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Aumentare le coperture vaccinali: il Veneto punta sul territorio per raggiungere il domicilio dei pazienti fragili e non autosufficienti

Cittadinanzattiva Veneto: “Per un’offerta equa e uniforme sul territorio regionale, margini di miglioramento con la proposta alla vaccinazione da parte degli specialisti, la vaccinazione intraospedaliera e in un setting domiciliare”. Intanto nelle varie realtà sanitarie locali urbane e montane proposte e progetti virtuosi per arrivare al domicilio del “paziente fragile”.

Padova, 13 novembre 2024–L’80% delle persone si sottoporrebbe alla vaccinazione, ma i problemi nascono quando il tema è la comunicazione, quando cioè si devono informare i cittadini sulle opportunità del vaccino. E’ il dato principale che emerge dall’indagine civica sull’Herpes Zoster (noto anche come Fuoco di Sant’Antonio) condotta da Cittadinanzattiva Veneto, a maggio e giugno di quest’anno, per comprendere “quanto ne sanno” i cittadini veneti sull’Herpes zoster, il loro grado di conoscenza dell’esistenza di un programma vaccinale regionale, dell’esistenza del vaccino in grado di prevenire la malattia, quali difficoltà si incontrano nel sistema sanitario regionale, quale livello di proattività c’è da parte degli specialisti e dei medici di famiglia nel portare avanti le campagne vaccinali. I dati dicono che solo nel 4% dei casi la vaccinazione è proposta dal medico di famiglia, solo nel 10% dagli specialisti; in pochi casi (5%) il cittadino ha ricevuto una lettera o una convocazione da parte dei servizi di Igiene Pubblica per sottoporsi alla vaccinazione e il cittadino non sa che la vaccinazione è gratuita anche per chi ha meno di 65 anni. Altro punto critico, il luogo dove vaccinarsi: le persone preferirebbero farsi vaccinare presso gli studi di medici di famiglia e specialisti, gli stessi che però stentano a proporre la vaccinazione.

La Regione Veneto rappresenta un’eccellenza e un punto di riferimento nazionale per la chiamata vaccinale di coorte, ma molto c’è ancora da fare sull’estensione della copertura a tutte le categorie di cittadini considerati fragili. Sulle azioni da mettere in campo si sono confrontati gli esperti del Veneto durante l’evento organizzato da Motore Sanità dal titolo“Innovazione organizzativa nella declinazione regionale del PNPV.Per una Regione Veneto sempre più benchmark sulle coperture vaccinali”.

La survey di Cittadinanzattiva Veneto sull’Herpes Zoster e le proposte

Hanno risposto all’indagine civica di Cittadinanzattiva Veneto 629 cittadini, di cui 38 in assistenza domiciliare integrata (24 della AULSS7 e 14 della AULSS8 della provincia di Vicenza). Dei 629 cittadini, l’81,4% è un “paziente fragile”, il 71,2% sono ultra 65 enni, il 28,8% hanno tra i 18 e 49 anni. La quasi totalità dei cittadini (98%) è a conoscenza del Fuoco di San’Antonio, ne ha sentito parlare ed è a conoscenza di quali siano i principali sintomi; inoltre sa che esiste un vaccino per l’Herpes Zoster (il 94,3%). I cittadini/pazienti fragili sono sufficientemente consapevoli che la loro condizione li espone ad un rischio maggiore di contrarre l’Herpes Zoster (60,8%), tuttavia il 39,2% è ignaro del rischio che corre di contrarre il virus in rapporto al proprio stato di salute. 

