Riconnettersi con il partner: il ruolo della terapia di coppia nel matrimonio moderno
Milano, 18 Novembre 2024. Il matrimonio è cambiato notevolmente nel corso degli anni. Un tempo, quando le famiglie vivevano in un contesto prevalentemente agricolo, il matrimonio aveva una funzione istituzionale, e gli interessi ruotavano attorno alla sussistenza, all’approvvigionamento di cibo e alla protezione. I matrimoni combinati erano la norma e l’amore occupava un ruolo secondario.
Con l’urbanizzazione e il passaggio a una vita più stabile e protetta da un salario, il matrimonio ha iniziato a prendere una forma più paritetica, dove affetto e amore sono diventati (fortunatamente) sempre più centrali. L'attenzione non era più solo sui bisogni primari, ma anche su quelli “secondari,” come sentirsi amati, rispettati e appagati.
Oggi, tuttavia, siamo entrati in una nuova fase: l'unione tra due persone, sempre meno istituzionalizzata, si concentra sull'auto-espressione, intesa come realizzazione personale e autostima. In breve, il matrimonio moderno è diventato anche e soprattutto un mezzo per la propria realizzazione personale. Per chi desiderasse approfondire, si possono consultare le ricerche di J. Cherlin e S. Coontz.
Questa trasformazione, se da un lato rende la coppia un luogo potenzialmente appagante e piacevole, dall’altro ha aumentato l’impegno richiesto ai partner. Oggi, se vogliamo che un matrimonio funzioni, è necessario investire molto di più.
Data questa crescente complessità non ci si stupisce se, con le sue gioie e sfide quotidiane, questo nuovo modo di relazionarsi, mette alla prova anche le unioni più solide. Quando i conflitti sembrano insormontabili e la distanza emotiva si fa sempre più profonda, una crisi matrimoniale può apparire inevitabile. In questi momenti, la terapia di coppia è un'ancora di salvezza, che può trasformare le difficoltà in opportunità di crescita e rinnovamento del legame.
I segnali di una crisi matrimoniale
Una crisi matrimoniale si manifesta attraverso segnali che, se colti per tempo, possono fare la differenza nel salvare l'unione. La comunicazione, pilastro fondamentale di ogni relazione, subisce le prime crepe. I dialoghi si fanno più tesi e superficiali, spesso infarciti di critiche e recriminazioni. Ogni tentativo di confronto sfocia in accese discussioni o, al contrario, in silenzi carichi di risentimento.
L'intimità, sia emotiva che fisica, si affievolisce giorno dopo giorno. I partner si sentono disconnessi, come coinquilini che condividono spazi senza condividere più la vita. Interessi e progetti comuni perdono di significato, lasciando il posto a un focus sempre maggiore sulle differenze inconciliabili.
La sfiducia si insinua, alimentata da sospetti e dubbi non espressi. Quello che un tempo era un legame solido e rassicurante diventa fonte di insicurezza e malessere. Spesso emergono dinamiche disfunzionali, come il costante rimpallo di responsabilità o il rifugio in comportamenti evasivi, come l'iper lavoro o lo shopping compulsivo.
Riconoscere i segnali di una crisi matrimoniale è il primo passo per salvare la relazione. Ignorarli, sperando che le cose si aggiustino da sole, è la strategia peggiore. Quando la casa brucia, bisogna agire in fretta per spegnere l'incendio. Allo stesso modo, quando il matrimonio lancia segnali di allarme, è fondamentale intervenire tempestivamente per evitare che la distanza diventi incolmabile.
L'importanza di agire tempestivamente
Quando una crisi matrimoniale bussa alla porta, il rischio più grande è sottovalutarne la portata. Molte coppie, sperando che il tempo sia il miglior guaritore, lasciano che i problemi si accumulino fino a raggiungere un punto di non ritorno. Ma ignorare le difficoltà non le risolve, anzi, le amplifica.
I conflitti non risolti hanno un effetto domino sulla relazione. La frustrazione e il risentimento, se non affrontati, si cristallizzano in un clima di costante tensione. In questo terreno fertile attecchiscono comportamenti dannosi, come la tendenza al controllo ossessivo o la gelosia patologica. La mancanza di dialogo apre la porta a sospetti di tradimento, minando ulteriormente la fiducia.
