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Ucraina colpisce Russia con missili Usa. Mosca avverte: “Possibile risposta nucleare”

Putin aggiorna la dottrina, firmato il documento che amplia il ricorso alle armi nucleari in risposta a quelle che Mosca vede come minacce alla propria sicurezza. Lavrov: "Nuova fase della guerra dell'Occidente"

Il Cremlino - Afp

Due giorni dopo il via libera arrivato da Joe Biden, l'Ucraina ha usato per la prima volta missili a lungo raggio americani per colpire il territorio russo. Lo ha rivelato una fonte informata vicina alle forze di difesa di Kiev citata da Rbc-Ukraine. "Per la prima volta - ha detto - abbiamo usato gli Atacms per colpire il territorio russo. L'attacco è stato condotto contro un obiettivo nella regione di Bryansk, che è stato colpito con successo".

Mosca ha poi confermato l'attacco. In una nota il ministero della Difesa russo ha riferito che "alle 3,25 il nemico ha colpito un sito nella regione di Bryansk con sei missili balistici. Secondo informazioni confermate, si tratta di missili tattici Atacms di fabbricazione americana".

L'impiego dei missili Atacms contro il territorio russo segna "una nuova fase della guerra dell'Occidente" contro la Russia, ha sottolineato il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. E la Russia, ha aggiunto in una conferenza stampa al vertice G20 di Rio, reagirà "di conseguenza". "Lo considereremo come una fase qualitativamente nuova della guerra dell'Occidente contro la Russia e reagiremo di conseguenza", le parole di Lavrov.

Mosca avverte: "Possibile risposta nucleare"

Poco prima dell'attacco, il Cremlino aveva lanciato l'avvertimento sull'uso di missili occidentali non nucleari da parte dell'Ucraina per colpire la Federazione russa. Uso che, aveva spiegato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, potrebbe portare ad una risposta nucleare sulla base della nuova dottrina firmata da Vladimir Putin. Peskov, illustrando durante un briefing quotidiano il documento in cui si afferma che la Russia ha ampliato la lista dei criteri richiesti per una risposta nucleare, ha spiegato che ora questi includono "un'aggressione da parte di un Paese non nucleare ma con la partecipazione di una potenza nucleare". Ora la dottrina nucleare - che Putin aveva aggiornato già lo scorso settembre - considera questo infatti un attacco congiunto.

La Russia ritiene quindi che sia "necessario" allentare le regole per il possibile ricorso alle armi nucleari in risposta a quelle che Mosca vede come minacce alla propria sicurezza, ha reso noto il portavoce del Cremlino dopo la firma del decreto: "Era necessario allineare i nostri principi all'attuale situazione", ha detto Peskov dopo l'ok degli Stati Uniti all'Ucraina all'utilizzo dei missili in territorio russo.

Già ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva fatto sapere che se Kiev userà missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti contro obiettivi in territorio russo, la risposta di Mosca sarà "ferma e appropriata". "L'uso da parte del regime di Kiev di missili a lungo raggio per attacchi sul nostro territorio significherà il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti e dei loro satelliti nella lotta contro la Russia, nonché un cambiamento radicale nell'essenza e nella natura del conflitto. In questo caso, la risposta della Russia sarà appropriata e ferma", ha minacciato Zakharova in un briefing con i giornalisti a margine del G20 a Rio de Janeiro, dove accompagna Sergei Lavrov. Che poi ha aggiunto sarcastica: "Per quanto Zelensky e i suoi scagnozzi ci sperino e preghino, non c'è nessuna 'arma miracolosa' in grado di influenzare il corso dell'operazione militare speciale”.

Minaccia nucleare, la reazione Usa

La Casa Bianca deplora la "retorica irresponsabile" di Mosca ma precisa che le nuove regole per l'impiego delle armi nucleari introdotte in Russia non rende necessario, agli Stati Uniti, un cambiamento della loro postura nucleare. La nuova dottrina "è altro della stessa retorica irresponsabile della Russia che abbiamo visto negli ultimi due anni", ha affermato un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale all'Afp.

Quali missili può usare Kiev?

Atacms americani. Sono questi i missili a lungo raggio che Kiev può utilizzare per colpire la Russia nella guerra in corso ormai da 1000 giorni. Cambiano quindi i potenziali obiettivi: prima le forze armate ucraine potevano colpire i russi solo nel territorio invaso, adesso il bersaglio diventano uomini, mezzi e basi oltre il confine.

