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Rapporto Confprofessioni: “Professioni rialzano la testa, nel 2023 balzo di 10mila unità”

A trainare il rialzo occupazionale sono i datori di lavoro-professionisti

Rapporto Confprofessioni:

Le libere professioni rialzano la testa, ma devono ancora fare i conti con le debolezze strutturali di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Dopo gli anni della pandemia, che ha inghiottito circa 75 mila liberi professionisti, nel 2023 si registra un balzo di circa 10 mila unità, che nel complesso porta il numero di liberi professionisti a quota un milione e 360 mila unità, pari al 5,8% della forza lavoro e al 27% del lavoro indipendente in Italia. È questa la fotografia più aggiornata del settore professionale che emerge dal IX Rapporto sulle libere professioni in Italia – Anno 2024, curato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, presentato oggi a Roma nella sala plenaria Marco Biagi del Cnel alla presenza del presidente del Cnel, Renato Brunetta, e del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. A confrontarsi sui dati del Rapporto, presentati da Paolo Feltrin, coordinatore dell’Osservatorio sulle libere professioni, sono intervenuti il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, e il presidente dell’Inapp, Natale Forlani.

A trainare il rialzo occupazionale sono i datori di lavoro-professionisti - i più colpiti durante il periodo pandemico - che raggiungono quota 204 mila, grazie al recupero di circa 20 mila unità realizzato nel biennio 2022-2023. Notevole l’incremento della quota femminile, soprattutto nelle regioni meridionali, che nello scorso anno conta circa 133 mila donne in più rispetto al 2010, mentre il numero di uomini è salito di circa 40 mila unità nello stesso periodo.

Un dato che evidenzia un chiaro processo di ribilanciamento di genere all’interno della libera professione. La dinamicità del mercato del lavoro si riflette anche sull’occupazione negli studi professionali. Nel 2023 sono stati creati oltre 62 mila nuovi posti di lavoro, grazie all’aumento dei contratti a tempo indeterminato, che nel 2023 segnano un saldo occupazionale pari a 51.568. La buona intonazione del settore viene confermata inoltre dalla progressione dei redditi tra tutti i gruppi professionali.

Nell’ultimo triennio la maggior crescita dei profitti si registra tra geometri (+62%), medici e odontoiatri (+53,6%, ingegneri (+53%) e architetti (+52,7%). Sulle positive dinamiche occupazionali pesano, tuttavia, diverse criticità che frenano lo slancio del settore professionale, a cominciare dalla continua flessione dei giovani (-13,8%), dovuto in larga misura all’inverno demografico e alla crescente concorrenza del lavoro dipendente, cui si aggiunge il progressivo invecchiamento della popolazione: l’età media dei liberi professionisti passa dei 45,5 anni del 2013 ai 48,2 anni del 2023.

Non a caso sono proprio gli over 55 a registrare l’aumento più sostenuto (+6,1%) tra il 2019 e il 2023. In un contesto caratterizzato da un netto recupero del mercato del lavoro in Italia, con un tasso di occupazione record che alla fine del 2023 su attesta al 61,5%, il lavoro professionale e, più in generale quello indipendente, si scontra con l’occupazione dipendente, che a fine 2023 aveva superato i livelli pre-Covid di circa 700 mila di unità. Le imprese hanno accresciuto il loro appeal, non solo nei confronti dei giovani che si affacciano sul mercato del lavoro ma anche verso una parte di lavoratori indipendenti, che scelgono di passare dalla libera professione al lavoro subordinato.

Negli ultimi quattro anni, dunque, il bilancio del mercato del lavoro indipendente, seppur in crescita rispetto al 2022, è ancora negativo e non arriva a colmare il divario causato dalla pandemia: negli ultimi quattro anni si sono persi circa 223 mila posti di lavoro tra gli indipendenti e i liberi professionisti diminuiscono di 67 mila unità, con una variazione negativa del 5%. Più pesante il bilancio per le partite Iva che segnano un calo di 256 mila posti di lavoro. Le tendenze occupazionali delle professioni in Italia trovano puntuale riscontro a livello europeo.

