Nations League, l’Italia ai quarti: come funzionano, le date e le possibili avversarie
Gli Azzurri hanno staccato il pass per la fase a eliminazione diretta del torneo. Ecco cosa sapere
L’Italia ha affrontato ieri sera la Francia nell’ultimo match del gruppo A2 di Nations League. La sconfitta degli Azzurri, battuti 3-1 a San Siro, è costata il primo posto nel girone ma non la qualificazione alle Final 8 del torneo, arrivata grazie al successo contro il Belgio. La Nazionale di Luciano Spalletti chiude quindi al secondo posto dietro i Blues e ora, ai quarti di finale, troverà un avversario più ostico.
Le Final 8 di Nations League
A giocarsi il trofeo saranno quindi 8 squadre, le prime due classificate di ogni raggruppamento della Lega A di Nations League, che si affronteranno in gare di andata e ritorno. Oltre alla possibilità di sollevare la coppa, chi ha concluso il raggruppamento al primo posto avrà inoltre un’opportunità in più in ottica Mondiali 2026: se non riuscissero a conquistare il pass per il Mondiale nel canonico percorso di qualificazione, le migliori quattro squadre della competizione potranno partecipare ai playoff e sperare ancora in un posto nel torneo.
Le date
Per quanto riguarda le date della prossima fase, la prima giornata da cerchiare in rosso è il 22 novembre, quando ci sarà il sorteggio degli spareggi per la fase a eliminazione diretta e delle fasi finali. Quel giorno verranno definiti pure gli accoppiamenti delle semifinali di giugno. Le partite dei quarti di finale della Lega A si giocheranno il 20 e il 23 marzo 2025, mentre la fase finale si disputerà dal 4 all’8 giugno 2025.
Le possibili avversarie
L'Italia scoprirà la propria avversaria nel sorteggio del 22 novembre, ma sicuramente gli Azzurri affronteranno una delle prime classificate degli altri gironi della Lega A di Nations League. Sul cammino di Spalletti ci sarà quindi una tra Germania, Spagna o Portogallo.
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Sinner, quante tasse avrebbe pagato in Italia? Risponde il...
Il tennista azzurro ha la sua residenza fiscale nel Principato di Monaco
Jannik Sinner con il trionfo agli Atp Finals di Torino ha vinto 4.881.500 dollari, equivalenti a circa 4.500.000 euro. E dagli altri tornei del 2024 ha accumulato circa 12.032.935 dollari (circa 11.000.000 euro), portando il totale annuale a circa 16.914.435 dollari (circa 15.500mila euro). Il campione ha la sua residenza fiscale nel Principato di Monaco. Ma cosa avviene a livello fiscale per le somme vinte da Sinner con gli Atp Finals di Torino? "In Italia, i premi sportivi sono soggetti a una ritenuta alla fonte a titolo d’imposta del 20%. Pertanto, sul montepremi delle Atp Finals di 4.500.000 euro, la ritenuta è di 900.000 euro", spiega ad Adnkronos/Labitalia Matteo De Lise, commercialista e presidente di Aiecc 'Associazione Italiana Esperti della Composizione della Crisi'.
Oltre ai premi dei tornei, Sinner ha stipulato contratti con vari sponsor di prestigio, tra cui Nike, Lavazza, Fastweb e Gucci. Secondo Forbes, nel 2024 ha guadagnato circa 20 milioni di euro dalle sponsorizzazioni. Ma come verrebbero tassate se il campione avesse la residenza in Italia? "I guadagni derivanti da sponsorizzazioni sono considerati redditi da lavoro autonomo e sono soggetti all’Irpef secondo gli scaglioni previsti. Per i redditi oltre i 50.000 euro, l’aliquota massima è del 43%", sottolinea De Lise.
