Premi, il ‘De Sanctis Sostenibilità’ al card. Gianfranco Ravasi
Tra i vincitori e i riconoscimenti speciali Roberto Sancinelli, Alessandro Lanza e Comitato nazionale volontariato protezione civile
La divulgazione appropriata di una cultura della sostenibilità, le buone pratiche in tema ambientale affermate nella prassi, attraverso esperienze imprenditoriali e “start up” di successo. Il cardinale Gianfranco Ravasi, Roberto Sancinelli presidente e ad di Montello Spa, Alessandro Lanza, economista esperto di risorse naturali, e il Comitato nazionale del volontariato di protezione civile: prestigiose carriere che si sono distinte nell’ambito della salvaguardia ambientale. Sono i vincitori della prima edizione del 'Premio De Sanctis Sostenibilità', i cui riconoscimenti verranno assegnati nel corso di una cerimonia che avrà luogo a Roma il 26 novembre 2024, nella Camera dei Deputati, nella nuova aula dei Gruppi parlamentari.
Organizzata in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e la Camera dei deputati, con la partecipazione di Automobile Club d’Italia (Aci), Snam, Eni, Erion, Gewiss, Bcode, Ecomed, con il patrocinio Rai e la media partnership del Gruppo Editoriale Athesis, la cerimonia della consegna delle medaglie ai vincitori si terrà alla presenza del presidente della Fondazione De Sanctis, Francesco De Sanctis, del presidente del premio De Sanctis, Gianni Letta e di Paolo Barelli. L’incontro, moderato da Maria Antonietta Spadorcia, vicedirettore Tg2, sarà concluso da un intervento di saluto del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presidente della giuria.
In un anno particolarmente segnato dall’emergenza climatica, nasce il 'Premio Sostenibilità', con l’intento di individuare personalità, enti e associazioni che si sono distinte nella promozione e nella salvaguardia ambientale e delle esperienze sostenibili. Organizzato in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il riconoscimento è indirizzato a figure autorevoli che si sono distinte per l’eco-innovazione ed efficacia degli esiti ambientali conseguiti, nonché del loro potenziale di diffusione e che sono riuscite a rinnovarsi contribuendo in maniera rilevante alla crescita economica, ambientale e sociale del Paese, attestando nuove capacità di trasformazione, innovazione e impegno verso la sostenibilità.
Gianni Letta è presidente del Premio De Sanctis, presidente della giuria è Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, vicepresidente della giuria è Alessandra Gallone, ex senatrice, consulente in materia ambientale del Mase. Fanno parte della giuria: Giuseppe Zafarana, presidente Eni; Paolo Scaroni, presidente Enel; Monica de Virgiliis, presidente di Snam; Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci; Edo Ronchi, ex ministro, presidente Fondazione Sviluppo sostenibile; Stefano Ciafani, presidente Legambiente; Luciano Di Tizio, presidente Wwf; Carlo Doglioni, presidente Istituto nazionale geofisica e vulcanologia; Fabio Ciciliano, Capo Dipartimento Protezione civile; Donatella Bianchi, giornalista conduttrice 'Mare Blu'; Nicola Carlone, comandante generale Capitanerie di Porto - Guardia costiera; Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore Marina Militare; Antonio Montani, presidente Comunità alpina italiana; Danilo Bonato, direttore generale Erion; Fabrizio Curcio, già capo Dipartimento Protezione Civile.
Obiettivo della Fondazione De Sanctis e, di conseguenza, del premio, è quello di rendere la sua eredità base di partenza per un progetto culturale che intende attualizzare l’opera e il pensiero del grande studioso rendendoli così materia viva e contemporanea, non solo a livello nazionale ma anche europeo. Con questa prospettiva la Fondazione fa della diffusione internazionale dell’identità letteraria, filosofica e artistica italiana la propria principale missione, con un’attenzione particolare alle radici meridionali e uno sguardo attento sul presente e sulle realtà culturali europee che da quelle stesse radici si sono sviluppate.
Cronaca
Imprese e famiglie sempre più indebitate, sono 5 milioni...