L’impetuoso balzo in avanti dei liberi professionisti nell’eurozona, si colloca in un contesto caratterizzato da un forte incremento occupazionale generale (il numero degli occupati sale a quasi 16 milioni di unità) e da una netta contrazione della disoccupazione (-5,7 milioni), che ha permesso alle libere professioni di espandersi nel mercato del lavoro europeo. Tra il 2019 e il 2023 sono aumentate del 7,3%, un trend che trova conferma anche nell’ultimo anno con un incremento del 3,8%, sottolineando la crescente incidenza del contributo delle libere professioni alle economie europee.

Al 2023 si contano quasi 6 milioni di liberi professionisti in Europa, dove tre lavoratori su 100 svolgono un lavoro intellettuale. Ancora una volta l’Italia si colloca al vertice della classifica per densità di professionisti, davanti a Germania, Francia e Spagna; ma se fino a qualche anno fa il nostro Paese rappresentava una sorta di “anomalia”, il costante sviluppo trasversale del comparto professionale in Europa rappresenta un pilastro fondamentale di sistemi economico sociali sempre più basati sull’economia della conoscenza, come evidenzia anche la relazione positiva tra Pil pro capite e densità di liberi professionisti nei diversi Paesi Ue.

La seconda sessione dell’evento ha visto al centro dei lavori 'Il ruolo dei liberi professionisti nella sfida dell’AI', con la partecipazione di Francesco Benvenuto, direttore relazioni istituzionali di Cisco Italia; di Francesca Bitondo, direttrice rapporti istituzionali di Microsoft Italia; di Don Andrea Ciucci, segretario coordinatore della Fondazione RenAIssance; di Flavio Ponte, professor di diritto dl lavoro all’Università di Calabria e di Alessandra Santacroce, presidente Fondazione Ibm Italia. Al termine dell’evento il presidente Stella ha firmato il documento 'Rome call for AI Ethics', che impegna Confprofessioni a promuovere e sostenere un approccio etico all’intelligenza artificiale nel mondo delle libere professioni, secondo i principi etici della Rome Call promossi dalla Pontificia Accademia per la Vita e dalla Fondazione RenAIssance.

Secondo Stella "Stiamo assistendo a un evidente riposizionamento delle professioni nel mercato del lavoro e nell’economia del Paese. I segnali di ripresa registrati nell’ultimo anno sono certamente positivi, ma non sono sufficienti a colmare i ritardi accumulati durante la pandemia".

"Il Rapporto sulle libere professioni 2024, giunto quest’anno alla sua nona edizione, ci mette di fronte -ha spiegato Stella- a una realtà in continuo divenire, dove i progressi economici e sociali si scontrano frontalmente con le debolezze strutturali del nostro Paese e anche del nostro settore; un settore che cresce ma senza la spinta propulsiva delle giovani leve. Una fotografia mossa che delinea i contorni della 'grande trasformazione' della società, dell’economia e delle libere professioni, senza però riuscire a mettere a fuoco l’orizzonte delle grandi sfide che abbiamo davanti", ha aggiunto.

"L’inafferrabile velocità della tecnologia digitale, le sempre più mutevoli tendenze del mercato del lavoro e l’instabilità di uno scenario geopolitico sull’orlo del precipizio sono le principali concause che alimentano incertezze e mettono in secondo piano i notevoli progressi realizzati dalle professioni sulla strada della crescita", ha concluso.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Lavoro

Cni: “Giornata nazionale ingegneria della sicurezza,...

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Il ministro Valditara ha espresso apprezzamento per impegno del Consiglio nazionale sulla formazione. Per il ministro Zangrillo dialogo necessario per aumentare livelli sicurezza. Per il sottosegretario Prisco la formazione è lo strumento più efficace per creare una cultura della protezione dagli incendi.

Il presidente del Cni Angelo Domenico Perrini

E’ in corso a Torino la 12sima Giornata nazionale dell’ingegneria della sicurezza, l’evento organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri che quest’anno si avvale della collaborazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. I lavori odierni si tengono presso la fiera Restructura al Lingotto Oval.

