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Nadal, il messaggio di Federer: “Mi hai battuto, ma mi hai fatto amare il tennis”

Oggi lo spagnolo potrebbe giocare la sua ultima partita da professionista

Rafa Nadal e Roger Federer - Fotogramma

Oggi Rafa Nadal potrebbe giocare la sua ultima partita da professionista. Il tennista spagnolo, che sarà in campo alle 17 con la Spagna contro l'Olanda, ha infatti annunciato che dopo la Coppa Davis lascerà il professionismo dopo una carriera da 92 titoli in carriera, di cui 22 conquistati negli Slam. Nadal, insomma, ha segnato un'epoca, proprio come Roger Federer, rivale in campo e amico fuori, che lo ha voluto omaggiare sui proprii profili social: "Mentre ti prepari a laurearti nel tennis, ho alcune cose da condividere prima di emozionarmi", ha scritto lo svizzero al suo "compagno di tennis per la vita".

"Cominciamo dall’ovvio: mi hai battuto, molto. Più di quanto io sia riuscito a battere te", ha ammesso Federer, "mi hai sfidato in modi in cui nessun altro avrebbe potuto. Sulla terra rossa, mi sentivo come se stessi entrando nel tuo cortile, e mi hai fatto lavorare più duramente di quanto avrei mai pensato di poter fare solo per mantenere la mia posizione. Mi hai fatto reimmaginare il mio gioco, arrivando persino a cambiare le dimensioni della testa della mia racchetta, sperando in un vantaggio".

Roger si è lasciato andare a ricordi ed emozioni: "Non sono una persona molto superstiziosa, ma tu hai portato tutto a un livello superiore. Tutto il tuo processo. Tutti quei rituali. Allineare le tue bottiglie d’acqua come soldatini in formazione, sistemarti i capelli, sistemare la biancheria intima. Tutto con la massima intensità. In segreto, in un certo senso amavo tutto. Perché era così unico, era così parte di te. E sai cosa, Rafa, mi hai fatto apprezzare ancora di più il gioco. Ok, forse non all’inizio. Dopo l’Australian Open del 2004, ho raggiunto per la prima volta il primo posto nel ranking. Pensavo di essere al top del mondo. E lo ero, finché due mesi dopo, quando sei sceso in campo a Miami con la tua maglietta rossa senza maniche, mostrando quei bicipiti, e mi hai battuto in modo convincente. Tutto quel clamore che avevo sentito su di te, su questo fantastico giovane giocatore di Maiorca, un talento generazionale, che probabilmente un giorno avrebbe vinto un Major, non era solo clamore".

La rivalità tra Nadal e Federer è durata 20 anni: "Eravamo entrambi all’inizio del nostro viaggio e alla fine lo abbiamo fatto insieme. Vent’anni dopo, Rafa, devo dire: che corsa incredibile hai fatto. Inclusi 14 Roland Garros, storici! Hai reso orgogliosa la Spagna, hai reso orgoglioso l’intero mondo del tennis. Continuo a pensare ai ricordi che abbiamo condiviso. Promuovere lo sport insieme. Giocare quella partita su metà erba e metà terra. Rompere il record di presenze di sempre giocando di fronte a più di 50.000 tifosi a Città del Capo, in Sudafrica. Ci facevamo sempre morire dal ridere. Ci stancavamo a vicenda in campo e poi, a volte, ci dovevamo quasi sorreggere a vicenda durante le cerimonie dei trofei”.

I due hanno condiviso progetti anche fuori dal terreno di gioco: “Sono ancora grato per avermi invitato a Maiorca per aiutare a lanciare la Rafa Nadal Academy nel 2016. In realtà, in un certo senso mi sono invitato da solo. Sapevo che eri troppo educato per insistere perché fossi lì, ma non volevo perdermelo. Sei sempre stato un modello per i bambini di tutto il mondo e Mirka e io siamo così contenti che i nostri figli si siano tutti allenati nelle tue accademie. Si sono divertiti un mondo e hanno imparato così tanto, come migliaia di altri giovani giocatori. Anche se ho sempre temuto che i miei figli sarebbero tornati a casa giocando a tennis come mancini".

Federer ha ricordato anche la sua ultima partita, giocata proprio in doppio con Nadal: "E poi c’è stata Londra, la Laver Cup del 2022. La mia ultima partita. Per me significava tutto averti lì al mio fianco, non come rivale ma come partner di doppio. Condividere il campo con te quella sera e condividere quelle lacrime sarà per sempre uno dei momenti più speciali della mia carriera. Rafa, so che sei concentrato sull’ultimo tratto della tua epica carriera. Ne parleremo quando sarà finita. Per ora, voglio solo congratularmi con la tua famiglia e il tuo team, che hanno avuto un ruolo fondamentale nel tuo successo. E voglio che tu sappia che il tuo vecchio amico tifa sempre per te e tiferà con altrettanta forza per tutto ciò che farai in futuro".

