Agrofarmaci, Agrofarma: “In Italia 99,5% campioni residui sotto i limiti di legge”
99,5% dei campioni residui al di sotto dei limiti di legge in Italia, -14% di vendite di agrofarmaci negli ultimi dieci anni e l’obiettivo di diminuzione delle amissioni di ammoniaca concordato con l’UE raggiunto già nel 2021: sono i risultati del comparto agricolo italiano fotografati dall’Osservatorio Agrofarma nel report presentato a Roma. “Credo che ognuno di noi possa ritrovarsi in un 2023 e 2024 sono stati anni molto particolari dal punto di vista climatico, le piante, come organismi viventi, hanno subito lo stesso impatto che abbiamo subito noi uomini - ha dichiarato Paolo Tassani Presidente di Agrofarma-Federchimica, durante la presentazione del report dell’Osservatorio Agrofarma -. Di conseguenza l’industria si è attivata per mettere a disposizione soluzioni che permettano alle piante di rispondere in maniera adeguata a questi stress esattamente come accade per gli altri organismi viventi”. All’interno dell’Osservatorio sono stati analizzati per la prima volta anche i dati relativi al clima e agli effetti meteorologici che hanno interessato l’Italia negli ultimi decenni. Se dal 1997 in poi le temperature medie in Italia hanno subito un aumento rispetto al periodo precedente, negli ultimi dieci anni lo scostamento si è accentuato. “Quasi raddoppiano i principi attivi negli ultimi dieci anni dei prodotti di tipo biologico – dichiara Enrica Gentile, CEO & Founder Areté Srl, società indipendente di ricerca responsabile scientifica del report –. In realtà all’interno del mercato degli agrofarmaci che è in contrazione, in risposta alla domanda di sostenibilità, abbiamo un aumento dei principi attivi biologici che salgono”.
Economia
Carburanti, domani confronto su quelli a basso impatto...
L'appuntamento a Castel d'Ario nel quadro della Giornata Motorismo Storico
Domani, 16 novembre, a Castel d'Ario (MN) ed in cento città d'Italia, si festeggia l'8a edizione della Giornata Mondiale del Motorismo Storico (Gmms). L'edizione di quest'anno si distingue per il fatto di aver raccolto congiuntamente il patrocinio sia di A.S.I. che di A.C.I. sotto le insegne della F.I.V.A., la quale ha condiviso l'iniziativa conferendo il proprio patrocinio con l'intento di estendere la celebrazione di questa Giornata Mondiale in tutte le nazioni che aderiscono ad essa. La finalità principale della Gmms è, infatti quella di promuovere il recupero e l'utilizzo dei veicoli storici valorizzando le normative più semplificative che sono in vigore nei diversi Paesi del mondo.
D'altronde l'esercizio della passione per i veicoli d'interesse storico ha un contenuto non soltanto ricreativo, ma anche etico e culturale. Ne è prova il Convegno che si celebra a Castel d'Ario domani, nel corso del quale si farà il punto della situazione sui carburanti a basso impatto ambientale per i veicoli d'interesse storico. Ne saranno relatori Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica e Francesco di Lauro in qualità di Presidente della Commissione Green di Asi. Cimenti ha sottolineato che Assogasliquidi-Federchimica "ha aderito alla Giornata Mondiale del Motorismo Storico non solo per celebrare un settore molto glorioso per l'italia, ma anche perchè questa edizione è dedicata ai carburanti a basso impatto ambientale. Il GPL, infatti, è un'ottima soluzione per le auto, perchè permette di coniugare la passione per i motori con la sostenibilità ambientale. Com'è noto, le alimentazioni a GPL garantiscono un sensibile abbattimento delle emissioni già da oggi, e in futuro lo garantiranno in misura sempre maggiore grazie al processo di decarbonizzazione che abbiamo avviato".
Ad allungare di molto l'orizzonte di utilizzo dei motori cosiddetti tradizionali provvederà poi l'ingegner di Lauro che darà conto, con fatti e sperimentazioni concrete effettuate nel corso di questo anno, delle straordinarie qualità che sono insite nella benzina Bio di seconda generazione .