I missili Atacms sono già stati trasferiti dagli Stati Uniti all'Ucraina lo scorso anno a condizione che fossero usati solo in territorio ucraino. Ora il limite è stato rimosso. Gli Atacms hanno una gittata di 300 chilometri (non sono quindi missili a lungo raggio come invece spesso vengono definiti, ma possono colpire obiettivi in maggiore profondità in Russia di qualsiasi altro sistema a disposizione degli ucraini) e come missili balistici ricadono sul loro obiettivo con forza moltiplicata rispetto ai razzi ma hanno una velocità ridotta rispetto ai missili da crociera.

Possono essere lanciati dai lanciatori mobili Himars, che gli Stati Unti avevano già fornito all'Ucraina nel 2022, e anche dagli M270 di produzione britannica e tedesca. Il Pentagono ne ha in magazzino due versioni: una per testate a grappolo e una per testate singole.

Sono prodotti dalla Lockheed Martin ma non sono più acquistati dall'esercito americano: l'inventario è limitato e prossimo al punto in cui gli Stati Uniti potrebbero avere problemi con le loro riserve. Si tratta di un sistema che risale agli anni Ottanta per colpire obiettivi sovietici di valore elevato in profondità. Ne vengono ancora prodotti alcune centinaia di unità l'anno, ma sono venduti all'estero. Il nuovo sistema Usa, Precision Strike Missile, ha cominciato solo ora a essere dispiegato ma in numeri limitati. Atacms si pronuncia 'attaccali'.

Raggio d'azione meno ampio per gli Storm Shadow (Scalp per i francesi), missili da crociera franco britannici con una gittata massima di 250 chilometri. Sono stati già forniti a Kiev da Londra e Parigi, ma lo stop al loro impiego in territorio russo potrebbe essere cancellato sulla scia della decisione dell'Amministrazione Usa sugli Atacms.

Lo Storm Shadow è considerato il sistema ideale per penetrare nei bunker blindati e nei magazzini di munizioni in Russia. Ogni missile costa quasi un milione di dollari, quindi vengono usati usualmente in attacchi ben pianificati, come il raid contro la base della Flotta del mar nero a Sebastopoli. Rendono, per la marina russa, l'intera Crimea insicura.

1000 giorni di guerra, oltre 900mila morti e feriti

Intanto la guerra arriva a quota mille giorni. Secondo quanto riportato dal ministero russo della Difesa e dall'agenzia Tass, sarebbero più di 906.000 le perdite, tra morti e feriti, registrate tra le fila delle Forze Armate ucraine dall'inizio dell'invasione russa su vasta scala avviata il 24 febbraio del 2022.

Né Mosca né Kiev hanno sinora divulgato bollettini precisi sulle rispettive perdite. Nei giorni scorsi il New York Times, citando fonti militari e d'intelligence Usa, ha riferito di 57.000 soldati ucraini uccisi, un dato che sarebbe circa la metà rispetto alle perdite russe. La Nato stima la Russia conti oltre 600.000 morti e feriti e fonti d'intelligence occidentali riferiscono di 200.000 caduti e 400.000 feriti tra le fila delle forze russe. Secondo il governo di Kiev, sono più di 722.000 i soldati russi morti o feriti dal febbraio 2022.

"Sono mille giorni che l'Ucraina oppone una resistenza coraggiosa a una guerra di aggressione illegale e ingiustificabile", ha scritto il presidente francese Emmanuel Macron su X. "Sono mille giorni - ha continuato - che la Russia porta avanti il suo disegno imperialista e brutale, prendendo di mira le popolazioni civili e violando i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite. Mille giorni che restiamo risolutamente al fianco dell’Ucraina e del suo popolo, per garantire il trionfo della libertà, della pace e della giustizia. Il nostro sostegno non si affievolirà".