Secondo l'esperto, "se Sinner ha già pagato imposte su premi vinti all’estero, potrebbe beneficiare di crediti d’imposta in Italia per evitare la doppia imposizione, in base alle convenzioni internazionali". "La gestione fiscale di un atleta professionista come Sinner - sottolinea De Lise - è complessa e richiede una pianificazione accurata per ottimizzare il carico fiscale e rispettare le normative vigenti. In sintesi, oltre ai guadagni derivanti dai tornei, Sinner ha ottenuto entrate significative dalle sponsorizzazioni, che sono soggette a tassazione in Italia secondo le aliquote Irpef applicabili", conclude.
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Nadal e l’ultima partita in Davis: “Se potessi...
Il tennista spagnolo ha aperto a una partita con Federer: "Organizzeremo qualcosa"
Nella Coppa Davis alle porte, Rafa Nadal giocherà la sua ultima partita. Il campione spagnolo è stato convocato per le finali di Malaga, dove la sua Nazionale affronterà nei quarti di finale l'Olanda domani, martedì 19 novembre, alle 17. "Era da molto tempo che pensavo al ritiro", ha raccontato Nadal in conferenza stampa, "ma ho sempre cercato di darmi un'altra possibilità, fino a quando non ho più potuto. Ora mi sto godendo questa settimana. So che sarà un grande cambiamento nella mia vita, ma succederà più tardi. Sono qui con la squadra e questo mi rende felice".
Sulle emozioni che proverà Nadal si è detto tranquillo: "Non lo so, non posso prevederlo. Se sono in campo spero di rimanere lucido, perché non sono qui per ritirarmi, ma per aiutare la squadra. È la mia ultima settimana, ma è una competizione di squadra, e la cosa più importante è aiutare la squadra, essere concentrati e fare bene. I rivali e le condizioni sono difficili. Alla fine arriveranno anche le emozioni, ma nel frattempo bisogna concentrarsi su ciò che bisogna fare".
Nadal dovrebbe giocare sicuramente il doppio con Alcaraz, ma non il singolare: "Questo bisognerebbe chiederlo al capitano. Io cerco di lavorare il più duramente possibile, è stato così per l'ultimo mese e mezzo. Non giocando molto spesso è un po 'più difficile mantenere un livello costante. Abbiamo una grande squadra, tutti questi giocatori hanno avuto una grande stagione sul circuito, quindi è compito del capitano decidere cosa è meglio per la Spagna. A livello fisico mi sento bene, senza alcun nessun problema. Sono contento di finire la mia vita professionale, giocando in Coppa Davis, dopo tutto la Coppa Davis 2004 è stata una delle mie prime grandi gioie da tennista. Sono felice di dire addio giocando di nuovo con la Spagna, che è qualcosa che ho sempre amato e mi ha dato cose che non mi hanno dato i singoli tornei".
Poi ancora sul ritiro: "Non esiste un addio ideale, i finali cinematografici ci sono soltanto nei film americani, mi sono reso conto che non avrei avuto uno di questi. Non è comunque qualcosa che mi interessa. Il mio addio sarà qualunque cosa sarà, ma sarebbe fantastico per la squadra vincere la Davis. Sarebbe un bel saluto per me e una grande gioia per tutti. Se dovessi giocare, non so a che livello sono. Sono passati alcuni mesi dalla mia ultima partita, quindi quello che faccio è cercare di fare del mio meglio ogni giorno per prepararmi il più possibile nel caso in cui dovessi essere in campo. Io da giocatore non posso prevedere come andranno le cose, a volte mi sono sentito davvero bene il giorno prima di una partita e il giorno dopo ho fatto un casino, ma non è questo il caso. Mi divertirò tantissimo, sia che dovessi essere in campo che in panchina".
Nadal, per ora, non pensa al futuro: "Non sono preoccupato per il prossimo passo della mia vita, ho avuto momenti in cui non sono stato in grado di giocare a tennis a causa degli infortuni. Ora ho un approccio diverso: devo accettare la sfida di un grande cambiamento nella mia vita. Non so se sarà difficile, ma sicuramente sarà diverso. Probabilmente quello che mi mancherà di più sarà la sensazione della competizione, scendere in campo e vedere i tifosi nelle grandi partite. Alla fine è l'adrenalina che si sente durante, prima e dopo le partite. Avrò altre cose che mi rendono felice e mi daranno altri sentimenti, ma questa adrenalina è difficile da trovare al di fuori dello sport professionistico".