I cittadini italiani sono sempre più indebitati. Sono circa 5 milioni le famiglie e le piccole imprese che versano in stato di indebitamento patologico, il 16,3% di queste risiedono in Lombardia. Situazioni di difficoltà molto diffusa per le quali sono state presentate 1.582 richieste di aiuto a partire dal 2017 al 31 ottobre 2024 alla Camera Arbitrale di Milano (ente che gestisce le istanze di composizioni delle crisi da sovraindebitamento delle camere di commercio di Como-Lecco, Cremona, Milano Monza Brianza Lodi, Pavia, Varese-Busto Arsizio) da parte di piccole imprese, ex imprenditori e cittadini eccessivamente indebitati. E il trend non sembra calare. Nei primi dieci mesi del 2024 le domande sono aumentate del 2,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il 23% del totale è stato presentato a Milano che risulta anche essere l'area più interessata dal fenomeno. Seguono il territorio di Monza e Brianza con il 18%, Pavia con il 13%, Como con l’11%, Busto Arsizio con il 9%, Varese con l’8%, Lecco con il 7% del totale delle domande depositate. Il bilancio dei dati evidenzia una lieve, ma stabile crescita di richieste di aiuto da parte di consumatori e piccoli imprenditori. Secondo quanto diffuso, la Camera Arbitrale di Milano prevede di chiudere l'anno “con un incremento del 9% di istanze depositate rispetto ai dati dell’anno scorso”. Il sovraindebitamento non rappresenta più un fenomeno marginale.
Per affrontare la situazione, secondo Massimo Ferlini, presidente del Consiglio di Gestione di Fondazione Welfare Ambrosiano, da anni impegnata nel contrasto dell'esclusione economica e sociale, va ripensato l'intero sistema di welfare. Servono interventi radicali per affrontare “non solo le urgenze attuali, ma anche per costruire basi solide di inclusione e stabilità economica a lungo termine” dice, così da permettere a chi vive in situazioni di fragilità di trovare strumenti concreti per avere un futuro sicuro. Nei primi 10 mesi del 2024 sono anche aumentate del 19% le istanze depositate dai consumatori, mentre sono diminuite del 16% le istanze presentate da aziende/ditte individuali. Per il presidente della Rete Italiana di Microfinanza e Inclusione Finanziaria, Giampietro Pizzo, bisogna agire con interventi normativi e operativi. Misure che, da una parte, contengano il fenomeno, e dall'altra offrano risposte concrete a quanti si trovano in situazione di difficoltà. Cruciale è la collaborazione tra enti del terzo settore, operatori bancari e autorità pubbliche. Le istituzioni finanziarie “hanno una precisa responsabilità sociale nella risoluzione di queste situazioni dannose per il debitore e la collettività” perché “ricostruire la cittadinanza economica di chi è incorso in situazioni di difficoltà finanziaria è una necessità e un dovere sociale”, spiega Pizzo.
La Fondazione Welfare Ambrosiano, dopo aver osservato un incremento significativo nelle richieste di aiuto per situazioni di sovraindebitamento, ha avviato la costituzione di una rete di partner con i quali mettere a punto un modello di intervento nella città Metropolitana di Milano che sia multidisciplinare e sostenibile. Lo stato di crisi da sovraindebitamento coinvolge sempre più spesso persone, famiglie, imprenditori che, a seguito di difficoltà di carattere finanziario, vanno a costituire un target di soggetti fragili non solo sul piano economico, ma soprattutto su quello familiare e sociale. Per la Fondazione il welfare deve essere una rete capace di dare sostegno concreto e duraturo, così che quanti sono esclusi dal sistema economico-sociale non debbano più sentirsi ai margini, ma possano ricostruire la propria stabilità economica.
Cronaca
Arbore: “La Lega del Filo d’Oro è la mia...
L'artista per anni testimonial dell'Ente che compie 60 anni di attività, 'ma il grande lavoro è di dirigenti, operatori, famiglie e sostenitori'
"La Lega del Filo d'oro è la mia seconda famiglia: è dal 1989 che presto loro la mia immagine, anche se il grande lavoro lo fanno i dirigenti della Fondazione, chi ci lavora, gli operatori e le famiglie che vengono ospitate nelle nostre tante sedi. È importante che ciò che ho fatto in passato, nella televisione, nel mondo della musica, serva a questo. Spesso mi accade di essere fermato per strada e di sentirmi dire 'Bravo, lei rappresenta la Lega del Filo d’Oro'. È una soddisfazione, e una cosa che rende importante la mia militanza. Come pure è importante il ruolo di coloro che ci sostengono, e che attraverso la Lega aiutano vivere molte persone che non vedono, non sentono e non parlano". Lo ha detto Renzo Arbore durante l’incontro organizzato - oggi a Roma - dalla Lega del Filo d’Oro per celebrare i 60 anni di attività dell'Ente e lanciare la nuova campagna di sensibilizzazione "60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme".
