Putin aggiorna la dottrina nucleare: ampliate le condizioni per attacco atomico
Putin aggiorna la dottrina, firmato il documento che amplia il ricorso alle armi nucleari in risposta a quelle che Mosca vede come minacce alla propria sicurezza
Due giorni dopo il via libera arrivato da Joe Biden, l'Ucraina ha usato per la prima volta missili a lungo raggio americani per colpire il territorio russo. Lo ha rivelato una fonte informata vicina alle forze di difesa di Kiev citata da Rbc-Ukraine. "Per la prima volta - ha detto - abbiamo usato gli Atacms per colpire il territorio russo. L'attacco è stato condotto contro un obiettivo nella regione di Bryansk, che è stato colpito con successo".
Mosca ha poi confermato l'attacco. In una nota il ministero della Difesa russo ha riferito che "alle 3,25 il nemico ha colpito un sito nella regione di Bryansk con sei missili balistici. Secondo informazioni confermate, si tratta di missili tattici Atacms di fabbricazione americana".
Mosca avverte: "Possibile risposta nucleare"
Poco prima dell'attacco, il Cremlino aveva lanciato l'avvertimento sull'uso di missili occidentali non nucleari da parte dell'Ucraina per colpire la Federazione russa. Uso che, aveva spiegato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, potrebbe portare ad una risposta nucleare sulla base della nuova dottrina firmata da Vladimir Putin. Peskov, illustrando durante un briefing quotidiano il documento in cui si afferma che la Russia ha ampliato la lista dei criteri richiesti per una risposta nucleare, ha spiegato che ora questi includono "un'aggressione da parte di un Paese non nucleare ma con la partecipazione di una potenza nucleare". Ora la dottrina nucleare - che Putin aveva aggiornato già lo scorso settembre - considera questo infatti un attacco congiunto.
La Russia ritiene quindi che sia "necessario" allentare le regole per il possibile ricorso alle armi nucleari in risposta a quelle che Mosca vede come minacce alla propria sicurezza, ha reso noto il portavoce del Cremlino dopo la firma del decreto: "Era necessario allineare i nostri principi all'attuale situazione", ha detto Peskov dopo l'ok degli Stati Uniti all'Ucraina all'utilizzo dei missili in territorio russo.
Già ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva fatto sapere che se Kiev userà missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti contro obiettivi in territorio russo, la risposta di Mosca sarà "ferma e appropriata". "L'uso da parte del regime di Kiev di missili a lungo raggio per attacchi sul nostro territorio significherà il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e dei loro satelliti nella lotta contro la Russia, nonché un cambiamento radicale nell'essenza e nella natura del conflitto. In questo caso, la risposta della Russia sarà appropriata e ferma", ha minacciato Zakharova in un briefing con i giornalisti a margine del G20 a Rio de Janeiro, dove accompagna Sergei Lavrov. Che poi ha aggiunto sarcastica: "Per quanto Zelensky e i suoi scagnozzi ci sperino e preghino, non c'è nessuna 'arma miracolosa' in grado di influenzare il corso dell'operazione militare speciale”.
Quali missili può usare Kiev?
Atacms americani. Sono questi i missili a lungo raggio che Kiev può utilizzare per colpire la Russia nella guerra in corso ormai da 1000 giorni. Cambiano quindi i potenziali obiettivi: prima le forze armate ucraine potevano colpire i russi solo nel territorio invaso, adesso il bersaglio diventano uomini, mezzi e basi oltre il confine.
I missili Atacms sono già stati trasferiti dagli Stati Uniti all'Ucraina lo scorso anno a condizione che fossero usati solo in territorio ucraino. Ora il limite è stato rimosso. Gli Atacms hanno una gittata di 300 chilometri (non sono quindi missili a lungo raggio come invece spesso vengono definiti, ma possono colpire obiettivi in maggiore profondità in Russia di qualsiasi altro sistema a disposizione degli ucraini) e come missili balistici ricadono sul loro obiettivo con forza moltiplicata rispetto ai razzi ma hanno una velocità ridotta rispetto ai missili da crociera.
