Alexia torna alla dance e sogna Sanremo: “Ho proposto 2 brani”
L'artista, con oltre 5 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, esce con il nuovo singolo 'I Feel Feelings'
Dopo oltre 20 anni Alexia, icona della musica dance anni '90, torna con un nuovo singolo in inglese, ‘I Feel Feelings’ (Garbo Dischi/Daylite Records), scritto dai Dragonette, band canadese di musica elettronica e synthpop. E l’artista italiana, dopo aver venduto più di 5 milioni di dischi in tutto il mondo, sogna anche di tornare sul palco di Sanremo: "Mi piacerebbe. Ho proposto due brani, ma siamo in tantissimi a farlo, quindi è molto difficile". Il brano, in uscita domani, segna una nuova fase della sua carriera, un ritorno alle origini dance con una rinnovata maturità artistica. "C'è stato un percorso che è durato un po' di anni”, confessa Alexia. “Nel 2020, quando ho pubblicato un disco di Natale con le canzoni in inglese, ho risentito il desiderio tornare con un inedito in inglese e questo brano mi ha fatto ripensare alla me di vent'anni fa”.
E poi l'esperienza di un tour estivo, in cui ha ripercorso i suoi successi degli anni '90 e le sue origini musicali, ha rafforzato la sua identità artistica e la consapevolezza del suo percorso. Ha ritrovato le stesse emozioni di un tempo, ma con la maturità e la capacità di gestire le difficoltà che l'età e l'esperienza le hanno donato. Il brano è un inno alla vulnerabilità e alla sincerità, rivolto soprattutto ai giovani. "Con un approccio sempre energico, positivo e solare, c'è la volontà di raccontare che oggi più che mai è importante saper vivere le proprie emozioni, nel bene e nel male, saperle riconoscere, dargli un nome. Oggi purtroppo siamo schiavi di una società che ci chiede di essere perfetti e questo a volte, soprattutto tra i giovani, preclude un po' di fiducia”.
Rispetto a vent'anni fa, quando sul palco sentiva la competizione e il bisogno di dimostrare il proprio talento, oggi sente l'affetto del pubblico e il riconoscimento per i sogni che ha regalato. "Voglio condividere la mia esperienza, insegnare che si possono superare gli ostacoli, anche attraverso gli errori. Prima eravamo più ingenui, oggi la musica deve veicolare messaggi". La scelta dell'inglese non è un limite per Alexia, che pur avendo partecipato a Sanremo con brani in italiano, ha sempre sentito una maggiore affinità con questa lingua. “Ho avuto dei momenti in cui non mi sentivo proprio a mio agio col mercato discografico italiano e allora ho preferito stare in silenzio. Mi sono messa in stand by e ho aspettato il momento giusto”.
Un consiglio ai giovani artisti? “Parlare apertamente delle proprie emozioni, della fragilità e delle difficoltà che si incontrano in questo percorso. Questo mestiere va vissuto in modo distaccato, ma nello stesso tempo dobbiamo avere anche il coraggio di buttarci con il paracadute". Oggi i giovani artisti “partono già da una presentazione eccezionale, vengono già confezionati all'interno di un format e questo può destabilizzare. Noi, invece, abbiamo preso tante randellate nei denti. Al primo tour del 1995, io avevo un vestito e un solo taglio di capelli. Oggi invece un artista è seguito da stylist, parrucchiere, truccatore, coreografo e anche motivatore”.
Alexia parla anche della nostalgia per gli anni '90, definendola “voglia di riprovare la bellezza dello stare insieme". Ricorda le discoteche affollate, la musica come momento di aggregazione, un periodo di maggiore spensieratezza e un futuro che, pur con impegno e determinazione, era meno incerto di quello odierno.
L'artista ha già in cantiere nuovi brani e non esclude di tornare a cantare in italiano: “Se arriva l'occasione giusta, è chiaro che non mi tiro indietro”. E chissà che l'occasione non sia proprio il Festival di Sanremo: “Ci sono stata 4 volte ma cinque sarebbe un numero più bello, come le punte di una stella. È un palcoscenico dove la bravura fa la differenza e il pubblico sarebbe felice di rivedermi". Infine, autotune: sì o no? “Per chi è intonato cantare con l’autotune è impossibile. Al massimo si può aggiunge in post produzione ma io quando canto dal vivo non lo voglio nemmeno vedere”. di Loredana Errico
Spettacolo
“Afragola Film Festival 2024” IV Edizione da Oscar, atteso...
