Quarantacinque bambini sono stati salvati, 16 i feriti
Un incendio ha devastato l'unità di terapia intensiva neonatale di un ospedale di Jhansi, nello stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India, uccidendo 10 neonati e ferendone gravemente altri 16. Lo hanno riferito le autorità locali, spiegando che le fiamme si sono propagate rapidamente nel reparto. Quarantacinque sono stati salvati e stanno ricevendo cure mediche, ha detto Bimal Kumar Dubey, un funzionario locale. Sono già partite le indagini per capire quali siano le cause dell'incendio, ma le autorità ipotizzano si sia trattato di un cortocircuito.
Brajesh Pathak, vice capo ministro dello Stato, ha visitato l'ospedale e incontrato le famiglie, promettendo il sostegno del governo e un'indagine approfondita. "Individueremo i responsabili di questa tragedia e saranno presi provvedimenti severi. Il governo è al fianco delle famiglie in questo momento difficile", ha affermato.
L'incidente è avvenuto intorno alle 22.45 ora locale, quando, secondo la ricostruzione del viceministro, un corto circuito all'interno del concentratore di ossigeno potrebbe aver causato l'incendio. “Su come e perché è successo, saremo in grado di dire qualcosa quando arriverà il rapporto investigativo”, ha aggiunto. Quando sono arrivati i pompieri, il reparto era avvolto dalle fiamme e da colonne di fumo. I soccorritori hanno dovuto sfondare le finestre per raggiungere i neonati. Testimoni oculari hanno detto che l'operazione di soccorso è iniziata circa 30 minuti dopo lo scoppio dell'incendio, ritardando l'evacuazione.
Sette corpi sono stati già identificati, mentre altri 16 neonati rimangono in condizioni critiche. Al momento dell'incidente, c'erano 54 neonati nell'unità di terapia intensiva neonatale del Maharani Lakshmibai Medical College. “Straziante! L'incidente dell'incendio al Jhansi Medical College nell'Uttar Pradesh è straziante. Le mie più sentite condoglianze a coloro che hanno perso i loro figli innocenti”, ha commentato su X il premier Narendra, annunciando un risarcimento di 200.000 rupie (circa 2.250 euro) ai parenti di ogni neonato morto nell'incendio e di 50.000 rupie (circa 560 euro) per i feriti.
L'incidente ha sollevato dubbi sulle misure di sicurezza dell'ospedale. Sebbene fossero stati installati allarmi antincendio nell'unità di terapia intensiva, genitori e testimoni hanno affermato che non si sono attivati durante l'incendio. Il personale dell'ospedale è intervenuto solo dopo aver visto segni di fumo e fuoco.
Cronaca
Patto contro inquinamento da plastica, università sigla...
L'accordo, firmato dal Rettore Francesco Svelto e da Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Odv Onlus, ha lo scopo di creare un canale di comunicazione diretto tra le parti al fine di unire le forze a sostegno di campagne in promozione della sostenibilità e in difesa dell'ambiente
Creare un ambiente universitario più sostenibile, lavorando su progetti concreti che coinvolgano studenti e personale nelle campagne promosse dall'associazione, portando a ridurre significativamente l’inquinamento da plastica. E' l'obiettivo di un patto di collaborazione siglato tra l'università degli studi di Pavia e Plastic Free Onlus, organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 in progetti e battaglie per la salvaguardia del pianeta dall’inquinamento da plastica. L'accordo, firmato dal Rettore Francesco Svelto e da Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Odv Onlus, ha lo scopo di creare un canale di comunicazione diretto tra le parti al fine di unire le forze a sostegno di campagne in promozione della sostenibilità e in difesa dell'ambiente.
L'ateneo si impegnerà, inoltre, a coinvolgere l’associazione ambientalista nelle già numerose attività sviluppate nel campo sostenibilità: "Si tratta -spiega il delegato tecnico alla sostenibilità di ateneo, Andrea Zatti- di sancire un legame che già da diversi anni vede l'ateneo pavese a fianco dell'associazione Plastic Free nelle azioni di sensibilizzazione condotte sul territorio con la collaborazione della comunità accademica, delle associazioni studentesche ed Erasmus. Con questa formalizzazione l'ateneo vuole ribadire l’importanza della ricerca nel campo dell’inquinamento da plastica, a fianco di altri atenei italiani e internazionali".
L'università di Pavia, attraverso l’Office of Sustainable Actions, entrerà a far parte della rete di 'università per l'ambiente Plastic Free' che vede già coinvolti diversi atenei italiani: "Ringraziamo il rettore Svelto nonché il professor Zatti per il rinnovo di una sensibilità che l’Ateneo dimostra da anni -commenta Luca De Gaetano (Plastic Free)-. Il patto rafforzerà il nostro impegno costante reciproco nella sensibilizzazione degli studenti che saranno i cittadini del futuro".