Zelensky: "7 morti in attacco russo a Sumy, Putin vuole guerra continui"

Nella giornata di oggi Volodymyr Zelensky ribadisce la volontà di Putin di proseguire la guerra, riportando il nuovo attacco nelle quali sono rimaste uccise sette persone, tra le quali un bambino. "La Russia continua a terrorizzare le nostre regioni di confine" e nella notte "un drone ha colpito Hlukhiv (nella regione di Sumy), distruggendo un ostello di un istituto", ha scritto su X il presidente ucraino. "Ogni giorno - ha continuato - sollecitiamo il mondo a essere risoluto e abbastanza forte per l'Ucraina, per bloccare questi attacchi contro la nostra gente. Ogni nuovo attacco russo conferma solo le vere intenzioni di Putin. Vuole che la guerra continui, non è interessato a parlare di pace. Dobbiamo costringere la Russia a una pace giusta".

Borrell: "Consentire all'Ucraina l'uso di missili in territorio russo"

Intanto, dopo gli Usa, anche l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell ritiene che tutti gli Stati membri dell'Ue dovrebbero "seguire" l'esempio degli Stati Uniti, che sotto la presidenza di Joe Biden hanno consentito all'Ucraina l'uso di missili per un raggio fino a 300 km all'interno del territorio russo. "E' un'ottima notizia per gli ucraini, che l'avevano chiesto. Ora gli Stati Uniti - ha detto Borrell a margine del Consiglio Esteri Difesa a Bruxelles - hanno concesso questo permesso: in Europa è di competenza nazionale, quindi alcuni Stati membri lo stanno già facendo, altri lo stanno facendo senza dirlo, altri ieri non hanno detto niente". "Ma sono sicuro che seguiranno" l'esempio americano, ha proseguito, "per permettere agli ucraini di usare le armi per combattere i russi all'interno del territorio russo. Perché è dal territorio russo che vengono attaccati ed è pienamente conforme al diritto internazionale. Penso che oggi ne discuteremo e spero che tutti gli Stati membri seguano la decisione degli Stati Uniti".

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Esteri

Il Doge di Musk contro lo smartworking: “Dipendenti...

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Il co responsabile del dipartimento Vivek Ramaswamy: "Useremo martello pneumatico e sega elettrica"

Il logo del Doge, dipartimento per l'efficienza governativa Usa  - Fotogramma /Ipa

"Non si dovrà neanche parlare di licenziamento di massa, diremo solo loro che devono tornare in ufficio cinque giorni alla settimana dalle otto alle 18". Così Vivek Ramaswamy, l'altro miliardario tech che insieme ad Elon Musk sarà alla guida del dipartimento per l'efficienza governativa, il Doge, ha detto che costringerà a tornare a lavorare in presenza i dipendenti federali che attualmente "non vanno a lavoro" ma continuano, a 18 mesi dalla fine della pandemia, ad usufruire in varia misura dello smartworking.

Intervistato dal conduttore di estrema destra, e fedelissimo di Trump, Tucker Carlson, l'imprenditore biotech ha confermato che il compito suo e di Musk sarà di usare "il martello pneumatico e la sega elettrica" per rivoluzionare, e tagliare drasticamente, l'apparato federale. E si dice convinto che togliendo la possibilità di lavorare da remoto "si ridurrà del 25% del la burocrazia federale".

Al momento - ricorda Nbcnews - sono 1,3 milioni i dipendenti federali, su un totale di 2,2 milioni, che possono lavorare in smartworking, il 10% di loro totalmente da remoto, mentre il restante, dall'agosto del 2023, deve andare in ufficio almeno la metà dei giorni di due settimane lavorative. L'insofferenza di Musk per il lavoro da remoto, da lui bollato come "moralmente sbagliato", è nota: nel giugno del 2022, in piena pandemia, costrinse i dipendente di Tesla a lavorare in presenza almeno 40 ore alla settimana. E la stessa cosa ha fatto subito dopo aver preso il controllo di Twitter, ora X, nell'ottobre dello stesso anno.

La crociata dei due miliardari contro il lavoro da remoto dei dipendenti federali potrebbe trovare però un'alleata non scontata, la sindaca democratica di Washington D.C. che da tempo chiede aiuto perché si riporti "vita al centro della nostra città" dove ormai da anni gran parte degli edifici che ospitano i dipartimenti federali sono svuotati. "Come fare in modo di riportare i nostri lavoratori federali negli uffici è una grande questione", ha detto la sindaca che ha già chiesto un incontro a Donald Trump per lavorare insieme verso questo obiettivo.