Quando l'intimità e la connessione emotiva vengono a mancare, il rischio di cercare rifugio in una relazione extraconiugale aumenta. Il tradimento può sembrare una via di fuga da un matrimonio insoddisfacente, ma in realtà complica ulteriormente la situazione. Secondo alcuni studi scientifici, il tradimento spesso nasce da un bisogno di evasione o di conferma del proprio valore, ma finisce per generare un vortice di sensi di colpa e paure di essere scoperti, logorando ulteriormente il legame matrimoniale.
Quando la disconnessione emotiva diventa la norma, il passo verso una separazione o un divorzio può sembrare inevitabile. Eppure, molte di queste coppie avrebbero potuto salvare il loro matrimonio se avessero chiesto aiuto per tempo. Agire tempestivamente con il supporto di un professionista aumenta le possibilità di superare la crisi e riscoprire la complicità perduta.
Nelle situazioni più gravi, il deterioramento del rapporto può sfociare persino in episodi di violenza domestica. Questo fenomeno, purtroppo sempre attuale, è spesso il risultato di una spirale di conflitti non gestiti. Uno studio recente ha evidenziato come la violenza maschile ripetuta possa deteriorare il cervello delle donne vittime di abusi. Chiedere sostegno psicologico quando i segnali di abuso si manifestano può letteralmente salvare vite.
Ogni giorno che passa senza affrontare i problemi è un'occasione persa per il cambiamento. Riconoscere l'importanza di agire tempestivamente è il primo passo per trasformare una crisi in un'opportunità di crescita per la coppia.
La terapia di coppia: un percorso di riscoperta
La terapia di coppia si pone l'obiettivo di guidare i partner nella riscoperta del loro legame, fornendo strumenti per superare le difficoltà e ritrovare l'armonia. Attraverso un approccio personalizzato e flessibile, il terapeuta si adatta alle esigenze specifiche di ogni coppia, creando un percorso su misura per affrontare i nodi critici della relazione.
Molte coppie, o uno dei due partner, possono inizialmente mostrare resistenze nell'intraprendere una terapia, spesso per motivi culturali o per la convinzione che chiedere aiuto sia un segno di debolezza. In realtà, la scelta di affrontare i problemi con il supporto di un professionista è un atto di coraggio e di responsabilità verso la relazione.
I benefici della terapia di coppia si manifestano sia a breve che a lungo termine. Nell'immediato, i partner imparano nuove modalità di comunicazione e di gestione dei conflitti, ritrovando la capacità di ascoltarsi e comprendersi. Nel tempo, questi strumenti permettono di costruire una relazione più solida e consapevole, basata sul rispetto reciproco e sulla complicità ritrovata. La terapia di coppia è un investimento nel futuro della relazione, un'opportunità per trasformare la crisi in un punto di svolta verso un legame più appagante e duraturo.
Il ruolo del terapeuta nella riconnessione di coppia
Il terapeuta di coppia svolge un ruolo cruciale nel guidare i partner verso una nuova comprensione reciproca. Agendo come mediatore imparziale e facilitatore del dialogo, il professionista crea uno spazio sicuro in cui entrambi possono esprimere liberamente i propri sentimenti e bisogni, senza timore di giudizio o recriminazioni.
L'efficacia della terapia di coppia dipende in larga misura dall'approccio adottato dal terapeuta. È fondamentale affidarsi a professionisti che utilizzano metodologie integrate e scientificamente validate, in grado di adattarsi alle specificità di ogni relazione. Nel nostro paese gli psicologi si occupano solitamente di diversi problemi, dall’ansia alla depressione. Purtroppo, è abbastanza raro trovare un professionista che si occupi solo di coppie. Tuttavia, cercando su internet si possono trovare professionisti specializzati. Un esempio in questo contesto è l’esperienza del dott. Marco Giacobbi, psicologo e psicoterapeuta con una formazione internazionale e una specializzazione nelle relazioni. Questo professionista gestisce un popolare canale YouTube, attraverso il quale diffonde metodi e consigli per coltivare relazioni moderne e sane. L’impressione, leggendo delle sue collaborazioni internazionali e dei libri pubblicati, è che rappresenti un punto di riferimento nel panorama della terapia di coppia.