Secondo Cittadinanzattiva Veneto, per garantire un’offerta equa e uniforme su tutto il territorio regionale si segnalano margini di miglioramento attraverso la proposta della vaccinazione da parte degli specialisti (igienisti dell’ASL compresi), la vaccinazione intraospedaliera e la vaccinazione in un setting domiciliare;in particolare è richiesta un’attenzione maggiore per i pazienti in assistenza domiciliare integrata (ADI), che oltre ad essere clinicamente fragili, sono anche non autosufficienti e di conseguenza hanno scarso accesso, di prima mano, alle informazioni e alla somministrazione del vaccino.“Abbiamo bisogno di una coerente e precisa comunicazione che faccia conoscere i vantaggi della vaccinazione e i luoghi deputati a farla, solo così riusciremo davvero ad incidere sulle scelte dei cittadini” si è appellato Lorenzo Mattia Signori, Segretario regionale di Cittadinanzattiva Veneto. “ Il nostro auspicio è promuovere una medicina attiva per tutte le vaccinazioni”.

Ecco le proposte di Cittandinazattiva Veneto:

Permettere al medico di medicina generale, essendo il punto di riferimento del paziente fragile e conoscendo la sua storia clinica, di vaccinare quest’ultimo in tutte le 9 AULSS;

Supportare la creazione di percorsi vaccinali nel setting domiciliare a vantaggio dei cittadini non autosufficienti, anche attraverso il coinvolgimento di medici di medicina generale e/o di altri operatori sanitari quali gli infermieri di Famiglia;

Effettuare campagne di informazione rivolte alla popolazione veneta attraverso i media locali;

Sensibilizzare gli specialisti e le reti di patologia a promuovere sempre l’importanza della vaccinazione e laddove è possibile, coinvolgerli nella somministrazione dei vaccini;

Implementare ed estendere, a tutte le vaccinazioni per il paziente adulto fragile, i sistemi di monitoraggio delle coperture tanto a livello regionale quanto in ogni AULSS così come è stato fatto durante il periodo della pandemia Covid-19.

Il ruolo della medicina generale, tra progetti e nuove sfide

Mariateresa Gallea, medico di medicina generale ULSS6, ha sottolineato il ruolo storico della medicina generale in Veneto nelle campagne vaccinali stagionali anti-influenzali e l’importante contributo nella vaccinazione anti-Covid-19 negli ultimi anni. “Ricevo con piacere gli esiti della survey di Cittadinanzattiva Veneto che riporta come i cittadini pensino prioritariamente al medico di medicina generale come professionista per le vaccinazioni. È la concretizzazione del rapporto di fiducia che ci unisce e ci caratterizza da sempre. Il contributo della medicina generale non si misura solo con il numero di somministrazioni effettuate, ma va considerata anche l’intensa attività di counseling che quotidianamente si svolge all’interno dei nostri studi”.

Nell’ULSS6 nell’ultimo anno la medicina generale ha dimostrato la disponibilità e la capacità di estendere l’offerta vaccinale nel territorio, offrendo la vaccinazione anti-pneumococco in forma destagionalizzata ai pazienti con patologie croniche e/o over 65. Grazie ad un accordo con la Direzione dell’ULSS6 e la proficua collaborazione con il Dipartimento di prevenzione, in dieci mesi, tra la fine del 2023 e la prima metà del 2024, sono stati somministrati 3.850 vaccini anti-pneumococco. “Questo progetto, ancora in corso – conclude la dottoressa Gallea auspicando un coinvolgimento del medico di medicina generale nella vaccinazione del paziente non deambulabile a domicilio -, è un esempio di come la collaborazione, il dialogo e la pianificazione di modelli condivisi possano portare a grandi opportunità per i nostri cittadini. Auspichiamo che presto si possano creare collaborazioni anche per altre vaccinazioni, prima fra tutte quella contro l’Herpes Zoster, e che le sperimentazioni locali che hanno avuto successo possano estendersi in modo uniforme in tutta la Regione Veneto”.

Esperienze a confronto e scenari futuri nelle città e comunità montane

Secondo Luca Sbrogiò, direttore Dipartimento di prevenzione ULSS6 Euganea,Regione del Veneto e Presidente S.I.t.I Triveneto, che ha illustrato la realtà sanitaria padovana, sottolineano la grande ricchezza di offerta assistenziale in cui il paziente fragile può essere raggiunto in diversi setting, ospedalieri e territoriali, “l'autonomia professionale del personale vaccinatore, l'ingresso di nuovi protagonisti sanitari quale l'infermiere di comunità, l'operatività delle nuove case della salute e lo sviluppo delle farmacie dei servizi daranno un ulteriore fondamentale contributo nel rendere più facile esercitare il diritto alla vaccinazione da parte di tutti”.