Secondo il Goverment accountability office, lo scorso anno 17 delle 24 principali agenzie federali hanno usato solo il 25% dei loro spazi. E ci sono corrispondenze tra le liste di questi edifici e quella su cui Musk e Ramaswamy intendono abbattere la loro scure, a cominciare dal dipartimento dell'Istruzione che utilizza solo il 16% dei suoi spazi, con il 98% dei dipendenti che posso lavorare da casa e oltre la metà che effettivamente lo fanno.

Dal sindacato dei dipendenti federali, American Federation of goverment employees, che ha oltre 700mila iscritti, si liquidano le affermazioni dei futuri capi del Doge come esagerate, ricordando che oltre metà dei lavori federali - nella sanità, nella sicurezza, nella protezione dei confini e della sicurezza alimentare - non prevedono lo smartworking. E si ricorda che permettendo di lavorare parzialmente da casa il governo federale può reclutare e mantenere talenti lavorativi nonostante i salari nettamente più bassi del settore privato.

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Esteri

Ucraina, ambasciatore Melnyk: “Putin ha paura della...

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"Dagli alleati ci aspettiamo un ulteriore aiuto militare e una partnership strategica con la Nato"

Ucraina, ambasciatore Melnyk:

Vladimir Putin "ha paura della pace ed è per questo che ha portato la Corea del Nord in prima linea", se l'Ucraina è riuscita a resistere a mille giorni di guerra è anche grazie all'Italia, dagli alleati ci aspettiamo "non solo un ulteriore aiuto militare, ma anche una partnership strategica con la Nato". L'ambasciatore di Kiev a Roma, Yaroslav Melnyk, parla all'Adnkronos nel giorno di questo "doloroso" anniversario e riconferma la volontà dell'Ucraina di mettere fine alla guerra, purché non si tratti di "una resa all'aggressore".

"L'attacco della Russia all'Ucraina è la prima guerra coloniale del XXI secolo. Il punto non dovrebbe essere perché l'Ucraina abbia resistito così tanto dall'inizio della guerra, ma come nel mondo civilizzato del XXI secolo, nel centro dell'Europa, ciò sia potuto accadere. Purtroppo, l'aggressione illegale e non provocata della Russia ha rivelato profonde crepe nelle fondamenta della sicurezza internazionale", accusa Melnyk.

Che poi rivendica: "Siamo stati noi, gli ucraini, a dover dimostrare a noi stessi e al mondo intero che uno Stato e un popolo che credono nella propria libertà e nella propria forza sono indistruttibili. Questi mille giorni di guerra hanno portato molto dolore, perdite e lutti al mio popolo. Allo stesso tempo, questi mille giorni di guerra hanno contribuito a dimostrare le migliori qualità umane sia degli ucraini che dei nostri partner e amici".

(segue)

L'ambasciatore ricorda che "dai primi giorni di guerra, non nel 2022, ma nel 2014, Russia utilizza i metodi terroristici per seminare paura e distruggere il nostro Paese. Solo negli ultimi due giorni, i russi hanno attaccato i quartieri residenziali a Sumy e Odesa. Tra le vittime ci sono i bambini: un ragazzo di 9 anni e una ragazza di 14 anni. La Russia, attaccando i quartieri residenziali, continua i suoi crimini, uccidendo i civili". Tutto questo, secondo il rappresentante di Kiev, dimostra quanto sia "ovvio che Putin ha paura della pace ed è per questo che sta cercando modi per aumentare l'aggressività, ed è per questo che ora ha portato la Corea del Nord in prima linea. Questo è un chiaro segnale al mondo intero che vuole solo la guerra".

In questa situazione, "siamo grati a tutti i leader e a tutti gli Stati che continuano a sostenere l'Ucraina", dice Melnyk, che definisce "l'Italia uno dei più stretti alleati di Kiev, in particolare in qualità della sua presidenza del G7". "L'Italia - è grato l'ambasciatore - continua a sostenere l'Ucraina sia a livello bilaterale che multilaterale in ambito politico, economico, umanitario e militare. Devo quindi constatare che siamo riusciti a superare questi mille giorni di guerra, tra l'altro, grazie all'Italia e agli italiani, grazie alla loro solidarietà e al loro sostegno".