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Sport

Vezzali-Di Francisca, botta e risposta sul palco per i 70...

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Le due, ex campionesse di scherma, sono state protagoniste sul palco del Palazzo dei Congressi, a Roma

Di Francisca e Vezzali

Botta e risposta tra Valentina Vezzali ed Elisa Di Francisca alla festa per i 70 anni delle Fiamme Oro. Le campionesse, miti della scherma azzurra, non hanno risparmiato frecciate sul palco del Palazzo dei Congressi, a Roma in zona Eur. Un episodio che è solo l'ultimo della serie per le due, che non si sono mai particolarmente amate.

Il botta e risposta Vezzali-Di Francisca

Come visibile da vari video online, l'episodio è nato da una frase del presentatore Stefano Pantano, ex schermidore, che ha chiesto a Di Francisca se si sentisse oggi più opinionista o scrittrice. "Nessuna delle due. Come parlo faccio danni, quindi è meglio che sto zitta. Siete d’accordo? Ma oggi vorrei cogliere l’occasione per dire una cosa al settantesimo delle Fiamme Oro, vorrei mandare un messaggio di pace alla mia collega Valentina Vezzali e chiederle una pace ecco, facciamo pace".

Sul palco

La risposta di Valentina non si è fatta attendere: "Guarda Elisa, dal punto di vista sportivo io ti stimo perché sei stata una grandissima campionessa e un grandissimo talento, però per quanto riguarda il livello umano diciamo che non sei proprio il massimo. Quando imparerai a rispettare le persone…". Qui, l'azzurra è stata interrotta dall'altro presentatore dell'evento, il giornalista Marco Lollobrigida. Tutto nel disagio generale dei vari ospiti. Insomma, una pagina non proprio bellissima per due grandi sportive italiane.

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Sport

Kings League Italia: cos’è, quando inizia, le regole,...

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Presentato ieri il torneo delle star nella sua versione italiana. Ecco tutte le cose da sapere

Gerard Piqué - Fotogramma/IPA

La Kings League arriva in Italia. Dopo le prime edizioni del torneo in Spagna e Sudamerica, il format creato dall'ex calciatore del Barcellona Gerard Piqué approda nel nostro Paese. Ieri, lunedì 18 novembre, la competizione è stata presentata a Milano in mezzo a tanti campioni. Da Buffon a Totti e Del Piero. Ecco tutte le cose da sapere.

Le date

C'è ancora mistero sul calendario della Kings League, ma nella giornata di ieri è stata presentata una parte del palinsesto, che vedrà impegnate dodici squadre. Le date del campionato in Italia non sono ancora note ma è stato invece ufficializzato lo stadio che ospiterà la finale della Kings World Cup Nations League il 12 gennaio 2025: sarà l'Allianz Stadium di Torino, casa della Juventus. La Kings World Cup Nations vedrà sfidarsi le migliori nazioni delle varie Kings League in 12 giorni: sono 16 i Paesi che si giocheranno il titolo di campioni del mondo.

Le regole

Qualche altra coordinata? Quelle della Kings League sono partite di calcio a 7 suddivise in due tempi regolamentari da 20 minuti l’uno. Durante i 40 minuti di gioco, ci sono però eventi particolari che possono cambiare il risultato. Il bello è che si parte con una palla che cade da una gabbia fissata in alto e con le due squadre che schierano un solo giocatore: può essere un portiere, un difensore, un centrocampista o un attaccante. Dopo ogni minuto trascorso, entra un altro elemento, fino ad arrivare al completamento delle due formazioni entro i primi 5 minuti di gioco. La sfida 7 contro 7 cambia al minuto 18: è lì che viene messa in pausa la sfida e viene lanciato in campo un grande dado per stabilire il numero dei calciatori che si affronteranno negli ultimi due minuti prima del'intervallo. Gli ultimi due minuti di primo e secondo tempo sono di solito fondamentali per il risultato, perché i gol segnati valgono doppio. L'altra particolarità è che non si può finire in parità: in quel caso, ci saranno gli saranno gli shootout a sancire il vincitore. Non solo: ogni squadra ha modo di far entrare il proprio presidente per tirare un rigore, una volta per partita. E ci sono poi le carte segrete: ogni team ne potrà pescare una e poi usarla durante la sfida.

I presidenti

I presidenti delle squadre sono 12 top streamer e content creator. Tra questi spicca Fedez , che ieri ha anche nominato Luciano Moggi come vicepresidente del suo team. Tra gli altri ci sono: Blur (streamer), Grenbaud (streamer), Damiano “Er Faina” e ManuXO.