Intanto, il personale che ha in cura il paziente in ospedale già somministra a target specifici le vaccinazioni raccomandate (pazienti con Hiv, dializzati, per esempio). Si può proseguire con l'identificazione di ulteriori contesti organizzativi ospedalieri per alcune categorie di pazienti, affrontando la maggior parte delle attività vaccinali nel territorio, in particolare negli ambulatori dedicati del Servizio Igiene e Sanità Pubblica e dal medico di medicina generale e pediatri di libera scelta, in collaborazione con farmacie dei servizi e Rsa per le vaccinazioni stagionali. “Più che una possibilità, è un obbligo attivare tutte le opzioni disponibili per vaccinare – ha rimarcato il direttore Sbrogiò -. I vaccini raccomandati per i numerosissimi pazienti ad aumentato rischio (circa 300.000 con almeno una esenzione per patologia nel padovano) sono molti, a volte con più dosi, e per assolvere ad un compito così ampio servono molte forze ben coordinate tra loro”.

Secondo Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 1 Dolomiti – azienda sanitaria che serve una popolazione di circa 200.000 abitanti (1/25 circa della popolazione del Veneto), residente su un territorio molto vasto, prevalentemente montano, pari a 1/5 della superficie del Veneto - “è fondamentale far crescere la cultura vaccinale nelle categorie professionali impegnate nell'assistenza territoriale e domiciliare (medici di organizzazione dei servizi sanitari di base, medici di comunità, geriatri e internisti operanti nel territorio, infermieri domiciliari, assistenti sanitari, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta). Di particolare interesse potrebbe essere lo sviluppo quantitativo e qualitativo della figura dell'infermiere di famiglia e di comunità, nuova figura potenzialmente in grado di irrobustire l'assistenza sanitaria al paziente fragile a domicilio con le proposte "preventive" a suo favore, vaccinazioni incluse”.

Parlando di offerta vaccinale a favore dei soggetti "fragili" (offerta che richiede un percorso di valutazione "specialistica"), “si tratta di contemperare le esigenze di "centralizzazione" ambulatoriale con la necessità di garantire la vaccinazione a soggetti residenti in contesti periferici. Il punto di sintesi, che verrà gradualmente raggiunto - ha osservato il direttore Cinquetti - è rappresentato dall'attivazione di 4 ambulatori specialistici, gestiti dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica, a copertura delle principali 4 aree del territorio provinciale (Bellunese, Feltrino, Agordino e Cadore). A fianco di ciò, dovrà essere implementato il percorso di vaccinazione a domicilio nei soggetti non trasportabili, percorso che necessariamente dovrà vedere come protagonisti i professionisti del territorio (distretti sanitari, medici di famiglia, Infermieri domiciliari)”.

Presso la ULSS 7 gli assistiti considerati fragili sono circa 68.000 (estratti sulla base delle condizioni di esenzione ticket), di questi 21.000 hanno meno di 60 anni.

“L'AULSS7 Pedemontana sta avendo importanti risultati riconosciuti dalla gran parte dei pazienti che vengono seguiti negli ospedali e nel nostro territorio – ha spiegato Antonio Di Caprio, direttore sanitario ULSS 7 -. In questo periodo di cambiamenti e di riorganizzazioni stiamo sviluppando nuovi percorsi ampliando le unità operative da coinvolgere e rafforzando quelli già esistenti con una stretta collaborazione dei professionisti dell'ospedale del Distretto e del Dipartimento di Prevenzione. A livello ospedaliero stiamo lavorando per inserire la vaccinazione direttamente nel PDTA del paziente. A livello territoriale coinvolgeremo i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e la Diabetologia territoriale per la presa in carico vaccinale anche dei pazienti cronici (diabete, BPCO, cardiopatici)”. “La Regione – ha sottolineato il direttore - sta spingendo molto sulla vaccinazione delle persone fragili. La nostra azienda nell'ambito delle indicazioni regionali e della declinazione del PNPV, ha creato dei percorsi dedicati per queste persone mediante un lavoro di rete che coinvolge lo specialista ospedaliero, il personale del SISP, i medici e infermieri territoriali”.