L'ambasciatore parla poi del prossimo arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e della sua promessa di chiudere al più presto la guerra. "L'Ucraina, l'Europa e il mondo hanno bisogno di una pace globale, giusta e duratura. Non vi svelo un segreto se dico che l'Ucraina vuole porre fine a questa guerra più di qualsiasi altro Paese. Questo è ovvio - premette - Ma siamo anche consapevoli che questa deve essere una pace vera. Non deve essere un'acquiescenza all'aggressore. L'Ucraina è aperta alla diplomazia, ma a una diplomazia onesta con una posizione forte".

(segue)

"La Russia - prosegue Melnyk- capisce solo il linguaggio della forza, ed è per questo che i politici con una posizione chiara, pronti a contrastare le sue ambizioni aggressive, possono svolgere un ruolo chiave nel fermare il conflitto. Sappiamo tutti che Trump è noto per la sua determinazione e il suo approccio alla 'pace attraverso la forza'. Allo stesso tempo, devo dire che l'Ucraina ha sempre apprezzato il sostegno politico bipartisan degli Stati Uniti. I diplomatici ucraini parlano della Formula di Pace e del Piano di Vittoria ai loro partner americani durante gli incontri a Washington, al Congresso e alla Casa Bianca. Come ha osservato il presidente Zelensky dopo il colloquio telefonico con il presidente eletto, è importante per noi vivere senza l'aggressione russa e con un'America forte, con un'Ucraina forte, con alleati forti".

C'è poi il tema della Nato: ancora oggi, il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Mark Rutte, ha ribadito il "fermo sostegno" all'Ucraina, "per il quale siamo davvero molto grati". "Questo è senza dubbio un segnale importante per la nostra sicurezza, poiché l'Ucraina ha bisogno non solo di un ulteriore aiuto militare, ma anche di un partnership strategico con la Nato e i suoi Stati membri", sottolinea l'ambasciatore, secondo cui Kiev "resta fiduciosa che, indipendentemente dai cambiamenti nella leadership politica, il partenariato strategico tra l'Ucraina e gli Stati Uniti rimarrà una priorità, e il continuo supporto militare non è solo una questione di decisioni interne americane, ma di stabilità e sicurezza globale, che dipende dal successo d'Ucraina nella guerra contro l'aggressione russa".

Quanto a quello di cui Kiev continua ad avere più bisogno ora, secondo Melnyk "è rafforzare l'Ucraina e le nostre posizioni comuni con i nostri partner: la Russia si sottrae alla vera diplomazia, per questo dobbiamo forzarla attraverso una posizione forte e consolidata dei partner. Per questo motivo il presidente ha presentato ai nostri partner il Piano di Vittoria, che consiste in cinque punti - geopolitico, due militari, economico e di sicurezza. L'obiettivo finale è quello di creare le condizioni per costringere la Russia a porre fine alla guerra con mezzi diplomatici".

(segue)

Infine, l'ambasciatore esorta il mondo "a non chiudere gli occhi" davanti all'escalation rappresentata dall'invio di soldati nordcoreani in territorio russo. "Il rafforzamento della cooperazione militare di Mosca con i suoi alleati, in particolare con la Corea del Nord, dovrebbe causare una preoccupazione nella comunità internazionale, poiché ha un impatto significativo sulla sicurezza globale", ammonisce Melnyk, secondo cui "tale supporto non solo aumenta l'aggressione russa nella guerra contro l'Ucraina, ma può anche incoraggiare altri regimi autoritari ad adottare azioni che destabilizzano le regioni e accrescono la tensione".

"Inoltre, potrebbe stimolare altri paesi ad intraprendere interventi militari, complicando le prospettive di pace e stabilità in molte parti del mondo", dice ancora l'ambasciatore, secondo cui "le democrazie sono attualmente sotto una grave minaccia da parte dei regimi autoritari, e quindi la comunità internazionale deve reagire rapidamente". "Il rafforzamento delle sanzioni, il sostegno ai paesi che combattono l'aggressione e il consolidamento delle alleanze internazionali devono diventare i componenti fondamentali della politica contro l'autoritarismo - è l'appello finale di Melnyk - Solo unendo gli sforzi sarà possibile fronteggiare tali sfide e prevenire il rafforzamento di regimi simili che minacciano i diritti e le libertà delle persone in tutto il mondo. Che non può chiudere gli occhi di fronte a questo. Per questo siamo grati ai nostri partner, tra cui l'Italia, che hanno risposto al coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra aggressiva della Russia contro l'Ucraina".

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Esteri

Ucraina, console Milano: “Piani Russia invariati da...