Possono essere lanciati dai lanciatori mobili Himars, che gli Stati Unti avevano già fornito all'Ucraina nel 2022, e anche dagli M270 di produzione britannica e tedesca. Il Pentagono ne ha in magazzino due versioni: una per testate a grappolo e una per testate singole.
Sono prodotti dalla Lockheed Martin ma non sono più acquistati dall'esercito americano: l'inventario è limitato e prossimo al punto in cui gli Stati Uniti potrebbero avere problemi con le loro riserve. Si tratta di un sistema che risale agli anni Ottanta per colpire obiettivi sovietici di valore elevato in profondità. Ne vengono ancora prodotti alcune centinaia di unità l'anno, ma sono venduti all'estero. Il nuovo sistema Usa, Precision Strike Missile, ha cominciato solo ora a essere dispiegato ma in numeri limitati. Atacms si pronuncia 'attaccali'.
Raggio d'azione meno ampio per gli Storm Shadow (Scalp per i francesi), missili da crociera franco britannici con una gittata massima di 250 chilometri. Sono stati già forniti a Kiev da Londra e Parigi, ma lo stop al loro impiego in territorio russo potrebbe essere cancellato sulla scia della decisione dell'Amministrazione Usa sugli Atacms.
Lo Storm Shadow è considerato il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Ogni missile costa quasi un milione di dollari, quindi vengono usati usualmente in attacchi ben pianificati, come il raid contro la base della Flotta del mar nero a Sebastopoli. Rendono, per la marina russa, l'intera Crimea insicura.
1000 giorni di guerra, oltre 900mila morti e feriti
Intanto la guerra arriva a quota mille giorni. Secondo quanto riportato dal ministero russo della Difesa e dall'agenzia Tass, sarebbero più di 906.000 le perdite, tra morti e feriti, registrate tra le fila delle Forze Armate ucraine dall'inizio dell'invasione russa su vasta scala avviata il 24 febbraio del 2022.
Né Mosca né Kiev hanno sinora divulgato bollettini precisi sulle rispettive perdite. Nei giorni scorsi il New York Times, citando fonti militari e d'intelligence Usa, ha riferito di 57.000 soldati ucraini uccisi, un dato che sarebbe circa la metà rispetto alle perdite russe. La Nato stima la Russia conti oltre 600.000 morti e feriti e fonti d'intelligence occidentali riferiscono di 200.000 caduti e 400.000 feriti tra le fila delle forze russe. Secondo il governo di Kiev, sono più di 722.000 i soldati russi morti o feriti dal febbraio 2022.
"Sono mille giorni che l'Ucraina oppone una resistenza coraggiosa a una guerra di aggressione illegale e ingiustificabile", ha scritto il presidente francese Emmanuel Macron su X. "Sono mille giorni - ha continuato - che la Russia porta avanti il suo disegno imperialista e brutale, prendendo di mira le popolazioni civili e violando i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. Mille giorni che restiamo risolutamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo, per garantire il trionfo della libertà, della pace e della giustizia. Il nostro sostegno non si affievolirà".
Zelensky: "7 morti in attacco russo a Sumy, Putin vuole guerra continui"
Nella giornata di oggi Volodymyr Zelensky ribadisce la volontà di Putin di proseguire la guerra, riportando il nuovo attacco nelle quali sono rimaste uccise sette persone, tra le quali un bambino. "La Russia continua a terrorizzare le nostre regioni di confine" e nella notte "un drone ha colpito Hlukhiv (nella regione di Sumy), distruggendo un ostello di un istituto", ha scritto su X il presidente ucraino. "Ogni giorno - ha continuato - sollecitiamo il mondo a essere risoluto e abbastanza forte per l'Ucraina, per bloccare questi attacchi contro la nostra gente. Ogni nuovo attacco russo conferma solo le vere intenzioni di Putin. Vuole che la guerra continui, non è interessato a parlare di pace. Dobbiamo costringere la Russia a una pace giusta".