La giornata è cominciata con i saluti istituzionali. Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha espresso “apprezzamento per l’impegno del Consiglio nazionale degli ingegneri e dell’Ordine di Torino su tematiche che riguardano l’attività di formazione sulla gestione dei rischi, considerando che la sicurezza nelle scuole è un diritto inalienabile di studenti, docenti, personale e famiglie”. Il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, oltre a sottolineare l’azione del suo ministero in termini di semplificazione per facilitare la sicurezza, ha richiamato la necessità di un “dialogo e confronto tra tutti i soggetti interessati, in modo da favorire una consapevolezza collettiva che è l’unico modo per raggiungere l’obiettivo di aumentare i livelli di sicurezza in ogni ambito”. Emanuele Prisco, sottosegretario all’Interno, ha tenuto a sottolineare il lavoro congiunto col Cni per implementare la sicurezza, soprattutto grazie all’integrazione delle tecnologie più avanzate di cui disponiamo oggi. Inoltre, ha indicato nella formazione lo strumento più efficace per creare una cultura della protezione dagli incendi e, più in generale, ha indicato la necessità di investire nella cultura della prevenzione, in modo che diventi una consapevolezza diffusa.

Dopo i saluti istituzionali, è stata la volta del presidente del Cni Angelo Domenico Perrini: “Questa giornata è ormai diventato un appuntamento annuale atteso da tutti. Il tema centrale è quello di capire come possono le nuove tecnologie contenere il rischio, in particolar modo nei luoghi di lavoro. Noi riteniamo che ulteriori inasprimenti delle sanzioni possano fare poco per ridurre gli incidenti sul lavoro. Serve, invece, una diversa cultura della sicurezza e della prevenzione che va costruita a partire dai banchi di scuola”.

Il vice presidente del Cni, Remo Vaudano, ha sottolineato come la Giornata sia stata un successo sin dalla prima edizione. Inoltre, ha sottolineato l’importante riconoscimento attribuito all’evento, che ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica. Poi ha chiuso così: “La sicurezza è un diritto e un dovere”. A proposito della prima edizione, è intervenuto con i suoi saluti anche l’ex consigliere del Cni e attuale vice presidente della Fondazione Cni Gaetano Fede, promotore e curatore per un decennio della Giornata dell’ingegneria della sicurezza. A fare da padrone di casa il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Giuseppe Ferro, mentre non ha fatto mancare i propri saluti Elena Lovera, presidente di Formedil, che ha sottolineato la collaborazione col Cni, anche attraverso la recente firma di un protocollo d’intesa sulla formazione. Infine, Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, si è espresso così: “La sicurezza è un tema trasversale, riguarda tutte le professioni, in particolare quelle tecniche. E’ per questo che richiede uno sforzo congiunto da parte di tutti noi”.

L’intervento centrale della mattinata è stato quello di Tiziana Petrillo, consigliera del Cni delegata ai temi della sicurezza e della prevenzione incendi, oltre che responsabile dell’evento. “Abbiamo deciso per quest’anno di articolare la Giornata Nazionale dell’Ingegneria della Sicurezza in due differenti appuntamenti – ha detto - consapevoli del fatto che il quadro complessivo in cui si inserisce il tema della Sicurezza risulta oggi molto composito, con linee di intervento differenti, ambiti di studio e di intervento diversi ed una molteplicità di attori con ruoli e competenze differenziate. Il Cni desidera sottolineare la “caratteristica plurale” di quell’ambito di studio e di intervento. Plurale significa composto da elementi e attori diversi che necessitano però di un sistema di governance. Uno degli obiettivi di queste due giornate è proprio quello di iniziare ad acquisire la maggiore consapevolezza che questo sistema oggi necessita di affinare il proprio processo di governance e di muoversi compatto verso un obiettivo principale, ovvero il miglioramento di norme, pratiche, procedure, conoscenze finalizzate ad innalzare il livello di ciò che oggi ricade sotto l’ombrello dell’Ingegneria della sicurezza”.