Cronaca
La Lega del Filo d’Oro festeggia 60 anni di storia
Utenti triplicati negli ultimi 20 anni e più sedi in Italia, ad oggi sono oltre 1.200
E' un filo prezioso quello che unisce le persone sordocieche con il mondo esterno. Un filo che dal 1964, grazie al sostegno di tanti, si è rafforzato nel tempo, delineando un percorso costellato di importanti progetti realizzati, animato dalla passione e soprattutto dal coraggio di vedere e ascoltare oltre ciò che è possibile, per dare voce ai bisogni di chi non vede e non sente, migliorare la loro qualità di vita e promuovere maggiore inclusione all'interno della società. In questi 60 anni di attività al fianco di chi non vede e non sente, la Fondazione Lega del Filo d'Oro Ets ha investito sulla crescita capillare a livello territoriale con l'obiettivo di fornire risposte concrete ai bisogni di utenti e famiglie, fino ad essere oggi presente in 11 regioni italiane con i suoi Centri residenziali, Centri diurni, Servizi e sedi territoriali - riporta una nota - triplicando il numero di utenti seguiti negli ultimi vent'anni e seguendo oggi oltre 1.200 utenti, che hanno beneficiato di uno o più servizi nelle diverse modalità, garantendo loro interventi diagnostici, educativo-riabilitativi e socio-educativi, raggiungendo nel 2023 il numero più alto mai registrato.
E' questo l'impegno dell'ente filantropico, che per celebrare il suo sessantesimo anniversario ha promosso questa mattina un evento speciale al Teatro Abàrico di Roma: un momento emozionante per ripercorrere la storia dell'ente e ringraziare tutti coloro che hanno reso questo traguardo possibile, in particolare i suoi sostenitori, volgendo lo sguardo verso i futuri obiettivi da raggiungere. L'evento è stato l'occasione per presentare in anteprima la nuova campagna '60 anni non si festeggiano, si fanno. Insieme', firmata dall'agenzia Arkage, e ha visto la partecipazione dei testimonial e amici storici Renzo Arbore e Neri Marcorè, con l'intervento del presidente Rossano Bartoli e le testimonianze di uno dei sostenitori che hanno contribuito alla campagna e della mamma di uno dei suoi piccoli protagonisti.
"La Lega del Filo d'Oro si impegna da 60 anni a garantire una migliore qualità della vita alle persone sordocieche e alle loro famiglie, e questo è possibile principalmente grazie ai nostri sostenitori, che scelgono di condividere con noi una missione che va oltre l'assistenza: è un progetto di dignità, inclusione e speranza. A loro va la nostra profonda gratitudine e l'invito a continuare questo cammino al nostro fianco - dichiara Rossano Bartoli, presidente della Lega del filo d'Oro Ets - Per la Lega del Filo d'Oro, ogni traguardo raggiunto non è un punto d'arrivo, ma uno slancio verso il futuro. E' chi sostiene la nostra missione a darci la forza per realizzare nuovi progetti capaci di rispondere ai bisogni complessi dei nostri utenti. Oggi vogliamo dire loro un grazie sincero e riaffermare l'importanza del loro prezioso contributo, affinché nessuno debba affrontare il buio e il silenzio da solo. Ci tengo a ringraziare sentitamente anche tutte le famiglie che ripongono quotidianamente fiducia nel nostro operato, il personale e i volontari dell'ente, e i nostri testimonial storici, Renzo Arbore e Neri Marcorè, che ci sono vicini da tantissimi anni".