Economia
Tassazione Bitcoin: Dal 26% al 42%, la nuova stretta del...
in collaborazione con: Bazoom
Se hai investito in Bitcoin, di certo hai sentito parlare dell’ultima mossa del governo italiano: un bel aumento delle tasse sulle plusvalenze, dal 26% al 42%. Sì, hai capito bene. Un salto piuttosto importante, che sta facendo discutere parecchio la comunità delle criptovalute. Questo cambiamento è stato annunciato da Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, e le sue implicazioni potrebbero toccare chiunque sia coinvolto in questo mondo, dagli investitori individuali agli operatori del settore. Ma cosa significa davvero tutto questo per te e per il futuro della blockchain in Italia?
Se stai pensando di entrare nel mondo delle criptovalute o sei già un investitore, capire a fondo questa nuova misura è essenziale. Potrebbe influenzare sia i tuoi profitti, sia la tua strategia di investimento. Quindi, vediamo un po’ meglio cosa sta succedendo.
L’effetto sul mercato dei Bitcoin e sulla volatilità
Con una tassazione del 42%, la reazione immediata potrebbe essere una minore propensione degli investitori ad acquistare Bitcoin. Se il gioco non vale più la candela, insomma, la domanda potrebbe calare e questo avrebbe un impatto diretto sul tasso di cambio Bitcoin euro. Se vuoi tenere d’occhio la volatilità di questa criptomoneta, tieni controllato il convertitore online di Bitcoin euro per verificare se, davvero, la moneta inizia a perdere valore. Puoi inserire il corrispettivo in Euro o in Bitcoin per sapere il valore esatto nell’altra moneta. Questo è un modo semplice e veloce per tenere sotto controllo la situazione.
L’annuncio di Maurizio Leo: 42% sulle plusvalenze
Il viceministro Maurizio Leo ha annunciato che la Manovra 2025 prevede di alzare la tassazione sulle plusvalenze generate dalle criptovalute fino al 42%. Che vuol dire? Beh, semplicemente, che il governo vuole aumentare le entrate fiscali, e ha deciso di farlo tassando di più chi guadagna con i Bitcoin. Magari l’intenzione è buona, come quella di allargare la base imponibile, ma è normale che molti investitori si stiano chiedendo come questo influenzerà il loro portafoglio. E tu, come ti senti a riguardo?
Le implicazioni per gli investitori: Ecco cosa devi sapere
Il passaggio al 42% vuol dire che le plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute verranno tassate molto di più. Facciamo un esempio: se hai un profitto di oltre 2.000 euro durante l’anno fiscale, una buona fetta finirà nelle casse dello Stato. Questo potrebbe scoraggiare i nuovi investitori e spingere chi già investe a guardare altrove, magari a Paesi con una tassazione più favorevole. Se stai considerando di entrare nel mercato delle criptovalute, è il momento giusto per valutare se e come queste nuove norme influenzeranno le tue scelte.
Impatto sulle aziende digitali della Manovra 2025
E non sono solo gli investitori privati a essere colpiti: anche le aziende digitali subiranno le conseguenze di questa nuova normativa. L’espansione della digital tax prevista dalla Manovra 2025 significa che sempre più aziende online dovranno affrontare nuove imposte. Se gestisci un’attività legata alle criptovalute o alla blockchain, probabilmente ti ritroverai con costi operativi più elevati e una burocrazia più complessa. Potresti dover ripensare i tuoi modelli di business per restare competitivo. Ti trovi in questa situazione? Hai già iniziato a pianificare come affrontarla?
Il parere degli esperti: Cosa ne pensa Giacomo Vella
Non mancano nemmeno le opinioni critiche da parte degli esperti. Giacomo Vella, direttore dell’Osservatorio Blockchain & Web 3 del Politecnico di Milano, ha espresso serie preoccupazioni. Secondo lui, questo aumento non solo aggraverà il carico fiscale per gli investitori in criptovalute, ma potrebbe generare una serie di effetti collaterali negativi, come lo scoraggiamento di nuovi investimenti e la riduzione dell’interesse verso l’Italia come Paese in cui sviluppare progetti blockchain. Potremmo diventare uno dei Paesi con la tassazione più elevata per chi investe in criptovalute, come la Danimarca, o addirittura peggio. E tu, hai già pensato di spostare i tuoi investimenti altrove?