Sfogliando tra le pagine del sito è facile capire che questo professionista ha sviluppato un metodo basato su un approccio integrato che unisce diversi orientamenti di efficacia scientificamente dimostrata, come il modello Gottman e la Terapia Focalizzata sulle Emozioni
(EFT). La sua formazione specialistica in psicoterapia di coppia, maturata tra Italia e Stati Uniti, e l'esperienza internazionale nell'ambito della psicologia delle relazioni gli hanno permesso di elaborare un metodo efficace anche per il contesto online. Attraverso la piattaforma di terapia di coppia online Psicohelp, il dott. Giacobbi offre alle coppie un percorso terapeutico strutturato e personalizzato, fondamentale per il successo della terapia a distanza. Sempre dal suo sito, si comprende che le sessioni vengono organizzate tenendo conto non solo di aspetti pratici come fusi orari e impegni dei partner, ma soprattutto delle specifiche aree di tensione che la distanza può generare nella coppia.
Un terapeuta esperto come il dott. Giacobbi o altri suo colleghi sono probabilmente il modo migliore per affrontare una crisi che, se sottovalutata, porterebbe alla separazione.
Per maggiori informazioni
Dott. Marco Giacobbi
Sito web: https://psicohelp.it/
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Kaspersky e AFRIPOL insieme contro il cybercrimine: siglato...
Milano, 18 novembre 2024. Per rafforzare ulteriormente l’impegno globale nella lotta contro i reati informatici, Kaspersky e AFRIPOL hanno firmato un accordo di cooperazione volto a prevenire e contrastare il cybercrimine. Con una durata di cinque anni, l’accordo formalizza e favorisce la collaborazione tra l'azienda e l’ente governativo al fine di condividere i dati di Threat Intelligence sulle più recenti attività cybercriminali.
Il panorama delle minacce informatiche in Africa è in continua evoluzione, con il continente che è stato particolarmente vulnerabile agli attacchi industriali. La regione, infatti, registra la quota più alta di computer ICS (Industrial Control Systems) su cui le soluzioni Kaspersky hanno bloccato oggetti dannosi, rispetto ad altre aree del mondo. L'intensa attività di cybercrime in Africa rende necessaria una cooperazione sempre più stretta tra le parti coinvolte per proteggere il continente da potenziali rischi.
Per consolidare ulteriormente la collaborazione tra le due organizzazioni, l'accordo prevede un maggior scambio di dati relativi a minacce informatiche e tendenze del cybercrimine, che saranno forniti da Kaspersky ad AFRIPOL per un'ulteriore analisi di intelligence criminale da parte dell’organizzazione.Un altro aspetto della cooperazione prevede la fornitura di assistenza, know-how e competenze tecniche per l'analisi della sicurezza informatica, grazie ai team di esperti altamente qualificati di Kaspersky.
La cerimonia ufficiale di firma si svolge oggi 18 novembre presso la sede di AFRIPOL ad Algeri, con la presenza di Eugene Kaspersky, fondatore e CEO di Kaspersky, e dell'Ambasciatore JalelChelba, Executive Director di AFRIPOL.
Eugene Kaspersky, fondatore e CEO di Kaspersky, ha dichiarato:“Una lotta efficace contro il cybercrimine è impensabile senza cooperazione. La nostra azienda ha sempre messo al primo posto l’impegno collaborativo, condividendo le nostre competenze con diversi stakeholeder, come le comunità di esperti di sicurezza, le forze dell’ordine e anche gli utenti finali per consentire loro di comprendere le minacce informatiche più gravi. Rafforzando la nostra cooperazione con AFRIPOL e fornendo loro le informazioni e le tecnologie necessarie per rispondere alle minacce emergenti, speriamo di poter contribuire ulteriormente alla promozione di una maggiore resilienza informatica e a un cyberspazio più sicuro per tutti”.
L’Ambasciatore Jalel Chelba, Executive Director di AFRIPOL ha aggiunto:“Questo accordo con Kaspersky rappresenta un passo fondamentale nel rafforzamento delle difese digitali dell'Africa. Grazie all'esperienza e alle risorse di Kaspersky, non solo miglioriamo le competenze di AFRIPOL nel contrastare le minacce informatiche, ma contribuiamo anche a garantire più sicurezza a tutti i cittadini africani. Questa collaborazione offre un sostanziale valore aggiunto a entrambi: da un lato rafforza la struttura operativa di AFRIPOL nella lotta al cybercrimine, dall’altro consente a Kaspersky di contribuire in modo determinante alla sicurezza digitale di un continente strategicamente cruciale in termini di cybersecurity. Insieme, stiamo compiendo un passo importante verso la resilienza e la sicurezza digitale in Africa”.