“L’appuntamento di oggi - ha proseguito - è particolarmente interessante in quanto mira ad illustrare una molteplicità di iniziative tese a trattare il tema dell’ingegneria della Sicurezza sotto molteplici aspetti tecnico-pratici e normativi, soffermandosi sulle principali novità. Ma, al di là di questo, è di particolare importanza l’innovazione culturale. La sicurezza non è solo un semplice elenco di azioni da svolgere ma avere una visione più dinamica ed integrata. Occorre la capacità di leggere ambienti complessi e rispondere con prontezza ai cambiamenti che questa complessità impone. La sicurezza, in una parola, è una mentalità che dobbiamo sforzarci di adottare e la direzione da intraprendere è quella di favorire una cultura della percezione del rischio”.

Nel corso della mattinata è stata presentata, a cura di Gianluca Giagni (GdL Sicurezza del Cni) e Liliana Rivautella (Gruppo Tematico Temporaneo del Gdl Sicurezza del Cni) la manifestazione finale del progetto 'La sicurezza a partire dai banchi di scuola' 2023-24. I vincitori sono risultati, per le prime medie una scuola di Pordenone, per le seconde una scuola di Palermo. E’ stato presentato, inoltre, il 'Quaderno Prevenzione incendi per le attività scolastiche' a cura di Raffaele Sabatino (Inail), Matteo Di Felice (Comitato Centrale tecnico-scientifico per la prevenzione incendi dei VV.F.) e Gianni Biggi (VV.F.). Michele Tritto di Formedil ha approfondito il tema della formazione e della consulenza tecnica per la sicurezza nei cantieri. Andrea Galli (Gdl Sicurezza del Cni) ha presentato le 'Linee guida per la valutazione del rischio degli ordigni bellici inesplosi'. Maurizio Sacchetti (GdL Sicurezza del Cni) ha parlato del tema della documentazione di cantiere, mentre Elisabetta Scaglia (Gdl Sicurezza Cni) e Raffaele De Rosa (GTT del Gdl Sicurezza Cni) hanno approfondito la questione della valutazione del rischio incendio e l’applicazione del DM 3.9.2021. Rita Amelia Grunspan (GdL Sicurezza Cni) ha illustrato le proposte per l’accordo Stato-Regioni sulla formazione. Infine, Daniela Sagarese e Maurizio Costa (GTT del Gdl Sicurezza Cni) hanno approfondito il rapporto della tecnologia e dell’innovazione per la sicurezza.

I lavori, moderati da Guido Razzano (Cni), sono proseguiti nel pomeriggio con la presentazione del Concorso nazionale 'Archivio delle buone pratiche per la salute e sicurezza sul lavoro nei cantieri temporanei e mobili' a cura di Antonio Leonardi (Gdl Sicurezza Cni e Coordinamento Tecnico delle Regioni) e Federico Serri (Gdl Sicurezza Cni e presidente dell’Ordine Ingegneri di Reggio Emilia).

A seguire ci sono stati gli interventi di alcuni rappresentanti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino. Antonio Giangregorio ha trattato la formazione e lo sviluppo della cultura della sicurezza nelle economie emergenti; Massimo Pasquero ha spiegato come gli impianti di produzione idrogeno a zero emissioni stiano diventando i protagonisti della transizione green. Augusto Franzero ha trattato i sistemi di prossimità applicati alla sicurezza sul lavoro. Chiara Amaro si è soffermata sulla nuova frontiera degli impianti sportivi. Fabio Rosito, infine, si è soffermato sulla patente a punti come strumento di qualifica delle imprese. La conclusione dei lavori è stata affidata a Fulvio Giani (vice presidente vicario dell’Ordine degli Ingegneri di Torino e membro del Gdl Sicurezza Cni).

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Lavoro

Design: brand di luxury furniture indiano Diviana sceglie...