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Il diplomatico: "Grati all'Italia per invariabilità della sua posizione nei nostri confronti"

Ucraina, console Milano:

Sono passati mille giorni da quando, il 20 febbraio 2022, la Russia ha invaso l'Ucraina. Da allora "i piani di Mosca rimangono invariati", così come il sostegno dell'Europa e dell'Italia, che Kyiv ringrazia per non aver mai cambiato posizione, nonostante "i tentativi di disinformazione e manipolazione degli agenti del Cremlino". Dalla lotta a chi elude le sanzioni europee alla necessità di armi a lungo raggio; dalle conseguenze della vittoria di Donald Trump alla telefonata di Olaf Scholz a Putin; dalle difficoltà sul campo di battaglia fino al futuro sognato per l'Ucraina quando la guerra sarà finita è un bilancio a tutto campo quello che il console generale d'Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, traccia in un'intervista concessa all'Adnkronos in occasione dei mille giorni da quando ha avuto inizio l'invasione su larga scala da parte della Russia.

'RUSSIA NON CONSIDERA NEANCHE RITIRO TRUPPE'

Una ricorrenza in cui innanzitutto bisogna "essere onesti" e riconoscere che dal 20 febbraio 2022 "i piani della Russia nei confronti dell'Ucraina rimangono invariati. La Russia rimane costante nelle sue azioni da ormai mille giorni e non sembra nemmeno lontanamente che stia considerando l’idea di ritirare le proprie truppe dall’Ucraina e di porre fine agli attacchi". La Russia - spiega il diplomatico - "avanzando richieste evidentemente inaccettabili dimostra il proprio disinteresse verso possibili negoziati", come "conferma l’attacco russo del 17 novembre, tra i più massicci e più pericolosi fino ad ora". Per questo "è evidente che abbiamo necessità di difenderci. È necessario vincere per costringere la Russia a porre fine alla guerra. La nostra priorità sono le armi a lungo raggio e i sistemi di difesa per proteggere i nostri cieli", ribadisce Kartysh.

'ULTIMI ATTACCHI RISPOSTA A CONTATTI TRE LEADER OCCIDENTE E PUTIN'

'L'attacco della Russia dello scorso fine settimana, secondo il console generale d'Ucraina a Milano, "è una chiara risposta ai leader occidentali che negli ultimi tempi hanno cercato un contatto con Putin con l’augurio di pace. E' naturale che Putin cerchi un modo per porre fine all’isolamento politico del suo Paese. Tuttavia, è evidente che la Russia non sia realmente interessata a porre fine alla guerra che ha iniziato", osserva il diplomatico di Kyiv, sottolineando che "ogni tentativo di riappacificazione da parte della comunità internazionale è percepito dalla Russia come un’ulteriore prova della debolezza delle democrazie".

'SEGUIAMO VICENDE USA, MA CERTI DEL CONTINUO SOSTEGNO'

Quanto al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, "l’Ucraina segue attentamente quanto avviene negli Stati Uniti, ma resta certa del suo continuo sostegno. La difesa della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina è sempre stata sostenuta da entrambi i partiti americani", dice Kartysh, ricordando che "Volodymyr Zelensky è stato tra i primi leader ad essersi congratulato con Donald Trump dopo la sua vittoria alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti" e che tra i due "sono già state instaurate delle relazioni positive e costruttive. Le squadre dei due presidenti stanno già lavorando attivamente sull’organizzazione di un prossimo incontro tra i leader. Tuttavia un commento più approfondito" sulle conseguenze del cambio di amministrazione alla Casa Bianca sul conflitto tra Russia e Ucraina "potrà essere fatto dopo l’inaugurazione ufficiale della nuova presidenza".

Anche "il presidente Zelensky ha di recente ipotizzato che con il supporto dell’amministrazione del presidente Trump la guerra potrebbe terminare prima del previsto", ricorda Kartysh, evidenziando che "l’Ucraina, più di chiunque altro, vuole che questa guerra finisca", perché "stiamo pagando un prezzo troppo alto per la nostra libertà, per difendere l’integrità territoriale del nostro Stato", però - ribadisce il rappresentante di Kyiv - "una cosa è certa: il termine della guerra deve essere giusto, e le trattative di pace devono portare ad un risultato concreto" e "alla base di ogni piattaforma per i negoziati sta la riconoscenza del fatto che la Russia sia un Paese aggressore, che ha violato le norme del diritto internazionale, violando l’integrità territoriale dell’Ucraina". Insomma la posizione della parte ucraina resta quella "espressa nella formula di Pace in dieci punti proposta dal presidente Zelensky, già nota alla comunità internazionale".

