengono posizioni diverse e perfino opposte'. A distanza di 70 anni, quella missione è immutata. Ma il mondo si è trasformato, la realtà si evolve senza sosta. È arrivato il momento anche per noi di evolverci, per offrirvi un’informazione più diretta, incisiva, ma libera come sempre".
"Lo sappiamo, viviamo tempi difficili. Ogni giorno, le menzogne disorientano, i disonesti ci fanno arrabbiare. Ma sulle nostre pagine, cartacee e digitali, continuerete a trovare la speranza, attraverso il vero giornalismo. Non è un mestiere facile, non basta raccontare, bisogna scavare. Non basta osservare, bisogna capire, per poi sfidare il silenzio. Non ci stiamo approcciando al digitale con una nuova strategia che insegua le mode, - prosegue la nota - ma per fare la differenza con il coraggio delle inchieste che da decenni ci caratterizzano. In questi mesi, abbiamo ascoltato la rabbia di chi non si fida più dell’informazione e abbiamo deciso di agire, non per accontentare tutti e sfruttare i nuovi strumenti digitali che l’innovazione ci offre, ma per raccontare la verità, anche quando fa male. È il nostro impegno: nessun compromesso con il potere, nessuna narrazione di comodo".
"L’Espresso si evolve per combattere, non per compiacere. La nuova redazione digitale sarà guidata dal giornalista Felice Florio. Dal primo gennaio, sarà il nuovo responsabile del sito e dei social de L’Espresso, dove porterà la competenza maturata in alcune delle redazioni online italiane più innovative. La scelta di affidarci a un giornalista di 31 anni per il nuovo corso è la dimostrazione più limpida del nostro impegno per il futuro. L’Espresso si rinnova, consapevole che non esiste speranza senza verità. E non esiste verità senza un giornalismo libero. Stiamo cambiando per restare fedeli a tutto questo. Buone feste a tutte e a tutti!", conclude la nota.
Economia
L’ad Invitalia Bernardo Mattarella:...
L'intervista al Messaggero
"Nell'ultimo triennio, dopo la caduta del 2020, l'Italia è tornata a crescere a un ritmo superiore a quello dell'Unione. La dinamica del Pil è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna con un ruolo importante degli investimenti sia privati che pubblici. Nel corso del 2024 abbiamo assistito a una progressiva frenata della crescita e anche le prospettive per il 2025 restano incerte a causa della crisi del settore industriale a livello europeo, con segnali preoccupanti che arrivano anche da vari comparti del made in Italy". A dirlo, dalle pagine di Outlook Economia del Messaggero è l'ad di Invitalia, Bernardo Mattarella, che risponde alla domanda sui rischi per il Paese sulle previsioni della Bce per l'Europa, che prevedono nei prossimi anni una ripresa economica più lenta.
Invitalia, quindi, chiede il Messaggero, cosa farà? "Invitalia è uno dei principali attori impegnati nell'attuazione di politiche pubbliche mirate alla crescita economica del Paese, con particolare attenzione ai settori strategici per lo sviluppo e l'occupazione, al rilancio delle aree di crisi, alla gestione dei settori in transizione industriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Questo, anche con riferimento alle sfide degli ultimi anni, ci consente di fungere da punto di incontro tra i fabbisogni del sistema imprenditoriale, delle comunità, dei territori e del Governo centrale. Concentrandoci sul supporto al rafforzamento e al consolidamento delle imprese nazionali, al sostegno della nuova imprenditorialità, contribuiamo a migliorare il posizionamento dell'Italia lungo le filiere più innovative".
Come si è adattata l'azione di Invitalia rispetto alle crisi degli ultimi anni? "Le crisi - dice Mattarella - hanno posto nuove sfide e opportunità e Invitalia ha avuto un ruolo importante per il rafforzamento e consolidamento delle imprese nazionali, sostenere la nuova imprenditorialità, sviluppare le aree del Paese più in difficoltà e migliorare il posizionamento dell'Italia lungo le filiere più innovative. Questo oggi la rende un interlocutore credibile, solido e strutturato per i nostri stakeholders, istituzioni, imprese, giovani e donne che vogliono realizzare un'idea imprenditoriale".
E qual è l'impatto delle misure che gestite sul sistema Paese? «Tutto ciò che noi facciamo è accompagnato da una valutazione di impatto perché le politiche, messe in campo dal Governo e attuate da Invitalia, devono essere misurate nella loro efficacia e nella capacità di creare valore per le persone, per l'ambiente, per le comunità e i territori». Serve un'azione concreta però? «Un'Agenzia come Invitalia deve generare inclusione, integrando in ogni progetto la dimensione economica, sociale e ambientale per coinvolgere fasce di popolazione ancora ai margini, soprattutto donne e Neet, rendere il lavoro più produttivo e creare lavoro di qualità. Nel periodo 2021-23, il Gruppo ha sostenuto circa 240 mila imprese, attivando investimenti per 45 miliardi. Soltanto nel 2023 abbiamo assistito oltre 64.000 imprese, di queste 4.200 sono nuove imprese, di cui circa il 40% sono formate da imprenditrici e l'80% sono nate nel Mezzogiorno, dove abbiamo un forte mandato. Più si va a Sud, più si va nelle regioni a maggior ritardo di sviluppo, e più gli incentivi sono significativi per il sostegno agli investimenti e alle imprese». Dal vostro punto di osservazione, come si stanno comportando le imprese? «In uno scenario di incertezza geopolitica ed economica, possiamo dire che le imprese italiane, in generale, hanno continuato a mantenere fermi i propri piani di investimento, orientandoli sempre più verso le transizioni gemelle, per essere pronti alle sfide tecnologiche ed a quelle dei mercati, anche internazionali. Sono aumentati gli investimenti verso quei settori a più elevato contenuto tecnologico».