Borrell: "Consentire all'Ucraina l'uso di missili in territorio russo"
Intanto, dopo gli Usa, anche l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell ritiene che tutti gli Stati membri dell'Ue dovrebbero "seguire" l'esempio degli Stati Uniti, che sotto la presidenza di Joe Biden hanno consentito all'Ucraina l'uso di missili per un raggio fino a 300 km all'interno del territorio russo. "E' un'ottima notizia per gli ucraini, che l'avevano chiesto. Ora gli Stati Uniti - ha detto Borrell a margine del Consiglio Esteri Difesa a Bruxelles - hanno concesso questo permesso: in Europa è di competenza nazionale, quindi alcuni Stati membri lo stanno già facendo, altri lo stanno facendo senza dirlo, altri ieri non hanno detto niente". "Ma sono sicuro che seguiranno" l'esempio americano, ha proseguito, "per permettere agli ucraini di usare le armi per combattere i russi all'interno del territorio russo. Perché è dal territorio russo che vengono attaccati ed è pienamente conforme al diritto internazionale. Penso che oggi ne discuteremo e spero che tutti gli Stati membri seguano la decisione degli Stati Uniti".
Esteri
Ucraina, console Milano: “Piani Russia invariati da...
Il diplomatico: "Grati all'Italia per invariabilità della sua posizione nei nostri confronti"
Sono passati mille giorni da quando, il 20 febbraio 2022, la Russia ha invaso l'Ucraina. Da allora "i piani di Mosca rimangono invariati", così come il sostegno dell'Europa e dell'Italia, che Kyiv ringrazia per non aver mai cambiato posizione, nonostante "i tentativi di disinformazione e manipolazione degli agenti del Cremlino". Dalla lotta a chi elude le sanzioni europee alla necessità di armi a lungo raggio; dalle conseguenze della vittoria di Donald Trump alla telefonata di Olaf Scholz a Putin; dalle difficoltà sul campo di battaglia fino al futuro sognato per l'Ucraina quando la guerra sarà finita è un bilancio a tutto campo quello che il console generale d'Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, traccia in un'intervista concessa all'Adnkronos in occasione dei mille giorni da quando ha avuto inizio l'invasione su larga scala da parte della Russia.
'RUSSIA NON CONSIDERA NEANCHE RITIRO TRUPPE'
Una ricorrenza in cui innanzitutto bisogna "essere onesti" e riconoscere che dal 20 febbraio 2022 "i piani della Russia nei confronti dell'Ucraina rimangono invariati. La Russia rimane costante nelle sue azioni da ormai mille giorni e non sembra nemmeno lontanamente che stia considerando l’idea di ritirare le proprie truppe dall’Ucraina e di porre fine agli attacchi". La Russia - spiega il diplomatico - "avanzando richieste evidentemente inaccettabili dimostra il proprio disinteresse verso possibili negoziati", come "conferma l’attacco russo del 17 novembre, tra i più massicci e più pericolosi fino ad ora". Per questo "è evidente che abbiamo necessità di difenderci. È necessario vincere per costringere la Russia a porre fine alla guerra. La nostra priorità sono le armi a lungo raggio e i sistemi di difesa per proteggere i nostri cieli", ribadisce Kartysh.
'ULTIMI ATTACCHI RISPOSTA A CONTATTI TRE LEADER OCCIDENTE E PUTIN'
'L'attacco della Russia dello scorso fine settimana, secondo il console generale d'Ucraina a Milano, "è una chiara risposta ai leader occidentali che negli ultimi tempi hanno cercato un contatto con Putin con l’augurio di pace. E' naturale che Putin cerchi un modo per porre fine all’isolamento politico del suo Paese. Tuttavia, è evidente che la Russia non sia realmente interessata a porre fine alla guerra che ha iniziato", osserva il diplomatico di Kyiv, sottolineando che "ogni tentativo di riappacificazione da parte della comunità internazionale è percepito dalla Russia come un’ulteriore prova della debolezza delle democrazie".