Kaspersky e AFRIPOL vantano numerosi progetti di collaborazione. Le due organizzazioni hanno contribuito attivamente a mappare le minacce informatiche in Africa partecipando alle operazioni di INTERPOL contro il cybercrimine nel continente, come Africa Cyber Surge e Africa Cyber Surge II. Entrambe sono inoltre impegnate a promuovere una maggiore fiducia digitale, con AFRIPOL che ha sostenuto l'apertura del primo Transparency Center di Kaspersky in Ruanda. Per maggiori dettagli, visitare il sito web.
Informazioni su AFRIPOL
AFRIPOL, organismo di cooperazione di polizia dell'Unione Africana, svolge un ruolo cruciale nel rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia degli Stati membri dell'UA per prevenire e combattere la criminalità organizzata transnazionale, il terrorismo, la criminalità informatica e le minacce emergenti. Istituita attraverso uno statuto approvato dalla Conferenza dei capi di Stato e di governo dell'UA nel gennaio 2017, AFRIPOL potenzia i servizi di polizia dei 55 Stati membri rafforzando le loro capacità operative, promuovendo lo scambio di risorse e competenze critiche e coordinando gli sforzi congiunti per eliminare le reti criminali organizzate in tutto il continente.Con un'attenzione strategica alla costruzione della resilienza e alla promozione di un approccio unificato alla sicurezza, AFRIPOL sostiene gli Stati membri nel rispondere efficacemente alle minacce informatiche e criminali interconnesse. Per saperne di più: www.afripol.africa-union.org.
Informazioni su Kaspersky
Kaspersky è un’azienda globale di cybersecurity e privacy digitale fondata nel 1997. Con oltre un miliardo di dispositivi protetti dalle minacce informatiche emergenti e dagli attacchi mirati, la profonda esperienza di Kaspersky in materia di sicurezza e di Threat Intelligence si trasforma costantemente in soluzioni e servizi innovativi per la sicurezza di aziende, infrastrutture critiche, governi e consumatori in tutto il mondo. Il portfolio completo dell’azienda comprende una protezione Endpoint leader, prodotti e servizi di sicurezza specializzati e soluzioni Cyber Immune per contrastare le minacce digitali sofisticate e in continua evoluzione. Aiutiamo oltre 200.000 aziende a proteggere ciò che più conta per loro. Per ulteriori informazioni è possibile consultare https://www.kaspersky.it/
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Premio Nazionale “Antonio Serra”: L’Eccellenza accademica...
La Camera di commercio di Cosenza ha premiato ieri sera quattro Magnifici Rettori di atenei italiani d’eccellenza, selezionati dalla Commissione per il loro contributo alla cultura e alla ricerca scientifica e per il loro legame con il nostro territorio:Francesco Billari Rettore dell'Università “Luigi Bocconi” di Milano; Eugenio Guglielmelli, Rettore dell'Università Campus Bio-Medico di Roma; Nicola Leone, Rettore dell'Università della Calabria; Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Il Presidente Algieri ha aperto la cerimonia di premiazione: “Crediamo nella potenza degli esempi e per tale ragione abbiamo conferito un premio all’intraprendenza e alla forza di volontà, un premio, giunto alla sua terza edizione, che abbiamo interamente dedicato alla scienza, celebrando quattro personalità di rilievo assoluto del panorama universitario italiano.”
Cosenza, 18 novembre 2024 – Si è conclusa ieri sera, con grande partecipazione, la terza edizione del Premio Nazionale "Antonio Serra," che ha celebrato quattro personalità di spicco del mondo accademico italiano per il loro contributo alla scienza e alla crescita del territorio e per il loro legame con la Calabria: Francesco Billari Rettore dell'Università “Luigi Bocconi” di Milano; Eugenio Guglielmelli, Rettore dell'Università Campus Bio-Medico di Roma;Nicola Leone, Rettore dell'Università della Calabria; Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università “La Sapienza” di Roma.