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Fondato da Kapil Chopra, sotto la direzione artistica di Marco Corti fonde artigianalità indiana e stile italiano

Design: brand di luxury furniture indiano Diviana sceglie Milano per aprire il primo hub europeo

Capitale indiscussa del design mondiale, Milano accoglie nel cuore del quadrilatero della moda, in via Monte di Pietà 13/1, il lancio internazionale di un nuovo marchio d’arredo destinato a riscuotere un grande successo. Si tratta di Diviana, brand indiano che ha l’ambizione di proporre mobili di lusso che coniugano modernità e tradizione, stile e contemporaneità, superando i confini prestabiliti tra eleganza e innovazione. Una sfida che vede alleati manifattura indiana e design italiano: infatti l’Art director del marchio e autore delle prime due collezioni per l’Europa è Marco Corti, architetto e designer di grande esperienza e fama internazionale. I numeri di Diviana - 900 professionisti appassionati e qualificati in tutto il mondo, un fatturato di circa 15 milioni di euro e un investimento in Italia e in Europa che nel prossimo biennio raggiungerà i 50 milioni di euro - mostrano le dimensioni dell’investimento internazionale in corso da parte del brand indiano.

Fondato nel 2009 da Kapil Chopra, imprenditore visionario con una profonda conoscenza del settore dell’arredo-design, Diviana è un marchio che in pochi anni è cresciuto fino a diventare un simbolo di raffinatezza in tutta l’area Asian e Middle Est. “L’obiettivo di Diviana - spiega Chopra - non è solo quello di partecipare al mercato del lusso, ma stabilire nuovi standard di raffinatezza ed esclusività grazie alla nostra miscela unica di qualità, eleganza e a una vasta gamma di prodotti premium-to-luxury. Noi creiamo mobili che trascendono la mera estetica, infondendo in ogni ambiente un senso di raffinata eleganza e profondità emotiva. Ogni pezzo è meticolosamente progettato per ispirare, elevando spazi ordinari in straordinari santuari di stile e raffinatezza, incarnando l'essenza stessa del vivere moderno".

"Non ci limitiamo a creare mobili - prosegue il Ceo - ma creiamo pezzi che parlano di uno stile di vita definito dall'eleganza, dall'innovazione e dal rifiuto di scendere a compromessi con la qualità. L’azienda è consapevole che il vero lusso consiste nel creare ambienti su misura che riflettano lo stile unico dei clienti e ne elevino lo stile di vita. I nostri clienti sono intenditori di design, individui che cercano non solo la bellezza, ma anche il significato e la distinzione in ogni angolo dei loro spazi".

Per questo motivo, il marchio ha creato un processo di soluzioni personalizzate progettate per soddisfare ogni esigenza e superare le aspettative. Dalla consultazione iniziale all'installazione finale e oltre, ogni fase è ottimizzata per offrire ai clienti un'esperienza di progetto senza soluzione di continuità. Servizi di progettazione e produzione su misura di mobili, fornitura di rivestimenti, armadi e porte, l’azienda offre un pacchetto completo chiavi in mano per creare ambienti unici e sofisticati.

Per il proprio debutto nel Vecchio Continente, Diviana ha scelto Milano e, in particolare, via Monte di Pietà 13/1, in pieno Quadrilatero della moda, cuore pulsante dell’economia meneghina dove arte, moda e design sono protagonisti assoluti. Una location che conferma quel percorso creativo che mette in contatto le tradizioni indiane e il moderno design italiano per dare vita a un hub di sofisticata eleganza. Realizzato su una superficie di circa 220 mq, il progetto di interior design per il primo Flagship Store Diviana ha avuto come obiettivo principale la valorizzazione delle nuove collezioni Sublime e Q Collection entrambe firmate da Marco Corti.