Economia
Prestige Group organizza con Cei e Netgroup prima assemblea...
La prima Assemblea sinodale delle Chiese in Italia si svolge fino al 17 novembre a Roma nella Basilica di San Paolo fuori le mura
La società Prestige Group srl proprietaria del brand Enjoyricondizionati.it specializzata nel ricondizionamento di elettronica di consumo ha organizzato con Cei e Netgroup la prima assemblea sinodale phygital, ovvero metà fisica e metà digitale che si tiene a Roma presso la Basilica di San Paolo Fuori le Mura fino al 17 novembre 2024. Il segnale importante che la chiesa Italiana e il santo Padre hanno voluto lanciare con questo evento altamente tecnologico in cui è stata creata una rete intranet in una basilica storica, in cui sono connessi oltre 1000 Notebook ricondizionati e quindi sostenibili, noleggiati dalla stessa Cei per ottimizzare i costi ed essere in linea con i principi ecclesiastici. La sostenibilità soggetto protagonista del Laudato Si diventa ancora di più tangibile e rispecchia il modus operandi del volere ecclesiastico.
Cos’è un notebook ricondizionato? È un device che dopo una prima vita, subisce delle diagnosi che mirano a comprendere il suo corretto stato tecnico ed estetico, misurandone parametri e imperfezioni sulla scocca e successivamente subisce una manutenzione ordinaria o straordinaria per essere rimesso sul mercato per una vita successiva al pieno delle sue performance. Un device ricondizionato fa risparmiare il 50% della CO2 mediante questo processo di prolungamento di utilizzo post 24/36 mesi, riducendo estrazione di nuove terre rare e materiali preziosi, con tutto ciò che ne deriva, da competizioni geopolitiche per i diritti estrattivi in giro per il mondo, specie Africa, America Latina ricche di questi materiali, spreco di energie per lavorazioni ed estrazione e tutto ciò che ne consegue, incluso spesso il lavoro minorile nei processi, incluso lo smaltimento nelle discariche a cielo aperto.
Una chiesa tecnologica, iperconnessa che usa la tecnologia per dare voce ai membri delle diocesi italiane rendendo non solo sostenibile, ma anche democratico il metodo e la funzione tecnologica stessa. Una chiesa all’avanguardia che comprende e sa leggere i tempi contemporanei e ne detta le linee guida anche nelle sue assemblee plenarie.
Cronaca
Pile a bottone ‘killer silenzioso’, cosa può...
Il focus dei medici del Gaslini di Genova sugli incidenti come quello che in Toscana ha ucciso Camilla a 17 mesi
"Il killer silenzioso". I pediatri definiscono così l'ingestione di corpi estranei e in particolare di "pile a bottone, alcaline o al litio", oggetti "particolarmente pericolosi e dannosi per le strutture interne dell'organismo". Quando nel gennaio 2021 l'Istituto Giannina Gaslini di Genova aveva registrato in poche settimane 4 accessi al pronto soccorso di bimbi che avevano ingoiato queste mini-pile, gli specialisti dell'Irccs pediatrico ligure avevano richiamato così l'attenzione su un fenomeno che "nel bambino piccolo rappresenta un pericolo reale", anche "considerata la nota ed elevata mortalità correlata", sottolineava Paolo Gandullia, direttore dell'Uoc di Gastroenterologia dell'ospedale. Il suo monito torna drammaticamente attuale dopo il caso di Camilla, la bimba di 17 mesi della provincia di Siena, morta per complicanze successive all'ingestione di una pila.
Cosa sono e i danni che provocano
Le pile come quella che è costata la vita alla piccola sono "dischi metallici delle dimensioni di un bottone o di una monetina che si trovano nei giocattoli, oltre che in una serie di strumenti di uso quotidiano come orologi, sveglie, apparecchi acustici, telecomandi" e così via, spiegava Emanuela Piccotti, direttore del Pronto soccorso del Gaslini. "La loro azione lesiva avviene per il corto circuito tra polo positivo e negativo, soprattutto nei segmenti digestivi a stretto contatto con le mucose e in particolare nell'esofago, dove le lesioni ulcerative possono essere potenzialmente presenti già dopo 2 ore dall'ingestione. Pertanto l'ingestione di una pila a bottone, specie se avviene lontano dagli occhi di chi accudisce i bambini, può provocare sanguinamenti intestinali, dolore toracico o dorsale, improvviso rifiuto del cibo, vomito, scialorrea, tosse e sintomi respiratori".