L’evento, tenutosi nel Salone Eventi della Camera di commercio, è stato caratterizzato da un’importante cornice di pubblico, con ospiti e rappresentanti delle istituzioni che hanno partecipato con entusiasmo. Ciascuno dei Rettori premiati ha tenuto una lectio brevis, condividendo il proprio punto di vista sul ruolo fondamentale dell’università come motore di innovazione e strumento di crescita sociale e culturale.
In apertura della cerimonia, il Presidente della Camera di Commercio, Klaus Algieri, ha illustrato la visione alla base del Premio Nazionale“Antonio Serra”: “Crediamo fermamente nella forza delle idee e nella loro capacità di propagazione, nella capacità che le esperienze di successo hanno di incarnare le qualità migliori di un territorio e delle persone che lo rendono vivo, anche capovolgendo stereotipi radicati, e di innescare processi di emulazione virtuosa. Crediamo nella potenza degli esempi e per tale ragione abbiamo conferito un premio all’intraprendenza e alla forza di volontà, un premio, giunto alla sua terza edizione, che abbiamo interamente dedicato alla scienza, celebrando quattro personalità di rilievo assoluto del panorama universitario italiano”.
Prima della cerimonia è intervenuto il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il quale ha sottolineato più volte il ruolo della Calabria come protagonista nel panorama culturale, accademico e imprenditoriale: “Le eccellenze calabresi spesso si affermano fuori dai confini regionali, ma è essenziale creare le condizioni per farle radicare in Calabria. La nostra è una regione con un immenso potenziale attrattivo ed è compito di ciascuno di noi raccontarlo con orgoglio al resto del mondo, soprattutto valorizzando gli esempi migliori. Questo non significa ignorare i problemi, ma impegnarci per risolverli senza farne degli alibi e credere, noi per primi, nei tanti punti di forza su cui abbiamo la fortuna di poter contare”.
Tra i saluti, il messaggio del Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini che ha sottolineato come “il senso di un premio sia riconoscere chi ha fatto bene per fare tutti meglio.Il Premio “Antonio Serra” – ha detto il Ministro – è un riconoscimento al mondo dell’alta formazione, un premio ai rettori e alle università che rappresentano la vera porta d’ingresso all’eccellenza.Un premio come questo ci dice che non bisogna aspettare per riconoscere il merito ma governare il presente per cogliere al meglio il futuro.”
Dall’Arcivescovo S.E.R. Mons. Giovanni Checchinato, infine, il messaggio di auguri e di congratulazioni con i premiati: “Non sfugge a nessuno la preziosa occasione che il premio rappresenta di valorizzare la Calabria mostrando i suoi figli impegnati nel progresso della scienza a tutti i livelli a servizio delle persone e di ogni persona; impegno che svolgono non solo in Calabria ma ovunque in Italia.”
I premiati
Francesco Billari, Rettore dell'Università Bocconi, è stato insignito per il suo lavoro di apertura verso un’università sempre più accessibile, volta a diventare un “ascensore sociale” capace di abbattere le barriere economiche. Ha dichiarato inoltre come “attraverso le lenti della demografia è possibile tracciare le rotte del nostro futuro. E, quando serve, modificarle con l’azione consapevole della politica e dell’economia”.
Nicola Leone, Rettore dell'Università della Calabria, ha sottolineato il profondo legame con la propria terra e il ruolo del suo Ateneo come luogo di competenza, innovazione e crescita sociale, ribadendo come l'Unical sia ormai punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. Leone ha commentato: “sono rientrato in Calabria col sogno e la sfida di contribuire al rilancio della mia terra.Qui siamo riusciti a fondare una Scuola di Intelligenza Artificiale di riconosciuta eccellenza internazionale, con giovani calabresi di straordinario talento. Sin dal mio insediamento da Rettore, grazie alla fiducia e al sostegno della Comunità accademica, e agli ottimi rapporti di collaborazione con la Regione Calabria e le altre istituzioni locali, l’Unical sta attraversando un periodo di grande crescita e maturazione, contribuendo sempre più al rilancio del territorio.La mia esperienza mostra che, anche partendo dalla Calabria, si possono raggiungere grandi traguardi se si lavora con serietà, determinazione e tanto impegno”.