“L’approccio progettuale - sottolinea l’Art director - si è basato sulla creazione di un contesto raffinato e accogliente, pensato per mettere in risalto le qualità distintive degli arredi, grazie all’utilizzo di pannellature murali di vario tipo e lampade decorative accuratamente progettate. L'idea - prosegue Corti - è stata quella di dare vita a un ambiente sobrio ed elegante, dove ogni elemento fosse studiato per esaltare al meglio l’essenza dei prodotti esposti. Texture murali neutre e una pavimentazione armoniosa sono state scelte per creare un equilibrio visivo che permettesse agli arredi di emergere come veri protagonisti dello spazio, trasmettendo un’esperienza sensoriale unica e coinvolgente per il visitatore".

“Stabilire un hub a Milano - conferma Chopra - ci darà l’opportunità di connetterci con i mercati chiave di tutto il continente in modo più efficace, sfruttando i forti legami della città con i settori del design, della moda e del lusso. Una base da cui coordinare i nostri sforzi commerciali, produttivi e di partnership in tutto il Vecchio Continente, assicurandoci di rimanere agili e reattivi alle esigenze del mercato europeo e alle preferenze dei consumatori".

“Milano - rimarca Chopra - è più di una località, è un simbolo di eccellenza globale, nella moda, nella cultura e ovviamente, nel design. Dopo aver considerato altre candidate in ogni lato del pianeta, abbiamo scelto Milano perché incarna lo spirito di eleganza, artigianalità e design lungimirante che definisce Diviana. Questo debutto non è solo un ingresso in Europa, non siamo qui solo per aprire uno showroom, ma per aggiungere la nostra voce alla ricca narrativa del design di questa città, per diventare una parte importante dell'eredità di Milano nel mondo del design.

"Con l’arrivo a Milano, ci proponiamo di trarre ispirazione da questo contesto così dinamico per offrire ai consumatori qualcosa di diverso. La clientela esigente di una città così cosmopolita e l'apprezzamento per l'artigianato di alta qualità si allineano perfettamente con la nostra visione di elevare la scelta dei consumatori attraverso offerte innovative e ponderate", aggiunge.

Le collezioni in anteprima firmate Marco Corti sono Sublime Collection e Q Collection. Definizione pulita, chiara, mai serpeggiante né rigidamente geometrica, morbidezza controllata, mai lasciata all'abbandono caratterizzano Sublime, dove la qualità dei materiali si veste di colori semplici, dettagli sartoriali che non accecano né giocano, ma riposano. L'ambiente della collezione Sublime è infatti un luogo lussuoso e accogliente che favorisce la calma e le voci sommesse di chi comprende l'importanza delle parole e delle relazioni. “Per Sublime - racconta il designer - i miei riferimenti sono l'architettura e gli interni italiani degli anni '20 e '30 del XX secolo, dove i dettagli avevano forti richiami al passato. Questa è la mia collezione, il mio significato di stile, lusso e bellezza amichevole; in una parola il mio stile di vita. Citando Baudelaire, i miei mobili e i miei interni si chiudono con calma, lusso e sensualità”.

La Collezione Q, invece, è una famiglia di arredi con una forte personalità internazionale, il cui concetto si basa su tre qualità: moderno, minimale e sofisticatezza. Forme morbide e colori cipria caratterizzano tutti i pezzi, creando un ambiente in cui ognuno contribuisce a raccontare un'identità unica. Queste caratteristiche distintive diventano il motore della realizzazione di ogni singolo articolo, infatti la collezione è pensata per creare un linguaggio contemporaneo nell'atmosfera domestica.

“La nostra aspirazione - dice Corti - è quella di progettare una collezione ricca, solida e completa, che si distingua sia per il design che per la qualità, e che proietti in modo coerente il nostro valore e la nostra visione dell'abitare contemporaneo, affinché tutti possano condividerla. A 'moderno, minimale e sofisticato' potremmo aggiungere anche 'rigore, semplicità e lusso'. Infatti, tutti i singoli elementi della collezione sono stati progettati con linee pulite, sensazione di equilibrio e attenzione alla qualità”. Ogni singolo particolare è stato curato al dettaglio, dalle forme morbide alla scelta di texture e colori tenui. Il mondo della Collezione Q si esprime non solo attraverso i singoli pezzi, ma anche nella capacità di trasformarla in uno 'stile di vita' in ogni ambiente e in ogni contesto interno.