E i dati parlano chiaro: in AULSS7 Pedemontana da ottobre 2023 sono state attivate delle sedute ambulatoriali specifiche all'interno dei presidi ospedalieri, con personale dedicato, che effettua consulenze e vaccinazioni dei pazienti fragili. I reparti ospedalieri possono prenotare direttamente il paziente nelle liste informatizzate dedicate.Nell'ambulatorio viene effettuata una consulenza al paziente che tiene conto delle condizioni cliniche, della situazione vaccinale e delle vaccinazioni previste, viene redatto e iniziato un percorso vaccinale specifico per quella persona.In questa prima fase sono state coinvolte le unità operative che hanno in carico pazienti fragili in quanto immunodepressi per malattia o per terapia assunta.Sono state redatte delle brochure informative rivolte ai pazienti fragili e al personale sanitario.Nel corso di quest'anno sono state effettuate circa 900 consulenze e piani vaccinali. Principalmente sono state somministrate la vaccinazione antipneumococcica, la vaccinazione contro l'Herpes Zoster.

Ufficio stampa Motore Sanità

comunicazione@motoresanita.it

Liliana Carbone - 347 2642114

www.motoresanita.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Immediapress

Da Londra con amore: DineMe è la nuova app d’incontri per...

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Milano, 14 Novembre 2024. Cibo e appuntamenti sono un’accoppiata celebrata da sempre dal grande schermo. Sono tanti gli esempi di cene romantiche che ci hanno fatto innamorare, ma forse è la Disney, con Lilly e il vagabondo, che ci ha regalato una delle scene più iconiche del primo appuntamento al ristorante: chi non ricorda i due cani che, senza accorgersene, finiscono per baciarsi al centro di un piatto di spaghetti e polpette.

Oggi, nell’epoca in cui la cultura "foodie" è più vivace che mai, scattare foto dei piatti perfetti o restare al passo con i nuovi ristoranti in città sono diventati parte del nostro linguaggio e di come ci relazioniamo con gli altri. Chiunque abbia vissuto un momento di convivialità a tavola sa per certo che il cibo è ben più che semplice nutrimento, è un’esperienza, un modo per entrare in sintonia. E se anche una nuova app d’appuntamenti partisse proprio da qui?

Quando il cibo diventa condivisione (non solo social)

Lanciata inizialmente nel Regno Unito, l’idea alla base di DineMe è quella di combinare l’amore per l’enogastronomia con l’opportunità di creare nuove connessioni sociali, dando agli utenti la possibilità di organizzare appuntamenti - rigorosamente offline - di fronte a un buon piatto. Quante volte si rinuncia a provare quel nuovo ristorante in centro o quel bar famoso dall’altra parte della città solo perché non si ha nessuno con i nostri stessi gusti per andare.

In questo senso, rispetto alle tradizionali piattaforme d’incontri, la dating app DineMe si propone come soluzione per incontrare nuove persone mentre, uniti dalla passione per la cucina, si passa del tempo insieme nel mondo reale, per uno scambio più coinvolgente e meno superficiale.

Come funziona DineMe, la nuova app per chi è stanco dei soliti appuntamenti

Il funzionamento di DineMe è semplice ma originale: gli utenti scelgono una “dine” - il nome per l’esperienza culinaria in piattaforma - in base alle proprie preferenze, dal tipo di cucina, all’orario, fino ai dettagli di chi si occuperà del conto. L’utente che crea il “dine” avrà, infatti, la possibilità di decidere se offrire o dividere il conto in parti uguali, evitando il tipico imbarazzo che emerge alla fine della cena.