'IN ITALIA AGENTI CREMLINO SFRUTTANO DIBATTITO SU LIBERTA' ESPRESSIONE'

Preoccupano i "tentativi di disinformazione e manipolazione" da parte di Mosca delle opinioni pubbliche occidentali. "La Russia rappresenta una grave minaccia non solo per l’Ucraina, ma per tutte le democrazie. I suoi agenti all’estero hanno molta esperienza nell’analisi e nel conseguente indirizzamento dell’opinione pubblica, di cui percepiscono molto bene le tendenze e in cui trovano molto velocemente i punti deboli. In Italia, tra le altre cose, hanno deciso di sfruttare la sensibilità del dibattito sull’accettabilità della limitazione della libertà personale di espressione al fine di salvaguardare l’ordine pubblico", spiega Andrii Kartysh.

"Ogni giorno - racconta - riceviamo nuove segnalazioni riguardanti i risultati dell’operato degli agenti del Cremlino. Spesso sembra che si tratti di provocazioni volte a 'tastare' fino a dove possano spingersi. Come nel caso di quei semplici ma potenti manifesti con la scritta 'La Russia non è nostra nemica'", fa sapere il console generale d'Ucraina a Milano, precisando che "la garanzia dell'ordine pubblico e della sicurezza è competenza esclusiva dello Stato italiano. A noi non resta che avvisare dell’esistenza di tali forze e contribuire a spargere quanta più luce possibile su ciò che realmente accade in Ucraina, confidando nella capacità dei cittadini italiani ed europei di discernere i tentativi di disinformazione e manipolazione".

'POSIZIONE ITALIA INVARIATA, LE SIAMO RICONOSCENTI'

Ciò che rassicura Kyiv è il fatto che da mille giorni la posizione di Roma nei confronti dell'Ucraina "è invariata e questa è una delle cose per cui siamo maggiormente riconoscenti all’Italia. L’Italia è al nostro fianco sin dall’inizio dell’invasione su vasta scala da parte della Russia e, sono sicuro, sarà assieme a noi quando la Russia si ritirerà, ponendo fine alla guerra".

In particolare "quello che di nuovo percepiamo è una crescente volontà degli italiani di partecipare attivamente alla costruzione del futuro dell’Ucraina e dell’Europa, iniziando già ora", dice Kartysh, ricordando che "una conferenza di rilievo sull’argomento è prevista per il mese di luglio 2025 a Roma, come preannunciato dal presidente Giorgia Meloni" e "sono già in corso le conversazioni riguardanti la ricostruzione dell’Ucraina, che non riguarda solamente una mera sistemazione dei danni causati dalla Russia, ma anche la creazione di una realtà nuova, partendo da quella che è la nostra visione del futuro, del mondo in cui vorremmo vivere e crescere i nostri figli".

'AL LAVORO PER COSTRUIRE UCRAINA SICURA E LIBERA'

Guardando a cosa sarà l'Ucraina tra altri mille giorni, "ci stiamo muovendo verso la costruzione di un Paese a misura d’uomo, in cui la sicurezza, la libertà, e la giustizia siano una stabile garanzia; che renda propizio il clima di investimenti, perché chiunque abbia delle idee all’avanguardia possa implementarle con facilità e confidenza. Al contempo, siamo interessati al ritorno degli ucraini in patria. La nostra intenzione è quella di creare le condizioni perché le persone possano sentirsi protette e libere di esprimere le proprie idee, dare sfogo ai propri talenti e applicare le proprie conoscenze".

"Si tratta - spiega il diplomatico di Kyiv - di ricostruire, riformare e insieme modernizzare l’Ucraina, con particolare attenzione all’adeguamento all’acquis communautaire, alla garanzia della sicurezza e facilità della conduzione del business, alla creazione di un’infrastruttura di un livello superiore, all’avanguardia, all’utilizzo sempre maggiore di strumenti digitali. Uno sviluppo basato sulla sostenibilità e sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Quello che avviene ora in Ucraina sta modulando l’architettura globale mondiale negli anni a venire".

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