Il tema dell'innovazione è cruciale, come affrontarlo? «L'innovazione è condizione necessaria per mantenere competitivo il nostro Paese e per creare posti di lavoro di qualità. La maggior parte delle misure gestite dall'Agenzia nascono dall'esigenza, condivisa con il Governo, di raggiungere gli obiettivi della sostenibilità, dell'innovazione, nel rispetto della tutela dell'ambiente, della qualità di vita delle persone e della qualità dei prodotti». Nel 2043 si stima la riduzione del 4,3% della popolazione del Paese, con un calo nel Mezzogiorno dell'11,9%. È un problema demografico cruciale, non le pare? «Noi incentiviamo i giovani a restare. Alcuni strumenti che gestiamo sono finalizzati proprio a far restare i giovani nelle loro regioni di origine. Uno dei più importanti si chiama Resto al Sud e, dal 2018, ha supportato la nascita di 17.000 imprese e 60.000 posti di lavoro. Ci sarà anche una seconda edizione, Resto al Sud 2.0, che avrà anche un gemello che si chiamerà Autoimpiego Centro-Nord. Tutto quello che facciamo si riverbera sulla creazione e salvaguardia di posti di lavoro di qualità. I nostri beneficiari devono rispettare la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che impiegano, anche per favorire il mantenimento di attività imprenditoriali nelle regioni che sono a rischio di desertificazione».
Sul Pnrr possiamo iniziare a trarre i primi bilanci? «Il Pnrr ha segnato una forte discontinuità introducendo fattori di innovazione nella definizione e gestione delle policy per lo sviluppo. Abbiamo sperimentato e acquisito una modalità più efficace ed efficiente per impiegare le risorse pubbliche destinate agli investimenti e sostenere la crescita economica. L'erogazione dei fondi, infatti, è subordinata al raggiungimento di obiettivi specifici, con target chiari e milestone di monitoraggio. Innovazioni che rappresentano un'eredità importante del Pnrr che dovranno essere valorizzate anche nel futuro per la pianificazione e gestione delle politiche pubbliche. Sul Pnrr, Invitalia supporta 20 amministrazioni per un valore di 50 miliardi».
MCC ha dato a Banca del Fucino l'esclusiva per l'acquisto di Cassa di Orvieto, che aveva acquisito ai tempi in cui lei era ad, un bel successo? «MCC acquisì Cassa di Orvieto nel 2020 nell'ambito del rilancio dell'allora Popolare di Bari, ora BDM Banca. Nonostante molti definissero quell'iniziativa un salvataggio di stato, noi l'abbiamo sempre considerata un'operazione di rilancio in un ambito di attività, la sana gestione del risparmio delle famiglie orientata anche e soprattutto al sostegno di un sano sviluppo economico, troppo importante per non essere oggetto della massima attenzione delle istituzioni pubbliche e private, soprattutto nel mezzogiorno e nel centro Italia. L'auspicata positiva conclusione della cessione sollecitata da operatori di mercato e non da MCC a Banca del Fucino, che ha presentato un offerta significativamente migliore delle altre, dimostra che con la giusta attitudine e le giuste leve questo tipo di interventi possono portare a storie di successo».
Economia
Littizzetto equipara Zelensky e Putin nella letterina a...
Nell'ultima puntata di 'Che tempo che fa', in onda su Nove
Bufera social su Luciana Littizzetto per la "letterina" a Babbo natale letta nell'ultima puntata di 'Che tempo che fa', in onda su Nove. Nel testo, in particolare, secondo gli utenti di X vengono messi sullo stesso piano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin, senza nessuna apparente distinzione tra aggredito e aggressore nella guerra in corso da oltre 1000 giorni.
"Caro Babbo Natale, scrive - tu che ogni anno torni puntuale come l’Irpef portando impennate di glicemia a tutta l'Umanità. Non so se ti sei accorto ma il mondo ultimamente fa proprio cagarissimo. Con tutti i cattivi che ci sono in circolazione altro che carbone. Ho tante cose da chiederti caro Babbo, ma per prima cosa porta a Trump, Musk, Putin, Zelensky, Netanyahu, Erdogan e Kim Jong-un, un bel righello così se lo misurano e capiscono finalmente chi ce l'ha più lungo. Basta anche un righello piccolo, eh… metà di quello che ti danno all'Ikea, che è già fin troppo".
Immediati i commenti degli utenti che su Twitter contestano Littizzetto di aver "messo sullo stesso piano invasori, criminali di guerra e chi difende un paese invaso". "Che schifo mettere sullo stesso piano il capomafia russo con chi si sta solo difendendo", scrive un utente. "Stavolta Littizzetto ha inciampato equiparando Zelensky ai veri bulli internazionali", concorda un altro. "Che vergogna, Littizzetto. Il primo ministro di una nazione stuprata paragonato al dittatore dell'impero stupratore", si legge in un altro post.