In questo modo l’app, non solo facilita gli incontri, ma permette anche di personalizzarli a tal punto da rendere ognuno un’occasione unica. A prescindere dal fatto che magari, seppur lo si spera, si troverà l’anima gemella. L’intento è di creare un contesto rilassato, in cui il cibo e la conversazione guidino la serata, senza pressioni o aspettative eccessive. Ogni “dine” offre così l’opportunità di vivere un appuntamento diverso, dove conta davvero il piacere di stare insieme.

Perché DineMe può essere la scelta giusta per conoscere nuove persone

A differenza di altri social dove l’immagine è tutto, DineMe mette al centro gusti e passioni comuni tra i criteri di scelta, offrendo un’interazione più autentica. Invece di concentrarsi sull’aspetto fisico o sulla professione, la piattaforma richiede solo tre foto, la località, una lista di interessi e una breve bio da personalizzare. Questo approccio, che potrebbe sembrare banale, è invece molto apprezzato da chi è stanco delle dinamiche superficiali tipiche delle app di appuntamenti e cerca esperienze più vere per sfuggire alla cosiddetta "swipe fatigue”, ovvero quella frustrazione legata agli incontri deludenti o ai match mancati.

In un mondo sempre più digitale, dove la prima impressione è tutto, DineMe offre un’opzione che guarda alla sostanza. D’altronde, l’amore per il cibo ha un modo unico di far emergere le nostre caratteristiche e le nostre passioni, e per chi è in cerca di qualcosa di diverso dal solito è difficile immaginare un modo migliore per iniziare una nuova conoscenza.

Per maggiori informazioni

Sito web: https://www.dineme.net/it/

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Immediapress

Manovra/ Collatina (Egualia): «Via dal Ddl misure che...

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Le richieste delle aziende dei farmaci fuori brevetto alla vigilia dell’avvio dell’esame delle proposte emendative in Commissione Bilancio alla Camera

Roma, 14 novembre 2024 – «Alla vigilia dell’avvio dell’esame in commissione Bilancio della Camera degli emendamenti presentati alla Legge di Bilancio 2025 non possiamo non ribadire con forza la necessità di una profonda revisione delle misure previste nel DDL presentato al capitolo della farmaceutica, a partire dalla cancellazione della misura contenuta nell’art. 57, relativa alla revisione delle quote di spettanza sui prezzi delle industrie a vantaggio della distribuzione intermedia e individuando un percorso per abrogare il payback 1,83 % sulla spesa convenzionata versato alle Regioni».

Questo l’appello di Stefano Collatina, Presidente di EGUALIA (associazione dei produttori di equivalenti biosimilari e value added medicines) alla vigilia dell’avvio dell’esame delle proposte emendative in Commissione Bilancio alla Camera.

«Qualsiasi altro tentativo di rimodulazione delle quote di spettanza sui farmaci di fascia A – spiega Collatina - si tradurrebbe in un “attacco” alla sostenibilità della produzione industriale del settore alimentando inevitabilmente i rischi di carenze e indisponibilità di medicinali essenziali in particolare per le terapie croniche utilizzati ogni giorno da migliaia di pazienti».

«Altrettanto inaccettabile e rischioso – prosegue - risulterebbe il progetto, ipotizzato in alcune ipotesi emendative, di redistribuire il tetto complessivo della farmaceutica pari al 15,3% del Fondo sanitario nazionale riducendo il tetto della convenzionata (dal 6,9% al 6,3%) a vantaggio della spesa per acquisti diretti (dall’8,3%5 all’8,9%) che avrebbe come effetto quello di annullare qualsiasi spazio di possibile intervento sul livello di rimborso per i farmaci fuori brevetto più a rischio di carenza, più volte sollecitata dalle imprese. La strada è un’altra: aumentare il complesso delle risorse della farmaceutica sul FSN, perché è la spesa ad essere sottofinanziata».