Presentazione dell’evento13 Novembre 2024 ore 11,00
Municipio di Afragola – Sala Moriani
Si terrà mercoledì 13 Novembre alle ore 11,00 presso il Municipio di Afragola nella Sala Moriani la conferenza stampa di presentazione del programma completo che caratterizzerà la ricca e sorprendete IV Edizione de Afragola Film Festival: “Al di là della visione – Film Festival di Architettura e Design di Afragola. Fervono i preparativi dell’evento che si svolgerà dal 20 al 23 Novembre 2024, confermandosi un appuntamento esclusivo per il cinema e per l’arte a tutto tondo.
Parteciperanno alla conferenza stampa:
Dott. Antonio Pannone, Sindaco di Afragola;
Valerio Caprara, Direttore Artistico de “Afragola Film Festival”;
Gianluigi Osteri e Sebastiano Paciello Ideatori ed Organizzatori dell’evento.
Annunciati i primi nomi ufficiali che impreziosiranno le giornate del Festival: Matteo Garrone, Regista e Vincitore di prestigiosi premi e Candidato all’Oscar con “Io Capitano”,
a lui sarà dedicato l’evento serale del 22 Novembre;
Isabella Ferrari, madrina d’eccezione della “Serata di Gala” prevista per 23 Novembre;
e inoltre grandi protagonisti della storia del cinema:
Lino Banfi, Barbora Bobuľová e Donatella Finocchiaro.
Anche questo anno molti i riconoscimenti in programma:
Premio Speciale dell’Architettura ad Alvaro Siza,
Premio Speciale per il Design Flavio Manzoni,
Premio in memoria Gaetano Pesce,
Premio Nuovi Scenari Metropolitani Uberto Siola.
<<L’Afragola Film Festival è la nostra scommessa vinta! Nata pochi anni fa, questa kermesse, edizione dopo edizione, si arricchisce di ospiti ed esperienza. Quando abbiamo avuto questa idea sapevamo di avventurarci in un sentiero non semplice ma eravamo consci che se avessimo puntato in alto le soddisfazioni che ne sarebbero scaturite sarebbero state ineguagliabili, e così è stato. Sempre sul solco segnato del nostro primo Direttore Artistico Alessandro D’Alatri, continuiamo verso questa scia.
Un po’ perché è nel nostro Dna, un po’ perché non demordiamo in quest’ ardua mission: fare cultura soprattutto nella nostra terra>>, queste le dichiarazioni di Gianluigi Osteri,
Manager “Gabbianella Club Evens” ed Ideatore del Festival.
Spettacolo
Briga: “L’amore per Arianna mi ha cambiato la...
Il cantautore romano torna dopo tre anni con il singolo 'Vieni con me', e dice all'Adnkronos: "Essere vulnerabili è la parte più bella. Sanremo? Ci tornerei volentieri"
"Sono un cantautore, ho bisogno di vivere e fare le mie esperienze prima di approcciare alla scrittura di un nuovo album. Sebbene i tempi che viviamo richiedano una iper produzione annuale di contenuti, io ho un approccio anacronistico, in cui devo prima vivere la mia vita e poi scrivere". Mattia Briga ha uno sguardo che brilla, mentre si racconta all'Adnkronos dove è ospite per presentare il suo nuovo singolo 'Vieni con me', in uscita oggi su etichetta 'Ninho de Rua' e distribuito da Ada Music Italy che racconta l'amore come salvezza e condivisione, e che prelude ad un album per il quale l'artista non ha avuto fretta. Nel frattempo infatti, ci racconta, si è vissuto il grande amore con la moglie, l'attrice Arianna Montefiori, che è infatti la 'musa' ispiratrice di tutto l'album.
"In effetti sono molto felice perché l'album parla della mia relazione con Arianna, con cui mi sono sposato qualche anno fa e che mi ha cambiato la vita -dice Briga- Questo non vuol dire che ogni singola parola dell'album sia riferita a lei, dentro ci sono anche dei dubbi miei di cui mia moglie non è assolutamente responsabile", sorride. Ma ammette che la sua cifra stilistica sia proprio la capacità di mettersi a nudo: "Credo che la vulnerabilità sia la parte più bella che un uomo possa mostrare. Ognuno di noi è vulnerabile, ma non è una cosa che si può regalare a tutti. Io all'inizio mostravo questo carattere duro e fiero, ma non lo facevo per indossare una maschera. Sono una persona dura, fiera, tracotante ma anche vulnerabile. La musica è sempre stata una autoterapia".
In tempi di relazioni brevi e fugaci, sposarsi è un atto di coraggio di cui chiediamo a Briga il segreto. E lui ci spiega: "Non esistono formule magiche o segreti per una relazione sana. Io penso che tra noi sia avvenuto tutto in maniera assolutamente naturale, uno si deve anche fidare delle cose che scorrono, e quando accade bisogna seguire il flusso". La pandemia dovuta al Covid ha avuto un ruolo importante: "Ci siamo messi insieme e poco dopo c'è stata una chiusura globale, che ha messo alla prova tante coppie, anche noi. Solo che a noi ci ha fortificato e ha accelerato il processo di fiducia l'uno verso l'altro".
