Italia, Savona e Comuzzo: “Viviamo un sogno”. Rovella: “Un orgoglio essere qui”
I tre esordienti hanno parlato in conferenza stampa
Tutto in sette giorni. Prosegue a Coverciano il raduno della Nazionale, attesa oggi dalla seconda seduta di allenamento in vista delle gare con Belgio e Francia. Sull’asse Bruxelles-Milano si deciderà in questa settimana il futuro dell’Italia, a cui bastaun punto per conquistare la qualificazionearitmetica ai quarti di finale di Nations League. E a proposito di futuro i protagonisti della conferenza stampa odierna sono stati Pietro Comuzzo e Nicolò Savona, che insieme a Nicolò Rovella hanno varcato per la prima volta domenica sera il cancello del Centro Tecnico Coverciano.
Tre convocazioni più che meritate, frutto dell’ottimo rendimento in questa prima fase della stagione. Una conferma delle attenzioni che Spalletti riserva ai giovani, chiamati a dimostrare anche in maglia azzurra quella personalità che gli ha permesso di ritagliarsi un posto da titolare con i rispettivi club. “Quando un bambino inizia a giocare a calcio e vede la Nazionale in tv, il sogno è essere lì", ha detto Comuzzo in conferenza stampa, "questo è il sogno più grande che potessi raggiungere, per me l’Inno di Mameli è il più bello del mondo". Un pensiero condiviso anche da Savona: "Essere convocati in azzurro è un sogno che si realizza. Qui ci sono tanti campioni, cercherò di prendere spunto da ognuno di loro".
Comuzzo: "Palladino mi fa migliorare"
Nato a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, cresciuto nei vivai di Udinese e Pordenone, nel 2018 Comuzzo è passato al settore giovanile della Fiorentina, facendo tutta la trafila e arrivando nell’ottobre 2023 ad esordire prima in Serie A e poi in Conference League sotto la guida di Vincenzo Italiano. A inizio stagione Raffaele Palladino ha deciso di puntare su di lui affidandogli una maglia da titolare, una scommessa che domenica dopo domenica sta dando ragione al nuovo tecnico viola: “Palladino mi dà tanti consigli per farmi migliorare, soprattutto nella fase d'impostazione. L’obiettivo della Fiorentina è lavorare per rimanere in alto, la nostra forza è il gruppo e meritiamo la classifica che abbiamo. Ma ora penso a godermi il più possibile questi giorni in azzurro".
Diligente e ordinato in campo, più maturo dei suoi 19 anni, si ispira a Giorgio Chiellini e Virgil van Dijk. A qualcuno ricorda un altro Pietro: “Il paragone con Vierchowod? Mi sento a mio agio nella marcatura, il duello mi esalta. Non voglio però limitarmi solo alla marcatura, ma migliorarmi anche in fase di costruzione prendendo a esempio difensori come Bastoni e Calafiori". Soprannominato ‘soldato’, sembra destinato a scalare le gerarchie. Ieri in conferenza stampa Spalletti ha esaltato la sua capacità di restare concentrato per novanta minuti: “È una mia qualità, per come sono stato educato è una cosa su cui punto molto. Quando si va in campo è la testa a fare la differenza, per un difensore ancora di più".
Anche in Nazionale sta bruciando le tappe visto che non più tardi di un mese fa Carmine Nunziata lo aveva convocato per la prima volta in Under 21: “Questo gruppo è fantastico, un gruppo di giovani. Faremo di tutto per fare bene. Se devo scegliere quale delle due prossime partite giocare dico quella con la Francia, perché è in Italia e in uno stadio come San Siro. Quale avversario vorrei sfidare? Chi capita, in Belgio con Lukaku sarebbe un gran bel test”.
Savona: "Chiellini mi ha detto di rimanere umile"
Entrato all’età di 8 anni nel vivaio bianconero, Savona si è messo in mostra con la Juventus Next Gen convincendo in estate Thiago Motta a fargli fare il grande salto in Serie A. Undici presenze, di cui ben sette da titolare, condite da due gol: è questo il biglietto da visita che lo ha portato in Nazionale, in un gruppo dove ha ritrovato due compagni di reparto come Federico Gatti e Andrea Cambiaso. Come consigliere può contare su un altro difensore che ha fatto le fortune della Juventus e della Nazionale: “Chiellini mi ha detto di continuare a lavorare con umiltà per raggiungere gli obiettivi e di cercare di migliorare giorno dopo giorno".