La diffusione delle criptovalute in Italia: 3,6 milioni di italiani
Nonostante tutto, la diffusione delle criptovalute in Italia sta crescendo. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Blockchain & Web 3, sono più di 3,6 milioni gli italiani che dichiarano di possedere criptovalute. Di questi, circa un terzo ha acquistato tramite piattaforme di criptovalute, mentre il 17% ha optato per acquisti diretti. Ma con l’aumento della tassazione, potrebbe esserci un rallentamento nell’adozione di queste tecnologie. Se sei uno degli investitori, ti conviene rimanere informato e aggiornato su come le leggi cambiano. Il rischio è quello di prendere decisioni che potrebbero costarti caro, in tutti i sensi.
Prospettive future: L’Europa e le criptovalute
Infine, diamo uno sguardo al quadro europeo. Piero Cipollone, membro del board della Banca Centrale Europea, ha sottolineato l’importanza per l’Europa di sviluppare soluzioni comuni nel campo dei pagamenti digitali per proteggere la propria sovranità monetaria. La questione è chiara: se non ci muoviamo in modo coordinato, rischiamo di perdere terreno rispetto ad altri blocchi economici. La sfida è enorme: come fare in modo che l’innovazione possa prosperare senza compromettere la stabilità finanziaria? E tu, cosa ne pensi del futuro delle criptovalute in Italia e in Europa?
In definitiva, questo aumento delle tasse è una mossa che potrebbe ridefinire il panorama delle criptovalute nel nostro Paese. Se vuoi continuare a investire, è fondamentale che tu stia attento a come cambiano le regole del gioco e, se necessario, adatti le tue strategie. Il futuro è incerto, ma restare informati è il miglior modo per affrontarlo.
Economia
Cop29: firmato contratto Ansaldo per centrale nucleare...
Barbaro (Mase): "Sicurezza energetica anche attraverso partnership global"
Oggi, alla Cop29 di Baku, il sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha presenziato alla firma del contratto per l'estensione della vita utile dell’unità 1 della centrale nucleare di Cernavoda in Romania e per la costruzione delle due nuove unità 3 e 4, in Romania. All’atto della firma, erano presenti i rappresentanti di Ansaldo nucleare (Italia), Fluor and Sargent & Lundy (Usa), Atkins Realis (Canada, proprietario della tecnologia Candu dei reattori) e Nuclearelectrica (Romania).
“Questo accordo raggiunto dall’Ansaldo rappresenta un progresso nella dedizione collettiva a fornire energia pulita, sicura e disponibile per le generazioni a venire. La giornata di oggi rappresenta, dunque, un'importante pietra miliare per tutti coloro che collaborano a questa iniziativa - dichiara Claudio Barbaro, sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza energetica - Questa partnership dimostra come le collaborazioni globali possano affrontare le questioni energetiche con creatività ed efficacia".
"Per oltre 45 anni, Ansaldo Nucleare ha collaborato con la Romania per potenziare le sue capacità nucleari - continua - Il loro impegno e la loro visione orientata al futuro sono stati essenziali per il progresso nucleare della Romania e siamo orgogliosi della loro costante dedizione a questo importante progetto. Questo accordo sottolinea la nostra responsabilità collettiva non solo nel perseguire uno sviluppo sostenibile, ma anche nel dare forma a un futuro in cui l'energia nucleare svolga un ruolo fondamentale nel raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio e nel garantire la sicurezza energetica. Ci auguriamo che questi sforzi si traducano in una nuova capacità energetica a beneficio dei cittadini, dell'economia e dell'ambiente rumeni e che motivino progetti simili a livello globale. Insieme, stiamo gettando le basi per un futuro energetico sostenibile”.