Briga -classe '89, nel palmarès una finale di 'Amici', un Premio Lunezia, una partecipazione a Sanremo con Patty Pravo e collaborazioni con nomi come Venditti, Ferro e Grignani- scandisce all'Adnkronos: "Io faccio tutto da solo, ci tengo a dirlo. Poi mi servo di fidati colleghi che mettono in musica le mie idee, ma noi cantautori facciamo un lavoro che non è quello degli interpreti". Quando dicono che noi e gli interpreti siamo colleghi non è vero. E' come chi va al supermercato e compra un cibo precotto, torna a casa lo riscalda e dice che ha cucinato. Non è così". Questi sono gli interpreti di adesso che vanno in studio a cantare cose scritte da altri autori. Ecco perché ci metto due o tre anni: io devo vivere, poi devo pensare, poi scrivere, trovare le melodie, avere la voce".
Una frecciata all'onda rap e trap? "Alla fine chi si va a sentire negli stadi sono i cantautori, dei ragazzi come Niccolò (Ultimo, ndr), o Vasco -sottolinea Briga- Io negli stadi rapper e trapper ne vedo pochi. Questa non vuole essere una critica, anzi io apprezzo la trap, vengo da lì, ma anche lì ci vuole bravura". Non rinnega il talent che l'ha lanciato ("Rifarei tutto quello che ho fatto perché mi ha portato qui"), e lancia un velato 'amo' a Sanremo: "Se vorrei salire su quel palco? Se ci fosse la possibilità ci andrei molto volentieri. Sanremo ha sempre il suo grande fascino immortale che si porta appresso, per un artista calcare quel palco è sempre motivo di emozione e di orgoglio. Certo, io non godo dell'appoggio di grandi etichette discografiche, sono un ragazzo indipendente, autoprodotto, mi farebbe sicuramente comodo per la promozione dell'album ma -precisa- la mia vita non gira intorno ai festival, ci sono tante altre cose".
E una di queste è sicuramente la sua Lazio, della quale è tifosissimo: "Io sono felice di divertirmi allo stadio, di vedere un calcio offensivo, verticale, non ce la faccio a stare senza la mia Lazio, è un amore profondissimo -ci rivela. Visto che ci siamo, gli chiediamo se l'arrivo di Ranieri alla Roma lo preoccupi. "Non mi preoccupa. Anzi, lui è una persona molto positiva nel calcio, e in un momento un cui il calcio sta andando in una brutta direzione è una persona che mi fa piacere vedere, anche se ora andrà nella squadra rivale. Sono felice per lui, mi ha sempre trasmesso belle sensazioni".
(di Ilaria Floris)
Spettacolo
Eva Longoria: “Usa Paese distopico, mi sono...
L'attrice di 'Desperate Housewife' preferisce l'America Latina e l'Europa dopo la vittoria di Donald Trump
Eva Longoria ha lasciato gli Stati Uniti e ora vive tra Messico e Spagna. Lo ha rivelato nella 'cover story' di novembre della rivista Marie Claire in cui chiarisce che il Paese era già cambiato da tempo e che la vittoria di Donald Trump conferma la sua decisione di allontanarsi.
"La parte scioccante non è tanto che abbia vinto. Il fatto è che un criminale condannato che sputa così tanto odio possa occupare l'ufficio più importante del Paese", ha detto l'attrice che ha passato l'estate a fare campagna per Kamala Harris, cercando di coinvolgere soprattutto le donne e le persone di origini latine a votare per la candidata democratica.
Gli Stati Uniti, ha detto ancora l'ex 'Desperate Housewife', sono "un luogo spaventoso". E "se mantiene le sue promesse, diventerà un luogo spaventoso". E così, anche per questo, l'attrice - nata in Texas nel 1975 e trasferitasi in California quando aveva circa 20 anni - ha deciso di lasciare gli Usa insieme al marito José Bastón e al figlio Santiago, di sei anni.
"Ho vissuto tutta la mia vita adulta a Los Angeles, - ha spiegato - ma anche prima della pandemia le cose stavano cambiando. Poi è arrivato il Covid e ha spinto ogni cosa oltre il limite". Longoria ha citato l'aumento delle tasse e il moltiplicarsi dei senzatetto e ha chiarito: "Sento che questo capitolo della mia vita è finito".
"Sono privilegiata, - ha ammesso - posso scappare e andare da un'altra parte. La maggior parte degli americani non è così fortunata e si ritrova in questo Paese distopico. Per loro provo ansia e tristezza".