Dove vedere la Kings League

Altro capitolo sui canali che trasmetteranno gli incontri. La Kings League Italia sarà visibile in streaming sui canali della competizione, tra cui Twitch, TikTok, YouTube e X. Le partite verranno trasmesse anche dai canali dei presidenti delle varie squadre, che si sostituiranno ai classici telecronisti che invece animeranno le dirette ufficiali del torneo.

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Sport

Da De Rossi e Pirlo fino a Gilardino: la maledizione in...

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L'ex attaccante è soltanto l'ultimo a non aver avuto fortuna nella nuova vita da allenatore

Daniele De Rossi e Alberto Gilardino - Fotogramma

Eroi da giocatori, flop (almeno finora) da allenatori. Quella che stanno vivendo i campioni del Mondo del 2006 sta assumendo i contorni di una vera e propria maledizione. Il trionfo di Berlino, che valse agli Azzurri il quarto titolo iridato, è lontano ormai 18 anni e molti dei calciatori che erano in campo quel 9 luglio oggi si sono reinventati allenatori, ma con scarsi risultati.

È di oggi la notizia dell'esonero di Alberto Gilardino dalla panchina del Genoa. L'ex attaccante, che aveva esordito in panchina proprio con il Grifone ottenendo una promozione in Serie A e una salvezza tranquilla nella scorsa stagione, sarà sostuito da Patrick Vieira, in campo proprio nella finale dell'Olympiastadion con la maglia della Francia. Gilardino però è soltanto l'ultimo dei campioni del Mondo del 2006 a essere esonerato o ad aver vissuto un'esperienza deludente in panchina. Resiste, per ora, Alessandro Nesta, ancora alla guida del Monza nonostante il penultimo posto in classifica a quota 8 punti.

Da De Rossi e Cannavaro fino a Pirlo e Inzaghi

L'esperienza di Daniele De Rossi alla Roma ha vissuto due vite. Subentrato a Mourinho lo scorso gennaio, l'ex centrocampista giallorosso ha chiuso il campionato al sesto posto e sfiorando la finale di Europa League. I risultati gli sono valsi il rinnovo triennale, ma a settembre, dopo sole quattro giornate, è arrivata la rottura con la dirigenza e il conseguente esonero, che ha creato tensioni e polemiche nell'ambiente, poi sfociate in aperta contestazione.

Altro addio discusso è stato quello di Fabio Cannavaro, che dopo le esotiche esperienze in Arabia e Cina e la deludente parentisi alla guida del Benevento nella scorsa stagione è riuscito a salvare l'Udinese, vincendo all'ultima giornata a Frosinone e condannando così i ciociari alla B. Cannavaro però non è stato confermato: "Mi dispiace non poter continuare questo breve ma intenso viaggio", ha scritto amareggiato l'ex Pallone d'Oro, "da parte mia c'era la volontà di rimanere".

Diverso percorso, ma stesso finale per Andrea Pirlo. L'ex centrocampista ha iniziato la sua carriera da allenatore con la Juventus vincendo, nella stagione 2020-21, Coppa Italia e Supercoppa, ma venendo poi sostituito a fine anno da Massimiliano Allegri. Il 'Maestro' è quindi volato prima in Turchia, dove ha guidato il Karagumruk, e poi a Genova, mail suo anno e mezzo alla Sampdoria si è concluso con un altro esonero.

L'esperienza in Serie A è stata breve ma intensa anche per Filippo Inzaghi. L'ex attaccante del Milan ha iniziato nel 2014 ad allenare proprio in rossonero, senza molta fortuna, per poi tornare nella massima serie per quache mese con la Salernitana. La carriera di SuperPippo si è sviluppata soprattutto in Serie B, dove oggi guida il Pisa, attualmente al primo posto in classifica. Nel campionato cadetto allena anche Fabio Grosso, che dopo la promozione conquistata con il Frosinone e l'esperienza negativa a Marsiglia è approdato al Sassuolo.

Nel Milan ha iniziato ad allenare anche Gennaro Gattuso, che dopo un lungo girovagare ha trovato casa in Croazia. Rino oggi è tecnico dell'Hajduk Spalato, dopo aver seduto sulle panchine di Napoli, Valencia e Marsiglia. È senza squadra invece Massimo Oddo, nel 2006 barbiere d'eccezione per il celebre taglio di capelli a Camoranesi, esonerato lo scorso anno dal Padova dopo le esperienze, disastrose, in A con Udinese e Pescara. La carriera da allenatore di Gianluca Zambrotta è durata soltanto tre anni: dopo aver guidato Chiasso e Delhi Dynamos in India, l'ex terzino è stato brevemente assistente di Fabio Capello in Cina prima di dire basta nel 2018.

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