'SEGUIAMO VICENDE USA, MA CERTI DEL CONTINUO SOSTEGNO'
Quanto al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, "l’Ucraina segue attentamente quanto avviene negli Stati Uniti, ma resta certa del suo continuo sostegno. La difesa della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina è sempre stata sostenuta da entrambi i partiti americani", dice Kartysh, ricordando che "Volodymyr Zelensky è stato tra i primi leader ad essersi congratulato con Donald Trump dopo la sua vittoria alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti" e che tra i due "sono già state instaurate delle relazioni positive e costruttive. Le squadre dei due presidenti stanno già lavorando attivamente sull’organizzazione di un prossimo incontro tra i leader. Tuttavia un commento più approfondito" sulle conseguenze del cambio di amministrazione alla Casa Bianca sul conflitto tra Russia e Ucraina "potrà essere fatto dopo l’inaugurazione ufficiale della nuova presidenza".
Anche "il presidente Zelensky ha di recente ipotizzato che con il supporto dell’amministrazione del presidente Trump la guerra potrebbe terminare prima del previsto", ricorda Kartysh, evidenziando che "l’Ucraina, più di chiunque altro, vuole che questa guerra finisca", perché "stiamo pagando un prezzo troppo alto per la nostra libertà, per difendere l’integrità territoriale del nostro Stato", però - ribadisce il rappresentante di Kyiv - "una cosa è certa: il termine della guerra deve essere giusto, e le trattative di pace devono portare ad un risultato concreto" e "alla base di ogni piattaforma per i negoziati sta la riconoscenza del fatto che la Russia sia un Paese aggressore, che ha violato le norme del diritto internazionale, violando l’integrità territoriale dell’Ucraina". Insomma la posizione della parte ucraina resta quella "espressa nella formula di Pace in dieci punti proposta dal presidente Zelensky, già nota alla comunità internazionale".
'IN ITALIA AGENTI CREMLINO SFRUTTANO DIBATTITO SU LIBERTA' ESPRESSIONE'
Preoccupano i "tentativi di disinformazione e manipolazione" da parte di Mosca delle opinioni pubbliche occidentali. "La Russia rappresenta una grave minaccia non solo per l’Ucraina, ma per tutte le democrazie. I suoi agenti all’estero hanno molta esperienza nell’analisi e nel conseguente indirizzamento dell’opinione pubblica, di cui percepiscono molto bene le tendenze e in cui trovano molto velocemente i punti deboli. In Italia, tra le altre cose, hanno deciso di sfruttare la sensibilità del dibattito sull’accettabilità della limitazione della libertà personale di espressione al fine di salvaguardare l’ordine pubblico", spiega Andrii Kartysh.
"Ogni giorno - racconta - riceviamo nuove segnalazioni riguardanti i risultati dell’operato degli agenti del Cremlino. Spesso sembra che si tratti di provocazioni volte a 'tastare' fino a dove possano spingersi. Come nel caso di quei semplici ma potenti manifesti con la scritta 'La Russia non è nostra nemica'", fa sapere il console generale d'Ucraina a Milano, precisando che "la garanzia dell'ordine pubblico e della sicurezza è competenza esclusiva dello Stato italiano. A noi non resta che avvisare dell’esistenza di tali forze e contribuire a spargere quanta più luce possibile su ciò che realmente accade in Ucraina, confidando nella capacità dei cittadini italiani ed europei di discernere i tentativi di disinformazione e manipolazione".
'POSIZIONE ITALIA INVARIATA, LE SIAMO RICONOSCENTI'
Ciò che rassicura Kyiv è il fatto che da mille giorni la posizione di Roma nei confronti dell'Ucraina "è invariata e questa è una delle cose per cui siamo maggiormente riconoscenti all’Italia. L’Italia è al nostro fianco sin dall’inizio dell’invasione su vasta scala da parte della Russia e, sono sicuro, sarà assieme a noi quando la Russia si ritirerà, ponendo fine alla guerra".