Spalletti ha sottolineato la sua duttilità, la capacità di giocare sia da esterno sia nella difesa a tre: “Ricoprire diversi ruoli al giorno d'oggi è molto importante. Le mie caratteristiche sono di spinta e di difesa, ma lo scorso anno ho fatto principalmente il terzo di difesa. Posso ricoprire entrambi i ruoli e questa credo sia una cosa a mio vantaggio". Nato ad Aosta, da bambino si divideva tra calcio e sci: “Ho la casa sulle piste, da piccolo ho fatto diverse gare, soprattutto nello slalom. Poi a dieci anni ho dovuto scegliere tra calcio e sci e ho scelto il calcio, anche perché lo sci non mi piaceva particolarmente”. Anche lui come Comuzzo sogna di esordire con la Francia: “Ma se dovessi giocare contro il Belgio mi piacerebbe sfidare Doku”. L’importante è restare con i piedi per terra: “Il difficile deve arrivare, so che devo mantenere la stessa umiltà. Dedizione e costanza sono le qualità con le quali sono arrivato fin qui e non le dovrò mai smarrire. Cercherò di restare così come sono".
Rovella: "Modric il mio idolo, San Siro casa mia"
L’entusiasmante avvio di stagione della Lazio passa dalla regia di Nicolò Rovella, che a un piede educato aggiunge una bella dose di dinamismo: “Saper far tutto è importante nel calcio moderno", ha dichiarato in esclusiva al microfono di Rai Sport, "mi ritengo un giocatore di personalità pur avendo solo 22 anni. Devo però migliorare sotto l’aspetto fisico, ci sto lavorando tanto”. Spalletti ha speso per lui parole d’elogio: “Il mister è uno dei migliori allenatori italiani, essere chiamato da lui è motivo d’orgoglio e spero di ripagarlo in campo”.
Cresciuto nel mito di Modric (“è sempre stato il mio idolo, ma mi piaceva molto anche Marchisio”), domenica potrebbe giocare per la prima volta in Nazionale nello stadio in cui ha esordito in Serie A con la maglia del Genoa: “A San Siro ci sono cresciuto, rappresenta tanto per me. I miei genitori abitavano a cinque minuti di distanza dallo stadio, dopo il debutto in Serie A andai a piedi dal ‘Meazza’ a casa loro”. Sembra passata una vita, ma era solo cinque anni fa.
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Italia, Spalletti: “Bello scegliere tra noi e Sinner....
Il ct azzurro ha parlato della sfida di questa sera contro il Belgio
Manca sempre meno alla partita tra Belgio e Italia, in programma stasera alle 20.45. “Nessun dilemma per stasera tra Sinner e la Nazionale, anzi è bello avere due situazioni piacevoli da poter scegliere. È giusto che ognuno scelga quello che gli fa più piacere, ma sono convinto che tutti quanti cambieranno spesso canale. Quando andremo in campo, proveremo a seguire in qualche modo la sua partita”. Così Luciano Spalletti, ct della Nazionale, intervistato a Bruxelles dall’inviato dello Sport del Gr Rai, sulla scelta che si troverà di fronte il pubblico sportivo tra Sinner e Azzurri, stasera impegnati in contemporanea, "dovremo avere la stessa autodisciplina di Sinner, dobbiamo alzare l’asticella giorno per giorno per raggiungere qualcosa di nuovo come fa lui. Non deve esserci traguardo dentro le nostre menti: perché una volta raggiunto quello che pensiamo sia l’ottimale, poi dobbiamo subito andare a trovare qualcosa di nuovo”.
Uno dei tanti duelli della sfida sarà quello tra Romelu Lukaku e Alessandro Buongiorno, compagni di squadra nel Napoli: “È un vantaggio che Buongiorno lo conosca bene, avrà capito quelle che sono le sue qualità. Lukaku mantiene le stesse caratteristiche anche contro un compagno di squadra, è difficilissimo da spostare. È quasi impossibile vincere i contrasti fisici. Spesso dovremo cercare di anticiparlo, magari con la collaborazione del mediano che dovrà fare un po’ di pulizia prima che arrivi la palla”.
Spalletti ha parlato anche della sua visita al carcere minorile di Nisida e dei tre ragazzi che sono morti a Napoli per colpi d’arma da fuoco: “Come nel calcio, bisogna prevenire e dare informazioni. Chi uccide un ragazzo poi muore anche lui allo stesso tempo. Dopo un gesto del genere, bisogna far conoscere quello che sarà l’incubo di vita che uno andrà a vivere. Rimarrà quel rimorso che ti tartasserà e che non smetterà mai di torturarti dopo il male che hai fatto a un’altra persona”.
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Sci, Lindsey Vonn torna in pista a 40 anni in Coppa del...
La fuoriclasse americana ha annunciato il grande rientro, a quasi sei anni di distanza dalla sua ultima gara
La leggenda torna in pista. Lindsey Vonn, icona dello sci, ci ripensa e mette nel mirino il gran ritorno con Team Usa. Cinque anni dopo il suo ritiro nel 2019, la fuoriclasse della velocità e tre volte medaglia olimpica – con un oro in discesa libera e un bronzo in super-G a Vancouver del 2010 e un bronzo in discesa libera a Pyeongchang 2018 – l’americana, oggi 40enne, punta alla Coppa del Mondo a Beaver Creek. Il 14 dicembre ci sarà la gara di discesa, il 15 il super-G.