"Genitori, fate attenzione alle pile a bottone", avvertono gli esperti. Il primo invito è di seguire "questi importanti consigli di prevenzione primaria, facendo in modo che l'incidente non avvenga: non permettete ai bambini piccoli di giocare o toccare oggetti che contengono pile; fate attenzione se bambini di età prescolare giocano con tali oggetti; assicuratevi che i giocattoli o gli oggetti per adulti abbiano un vano chiuso ermeticamente; non fate scorta di tali pile, in quanto è difficile tenerle tutte in posti sicuri per i bambini; quando sostituite le pile esaurite, smaltitele negli appositi contenitori senza lasciarle incustodite". Ma siccome nella vita il 'rischio zero' non esiste e un incidente può sempre accadere, "se anche solo sospettate che il vostro bambino abbia ingerito una pila a bottone - raccomandano i medici - recatevi immediatamente al pronto soccorso o, se impossibilitati, chiamate il 112/118".
4 casi di ingestione di pila a bottone
Nei 4 casi di ingestione di pila a bottone che avevano spinto Raffaele Spiazzi, direttore sanitario del Gaslini, a "richiamare ancora una volta l'attenzione dei genitori sulla prevenzione di questo tipo di grave incidente, anche alla luce di un protocollo multidisciplinare condiviso", i genitori avevano reagito "in tempi diversi" associati a una "prognosi potenziale molto diversa - descriveva Gandullia - In uno dei casi la bimba era stata portata dai genitori presso uno dei pronto soccorso della regione trascorsi diversi giorni dall'ingestione della pila, in seguito all'evacuazione della pila insieme a feci nere, segno di sanguinamento digestivo alto (esofago, stomaco e duodeno)".
In questo caso, il più grave fra quelli che l'Irccs genovese illustrava, "ha funzionato molto bene la collaborazione tra le strutture del territorio e il Gaslini: è stato applicato il protocollo condiviso e consolidato a livello italiano e internazionale, che prevede l'invio del bambino all'hub pediatrico e l'attivazione immediata di tutti gli specialisti: radiologo, cardiochirurgo e anestesista, gastroenterologo mentre il bambino è ancora in viaggio, per pianificare immediatamente dopo l'arrivo in pronto soccorso tutte le misure da prendere, in un ambito clinico dove è vitale essere tempestivi. Il protocollo - precisava il responsabile di Gastroenterologia del Gaslini - prevede, tra le altre cose, di sottoporre il bambino a una immediata angiografia Tc con contrasto, per valutare la presenza della complicanza più temibile dell'ingestione di una pila a bottone, rappresentata dalla fistola aorto-esofagea".
Nel caso più recente riportato dall'ospedale in quelle settimane, "una bambina arrivata al Gaslini nel periodo natalizio, fortunatamente questo tipo di esame ha dato esito negativo per fistola". Quindi "è stata eseguita la gastroscopia per la ricerca di altre lesioni emorragiche meno gravi, con esito anche in questo caso negativo. La bimba è stata tenuta in osservazione una settimana e dimessa dopo aver fornito ai genitori una approfondita informativa su questo tipo di incidente domestico".
Purtroppo opposto il finale per Camilla, sulla cui vicenda ha aperto un fascicolo la procura di Massa Carrara poiché il decesso della bimba è avvenuto all'Ospedale del Cuore della città apuana. Il pubblico ministero titolare del fascicolo di indagine ha già fatto acquisire le cartelle cliniche e ha disposto l'autopsia per capire quali siano state le procedure mediche eseguite.
La bambina era arrivata al Policlinico Santa Maria delle Scotte di Siena in gravi condizioni a causa dell'ingerimento della piccola batteria, risalente a diversi giorni precedenti all'arrivo in ospedale, ha ricostruito ieri l'azienda ospedaliero-universitaria senese con un comunicato. La bambina, dopo tutti gli accertamenti, "è stata sottoposta a intervento di asportazione del corpo estraneo e sono stati seguiti tutti i protocolli previsti in questi casi, ma le sue condizioni sono successivamente peggiorate, probabilmente a causa delle sostanze rilasciate dalla pila che hanno avuto poi un effetto lesivo sull'aorta", si legge nella nota del policlinico senese. Nella giornata di martedì 12 novembre i medici delle Scotte hanno deciso il trasferimento d'urgenza della piccola all'Ospedale del Cuore di Monasterio a Massa per un problema all'aorta. La bimba è arrivata a Massa con l'elisoccorso Pegaso, "ma poco dopo l'arrivo le sue condizioni sono peggiorate in modo repentino e fatale". L'Aou Senese e Monasterio "sono vicini alla famiglia ed esprimono le più sentite condoglianze".