In particolare "quello che di nuovo percepiamo è una crescente volontà degli italiani di partecipare attivamente alla costruzione del futuro dell’Ucraina e dell’Europa, iniziando già ora", dice Kartysh, ricordando che "una conferenza di rilievo sull’argomento è prevista per il mese di luglio 2025 a Roma, come preannunciato dal presidente Giorgia Meloni" e "sono già in corso le conversazioni riguardanti la ricostruzione dell’Ucraina, che non riguarda solamente una mera sistemazione dei danni causati dalla Russia, ma anche la creazione di una realtà nuova, partendo da quella che è la nostra visione del futuro, del mondo in cui vorremmo vivere e crescere i nostri figli".
'AL LAVORO PER COSTRUIRE UCRAINA SICURA E LIBERA'
Guardando a cosa sarà l'Ucraina tra altri mille giorni, "ci stiamo muovendo verso la costruzione di un Paese a misura d’uomo, in cui la sicurezza, la libertà, e la giustizia siano una stabile garanzia; che renda propizio il clima di investimenti, perché chiunque abbia delle idee all’avanguardia possa implementarle con facilità e confidenza. Al contempo, siamo interessati al ritorno degli ucraini in patria. La nostra intenzione è quella di creare le condizioni perché le persone possano sentirsi protette e libere di esprimere le proprie idee, dare sfogo ai propri talenti e applicare le proprie conoscenze".
"Si tratta - spiega il diplomatico di Kyiv - di ricostruire, riformare e insieme modernizzare l’Ucraina, con particolare attenzione all’adeguamento all’acquis communautaire, alla garanzia della sicurezza e facilità della conduzione del business, alla creazione di un’infrastruttura di un livello superiore, all’avanguardia, all’utilizzo sempre maggiore di strumenti digitali. Uno sviluppo basato sulla sostenibilità e sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Quello che avviene ora in Ucraina sta modulando l’architettura globale mondiale negli anni a venire".
Economia
Da BancoPosta fondi Sgr nuovo prodotto flessibile
Un Fondo flessibile multiasset che rientra nella Linea Strategie della gamma base
In collaborazione con TgPoste.it
BancoPosta Fondi Sgr, società di gestione del risparmio del Gruppo Poste Italiane, ha lanciato sul mercato un nuovo prodotto d’investimento. Si tratta di BancoPosta Distribuzione Attiva, un Fondo flessibile multiasset che rientra nella Linea Strategie della gamma base e che mira a distribuire un provento trimestrale e a realizzare, in un orizzonte temporale di medio periodo, una crescita moderata del capitale investito attraverso un investimento diversificato dei suoi attivi nei principali mercati internazionali e in strumenti finanziari che generano reddito, selezionati con una politica d’investimento che tiene conto anche dei criteri di finanza sostenibile.
La composizione del portafoglio prevede strumenti del mercato monetario/titoli obbligazionari (minimo 50% e fino al 100%); strumenti finanziari di natura azionaria fino a un massimo del 40%; strumenti collegati al rendimento delle materie prime fino a un massimo del 10%; strumenti finanziari di emittenti di Paesi emergenti fino a un massimo del 30%; depositi bancari fino ad un massimo del 20%.
BancoPosta Distribuzione Attiva è indicato per tutti coloro che desiderano ricevere regolarmente un provento dal proprio investimento, vogliono avvalersi di una gestione professionale, dove la selezione degli strumenti finanziari avviene tenendo conto anche di criteri di finanza sostenibile. E’ inoltre adatto ad investimenti in un universo ampio e diversificato di classi di attivo, aree geografiche, valute, attraverso scelte di gestione attive che ricercano in tutto il mercato le migliori opportunità d’investimento con focus sul reddito e la crescita.
Economia
Ia, Marco Re (Tor Vergata): “Microelettrica fulcro...
Il professore Elettronica digitale dell' Università Tor Vergata, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A, 'Trasformazione digitale, dentro l'AI'.