«Ci auguriamo invece – conclude il presidente di Egualia - che possa essere definitivamente introdotto nel nostro ordinamento il meccanismo dell’accordo quadro nelle procedura di gara per i farmaci fuori brevetto in ospedale, antidoto indispensabile alla ricorrente fuga della imprese dalle gare ospedaliere».

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa Egualia

Sara Todaro

Mob. +39 348 9009082

sara.todaro@egualia.it

www.egualia.it

EGUALIA (già Assogenerici) è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Italia. L’associazione, fondata nel 1993, rappresenta oggi più di cinquanta tra imprese multinazionali e aziende italiane dislocate su tutto il territorio nazionale, per un totale di 10mila occupati e quasi 40 siti produttivi. In ambito europeo, EGUALIA è membro di Medicines for Europe (già EGA), la voce delle industrie produttrici di farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Europa che rappresenta 350 siti produttivi e di ricerca con un totale di 160mila addetti.

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Alessandro Gherardotti “L’agente di commercio:...

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Alessandro Gherardotti

Il noto esperto di reti commerciali svela il segreto per una brillante carriera nel mondo delle vendite.

Milano, 14 novembre 2024. Alessandro Gherardotti, National Sales Recruiter di Pagine Si! S.p.A, figura di spicco nel panorama italiano della creazione di reti commerciali, ha recentemente sottolineato l'importanza fondamentale del ruolo dell'agente di commercio nel percorso di crescita professionale.

"L'agente di commercio è molto più di un semplice venditore - afferma Alessandro Gherardotti- È un vero e proprio imprenditore individuale all'interno di un'azienda, con un'autonomia e una responsabilità che lo mettono alla prova ogni giorno. Questa esperienza unica è un trampolino di lancio eccezionale per chi ambisce a ricoprire ruoli di maggiore responsabilità nel mondo delle vendite."

Secondo l'esperto, il lavoro dell'agente di commercio offre una serie di vantaggi unici.

Lo sviluppo di competenze trasversali: gli agenti di commercio acquisiscono competenze in ambito commerciale, relazionale, negoziale e di gestione del tempo, tutte fondamentali per una carriera di successo.

Autonomia e responsabilità: l'agente di commercio è padrone del proprio tempo e delle proprie azioni, sviluppando così un forte senso di responsabilità e iniziativa.

Visione a 360 gradi del business: essendo a diretto contatto con i clienti, gli agenti di commercio acquisiscono una profonda conoscenza del mercato e delle dinamiche competitive.

Rete di contatti: gli agenti di commercio costruiscono una rete di relazioni professionali che può rivelarsi preziosa per tutta la carriera.

"Tutti i più bravi direttori vendite e direttori commerciali che conosco hanno un passato da agenti di commercio - continua Alessandro Gherardotti- Questo perché l'esperienza sul campo è insostituibile per comprendere a fondo le esigenze dei clienti e le dinamiche di mercato. Chi ha lavorato come agente di commercio ha una marcia in più."

"Non è solo un lavoro, è una scuola di vita che ti prepara per ruoli di maggiore responsabilità e leadership," sottolinea. La sua visione è chiara: il futuro delle carriere manageriali commerciali passa attraverso l'esperienza diretta e pratica che solo il ruolo di agente di commercio può offrire.

L'esperto si rivolge ai giovani, invitandoli a considerare l'agente di commercio come un'opportunità per lanciarsi in una carriera stimolante e gratificante. "Se siete ambiziosi, determinati e avete una forte passione per le vendite, l'agente di commercio è il percorso giusto per voi. – assicura Gherardotti- Non abbiate paura di mettervi in gioco e di affrontare nuove sfide."

Parole che confermano l'importanza strategica del ruolo dell'agente di commercio nel mondo del business. Chi decide di intraprendere questo percorso si apre le porte a un futuro ricco di opportunità e soddisfazioni.

In un'epoca in cui le opportunità di lavoro sono molteplici e spesso confuse, il consiglio dell’esperto risuona come una guida preziosa per chiunque voglia costruire una carriera solida e di successo nel mondo delle imprese.

http://www.paginesispa.it

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