"Le cose che ho passato, l'ultimo anno e altre difficoltà che ho avuto, mi hanno fatto sentire come se non potessi essere abbastanza competitivo e godermi quotidianamente il tennis", ha continuato Nadal, "a domanda a me stesso non è se potrei continuare per un altro anno, ma perché dovrei. Non ho quell'ego. È qualcosa su cui ho riflettuto per molto tempo. Se potessi continuerei a giocare".
Infine Nadal non chiude la porta a un esibizione con un amico speciale, Roger Federer: "Quando si è ritirato lui ero lì per giocare ed eravamo partner. Non ho ancora parlato con Roger, ha un calendario molto serrato. Questa sarà la mia ultima settimana sul circuito, ma non sarà il mio ultimo addio. Avremo la possibilità di fare qualcosa insieme".
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Matteo Pessina investe negli eSports con Mkers
Il centrocampista del Monza: "Significa investire nel futuro dello sport e del gaming competitivo. Sono felice di essere parte di questo progetto"
Matteo Pessina, capitano dell'Ac Monza e figura di spicco nel calcio italiano, diventa il primo investitore a partecipare al nuovo round di investimento da 1,5 milioni di euro aperto da Mkers S.p.A., leader italiano negli esports. Il round, che valorizza Mkers a 15 milioni di euro post-money, rappresenta un passo significativo per la crescita della società e per rafforzarne la presenza internazionale. Con questa operazione, Pessina dimostra di essere non solo un campione in campo, ma anche un giovane attento ai trend di innovazione e un investitore lungimirante, capace di riconoscere le potenzialità dei settori emergenti come quello degli esports.
“Il 2024 è stato un anno di sfide e successi che ci spingono a guardare avanti con fiducia”, ha dichiarato Luca Beccaceci, Ceo di Mkers. “L’ingresso di Matteo Pessina è un segnale di grande fiducia nel nostro progetto e ci consente di accelerare ulteriormente. Con i fondi raccolti, Mkers punta a rafforzare il proprio posizionamento internazionale nei mercati emergenti degli esports, inclusi quelli del Medio Oriente e dell’Arabia Saudita, dove sono previsti grandi investimenti nel settore, consolidando così il nostro ruolo di leader e ampliando ulteriormente la nostra offerta”. Anche Matteo Pessina ha espresso il proprio entusiasmo per l’iniziativa: “Sostenere Mkers significa investire nel futuro dello sport e del gaming competitivo. Sono felice di essere parte di questo progetto, che rappresenta un’opportunità unica per lo sviluppo dell’intrattenimento digitale in Italia e nel mondo".
Nel 2023, Mkers ha registrato un valore complessivo della produzione di 1,74 milioni di euro e ha mantenuto una gestione oculata dei costi, riducendo le spese per materie prime e consumi di oltre il 60%, ottimizzando i costi del personale e investendo in modo strategico in capex. Il bilancio chiude con un utile netto più che raddoppiato rispetto all’esercizio precedente e un EBITDA pari al 15,8% del valore della produzione. Questi risultati derivano da una strategia di sviluppo diversificata, riducendo la dipendenza dai ricavi legati ai montepremi, che rappresentano ora meno del 10% del fatturato complessivo. Questo approccio, più stabile e sostenibile, consente a Mkers di espandere nuovi progetti formativi e infrastrutturali e di consolidare la sua posizione nel settore. Il patrimonio netto di Mkers, pari a 1,15 milioni di euro, è una base solida per la prossima fase di espansione prevista con il nuovo round di investimento, che rafforza la capacità dell'azienda di gestire il debito e facilita l’accesso al credito.