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Lavoro

Olimpia Splendid, con Unico economia circolare e produzione...

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Francesco Saccone: "Elettrificare, efficientare e decarbonizzare sono le parole chiave del piano europeo per il Green Deal, ma anche del nostro piano di crescita"

Francesco Saccone, r&d manager e consigliere con delega alle Esg di Olimpia Splendid

L'economia circolare a misura di climatizzatore. E' il caso della strategia aziendale messa in atto da Olimpia Splendid, azienda italiana che, da quasi 70 anni, progetta, produce e commercializza tecnologie per climatizzare, riscaldare e trattare l’aria di casa. "L'economia - dice all'Adnkronos/Labitalia Francesco Saccone, r&d manager e consigliere con delega alle Esg di Olimpia Splendid - diventa circolare quando iniziamo a pensare all'intero ciclo di vita del prodotto. Sebbene i life cycle assessment abbiano evidenziato come l'impatto ambientale di un climatizzatore dipenda in gran parte dal consumo energetico, e quindi dalla fase di utilizzo, lavorare sull'efficienza tecnologica dei prodotti non può essere l'unico driver di sviluppo per noi produttori".

"La progettazione per la riparabilità e la disassemblabilità - spiega -allungano la vita utile del prodotto e semplificano la trasformazione del rifiuto in una risorsa, attraverso il recupero e la rigenerazione. Un tema che in Olimpia Splendid abbiamo a cuore da quasi 20 anni, ovvero da quando abbiamo contribuito alla fondazione dei consorzi Ecoped e Ridomus".

"La nostra gamma di climatizzatori Unico - dice - si è ulteriormente innovata introducendo per alcuni suoi componenti, estetici e non, la plastica 100% riciclata post-consumo. Da tempo - fa notare - eravamo alla ricerca di polimeri termoplastici provenienti dalla filiera del riciclo, da inserire nelle nostre linee di produzione. Individuare una materia prima secondaria con caratteristiche simili a quelle della plastica vergine, dal punto di vista sia tecnico sia estetico, sembrava però impossibile. Grazie alla collaborazione con Safe e all’incontro con Stena recycling siamo però riusciti a trovare un polimero post-consumo di elevata qualità, frutto di tecnologie di separazione avanzate. L'abbiamo quindi utilizzato per la produzione di alcune componenti interne sul prodotto e abbiamo iniziato ad introdurlo anche su piccole porzioni estetiche, dove il tema è ancora più complesso perché tocca la sfera estetica del prodotto".

"La plastica - afferma - è una materia prima importante per il mondo della climatizzazione: i prodotti si distinguono anche per finitura estetica e la plastica è riconosciuta come materiale ideale per il mondo del design. In questo scenario è quindi fondamentale per noi adottare e valorizzare tutti quei comportamenti virtuosi che permettono di ridurne l’impatto ambientale e di alimentare un’economia circolare. Essere tra le prime aziende del nostro settore a introdurre plastica riciclata post-consumo è sicuramente motivo di orgoglio".

"La sostenibilità - rimarca Francesco Saccone - è uno dei nostri 3 drivers di sviluppo industriale, insieme all'innovazione e alla presenza internazionale. Elettrificare, efficientare e decarbonizzare sono le parole chiave del piano europeo per il Green Deal, ma anche del nostro piano di crescita. Nell'ultimo anno abbiamo dato vita a collaborazioni strategiche che ci permetteranno di essere ancora più incisivi rispetto agli obiettivi dell'Agenda Onu 2030".

"E - ricorda - abbiamo raggiunto importanti risultati anche per noi stessi: il nostro polo produttivo è stato interamente convertito a energia elettrica rinnovabile, attraverso l'auto-produzione e l'acquisto da enti certificati e abbiamo ridotto del 17% le emissioni di gas a effetto serra rispetto al 2019 (nostra base di partenza). Obiettivo: raggiungere la completa neutralità climatica entro il 2040".

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