"L'intelligenza artificiale nasce dal punto di vista degli algoritmi negli anni '40 in realtà, il machine learning è stato usato nelle nostre aziende per tanti anni, il vero elemento che ha portato a questo veloce e molto veloce incremento dell'applicazione è la microelettronica, cioè la convergenza in particolare di due tecnologie, tutte e due dipendenti dalla microelettronica. La convergenza di queste due tecnologie ha consentito di arrivare a prendere gli algoritmi magari nati 15 anni fa o 20 anni fa dai nostri ricercatori del settore della fisica e dell'ingegneria, e della matematica, e metterli su un hardware. Quindi è fondamentale sempre porre l'attenzione sul fatto che, oggi, in questo strumento, noi abbiamo l'implementazione dell'intelligenza artificiale perché abbiamo un cosiddetto hardware accelerator, cioè un oggetto hardware, un circuito integrato specifico che svolge queste funzioni con grande efficienza energetica". A dirlo Marco Re, professore Elettronica digitale Università Tor Vergata, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A, 'Trasformazione digitale, dentro l'AI'.
"Nel futuro - spiega - avremo anche la possibilità di non dover accedere alla rete, al cloud o al fuoco per fare il learning, ma avremo un learning locale. Ma questo sarà il risultato della convergenza di dati trasferiti e microelettronica molto spinta. Allora bisogna poi capire bene qual è la situazione della microelettronica mondiale, che è centrale per l'intelligenza artificiale. E quali sono le sue criticità? Il problema è che la microelettronica moderna è estremamente complessa. Noi lavoriamo attualmente su nodi, si chiama nodo l'elemento 3D, il transistor singolo, e si va verso tecnologie più spinte. Questo ha significato che negli ultimi vent'anni la concentrazione del Fab, del cosiddetto firmware Fab, è assolutamente diventata necessaria per poter sfruttare i costi di produzione di oggetti così sofisticati. Quindi noi abbiamo della produzione di cibi integrati di ultima generazione fatta sostanzialmente in Sud Corea, in Taiwan".
"Questo - assicura - fa venire in mente un po' di 'problemini', perché Taiwan è ovviamente in una situazione geopolitica molto complessa, la South Korea non sta proprio vicino ad un paese calmo, come si dice, e quindi il problema è che queste forti concentrazioni sono estremamente rischiose, costituiscono un punto critico che può interrompere la catena di produzione di circuiti integrati. E questo è il problema. Ergo, la gran parte dei paesi sta cercando di spostare la produzione in loco. Quindi gli Stati Uniti stanno investendo, con il National Science Chips Act, 280 milioni di dollari per rifare i circuiti integrati negli Stati Uniti, l'Europa sta facendo qualcosa, anche l'Italia sta facendo qualcosa".
"C'è il rischio - si chiede il professore Marco Re - che sia la geopolitica a fermare questa corsa tecnologica che stiamo vivendo? C'è un rischio reale? Questo secondo me è un rischio reale, ma insieme a questo rischio ci sono ulteriori rischi. Questo non è l'unico rischio della criticità della catena di produzione di circuiti conduttori; è molto interessante questo, perché è talmente sofisticata e spinta la tecnologia, che ad esempio i macchinari per la produzione di circuiti integrati che oggi abbiamo nei nostri iPhone, sono costruiti in un solo paese del mondo che è l'Olanda con Asml".
"In Ucraina - prosegue - vengono prodotti la gran parte dei gas nobili che sono utili nelle industrie sui produttori, come l'Argon e altri gas nobili. Per fare la futura classe di circuiti integrati dell'intelligenza, ci vogliono non solo le tecnologie, ma ci vogliono gli uomini per gestire le tecnologie e anche uomini che progettino i nuovi sistemi di intelligenza artificiale".
"Non ci sono più iscritti - ammette - nei corsi di ingegneria elettronica a livello mondiale. C'è un incremento degli iscritti nei corsi di computer science, cioè chi fa il software, non ci sono iscritti nei corsi di electrical engineering, che sono quelli che progettano i circuiti integrati, che sono gli acceleratori che ci consentono di fare l'inferenza a basso costo energetico".