A supportare l'impegno della Fondazione i due testimonial storici che negli anni hanno prestato il volto a numerose campagne di raccolta fondi per sensibilizzare gli italiani sulla difficile condizione vissuta dalle persone sordocieche, che affrontano ogni giorno la sfida di andare oltre il buio e il silenzio. "Sessant'anni sono una prova di dedizione e tenacia, ma anche di una visione condivisa da tante persone che, con la loro generosità, hanno permesso alla Lega del Filo d'Oro di diventare una luce per chi non vede e non sente - afferma Renzo Arbore, testimonial della Lega del Filo d'Oro dal 1989 - Per me è un privilegio essere parte di questa famiglia, perché ciò che rende speciale la Lega del Filo d'Oro è la sua capacità di connettere le persone e trasformare i contributi in sogni tangibili. Essere testimone di questa missione mi riempie di orgoglio, e sono sicuro che, con l'aiuto di chi ci sostiene, riusciremo a dare speranza e supporto a chi ogni giorno convive con una disabilità complessa come la sordocecità".
"La Lega del Filo d'Oro mi ha insegnato a guardare e ascoltare oltre, a credere che la solidarietà possa davvero cambiare il destino delle persone. E' una storia fatta di volti, di famiglie, di bambini, giovani e adulti con sordocecità, ma anche di professionisti e sostenitori che, con il loro impegno, hanno trasformato la speranza in realtà. Oggi è questo il messaggio che vogliamo portare avanti - dice Neri Marcorè, testimonial della Lega del Filo d'Oro dal 2014 - Sono onorato di sostenere da 10 anni l'impegno della Fondazione, è un percorso che tocca il cuore e ogni anno rinnova la sua capacità di coinvolgere e di ispirare. La campagna che abbiamo presentato oggi è un messaggio di fiducia e di vicinanza, ma anche una testimonianza di quanto il supporto dei nostri sostenitori sia fondamentale. Spero che sempre più persone decidano di unirsi a noi, perché solo insieme possiamo davvero fare la differenza".
Fondamentale il ruolo dei sostenitori: nel corso del 2023 - si legge nella nota - le donazioni dei sostenitori privati hanno contribuito alla copertura dell'85% delle spese sostenute dall'ente, confermando la netta e crescente prevalenza dei contributi privati rispetto a quelli pubblici. Complessivamente, la raccolta fondi nel 2023 è aumentata del 24% rispetto all'anno precedente. Solo così la 'Lega' riesce a garantire agli utenti un trattamento personalizzato che arriva a dedicare da 1 a 2,4 dipendenti per ogni ospite, in modo da offrire un percorso riabilitativo efficace a seconda del grado di disabilità. Per questa ragione oggi la raccolta fondi ha un ruolo fondamentale per la vita e lo sviluppo della Fondazione. E la nuova campagna dedicata al 60° anniversario della Lega del Filo d'Oro intende ringraziare tutti i suoi sostenitori, senza i quali questo traguardo non sarebbe stato possibile.
La Lega del Filo d'Oro è inoltre impegnata a dare voce alle istanze di chi non vede e non sente, promuovendo il pieno riconoscimento dei loro diritti presso le Istituzioni. In Italia la legge 107/2010 riconosce la sordocecità come una disabilità unica e specifica, ma necessita di essere rivista per una sua piena applicazione. Recentemente è stato approvato un disegno di legge molto importante per tutte le persone sordocieche, che riconosce la sordocecità come disabilità unica, senza discriminazioni tra persone con stesse condizioni sviluppate in età differenti. Questo passo significativo fa guardare al futuro con maggiore speranza e getta le basi per una società più inclusiva e rispettosa. A marzo la Fondazione ha presentato alla Camera dei deputati il Manifesto delle persone sordocieche per chiedere alle istituzioni un maggior impegno affinché ogni persona sordocieca venga riconosciuta e sostenuta, ovunque e sempre, con accesso a cure, interpreti e strumenti che possano davvero fare la differenza nella vita di tutti i giorni.
L'inclusione scolastica - conclude la nota - la mobilità autonoma, la possibilità di lavorare e di abitare in spazi pensati per le esigenze specifiche di chi non vede e non sente non sono solo diritti, ma passi fondamentali verso una società in cui nessuno resti indietro. Creare un mondo più accessibile, anche nei luoghi di sport e cultura, significa abbracciare la diversità e abbattere ogni barriera. La Fondazione crede fermamente che con il sostegno di tutti si possano superare le sfide attuali per creare una società più equa e accessibile.