Eugenio Guglielmelli, Rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, è stato premiato per l’innovativa progettazione dei corsi di studio che preparano i giovani professionisti a padroneggiare Big Data e intelligenza artificiale. “Il mio percorso formativo e accademico – ha raccontato Guglielmelli – che dal Liceo Enrico Fermi di Cosenza mi ha poi portato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e, da oltre 20 anni, all’Università Campus Bio-Medico di Roma dove svolgo da due anni il ruolo di Rettore, si è sempre più focalizzato sulla Ingegneria Biomedica, in particolare sulla robotica per la riabilitazione.L’integrazione delle tecnologie digitali, comunicative e robotiche sta adesso generando sistemi intelligenti sempre più sfidanti, da configurare in modo appropriato, centrato sulla persona, per garantire il miglioramento continuo della sicurezza, della salute, del benessere e della qualità della vita sociale e lavorativa. Le università devono promuovere una didattica innovativa, che non riduca eccessivamente le attività esperienziali da svolgere in presenza e in gruppi di lavoro multidisciplinari, così da permettere la giusta formazione di profili professionali pienamente coerenti con le future esigenze del mondo del lavoro, in particolare per una solida sostenibilità etica e sociale, oltre che economica, ambientale ed energetica.”
Infine, Antonella Polimeni, prima donna a ricoprire il ruolo di Rettrice nella storia di oltre sette secoli della Sapienza, ha evidenziato l’importanza dell’inclusività, della trasversalità disciplinare e dell’innovazione nella formazione degli studenti, affermando: “Sono fermamente convinta che gli Atenei non possano limitarsi alla produzione e trasmissione delle informazioni, ma debbano ambire a individuare e insegnare il modo in cui vanno selezionate le conoscenze da acquisire nonché le modalità ottimali per applicarle e aggiornarle costantemente. È importante che, nell’era della cosiddetta “obsolescenza della conoscenza”, si prenda in considerazione anche una quinta forma di sapere, ovvero il “saper diventare”, che implica una forma di apprendimento fatta di acquisizione di nuove conoscenze ma anche scarto di quelle obsolete e fuorvianti.”
Questa edizione del Premio Antonio Serra ha confermato l’importanza della valorizzazione del capitale umano e dell’eccellenza come pilastri per lo sviluppo del territorio. Il Premio si conferma un riconoscimento sentito e rilevante che contribuisce a dare visibilità alle menti più brillanti e agli esempi migliori di leadership che la Calabria è capace di esprimere in ogni campo.
Ufficio Comunicazione Camera di commercio di Cosenza
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Separazioni violente – come riconoscere la violenza....
Conflitto e abuso in una separazione non parlano la stessa lingua. Un campanello di allarme ancora più evidente nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Sono sempre più urgenti metodi di intervento e prevenzione a tutela della donna e dei figli.
Roma, 18 novembre 2024. Le separazioni e i divorzi violenti sono aumentati esponenzialmente negli ultimi anni e si rivelano sempre più urgenti i metodi di intervento e prevenzione per tutelare la famiglia. Questo campanello di allarme è ancora più evidente nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel giorno 25 novembre dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per ricordare le vittime di maltrattamenti, abusi, femminicidi e per combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere. Molte sono, infatti, le donne che vivono una situazione di violenza da parte del partner e questo rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”, come rimarcano i report.
L’Associazione Studiodonne Onlus di Roma, presieduta dall’avvocato Maria Luisa Missiaggia, specializzata in diritto di famiglia, è nata nel 2017 proprio a difesa dei soggetti deboli, in particolare donne e bambini, che subiscono violenze sia nell’ambito familiare che fuori. Oltremodo promuove in Italia lo sviluppo e la diffusione delle tecniche alternative al conflitto familiare attraverso un metodo innovativo ma con radici lontane, quello dei 12 passi utilizzato dagli Alcolisti Anonimi dal 1935 e oggi applicato in più di 160 paesi.