Il ritorno di Lindsey Vonn
Medaglie olimpiche a parte, Lindsey Vonn ha fatto la storia dello sci. Quattro volte campionessa generale di Coppa del Mondo, ha conquistato in carriera anche otto medaglie ai Mondiali. Le sue 82 vittorie in Coppa del Mondo hanno rappresentato un record fino al 2023, quando era stata superata da un’altra fuoriclasse come Mikaela Shiffrin (oggi ancora in attività e a quota 97 vittorie). “La dedizione e la passione di Vonn verso lo sci alpino sono fonte di ispirazione e siamo entusiasti di averla di nuovo sulla neve e vedere dove può arrivare da qui" ha spiegato in una nota Sophie Goldschmidt, presidente e Ceo di US Ski & Snowboard.
Lindsey Vonn a Milano Cortina?
L’americana, che in carriera ha affrontato e superato diversi infortuni, con relativi interventi, punta per ora a un ritorno in Coppa del Mondo. È però evidente come - a poco più di un anno da Milano Cortina 2026 – sia verosimile la possibilità di vederla ai Giochi invernali in Italia. Intanto, nelle ultime settimane, Vonn ha condiviso sui social diversi contenuti sui suoi allenamenti in giro per il mondo. Il modo migliore per riprendere confidenza con i suoi tifosi.
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Francia-Israele, allerta massima e 4mila agenti. Ma lo...
Saranno soltanto 20mila gli spettatori, di cui 200 israeliani. In tribuna anche Macron
Parigi si prepara ad ospitare l'attesa (e temuta) partita di Uefa Nations League tra Francia e Israele, che andrà in scena allo Stade de France alle 20.45 di stasera. Al dispiegamento record di forze di polizia nei dintorni dello stadio faranno da contraltare i pochissimi tagliandi staccati a poche ore dall'evento, che vedrà la presenza di circa 20mila spettatori su una capienza potenziale di oltre 80mila. Sono circa 200 i tifosi israeliani attesi nel settore ospiti, mentre in tribuna autorità siederà il presidente francese Emmanuel Macron.
La partita di Uefa Nations League è diventata da bollino rosso dopo le violenze di giovedì scorso fuori dalla Johan Crujiff Arena di Amsterdam, quando i tifosi ospiti del Maccabi Tel Aviv sono stati assaliti da militanti filopalestinesi dopo la partita con l'Ajax. Il capo della polizia di Parigi, Laurent Nuñez, ha reso noto che in occasione della partita di stasera saranno dispiegati 4.000 agenti di pattuglia, di cui 2.500 intorno allo Stade de France, nella quartiere di Saint-Denis, e il resto sui trasporti pubblici e per le vie della capitale. Inoltre, circa 1.600 guardie di sicurezza private saranno in servizio allo stadio e un'unità d'élite della polizia antiterrorismo seguirà la squadra israeliana.
Stadio semi vuoto
Lo stadio parigino, che può contenere 80.000 persone, sarà pieno solo per un quarto. Il governo israeliano ha scoraggiato i propri connazionali dal recarsi all'evento, e si prevede che saranno solo 200 i tifosi nel settore ospiti dello Stade de France. Il Presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che stasera sarà in tribuna ad assistere alla partita in segno di solidarietà agli ebrei europei dopo i fatti di Amsterdam. A lui si uniranno il premier Michel Barnier e gli ex presidenti François Hollande e Nicolas Sarkozy.
Previsti ingenti controlli di identità prima della partita, mentre bar e ristoranti della zona rimarranno chiusi dal pomeriggio. Il partito di estrema sinistra La France insoumise (Lfi) - che si schiera con palestinesi e libanesi nei conflitti con Israele - aveva chiesto l'annullamento della partita, o almeno che il Presidente Macron si rifiutasse di partecipare. “Non vogliamo che il nostro capo di Stato onori un Paese che commette un genocidio”, aveva dichiarato il deputato di Lfi David Guiraud. Ma il ministro degli Interni Bruno Retailleau ha garantito che “la Francia non cede il passo a chi semina odio”, escludendo la possibilità che la partita venga rinviata o annullata.
Francia e Israele, che competono nel girone con Italia e Belgio, si erano già affrontate all'andata, sul campo neutro di Budapest. La vigilia dell'incontro era stata tesa anche allora, poiché Parigi aveva dato il via libera a un evento di “gala” pro-Israele, al quale avrebbe dovuto partecipare il ministro israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich, alla fine apparso solo in videocollegamento. Diverse migliaia di organizzazioni pro-palestinesi e anti-razziste sono scese in piazza per protestare in concomitanza con l'evento, causando scontri in cui la polizia ha dovuto usare gas lacrimogeni per fermare i manifestanti, che avevano preso d'assalto un McDonald's in Boulevard Montmartre.