«In caso di violenze domestiche è importante intervenire per tempo e per farlo serve il contributo di tutti – sottolinea l’avvocato matrimonialista Maria Luisa Missiaggia –. Purtroppo, nella maggior parte dei casi il maltrattamento avviene tra le mura domestiche in fase di crisi acuta della relazione di coppia. Prima di tutto va fatta una differenza importante: conflitto e abuso non parlano la stessa lingua. Conflitto è tale quando due persone, genitori ad esempio, comunicano in modo distorto mettendo il bambino sullo sfondo, spesso ignorandolo per dare sfogo alle reciproche frustrazioni, rabbie e dolori. Abuso è il subire un danno fisico e/o psichico senza per questo essere sullo stesso piano dell’abusante e maltrattante. Spesso si parla erroneamente di conflitto anche quando è in atto una violenza e dunque i due genitori vengono posti sullo stesso piano e privati della responsabilità genitoriale con intervento dei servizi e dei tutori e/o curatori».
La significativa differenza tra conflitto e violenza mette in luce la necessità di considerare la violenza come una patologia che necessita quindi di cure e trattamenti mirati. «Un aspetto da non sottovalutare mai è il rischio di recidiva negli aggressori macchiatisi di crimini come i femminicidi e che hanno scontato la pena in carcere – evidenzia l’avv. Missiaggia –. Pur avendo tenuto comportamenti ineccepibili nell'ambito del penitenziario, si è constatato, in base alle statistiche, che quando escono hanno impulsi violenti nei confronti delle donne, soprattutto se non vengono seguite le misure di riabilitazione adeguate. Purtroppo, ci sono molto casi eclatanti che lo testimoniano. Uno recente ed emblematico ha riguardato un soggetto, accusato di femminicidio e in fase di sconto della pena, che aveva ottenuto la libertà vigilata diurna. Ha così avuto modo di conoscere una ragazza e fidanzarsi con lei, nascondendole di essere un imputato in carcere. Nel momento in cui la ragazza lo ha scoperto e l’ha detto all'uomo, lui ha tentato di ucciderla in un autobus, davanti a tutti. La ragazza si è salvata solo grazie ad una sciarpa molto pesante che ha impedito al coltello di raggiungerle la carotide. Per questo diventa necessario che, una volta usciti dal carcere, tali soggetti vengano trattati mediante competenze specifiche».
La violenza domestica è un reato: i casi anche di natura recidiva, come evidenziato dall’avvocato Missiaggia, dimostrano l’importanza di porre attenzione a soggetti già condannati. La situazione ha un impatto anche sulle separazioni violente. «Proprio per questo nella nostra Onlus abbiamo mutuato il metodo dei 12 passi utilizzato dagli Alcolisti Anonimi in America seguendo il metodo di violenti anonimi (www.12steps.nz/12-step-programs/violence-anonymous): questi soggetti vengono trattati attraverso percorsi di recupero personali, considerando la violenza come una malattia pari a quella della tossicodipendenza e di altre dipendenze. Nelle separazioni e nei divorzi si fa spesso molta confusione in tribunale tra conflitto e abuso. La distinzione è invece importantissima, perché solo se la applichiamo e la ripetiamo ad alta voce, possiamo anche scoprire tutte le differenze di trattamento in fase di separazione».
Capire i cosiddetti campanelli d'allarme è il primo passo per individuare un abuso, quali lo squilibrio di potere, l'esercizio di una violenza non solo fisica ma anche psicologica o economica, la volontà di dominare, di controllare, di umiliare la persona che si ha a fianco come mero oggetto del proprio bisogno. La creazione di una rete di supporto per le vittime è la missione di associazioni come Studiodonne Onlus di Roma, che opera ogni giorno per favorire e promuovere la collaborazione tra istituzioni, tribunali, Asl, forze di polizia, imprese, fondazioni, associazioni e cittadini, in modo da prevenire e contrastare la violenza fin dai suoi primi segnali. «L'unico modo è allontanarsi da queste persone violente: fisicamente, se si ha la possibilità di farlo, o almeno psicologicamente. Non cercare piuttosto il confronto e il contraddittorio, ma rivolgersi a persone competenti per essere supportate e quindi fare rete per essere protette. Questa è una mission che mi sento di avere in prima persona, lo faccio da sempre nelle mie consulenze e nei tribunali, proprio per insegnare a sapersi comportare e a riconoscere la situazione più pericolosa. Solo così si prende il coraggio di assumere un difensore e, in caso di figli minori, di rivolgersi al tribunale per ottenere un affido esclusivo», ribadisce l’avv. Maria Luisa Missiaggia.
Contatti: https://studiodonne.it/